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Autore: Muse    18/01/2006    3 recensioni
"Il fine giustifica i mezzi" ... ma quando? E perchè? E se vi dicessi anche "Non tutto il male vien per nuocere" mi credereste? Quando tutto sembra tranquillo e la pace ristabilita qualcosa, anzi ... qualcuno tornò a sconvolgere la vita di molte persone ...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP

CAP. 2

 

Quel che resta della Tana



L’indomani arrivò alla Tana materializzandosi nell’ingresso con sua figlia per mano.
Ginny, sbucò da dietro una porta andando loro in contro, ma Lily la precedette buttandolesi addosso e circondandole la vita con le braccia e per poco non volarono tutte e due a terra “Ciao zia!!”
“Ciao piccola mia!” Ginny le accarezzò i capelli guardando nella direzione in cui aveva udito poco prima il bang. Ma Hermione si era già spostata. Le mise una mano sulla spalla e le diede un bacio sulla guancia “Ciao Ginny!” Lei ricambiò con un sorriso prima di cercare a tentoni la mano di Lily e dirigersi verso la cucina.
Lì c’era Molly, la madre di Ginny, intenta ai fornelli, “Ben arrivate, ragazze!”.
Pian piano la famiglia Weasley, o quello che ne rimaneva, si riunì attorno al tavolo. Fred, che amministrava ancora con successo il negozio “Tiri vispi Weasley”, prese posto accanto alla sorella, da quando era successo ciò che era successo si erano legati tantissimo. Bill era tornato a casa da qualche anno, non andava più in cerca di tesori, ma aveva trovato un sedentario lavoro al ministero.
Percy si era sposato, chi lo avrebbe detto, l’unico della famiglia ad aver trovato una compagna stabile, e come al solito non c’era, troppo impegnato con la sua carriera per un pranzo in famiglia.
Entrando in cucina l’istinto di Hermione la portò a dare un’occhiata all’orologio della famiglia Weasley. Dalla prima volta che lo aveva visto mancavano tre lancette. Quelle di George, di Charlie e del signor Weasley. La lancetta di Ron invece c’era ancora. Nonostante fosse sparito nel nulla da parecchio, Molly si era rifiutata di farla togliere, e si trovava in un punto indefinito tra lavoro e casa. Non si era mossa di un millimetro da anni, probabilmente Ron gli aveva lanciato un incantesimo prima di andarsene, e anche adesso non dava cenno di muoversi.
A Ginny era toccata la sorte peggiore di tutti. La luce che una volta animava i suoi occhi aveva lasciato il posto all’opacità. Era cieca in seguito ad un’esplosione che le aveva bruciato la retina, ma non si era mai scoraggiata, le ultime forze che le erano rimaste le aveva investite per tenere unita la sua famiglia.
Dopo alcune chiacchiere Hermione non riuscì a trattenersi più. “Ho rivisto Ron” il silenziò calò sulla sala da pranzo. A romperlo fu Lily, la cui ingenuità da bambina non le fece capire il momento delicato “ZIO Ron, mamma?” disse mettendo l’accento su zio. Ogni tanto le aveva parlato di lui. Dei tempi in cui lei, Harry e Ron erano a scuola.
Si lui, tesoro, ma adesso mangia” Hermione aspettava ancora una reazione della famiglia. Naturalmente la prima a sincerarsi sulle sue condizioni fu mamma Weasley. “Co … come sta?” le gambe le cedettero e si accasciò su una sedia. Bill le si avvicinò per sostenerla.
“Bene … credo” anche se era sicura che non era così.
Fred si alzò di botto dal tavolo rovesciando sedia e minestra. “Mi è passato l’appetito, vado di sopra” la rabbia soffocata per anni esplose in quelle parole, “Se lo rivedi, digli di stare alla larga, non lo rivogliamo qui” aggiunse rivolto ad Hermione, e si dileguò su per le scale.
A Ginny invece silenziose lacrime le rigavano il viso. Suo fratello era vivo, ed era lì, a Londra. La gioia superò qualsiasi rancore che avrebbe dovuto avere nei suoi confronti.
“Dov’è? Passerà a trovarci?” Ma Hermione queste risposte non le aveva, ma non voleva preoccupare ancora quella famiglia, il cui equilibrio era instabile quanto il suo. La signora Weasley cominciò a singhiozzare, svuotandosi di quelle lacrime che non aveva mai voluto versare per il figlio scappato, anche lei in attesa di spiegazioni.
“Non so, l’ho visto per poco, mi ha detto che è molto preso col lavoro …” Hermione vide l’espressione di delusione nei volti nelle due donne di casa. Bill invece era impassibile, probabilmente combattuto tra la gioia della madre e la rabbia del fratello. “Però mi ha detto che passerà uno di questi giorni” non avrebbe voluto alimentare false speranze, ma prima che potesse trattenersi aveva già pronunciato la frase fatidica.

