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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    13/03/2011    3 recensioni
“Tu sei quello che chiamano Two Dollar Bill?” “Si e tu chi sei?” gli chiedo rimanendo sulla difensiva. Si avvicina lentamente e mi porge la mano “Mike” si presenta incatenando i suoi occhi ai miei.
“Billie” rispondo un po’ diffidente, ma alla fine la stringo.
Fanfiction che narra di come si sono conosciuti Billie e Mike e come si è sviluppata la loro relazione. è tutta pura invenzione, tutto nella mia testa, ho preso poco dalla realtà! :)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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E’ qualcosa che mi solletica la faccia a svegliarmi questa mattina. Mi porto una mano alla fronte scacciando quel qualcosa che mi da fastidio e mi strofino gli occhi ancora chiusi e assonati. Sento una sensazione piacevole percorrermi l’anima, anche se non so perché. E’ un po’ come quando ci si sveglia da un sogno bellissimo.
Tento di muovermi, ma capisco subito che c’è qualcosa che non va. Sento un caldo bestiale e non riesco a muovermi, come se mi fossi incastrato con qualcosa.
Mi  decido ad aprire gli occhi e quasi mi prende un colpo. Come avevo fatto a
dimenticarmi della sera scorsa?

Mike mi tiene avvinghiato con entrambe le braccia ai fianchi, la testa appoggiata alla mia. Dovevano essere i suoi capelli a darmi fastidio prima.
Provo a divincolarmi ma non ci riesco. Diavolo, ha una stretta troppo forte!
Cercando di far leva sul gomito mi tiro su appena - l’unico movimento che riesco a fare!-  e guardo la sveglia nel comodino da sopra la spalla di Mike. Le 5:30.
Ho ancora un paio di ore prima di dovermi alzare, perciò mi stendo sperando di riuscire a riprender sonno.
Speranza vana.

Dopo un’ora passata a cercare di scacciare ogni tipo di pensiero per riuscire ad addormentarmi decido di lasciare perdere. Non riesco proprio a svuotarmi la mente.
Certo, cominciare a farsi delle seghe mentali alle sei e mezza di mattina non è proprio il massimo, ma a quanto pare non ne posso fare a meno!
Sento il respiro di Mike scaldarmi leggero la guancia sinistra e, quasi per istinto, mi giro appena e appoggio la mia fronte sulla sua, cercando di portare un po’ d’ordine alla mia mente alquanto confusa.
Prima domanda: cosa diavolo mi ha spinto ieri sera a fare quello che ho fatto?
Voglio dire io non sono… gay. Cavolo, no che non lo sono!
Seconda domanda: perché se ci ripenso, se potessi tornare indietro lo rifarei di nuovo?
Dannazione.
Due domande, zero risposte. E penso che potrei andare avanti così per tutto il giorno. Troppe domande senza risposta. Forse perché ciò che è successo è stato dovuto più ad un istinto che alla logica. Ma allora che diavolo mi dice il mio istinto!?
Terza domanda e, come volevasi dimostrare, anche questa rimarrà senza risposta.
Sospiro frustrato, non riesco a capire cosa mi sta succedendo.

Credo che dovrei parlarne con qualcuno… ma chi?
Qui l’unico con cui parlo è Mike che è sicuramente da escluderlo, non posso parlare con lui.

Qualcuno dei miei fratelli? L’unico che forse mi starebbe a sentire senza avere reazioni schizofreniche è Allen, ma sinceramente non me la sento… Insomma ci sono certe cose che si possono dire ai fratelli, ma altre no. Morirei dall’imbarazzo a confessargli le mie confusioni sessuali! Assolutamente no.

Mia madre?
Ok mi viene da ridere solo a pensarci. Le verrebbe un colpo. Lei è fantastica, ma per questo genere di cose credo sia un tipo piuttosto all’antica.

A questo punto non rimane nessun altro. C’è qualche ragazzo con cui ho una certa confidenza a scuola ma non così tanta da dirgli una cosa del genere!
Sbuffo rassegnato all’idea che i miei problemi me li dovrò risolvere da solo.
Sono ancora perso nei miei pensieri senza capo ne coda quando suona la sveglia, che mi fa fare un salto di sorpresa: pare una mitragliatrice spacca timpani più che una sveglia.
Sento Mike mugolare qualcosa di incomprensibile e con un gesto lento del braccio va a spegnere la sveglia senza spostarsi di un millimetro.
Quando quel suono trapanante e dannatamente fastidioso cessa, cerco di svegliare Mike che sembra ricaduto nel giro di un quarto di secondo nel mondo dei sogni.

“Mike” lo scuoto leggermente per la spalla e per tutta risposta biascica qualcosa di non comprensibile.

Mi stringe più forte trascinandomi ancora più verso lui “cinque minuti” dice con la voce impastata dal sonno. Mi tiro su a sedere e lui nasconde la testa dietro i miei fianchi.
Non lo facevo uno di quelli che faticano ad alzarsi la mattina, sembra così maturo.
Gli altri giorni non aveva problemi, ma essendo il week-end potevamo alzarci anche alle 10.

“Mike dobbiamo alzarci c’è scuola oggi” gli ricordo sperando di ottenere una qualche  risposta.

“Vacci tu io non ne ho voglia” dice solamente.

“Io ci vado e ci vai anche tu, muoviti!”

