Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: LoryFoxie    15/03/2011    1 recensioni
Questa storia è ambientata in un antico passato, in un continente di nome Ydrane.
Arya, un'angelo dai capelli rosa, è una dei tre Generali delle Brigate Nere, gruppo che vuole spodestare la regina Ether, malvagia sovrana del regno umano: ma sarà davvero così che stanno le cose?
Leggete se vi interessa, e recensite per aiutarmi a migliorare, grazie ;3
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fu così che Arya partì da sola verso Yveleyn, rubando una delle navette di Lucas e non portando molto con se, se non qualche provvista.
Yveleyn non era distante dal castello, ma questo però non perchè fosse in una zona vicina ad esso, ma, sparsi in giro per il continente, vi erano vari "vortici" connessi ad essa fra le nuvole.
Per esempio, ve ne era uno vicino a Firius, uno vicino alla sua ex base principale, e uno anche là.
Il problema era che questi vortici erano davvero molto alti, quasi alla fine dell'atmosfera terrestre, per questo solo creature alate riuscivano a raggiungerli.
Quando Arya arrivò praticamente sotto al vortice, due ore dopo, lasciò la navetta incustodita e si mise a srotolare le ali dalle bende; ciò le procurò un leggero fastidio, ma non dolore.
Provò a sgranchirle sbattendole lentamente, e notò soddisfatta che non facevano male.
Ce la posso fare! pensò facendosi coraggio, prima di spiccare il volo e volare sempre più alta.
Non voleva andare piano, doveva sbrigarsi, forse Jade e gli altri si erano già accorti della sua assenza, oppure non ancora.
Con tutti questi pensieri in mente, iniziò a sentirsi mancare l'aria; era altissima e aveva anche superato le nuvole, però in compenso si intravedeva il vortice blu che l'avrebbe condotta ad Yveleyn.
Un ultimo sforzo. pensò prendendo aria, perchè sapeva che a qualche centimetro da esso non ce ne sarebbe stata.
Ed infatti, sentì le forze mancarle e fu solo grazie alla determinazione se riuscì ad entrare nel vortice, prima di essere avvolta dal buio più totale.
Durò forse cinque minuti, forse un'ora, ma quando uscì dal tunnel si ritrovò esattamente sopra le rovine di Yveleyn.
Atterrò esattamente davanti al portone di quello che sembrava l'edificio principale, capendo da sola che doveva essere il santuario di preghiera.
L'atmosfera era in un certo senso tesa, e c'era davvero troppo silenzio.
Entrò lentamente nell'edificio, sentendo come dei cori di preghiera provenire dal suo interno.
Vide almeno sei angeli, con dei mantelli bianchi e le ali celesti, inginocchiati davanti alla statua di quella che doveva essere da loro considerata una divinità sopra le altre. Arya dal canto suo non aveva mai creduto in niente che non fossero cose solidamente "reali", che poteva verificare.
Entrò lentamente, silenziosa, ma per quanto fosse agile, sembrò che gli altri angeli l'avessero sentita. Infatti interruppero le preghiere e si voltarono quasi contemporaneamente a fissarla.
Arya sentì dei brividi correrle lungo la schiena, ma era sicura che non fosse paura!
Uno di loro fece solo un passo in avanti ed abbassò il cappuccio, rivelando un uomo anziano dai capelli castani ed ondulati. Fu lui a parlare per primo.
« Benvenuta ad Yveleyn, sorella. Siete qui per pregare? » chiese con voce profonda che quasi incantò la ragazza, che deglutì e scosse la testa piano.
« Io... sono qui perchè ho bisogno di un pò di adamantio. Si trova nei tunnel sotterranei della vostra città. » spiegò, sperando che bastasse.
« A cosa ti serve l'Adamantio? » le chiese, con voce neutrale, l'uomo.
« C'è... avverrà una guerra fra tre settimane. L'esercito imperiale contro le Brigate Nere. L'adamantio ci serve per costruire un'arma. » spiegò, anche se si sentiva veramente a disagio.
« Se è per costruire un'arma, allora mi dispiace, ma indifferentemente se siete nemici o amici, non vi daremo quel che chiedete. » rispose impassibile l'uomo, unendo le mani e scuotendo leggermente la testa.
