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Autore: Andy Scofield    15/03/2011    4 recensioni
Gli dei dell'antica Grecia sono ancora vivi, e qualcosa di grande sta per accadere...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sparta, Grecia.
Un uomo alto due metri, muscoloso, vestito con pelle di leone correva verso una Gorgone in fondo ad un sentiero, senza una meta precisa. L’obbiettivo era quello di distruggere la Gorgone. Eracle, l’eroe delle dodici fatiche, rinvenuto dall’Ade, sfoderò la sua spada. Prese la mira curandosi di chiudere gli occhi prima che la Gorgone potesse voltarsi e captare la sua presenza, alzò il bracco e colpì; più forte che poteva. Medusa, la Gorgone dalla sguardo pietrificante, perse nuovamente la testa. Eracle ridacchià soddisfatto. Rimise la sua spada nella fodera, pulendo prima il sangue verdognolo presente in essa. Lentamente camminò verso la testa mozzata di Medusa, con l’intenzione di raccoglierla. Eracle era un eroe valoroso, ma possibile che fosse così ingenuo da dimenticare che Medusa, anche da morta, può pietrificare ugualmente? Eracle si avvicinò, fece per coglierla, ma qualcuno parlò.
“Eracle, hai già scordato che la Gorgone può ucciderti anche da morta?” chiese l’uomo.
“Domando il tuo nome, guerriero” replicò Eracle.
L’uomo era di altezza media, con capelli castani e corti, indossava un armatura di bronzo e aveva una lancia in mano, gli occhi neri come il carbone, Eracle non distingueva l’iride dalla pupilla.
“Rifletti, Eracle” disse l’uomo.
Eracle pensò a lungo.
“Perseo” affermò.
“Esatto, ce ne hai messo di tempo per riconoscermi” disse Perseo.
“Sappi che ora dovrò ucciderti, prode Perseo. Dopo la rivolta che è scoppiata, sia chiaro, io sto con i Titani. Gli dei mi hanno solo usato per quelle stupide dodici fatiche, Atena è una sciocca, avrei proseguito anche da solo nel mio cammino” spiegò Eracle.
“Perchè diavolo hai ucciso la Gorgone allora?” chiese Perseo.
“Avere quella cosa come compagna di guerra? Scherzi? E’ troppo pericoloso e non voglio rischiare. L’ho portata quì con l’inganno, fingendo di andare via...e poi l’ho colpita di soppiatto...mi dispiace ma...dovrò uccidere anche te adesso...dopo averlo fatto...il possente Crono mi riserverà un ruolo nell’Olimpo una volta conquistato” disse Eracle.
“ma anche io sto con i Titani” rispose Perseo.
Eracle pensò dubbioso.
“Si, certo, mi hai preso per un idiota?” urlò Eracle.
Detto ciò sfoderò la spada. Perseo la lancia. Iniziò il duello. Eracle sferrò un colpo di spada micidiale che tuttavia Perseo parò molto facilmente, infatti egli provò a sferrare un ginocchiata, ma Eracle afferrò il ginocchio e scaglio Perseo contro un masso, preparandosi a mozzarli la testa...ma Perseo stese la lancia orizzontalmente, così da bloccare la spada, sferrò un calciò allo stomaco di Eracle che si abbassò dolorante, dopodichè sferrò un pugno alla mascella, e un altro ancora. Perseo si preparò ad infilzarò, ma Eracle avendo una spada molto più leggera riuscì infilzarla nel gionocchio di Perseo. Quest’ultimo cadde urlando.
“Ahahah, ritorna all’Ade, valoroso Perseo uccisore di Medusa, ti prometto che non farà molto male” Eracle alzò la spada per infilzare sul collo Perseo.
Ma apparve un uomo che sparò una freccia infuocata a Eracle, trapassandoli lo stomaco, facendo schizzare sangue in faccia a Perseo. Un dio, su un carro trainato da cavalli infuocati, si avvicinava ad ambedue gli eroi. Era Apollo, il dio del sole.
“Perseo, svelto, Sali sul carro, non so quanto dueranno i miei poteri sul sole. Elio, dio del sole come me, si è ricongiunto ai Titani essendo figlio di Iperione. Zeus mi ha chiesto di portare con lui tutti gli eroi disposti a combattere per gli olimpici” spiegò Apollo.
“d’accordo, Febo. Vengo subito...di lui cosa ne facciamo?” chiese Perseo.
“ora lo finisco...misero mortale...come osi sfidare il potere degli olimpici...come osi beffeggiare me, Apollo, dio del sole!” disse Apollo alzando la voce.
Apollo prese la mira per sparare il colpo di grazia ad Eracle, ormai mezzo morto, dato che la freccia infuocata gli aveva trapassato il cuore. Ma Apollo si sbloccò improvvisamente.
“Perseo, dobbiamo fuggire ora. Avverto la presenza di un altro dio” affermò il dio sole.
“chi?Elio?” chiese Perseo.
“no, viene da terra. E’ Are...dobbiamo fuggire, sono troppo vulnerabile, e tu troppo ferito per lottare.” disseFebo
Apollo diede un colpo di redini ai cavalli e volò via con perseo.
Ares ardente giunse in tempo per salvare Eracle. Il suo elmo nero, i suoi occhi rossi, e l’armatura completamente argentata, era sintomo che, Ares era pronto per la guerra.
“Sai se qualche altro mortale è disposto a combattere per gli Olimpici?” chiese Apollo a Perseo.
“Si, Achille è dei nostri. Anche Ettore e Bellerofonte a quanto ho sentito...Giasone è morto” spiegò Perseo.
“Chi lo ha ucciso?” chiese Apollo.
“Crono. C’ero anche io, ma sono riuscito a fuggire” rispose Perseo.
“d’accordo, eccoci arrivati. Benvenuto sul Monte Olimpo” affermò Apollo.
Zeus osservò suo figlio Apollo e Perseo atterrare dinanzi a lui.
“Perseo” affermò Zeus.
Perseo si inchinò subito.
“Zeus, signore dei cieli e dell’Olimpo, vi servirò contro i titani fino alla morte” disse Perseo.
“Alzati, prode guerriero. E’ tragico ciò che è accaduto. Perciò non perdiamo tempo con i convenevoli e armiamoci. Dobbiamo restare pronti” 

  
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