Con uno strattone riesco a liberarmi, anche se a malincuore, dalla stretta di Mike e a mettermi in piedi.
Vado alla finestra e tiro le tende lasciando libero passaggio alla luce del sole che subito inonda la stanza. Non avrei mai pensato che mi sarei comportato con una simile responsabilità. Di solito mia madre mi deve buttare giù dal letto o lanciarmi secchiate d’acqua gelida per farmi alzare la mattina. E quando dico così intendo che sul serio mi prende a secchiate d’acqua!

Mike, infastidito dall’improvvisa ondata di luce, prende il cuscino e se lo mette sopra la testa cercando un po’ di oscuro conforto.

Sbuffo e salgo in ginocchio sopra al letto, per afferrare il cuscino e lanciarlo via, ma proprio mentre sto per iniziare a rimproverarlo, mi afferra per i polsi e mi trascina sopra di lui.

“Buongiorno” mi sussurra all’orecchio baciandomi languidamente il collo e accarezzandomi una guancia con il dorso della mano.

Inclino leggermente la testa di lato “buongiorno” gli dico mentre mi sento invadere da dei brividi che mi corrono lungo la schiena.

Non mi si può azzerare il cervello appena mi sfiora, non può farmi questo effetto!
…cazzo se può, penso mentre comincia a mordicchiare la pelle facendomi scappare un mugolio. Questo si che è un buon risveglio.

Sale, lasciando una scia di baci, dal collo verso l’alto fino ad arrivare alle guance per poi impadronirsi nuovamente delle mie labbra che lo accolgono trionfanti.
Sento la testa vorticarmi, quasi fossi sotto l’effetto di una straordinaria sostanza stupefacente.

Sento Mike provare  a farmi schiudere le labbra quando un rumore di passi in corridoio ci interrompe improvvisamente.
Di colpo mi stacco da Mike scivolando di lato e cadendo a terra, sopra le coperte che avevo lasciato li dal giorno prima, appena in tempo prima che mia madre facesse la sua comparsa.

“Ehy ragazzi siete già svegli”

“Si mamma, ma non si usa bussare?” chiedo leggermente irritato e nervoso. Se ci avesse scoperto si che si sarebbe messa male!

“Pensavo che steste dormendo” si giustifica “poi che avreste mai potuto fare?”

Sento le guance arrossirsi di colpe alle parole di mia madre “si infatti… niente hai ragione” meglio che tu non lo sappia.

“Appunto. Comunque io ora vado a lavoro, mi spiace ma sta mattina niente colazione, vi ho lasciato i soldi nel tavolo in cucina!”

“Grazie ma’”

Ci fa un cenno e esce chiudendosi la porta alle spalle.

Mi alzo ancora con l’ansia di essere quasi stati scoperti e mi vesto velocemente, senza neanche guardare Mike.

“Allora ci vai o no a scuola?” dico un po’ troppo brusco.

“Si” dice solo, capendo che non era aria, vestendosi a sua volta.


Una volta pronti e scesi in strada ci separiamo. Mike non viene nella mia stessa scuola purtroppo e questo contribuisce a peggiorarmi l’umore.

Non faccio in tempo a sedermi al mio banco che sento la noia assalirmi. Ho lo sguardo fisso verso il professore nonostante non abbia la minima idea di che stia parlando! Tra l’altro che materia stiamo facendo adesso? Non lo so e non me ne importa. Sono troppo preso dai miei pensieri… Mike che si avvicina, Mike che mi accarezza una guancia, Mike che mi bacia, Mike che si leva la maglia, Mike che…
Ok basta sembro decisamente una ragazzina in piena tempesta ormonale!

Quando finalmente suona la campanella, mi sono fatto un film mentale che farebbe invidia a qualsiasi regista di film erotici!
Non posso continuare così, se non ne parlo subito con qualcuno sento che imploderò.

“Armstrong”  mi sento chiamare. Mi volto e vedo il professor Thomas, l’insegnate di scienze. L’unico professore della scuola a cui non darei fuoco la casa “ricordati che oggi devi rimanere dopo l’orario scolastico per la punizione”

Punizione? Ok forse mi sono perso qualcosa.

“Che punizione?”

“Quella della settimana scorsa quando hai fatto a botte con Antony Dawson”

“Ah. Ma io pensavo che valesse solo per venerdì scorso!”

“Pensavi male Armstrong. Ci vediamo a laboratorio di scienze più tardi”

Sbuffo rassegnato. Ci mancava solo questa.

“Senti” mi dice avvicinandosi e parlando un po’ più piano “so che non è stata unicamente colpa tua, se arrivi puntuale e non fai scherzi te ne puoi tornare a casa prima”

Sento un moto di gratitudine immensa nei confronti del prof, non pensavo ne esistessero di così in gamba “grazie”

Mi fa un cenno con la mano e si allontana.

Mi carico lo zaino in spalla pensieroso e mi dirigo verso l’aula di matematica.



Eccomi, come al solito in ritardo u.u
Meglio che non faccia promesse su quando posterò il prossimo capitolo, perdonatemi ^^”   Povero Billie che si fa un sacco di viaggi mentali ed è tanto confuso u.u Quaaaanto mi dispiace :D Si sono solitamente sadica coi miei personaggi ^^
Comunque *CofCof* sette recensioni *____* Ma voi volete farmi morire di felicità? T____T Grazie 1000 ç___ç
Orange_RocketQueen, Billina Armstrong, Icegirl46, green baby, VenomJuice, Viebeke Vengeance_Sevenfold e EsterJoe  grazie, grazie e ancora grazie! *___*

E grazie a chi ha messo fra le preferite e seguite e  chi ha solamente letto! ^^

Al prossimo capitolo!

Josie.
   
 
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