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Autore: RedMarauder    15/03/2011    3 recensioni
"Fisso la foto abbandonata li sopra: è un po’ stropicciata, per via dei mille viaggi che ha fatto in giro per casa, ma è ancora bellissima. Non l’aveva più lasciata: se la portava ovunque, in cucina, in salotto, sul comodino mentre dormiva.
Spesso mi fermavo a spiarla: la guardava sempre, si perdeva a disegnare con le dita sull’immagine finti cerchi intorno ai visi. Come se volesse accarezzarli."
sono tornata alla carica con una storia mooolto sentimentale, un pò triste all'inizio, ma tanto tanto romantica!
pariting--> JISBON!
Buona lettura
Giada:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12- ALL YOU NEED IS LOVE
 
 
 
Teresa
 
 
Ritorniamo verso la festa, dove gli ospiti stanno ballando, ignari.
Grace, invece, mi guarda sorridendo. Qualcosa mi dice che lei sapesse tutto!
Patrick lascia la mia mano e raggiunge il prete, seduto a qualche tavolo di distanza, intento a gustarsi una bella fetta di torta.
Mi avvicino a Grace, che mi abbraccia, stringendomi dolcemente.
Si separa da me, quasi con le lacrime agli occhi. Si gira e prende il mio bouquet abbandonato sul tavolo.
“Credo che questo ti servirà” sorride, mentre una lacrima le sfugge dagli occhi.
Sorrido anche io “Immagino di si”
Vedo Alice venire verso di me, saltellando allegra, con un nuovo cestino, pieno di petali rossi.
Mi chino sulle ginocchia e la abbraccio, mentre sento le lacrime molto vicine.
“Andiamo, mamma!” si separa da me e mi prende per mano “altrimenti farai tardi al tuo matrimonio!” esclama.
Io e Grace scoppiamo a ridere.
In quel momento vediamo Rigsby al microfono e la band interrompe la musica.
“Scusate gente, ma c’è un altro matrimonio” annuncia sorridendo.
Il pubblico lo guarda come se fosse impazzito, ma lui continua tranquillo “Quindi seguitemi, torniamo all’altare!” esclama.
Posa il microfono e si avvia verso l’arco di fiori, a qualche centinaia di metri di distanza.
La gente, incuriosita e divertita, lo segue e prende posto, di nuovo, sulle panche decorate.
Prendo un bel respiro, quando da lontano vedo il prete riprendere il suo posto sotto l’arco, al fianco di Patrick.
Grace mi sorride radiosa e, prendendomi sotto braccio, mi porta verso il mio futuro marito.
Passiamo per l’interno dell’edificio e ci fermiamo davanti alle stesse porte che Grace ha varcato.
Chi l’avrebbe detto che ora sarò io a varcarle?
Mia figlia si posiziona allegra davanti a me, pronta a ripetere il suo tanto amato compito, questa volta per il matrimonio dei suoi genitori.
“Io vado a sedermi” annuncia Grace abbracciandomi.
Esce, sgattaiolando, e al posto suo rientra Minelli.
Mi sorride radioso “Visto che non hai un padre, posso avere l’onore di portarti all’altare?” mi chiede, inchinandosi leggermente.
Lo guardo commossa. Annuisco sorridendo e mi lancio fra le sue braccia, stringendolo fin quasi a soffocarlo.
“Grazie Virgil” dico commossa.
“è un onore” risponde lui sorridendo.
Asciugo le lacrime, mi sistemo e prendo un bel respiro.
Minelli mi porge il braccio e io, sorridendo, passo il mio attorno al suo. Alice sorride emozionata, mentre gli stessi assistenti di prima aprono le porte.
Rivedere la scena, questa volta dalla mia prospettiva, è completamente diverso. Sono consapevole che sto percorrendo lo stesso tappeto di quella mattina.
Eppure fatico a non far tremare le gambe.
La gente mi guarda, sorridendo, tutti sorpresi che la damigella d’onore sposi il testimone, senza nessun preavviso.
Avanzo, mentre osservo Alice, che questa volta lancia i fiori per noi.
È tutto così surreale e così magnifico. Alzo gli occhi e incontro i suoi.
Vedo il suo sorriso, e tutto scompare. Non esiste più la gente seduta, che si prepara ad assistere alla cerimonia. Non esiste più Minelli, nelle vesti di un padre, che mi scorta all’altare.
Non esiste niente, a parte lui. L’uomo che amo e che sto per sposare.
Mi ritrovo a pochi passi da lui, senza nemmeno essermene resa conto. Minelli prende la mia mano. Mi volto a sorridergli, ringraziandolo di aver sostituito una figura che non ho mai realmente avuto.
Con un sorriso commosso, appoggia la mia in quella di Patrick e sorride a entrambi.
“Trattala bene” lo minaccia, ma sorride.
“Lo farò” risponde lui sorridendo prima a lui, poi a me.
Intreccio la mano alla sua, incatenando gli occhi ai suoi, e salgo i due gradini che ci separano.
Mi ritrovo davanti a lui, davanti a tutte quelle persone che nemmeno ci conoscono e davanti a un prete sorridente.