« Mi dispiace, ma io ho bisogno dell'adamantio. Con o senza il vostro permesso. » insistette Arya, abituata ad ottenere sempre quello che voleva. E visto che si trattava di una cosa così importante, non si sarebbe arresa. Nemmeno in quella città che sembrava così minacciosa e sacra al tempo stesso.
« E allora non sei la benvenuta qui, perchè non avrai quello che ci chiedi. Nemmeno se fosse un granello della sua polvere. » rispose l'uomo, allargando un braccio a mostrarle l'uscita.
La ragazza uscì, ma non andò via; piuttosto si mise a girare per le vie di Yveleyn, cercando un'entrata che la conducesse tunnel dove si trovava l'adamantio.
Si sentiva osservata, ma quando cercava di captare l'aura, i passi, i respiri o qualsiasi cosa che le indicasse la presenza di qualcun altro, si doveva ricredere perchè non c'era nulla.
Alla fine si sedette esausta su una panchina in rovina ed evitò anche solo di guardare le ali che le facevano nuovamente male.
Ed ecco che sentì di nuovo d'essere osservata. « Basta, vieni fuori. » disse a voce non troppo alta, anche se era sicura che chiunque la stesse osservando l'aveva sentita.
Ed infatti, dietro di lei c'era un'altro di quegli angeli incappucciati di bianco.
« State male? » le chiese la voce di un ragazzo, da sotto il cappuccio, in modo molto formale.
Arya si voltò sorpresa a guardare la figura che ora le si era avvicinata e stava tirando fuori qualcosa da una sacca che portava a tracollo.
Arya si alzò e fece qualche passo indietro. « Sto bene. Chi sei? »
Il ragazzo abbassò il cappuccio, e lei potè finalmente vedere il suo viso. Aveva corti capelli castani ed occhi verdi.
« Il mio nome è Matthew. » rispose, finalmente tirando fuori una boccetta di quella che sembrava acqua cristallina. « Hai una ferita alle ali, lascia che ti aiuti. » le suggerì porgendole una mano.
Arya lo guardò diffidente, ma le ali le iniziavano a far nuovamente male, forse per lo sforzo che aveva fatto per raggiungere il tunnel.
« No grazie. » rispose fredda, allontanandosi da lui, che però la seguì.
« Non stai bene, devi lasciare che ti curi. Non ti farò nulla! Devo solo versarti un pò di questa pozione.. » le spiegò lui senza arrendersi.
Arya si voltò verso di lui e gli puntò la spada contro (era l'unica cosa che aveva preso oltre allo zaino con le provviste).
« Non ho bisogno del tuo aiuto. Per quanto ne so, potrebbe essere veleno. »
Matthew alzò le mani in segno di resa. « Come vuoi. Se hai bisogno, siamo nel santuario. » rispose prima di voltarsi e volare via.
Arya, che finalmente si sentiva davvero sola, riprese la ricerca di un punto d'accesso alle gallerie, che però non portò a risultati.
Ormai si erano sicuramente accorti della sua scomparsa, che fare?
Iniziò automaticamente a camminare verso il punto da cui era uscita dal tunnel e quando vi fu sotto, alzò lo sguardo per guardarlo.
Con orrore notò che si stava chiudendo, perchè?
Spiccò il volo per raggiungerlo, ma nonostante volasse veloce, appena fu a qualche metro da esso, quello si era chiuso, lasciando solo un alone blu.
Arya, provata per lo sforzo di dover volare con le ali doloranti, e per la mancanza d'ossigeno, ebbe un giramento di testa che le fece perdere del tutto le forze ed iniziò a precipitare.
Ad un certo punto non capì più molto, ma si sentì presa in braccio da qualcuno.
« Va tutto bene, sei al sicuro. Tutto andrà per il meglio. » le disse una voce femminile, prima che sprofondasse nell'oblio.
Quando si svegliò, si ritrovò in un letto, in una stanza che non conosceva.
Si mise seduta di scatto, ma urlò dal dolore perchè nel torpore si era dimenticata delle ali.
Fu raggiunta subito da due angeli dal mantello bianco, solo che non erano incappucciate stavolta.
Una aveva lunghi capelli neri e lisci e lunghi, l'altra rossi e corti.
