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Autore: sara_sessho    14/03/2011    5 recensioni
Evelyn è una normale ragazza di 17 anni che ha appena perso i genitori. Si ritrova così a vivere ad Atene con sua zia Namie e lì ricomincerà la sua nuova vita e conoscerà tante persone nuove e forse anche l'amore.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      PROLOGO: RITORNO AD ATENE

Sono passati molti anni ormai, da quando ho lasciato Atene per trasferirmi in America, ma nonostante ciò mi è sempre mancata molto. Infatti mi ero ripromessa più volte che, appena ci fosse stata l'occasione, sarei ritornata. Ma non pensavo in questa circostanza. I miei genitori sono morti, uccisi se vogliamo essere precisi e l'assassino non è stato ancora identificato in quanto non ha lasciato tracce che la polizia potesse seguire.

Perciò ora mi ritrovo sull'aereo diretta ad Atene, dove seppellirò i miei genitori seguendo la loro volontà scritta nel testamento. Non pensavo che lo avessero già scritto. E lì ricomincerò la mia nuova vita nella casa della sorella di mia mamma, cioè mia zia Namie. 

Arrivata all'aeroporto, la vidi venirmi incontro ed abbracciarmi. Non proferì una parola, in certi casi parlare non serve soprattutto perché non può riportarti le persone che hai perso. Quando ci stacchiamo, la guardo e i suoi occhi castani sono lucidi ma non versano nessuna lacrima. Cerca di non piangere di fronte a me per paura che lo faccia anche io. Il sorriso triste però che le rivolgo la fa cedere e calde stille salate iniziano e rigare il suo volto. I ruoli si invertono: se prima era lei ad abbracciare me per consolarmi ora sono io ad abbracciare lei per donarle conforto. Io non piango, non perché non senta dolore, ma per il semplice motivo che non l'ho mai fatto di fronte ad altre persone. Sempre e solo da sola prima di addormentarmi.

Intanto che lei si calma, ci dirigiamo verso la macchina e, dopo aver caricati i miei bagagli nel baule, ci avviamo verso casa. Durante il lungo tratto che separa l'aeroporto dalla villa di mia zia, osservo il paesaggio che veloce mi passa accanto. Alcuni tratti me li ricordo, altri sono completamente nuovi. Sono contenta che il sole regni impavido in questa città, ai miei genitori piacevano molto le belle giornate, e anche a me.

La macchina si ferma di fronte ad un'enorme villa. Non ricordavo che la casa di mia zia fosse così grande. Ancora con lo sguardo rivolto all'edificio, apro il baule ma Namie mi ferma:

- Lascia pure, li porto io in casa i bagagli, tu entra pure - dice toccandomi il braccio con la mano.

- Va bene, grazie - le rispondo con un sorriso.

Mi avvio così verso il cancellino che da sul giardino e suono. Esce mio cugino Hiro e mi viene incontro, non mi abbraccia non è mai stato il tipo di ragazzo che si lascia andare a certi convenevoli. Alza il pugno come invito e io faccio lo stesso, picchiandolo poi contro il suo.

- Ben arrivata cugina - Dice con il solito tono scherzoso di sempre.

- Grazie cugino - gli rispondo - sei diventato molto alto, ma la crescita fisica è proporzionale allo sviluppo cerebrale? -

Hiro si gira minaccioso e poi inizia a ridere - Credo di non essere cresciuto in intelligenza e la mia pagella lo dimostra continuamente- 

Anche io inizio a ridere insieme a lui, mentre entriamo in casa. Lo zio Thoki non c'è, ha divorziato da zia Namie tre anni fa e da allora non si è fatto più sentire. Meglio perché lo odiavo, aveva l'aria da criminale e sinceramente non ho mai capito cosa Namie abbia trovato in lui. Per fortuna Hiro ha preso tutto dalla madre tranne gli occhi verdi e i capelli neri.

Salgo le scale e mi dirigo verso la stanza degli ospiti che d'ora in poi diventerà la mia camera e mi siedo sul letto. In quel momento entra mia zia con i bagagli e, dopo averli appoggiati sul pavimento mi guarda:

- Per cena ho ordinato la pizza, d'accordo? - mi chiede.

- Certo certo, ho una fame - dico iniziando a sistemare i bagagli.

Sento Namie scendere le scale e io mi dedico alla riordinazione della stanza in modo tale da renderla più mia. Dopo circa mezz'ora sento suonare il campanello. Devono essere arrivate le pizze, così, prima che mia zia mi chiami scendo al piano inferiore per mangiare.

Do inizio così con una pizza, alla mia nuova vita.

Ah dimenticavo, io sono Evelyn e ho diciassette anni.



Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfic su Saint Seiya. Fatemi saperw cosa ne pensate con tanti commenti e seguitemi che nel prossimo capitolo inizia la vera nuova vita di Evelyn.

Baci sara_sessho.


   
 
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