Grace, dietro di me, assieme ad Alice, come mia improvvisata damigella. E Wayne e Cho, dietro Jane, come improvvisati testimoni.
E provo solo un’infinita gioia.
Il prete comincia a parlare, e io quasi non me ne rendo conto. Resto immobile, nei suoi occhi, senza smettere di sorridere.
In quelli che mi sembrano pochi secondi, arriviamo allo scambio degli anelli, che Patrick tira fuori dalla tasca.
Quando le sue dita sfiorano la mia mano, una scossa di felicità, amore ed emozione, mi attraversa il cuore.
Il metallo fresco dell’anello scivola lungo il mio dito, in contrasto con il dolce calore delle sue dita.
È perfetto, come se fosse nato per stare al mio dito. Lascio scivolare il suo anello fra le mie dita e lo infilo al suo anulare sinistro.
Incontro di nuovo i suoi occhi e sorrido, mentre una lacrima scivola sulla guancia di entrambi, e la folla scoppia in un applauso.
Patrick mi attira a sé e mi bacia, davanti a quelle persone che non ci conoscono, non sanno tutto quello che abbiamo dovuto passare per arrivare fino a qui, ma sono testimoni del nostro amore e felici di condividerlo con noi.
Alice corre verso di noi e la prendo in braccio stringendola in un dolce abbraccio. Patrick ci avvolge entrambe e il nostro diventa un vero e proprio abbraccio di famiglia.
In poco tempo mi ritrovo fra le braccia di tutti, come se la famiglia si fosse allargata. I nostri amici festeggiano con noi, condividendo la nostra felicità.
La festa ricomincia, come se fosse ricominciata la giornata da capo. Mi ritrovo ad abbracciare le persone che non conosco, sempre mano nella mano con lui e sempre con Alice al nostro fianco.
Tutti si complimentano e ci sorridono, ma io quasi non me ne rendo conto. Per me esiste solo lui, e la nostra meravigliosa bambina.
La band ci dedica una canzone e mi ritrovo a ballare con lui, soli al centro della pista.
Ci sorridiamo mentre lentamente il resto del mondo scompare.
“Ti amo” sussurra sulle mie labbra.
“Ti amo anche io” sorrido, prima di baciarlo dolcemente.
L’applauso che scoppia intorno a noi sembra solo un’eco debole.
“Ne è valsa la pena” sussurro, sorridendo. Intorno a noi le prime coppie cominciano ad unirsi al lento.
“Sposarmi?” chiede lui sorridendo.
Scuoto la testa sorridendo “Non solo questo. Ogni cosa che è successa in tutti questi anni. A cominciare dall’averti assunto”
“Allora è valsa la pena anche sopportarmi, per tutti questi anni?” chiede sorridendo allegro.
Mi fingo pensierosa “Be, forse non proprio in tutte le occasioni..” vagheggio.
Lui si imbroncia, fingendosi deluso e offeso “Ma..?” chiede speranzoso.
“Ma se tornassi indietro non cambierei niente” concludo sorridendo “Certo, ho rischiato di mandare all’aria la mia vita!” commento, alzando un sopracciglio.
Lui alza le spalle sorridendo “Per ottenere il meglio bisogna fare dei sacrifici!” commenta.
Sorrido anche io “Oggi sono troppo felice per contraddirti!” lo prendo in giro.
Sorride anche lui prima di baciarmi di nuovo.
“Scusate piccioncini, possiamo interrompere?” si intromette Wayne.
“E se ti dicessi di no?” chiede Patrick sorridendo.
“Ti risponderei che voglio un ballo con l’attuale signora Jane, prima che chieda il divorzio da te!” esclama lui sorridendo.
Scoppiamo tutti a ridere, mentre concedo il ballo a Wayne, lasciando Patrick con Grace.
Ovviamente si ripete la scena di oggi pomeriggio, e in ogni ballo sono con un compagno diverso, mia figlia compresa.
Dopo ore di festeggiamenti, mi concedo una romantica passeggiata nel silenzio, assieme a Patrick che regge fra le braccia Alice, addormentata già da un’ora.
Ci isoliamo dalla festa, sedendoci sulla lontana panchina in cui mi ha chiesto di sposarlo. Ci sediamo e ascoltiamo il silenzio e il respiro lento di nostra figlia, che dorme beata fra le braccia del padre.
Mi volto verso di lui e sorrido, mentre mi avvolge con un braccio. Accarezzo la guancia morbida di Alice, mentre lui appoggia le labbra fra i miei capelli.
È indescrivibile ciò che provo. Ho riavuto indietro l’amore che pensavo di aver perso per sempre, ho riavuto un padre per mia figlia e l’ho sposato. Tutto in così poco tempo. Quando ci penso mi spavento, credendo di essermelo solo immaginato.
Ma mi basta guardare il sorriso di mia figlia o il suo sorriso, per rendermi conto che questa è davvero la mia vita. La vita che ho sempre amato e che ora, finalmente, ho ottenuto.
E niente mai potrà distruggerla.
Alzo il viso verso il suo e lo bacio dolcemente. Appoggio la testa sul suo petto, ascoltando il suo cuore, sincronizzato con il mio.
Chiudiamo gli occhi tutti e due, godendoci quella pace, colma di tutta l’emozione che stiamo vivendo.
 