« Non muoverti! » le ordinarono avvicinandosi a lei. « Non ti abbiamo ancora messo la pozione, non preoccuparti passerà prestissimo ora. » disse la donna dai capelli neri, togliendo il tappo da quella che sembrava la stessa boccetta che Matthew aveva provato a farle usare.
« Io non la voglio quella roba! » protestò lei, ma con scarso successo. Il liquido trasparente le scivolò veloce sulla ferita, provocando un leggero pizzicorio che però non le fece male. La ferita si richiuse quasi istantaneamente ed Arya la fissò ad occhi sgranati.
« Co..cos'era? » chiese sorpresa.
« Lacrime della Dea. » rispose la donna dai capelli rossi.
« Chi siete voi? » chiese ancora, quasi automaticamente.
« Siamo come te, semplicemente angeli che seguono un Credo in particolare. Nulla di speciale. »
In quel momento bussarono alla porta, e Arya vide Matthew, l'uomo che le aveva rifiutato l'Adamantio, ed altri due uomini che non conosceva.
Si voltò verso le uniche due donne « Chi di voi mi ha salvata prima? » chiese loro. Le donne si guardarono confuse e scossero la testa. « Noi non sappiamo nemmeno cosa ti sia successo, ti abbiamo trovata davanti alla porta del santuario. » spiegò lei la donna dai capelli corvini.
Arya scosse la testa. « Non è possibile, ho sentito la voce di una donna prima di svenire, non me la sono immaginata. » replicò insistente.
Tutti rimasero sorpresi ed un gran brusio si levò per la stanza, senza che Arya riuscisse davvero a capire qualcosa.
« Hey! Non sto capendo niente! » sbottò alla fine, prima che le fosse venuto anche il mal di testa.
« La Dea ti ha parlato! Significa che forse abbiamo sbagliato ... forse dobbiamo darti davvero l'adamantio!... » replicò l'uomo che prima le aveva negato quella sostanza.
« Ma di che stai parlando, quale Dea... era reale... » disse scettica la ragazza, che però sembrò completamente ignorata.
Solo Matthew la guardò e le si avvicinò.
« Quanto Adamantio ti serve? » le chiese.
Arya lo guardò stupita. « Come? Posso averlo? » chiese confusa, prima che lui le annuisse.
« M-me ne serve poco, giusto un pugno... » disse, sebbene non capiva se la stesse prendendo in giro o cosa; ma il ragazzo semplicemente annuì ed uscì dalla stanza. Gli altri angeli si ricomposero e fu l'uomo anziano dai capelli castani a parlarle.
« Come hai ben capito, avrai il tuo Adamantio. Il problema è che al momento tutti i tunnel sono chiusi, e lo resteranno per una settimana. Non potrai abbandonare Yveleyn per questo lasso di tempo. » le spiegò.
« State scherzando? » chiese loro la ragazza confusa. Voleva tornare al castello dopo aver preso l'adamantio!
« E' così che funziona qui. Ogni sei mesi i tunnel si chiudono per una settimana... o due... beh raramente anche tre... » disse incerto l'uomo, forse per la prima volta un pò preoccupato nel vedere lo sguardo di Arya, che alla parola "tre" gli aveva rivolto uno sguardo assassino.
« Non posso restare qui così a lungo! Devo tornare al castello! »
L'uomo fece un mezzo inchino. « Purtroppo questo non dipende da noi! Per favore usufruisca di questa stanza per tutto il tempo della sua permanenza. Sia fiduciosa, e vedrà che fra una settimana il tunnel si riaprirà! Ora riposi. Matthew le porterà l'adamantio quando l'avrà preso. »
Tutti gli angeli uscirono dalla stanza, lasciando Arya sola e confusa.
Se fossero passate tre settimane, la guerra sarebbe iniziata.
Ma mentre girava per cercare una galleria, aveva notato che attorno ad Yveleyn si stava formando una specie di uragano. Solo che non immaginava che anche i tunnel si sarebbero chiusi di li a poco!
Insomma, non poteva andar via semplicemente volando, nè poteva usare i tunnel. Era bloccata in quello stupido santuario dedicato ad una dea che a quanto pare le aveva anche parlato! Quale onore...!
Sono nei guai... pensò con un sospiro prima di abbandonare la testa sul cuscino. Aveva bisogno di trovare una soluzione...
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: LoryFoxie