Harry Potter
[Nine Years Later]
Harry
Potter stava osservando un teleschermo magico del San Mungo. Ne aveva
osservati altri due negli ultimi anni, ma ogni volta dimenticava di
chiudere la bocca e rimaneva come uno stoccafisso davanti al miracolo
che gli tremolava davanti: una vita. Una vita che lui e Ginny avevano
creato per la terza volta. Santo cielo, la professoressa McGranitt
aveva avuto ragione quando gli aveva detto che, se fosse vissuta
abbastanza da insegnare anche alla sua prole, aveva come il sospetto
che avrebbe dovuto affrontarne tre.
Non
poteva credere che lì dentro, in quel teleschermo – no, non nel
teleschermo, nel grembo di sua moglie – ci fosse un esserino così
piccolo che, da lì a qualche anno, sarebbe diventato un bellissimo
bambino o una bellissima bambina. E che gli avrebbe fatto passare gli
stessi guai che promettevano sia James che Al – più James del
secondo, effettivamente.
“Volete
sapere il sesso?” chiese la Medimaga.
Harry
aveva risposto sempre allo stesso modo a quella domanda:
“Preferiamo
le sorprese.”
Certo,
magari durante tutta la sua vita ne aveva ricevute anche troppe,
parecchie non esattamente gradite, ma non capitava spesso di poter
scegliere una sorpresa. Solitamente gli piombava tra capo e collo
senza dargli il tempo di dire “come?”. Sapeva anche che quella
vita avrebbe deciso di venire alla luce allo stesso, inaspettato modo
e che non avrebbe avuto il tempo di dire “ciao...” che sarebbe
stato colpito da un pianto spettacolarmente bello. Poi avrebbe
passato notti insonne ad ascoltare quello stesso identico suono, ma
andava bene.
“Aspetteremo.”
disse Ginny.
“La
terza sarà una femmina, Potter.”
Minerva
McGranitt non sbagliava mai.
Rita Skeeter
[Ten Years Later]
Dieci
anni dopo aver pubblicato due scandalose biografie riguardo la vita
di Albus Silente e Severus Piton, Rita Skeeter aveva cominciato a
rotolare giù dalla cosiddetta “collina”. I suoi articoli sul
Profeta attiravano ancora molte lettrici e, anche se non riuscita a
pubblicarne uno per conto del Cavillo – praticamente il giornale
più letto durante l'ultima decade – era fermamente convinta che
doveva esistere un modo per farla tornare in cima.
Era
Rita Skeeter, non una semplice giornalista facile da dimenticare. I
suoi articoli non avrebbero continuato ad accumulare polvere sotto
pile di lavori, si mormorava, più brillanti e “freschi”.
Esistevano
maghi o streghe le cui vite avrebbero potuto essere rivoltate come
calzini, dettagli che lei avrebbe abilmente ingigantito per ottenere
lettori, per ottenere notorietà ancora una volta. Il punto era che,
dopo la vittoria del Salvatore, tutto sembrava essere diventato
noioso. Non c'era più quell'angst capace di creare il pathos
ideale nella stesura di un bestseller. E se c'era, nessuno sembrava
morire dalla voglia di metterci le mani sopra, dato che la pace aveva
un aspetto più invitante di un titolo urlante scritto a caratteri
cubitali.
Non
poteva concludere la sua carriera in maniera silenziosa, senza un
segno brillante.
E
l'idea, la più semplice e ovvia, giunse un giorno. Per caso.
“Oh,
Rita. Ha perso la verve, non credi? In passato i suoi articoli
avevano un tocco molto più personale, come se gli eventi che
presentava fossero stati vissuti da lei in prima persona...”
Qualcuno
alla redazione stava spettegolando riguardo il suo imminente declino.
Prima che potesse arrabbiarsi sul serio, fu colta da
un'illuminazione.
Aveva
passato mesi alla ricerca di materiale interessante, quasi mollando
la spugna, e invece tutto ciò di cui aveva bisogno era già nelle
sue mani: se stessa. Il pubblico desiderava “il tocco personale”?
Avrebbe dato loro molto di più. Avrebbe offerto al pubblico “Rita:
Segreti e Successi”.
Ma forse, dopo altri dieci anni, avrebbero dimenticato anche lei.