 
 
Una settimana dopo
 
Alice
 
 
È passata una settimana dal matrimonio di mamma e papà.
La zia Grace e lo zio Wayne sono in un posto bellissimo, e anche lontano. Una bellissima isola che chiama Polinesia. Papà dice che un giorno ci andremo anche noi, quando sarò più grande. La mamma non era molto entusiasta, all’inizio: credo che la spaventino tutte quelle ore di volo! Papà l’ha anche presa in giro, capendo la stessa cosa che ho capito io, e la mamma, come sempre, ha alzato gli occhi al cielo e non l’ha più ascoltato.
Cammino nel giardino e guardo le bellissime montagne intorno a me. Anche noi siamo in vacanza!
Siamo in Svizzera, da tre giorni,  nella casa che papà ha comprato mentre era via. È bellissima, ha il giardino enorme ed è tutta in legno.
Il paesino dove siamo è molto piccolo e ormai ci conoscono tutti. Si ricordavano bene di papà!
Il paesaggio è meraviglioso e mi piace tantissimo, anche se fa più freddo che a casa nostra. Mi siedo sull’erba del nostro giardino con i fiori che ho raccolto, in mano.
Ieri abbiamo fatto una lunghissima passeggiata in montagna e, per dare retta a papà e non alla mamma, ci siamo anche persi.
Fortuna che la mamma si ricordava un pezzo della strada percorsa, e così siamo riusciti a ritrovare il sentiero!
Sorrido fra me, alzando lo sguardo verso il sole caldo. Staremo qui ancora per una settimana e io sono contentissima perché questo posto mi piace tantissimo.
“Alice!” mi chiama la mamma dalla portafinestra che da sul giardino.
Mi metto a sedere “Arrivo” rispondo.
Mi alzo in piedi e corro verso di lei. Mi aspetta sorridendo e quando arrivo mi solleva per aria.
“Mamma ho preso questi per te!” le dico sorridendo e porgendole i fiori.
Lei sorride emozionata “Grazie amore! Sono bellissimi!” mi abbraccia di nuovo e mi da un bacio sulla guancia.
“Io vado a mettere questi in un vaso, tu vai a prepararti che fra poco usciamo!” mi dice, mettendomi giù.
Corro verso le scale che portano al piano di sopra, mentre la mamma mi urla dietro ridendo “Non correre!”
Oggi in paese c’è una festa bellissima, tipica del posto, e noi ci andremo.
Sono troppo felice qui, sempre con mamma e papà, niente lavoro, né asilo. Mi sta quasi passando la voglia di tornare a casa!
 