Dopo pranzo Hermione si fermò a fare un po’ di compagnia a Ginny, mentre Lily si divertiva a rincorrere gli gnomi che ancora infestavano il giardino.
Quel giorno la vide più raggiante e si chiese se era solo merito della notizia del ritorno di Ron.
Ma sospettò che c’era dell’altro.
Ci pensò Ginny a fugare ogni dubbio “Ho incontrato un uomo, ci frequentiamo da qualche tempo” Nella testa di Hermione suonò un campanello di allarme, ma subito si sentì in colpa per aver pensato che nessun uomo potesse più interessarsi a Ginny, anche se era cieca non aveva perso il suo fascino.
, sono contenta per te, tesoro” le strinse una mano per farle sentire che le era vicino.
“Si, ma sei preoccupata, non è vero?”
, ecco io …” si sentì subito una cretina per quello che aveva pensato.
“Non ti preoccupare per me, anche se dovesse finire non ci resterò male, sto solo passando dei bei momenti e tutto questo mi basta” si sentì sollevata nel sapere che Ginny non aveva capito le sue vere preoccupazioni rispetto a quella relazione, ma non disse niente e continuò a tenerle la mano.

Passarono diversi giorni prima di rivederlo. Lei continuava a frequentare il solito parco con la figlia e lui non passò più di lì. Quasi si aspettasse di vederlo, ogni tanto alzava lo sguardo scrutando gli angoli delle case attorno al giardinetto.
Poi lo vide. Questa volta fu lui ad avvicinarsi. Aveva una camicia pulita, e un paio di pantaloni presentabili. Si era addirittura rasato, notò Hermione.
Lily accorse nel vedere l’uomo vicino alla madre. Nonostante avesse solo nove anni, capì subito di chi si trattava. Notò i capelli rossi, e prima ancora che la madre e l’uomo potessero salutarsi, esclamò “ZIOOO ROOON!!”, quasi non avesse bisogno di presentazioni lo abbracciò come aveva sempre abbracciato i suoi “zii preferiti”, come definiva lei Ginny, Fred e BillPercy invece non era tra questi, le poche volte che lo vedeva la sgridava sempre perché faceva troppo chiasso.
Un po’ imbarazzato Ron si chinò e ricambiò velocemente l’abbraccio della bambina, cercando di non guardare troppo in quegli occhi castani … tali e quali a quelli della madre, ma forse era per non cogliere dei tratti del padre che sfuggiva il suo sguardo. Non aveva mai visto una foto di Hermione da piccola, ma sicuramente doveva essere stata molto simile a quella bambina.
Poi si rivolse ad Hermione “Possiamo parlare … ehm … da soli?”
Hermione si stupì del cambiamento avuto dall’amico rispetto alla prima volta che lo aveva rivisto. Le sembrava che ora il buon vecchio Ron fosse ritornato sul serio.
Il cellulare di Hermione mandò un trillo e lei lo maledisse. “Scusa solo un secondo …” prese il telefono e rispose.
“Pronto? …Ciao Remussi … capisco, dammi dieci minuti”. Chiuse il telefono e si rivolse all’amico.
“Scusa Ron, ma devo passare a scuola, vieni a cena da me stasera, Lily si ferma da un’amica … sarebbe perfetto!” non sapeva se aspettarsi un rifiuto, forse era stata avventata, ma aveva paura che potesse sparire di nuovo nel nulla.
“E … Vicky?” chiese Ron abbozzando un sorriso. L’aveva sempre presa in giro con quel nomignolo fin dai tempi del quarto anno ad Hogwarts, quando lo aveva conosciuto, anche se lei non lo aveva mai chiamato così.
Viktor?!” Hermione era sorpresa della domanda e abbastanza contrariata per la spiritosaggine. “Viktor è ad Azkaban …” rispose con un tono cupo, poi pensò che probabilmente lui non aveva saputo niente di quel che era successo dopo la sua dipartita. Notò l’imbarazzo imporporare le guance di Ron “Scusa … io … io, non sapevo … che figura … mi spiace …”
“A me no … ha avuto ciò che si meritava” tagliò
corto, parlare del suo ex marito non era mai piacevole, le risvegliava sempre un profondo senso di rabbia repressa.
“Allora ok!” disse Ron. Hermione cercò un pezzetto di carta in tasca e gli scrisse l’indirizzo “alle otto!”.

  
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