 
Teresa
 
 
Sistemo in un piccolo vaso i fiori che Alice ha raccolto. Sono bellissimi, quanto lei e quanto questo posto.
Siamo qui solo da tre giorni, ma mi sento a casa. Siamo tutti insieme, liberi da ogni preoccupazione e responsabilità, felici come non mai. Niente omicidi, né lavoro improvviso, né ore intere senza vedere mia figlia.
È tutto talmente tanto perfetto che mi sta passando la voglia di tornare a casa!
Osservo la fede al mio anulare sinistro, illuminata da un raggio di sole che proviene dalla finestra. Sono sposata da solo una settimana, eppure mi sembra una vita.
Forse perché è una vita che sono innamorata di lui? Può darsi..
All’improvviso sento delle braccia avvolgermi la vita. Sorrido voltandomi verso di lui e incontrando i suoi occhi azzurri.
“A che pensi?” chiede con un sorriso.
Lo bacio dolcemente prima di rispondere “Che non voglio tornare a casa” rispondo sorridendo.
“Ok, molliamo tutto e veniamo a vivere qui!” esclama.
Devo stare attenta a queste sue uscite, perché tende a prenderle molto alla lettera!
“Non possiamo abbandonare gli altri, sono persi senza di te!” lo prendo in giro.
“Gli dirò che sei stata tu a dirlo!” mi manaccia sorridendo.
“Spione!” sorrido e chiudo gli occhi, lasciandomi trascinare in un altro dolce bacio.
Ci separiamo lentamente, sorridendo.
“E poi la nostra vita è perfetta anche Sacramento” concludo convinta.
“Salvo per il dettaglio che corriamo dietro ai criminali tutto il giorno!” commenta Patrick.
“Io corro dietro ai criminali tutto il giorno, tu insulti e basta!” preciso.
Lui si finge offeso “è questo quello che pensi del mio brillante lavoro?”
“Ho tralasciato i particolari peggiori!” lo prendo in giro.
Imbronciandosi toglie le mani dai miei fianchi si allontana da me, mentre io cerco di riprenderlo ridendo.
Lo riabbraccio, attirandolo a me e baciandolo sorridendo.
“Saresti persa senza di me!” commenta, sorridendo.
“Già, chissà come avrei fatto, senza il suo prezioso aiuto!” lo canzono, anche se ammetto con me stessa che ha ragione. E lui sa perfettamente che lo penso!
“Chissà cosa faresti ora, se non mi avessi conosciuto?” chiede pensieroso.
“Sicuramente non sarei in Svizzera!” rispondo sorridendo.
“Magari ora saresti sposata con un tizio qualunque  e non con me. Oppure avresti ceduto alle infinite avance di Mashburn e avresti sposato lui!” commenta disgustato dall’idea.
Scoppio a ridere “Se fosse così avrei anche già divorziato!” commento.
“Il nostro, invece, è amore eterno!” sorride soddisfatto.
“Ne riparliamo fra una decina d’anni!” lo prendo in giro.
“Pagherai per questa infima battuta..fra una decina d’anni!” aggiunge sorridendo, prima di baciarmi.
Incredibile quanto mi emozioni, ogni volta, il nostro bacio. Come se fosse sempre il primo.
“Non vorrei interrompere, ma siamo in ritardo!” esclama la cristallina voce di nostra figlia dalla porta della cucina.
Ci stacchiamo sorridendo.
Chissà perché, ma, ogni volta che fa così, mi ricorda qualcuno..
Patrick si avvicina a lei con aria abbattuta. Si mette in ginocchio davanti a lei, mentre io mi avvicino sorridendo.
“Chiedo perdono vostra maestà!” esclama, chinando il busto in avanti e facendo finta di togliersi il cappello.
“Siete perdonato, sire!” risponde lei sorridendo e facendo un piccolo cenno con il capo.
Patrick rialza lo sguardo, con un’espressione e un sorriso supplichevoli “E pensate di poter perdonare anche la mia sposa?”
Mi chino anche io in ginocchio e unisco le mani in segno di preghiera con un sorriso dolce.
“La vostra sposa è sempre perdonata!” esclama Alice saltandomi addosso e abbracciandomi.
“Comincio ad essere geloso!” esclama fingendosi offeso.
“Non offendetevi, sire!” esclamo io “la vostra sposa ama entrambi!”
Lui mi sorride dolcemente, e si china a dare un bacio ad Alice e uno a me.
“Allora forza, mie amate, è giunta l’ora di andare!” esclama prendendo in braccio Alice e alzandosi.
Poi porge il gomito a me e io giro il braccio attorno al suo con un sorriso.
Usciamo insieme da casa, ancora ridendo.
 
 
Restiamo tutto il pomeriggio alla festa e decidiamo di cenare lì, con la tipica cucina svizzera.
La serata è fresca, ma non troppo. La musica si diffonde fra le vaste montagne, rallegrando il silenzio della natura attorno al paese. Le luci illuminano la piazza e le piccole e poche vie del paesino, e la gente balla per strada.
Delle bambine che Alice ha conosciuto, le insegnano a ballare una danza tipica svizzera. Non hanno bisogno di comunicare, anche perché non si capirebbero! Per loro è sufficiente ballare insieme e ridere. E poi, con Alice che interpreta ogni espressione sul viso delle bambine, la comunicazione si fa molto più semplice. Almeno, per lei!
Molte persone ci rivolgono la parola, soprattutto i genitori delle bambine, e io mi affido completamente a Patrick, che mastica un po’ il tedesco. Siamo aiutati dal fatto che loro parlano abbastanza bene l’inglese!
Nonostante riesca a comprendere poco di questa lingua complicata, la gente del posto mi sta molto simpatica: sono tutti gentili con noi e molto socievoli.
Un omone grosso, con una pancia da bevitore, ci offre due enormi boccali di birra, esclamando “Schnell, American! Festdeinen Mund mit einer gesunden deutschen Bier!“ o qualcosa di simile, che dovrebbe voler dire  “Forza americani! Rifatevi la bocca con della sana birra tedesca!“ ovviamente Jane ha tradotto per me perché io non avevo capito niente! Il boccale di birra è veramente gigantesco e penso proprio che lo svuoterò per terra non appena il grosso biondo svizzero si girerà. Assaggio la birra e scopro che è veramente buona. Niente a che fare con le nostre birre americane.
Ovviamente, non riesco ad arrivare nemmeno a metà bicchiere! I nostri nuovi amici caricano i nostri piatti con una pila enorme e traballante di salsicce condite con crauti e un’infinità si salse.
Veniamo perfino coinvolti in uno dei balli tipici, piuttosto divertente, ma anche molto difficile.
Per tutta la sera, non riesco a smettere di sorridere!
 
Patrick
 
 
Dopo circa due ore di festeggiamenti notturni, un’infinità di cibo e birra, torniamo a casa, con Alice già addormentata fra le mie braccia.
Torniamo a piedi, visto che il paese è molto piccolo e percorrere le distanze è una cosa breve.
Entriamo in casa e io porto subito Alice nel suo lettino. La sua stanza, qui, è molto caratteristica e lei la adora.
Le do un bacio sulla fronte e torno disotto. Raggiungo Teresa nel giardino sul retro. La vista da qui è spettacolare: una vallata enorme di colline verdi si apre davanti a noi, circondata dalle alte montagne, dai boschi e dalle vette rocciose.
Un fiume scorre in lontananza, e nel silenzio più totale riesco a sentire l’acqua che scorre fra i sassi e i ciottoli. Una marmotta fischia da lontano, nascosta da qualche parte.
Prendo Teresa per mano, sorridendo e camminiamo lungo il nostro prato privato, fino a trovare un punto isolato dalla luce della veranda.
Ci stendiamo a guardare le stelle, nella pace più totale.
“Questo mi mancherà” dice.
“Il silenzio?” chiedo  io sorridendo.
“Già” risponde sorridendo “il silenzio più totale, il rumore della natura come sottofondo e il cielo pieno di stelle!”
“Torneremo ogni volta che vorrai!” le prometto.
Sorride e si avvicina al mio corpo, appoggiando la testa sul mio petto.
Ancora non posso credere di averla veramente sposata. Sembra un sogno!
“Ti amo!” ho voglia di ripeterglielo ogni volta che mi passa per la mente il pensiero.
Lei si solleva sui gomiti e si avvicina al mio viso “Ti amo anche io!” mi sorride.
Ci sorridiamo un istante, prima di lasciarci andare ad un lungo e profondo bacio.
Un giorno dovremo tornare a casa, e soprattutto alla realtà, e abbandonare questo posto paradisiaco.
Ma a chi spaventa più la realtà? Ho una moglie fantastica, una figlia straordinario e una vita meravigliosa.
Ho tutto ciò che ho sempre desiderato riavere da quando ho perso la mia famiglia, e ho avuto una seconda occasione che forse nemmeno meritavo.
Voglio vivere la mia vita con la mia famiglia, e non importa dove saremo: sarà sempre perfetta!
 
 
Dice l’autrice:
 
eccomi!! Storia aggiornata (penultimo capitolo T_T) , chiedo perdono per il ritardo, ma ho un conto in sospeso con i libri di diritto pubblico (esame che dovrò dare fra due settimane! Panico!). spero che il capitolo vi sia piaciuto! La mia amata Svizzera doveva esserci! Amo troppo quel posto, e per una volta i nostri eroi saranno nella pace e nella tranquillità della montagna, invece che nel caos di Sacramento!
Attendo con ansia le vostre recensioni : )
Un bacione: )
Giada
 
Ps: grazie, veramente grazie a tutte voi che continuate a seguirmi!!
 
 
 
 
  
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