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Autore: D a p h n e    16/03/2011    0 recensioni
E se ciò che detto in Twilight non bastasse a reprimere la voglia di conoscere i personaggi inventati da zia Steph?
Una serie di one-shot sui Volturi per come li immagino io. Episodi della loro vita e piccoli spaccati quotidiani! :)
Spero vi piaccia!! ^_^
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Contesto generale/vago
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IL SEGRETO.


In paese la chiamavano “La piccola” ma era molto più matura di quanto desse ad intendere, anche perché, se vieni venduta con il tuo gemello da tua madre ad un mercante di schiavi –nemmeno troppo gentile- a quattordici anni e poi, portata dall’Inghilterra a Firenze, dove vieni donata ad un nobile che ti utilizza come sguattera, puoi sembrare l’agnellino più docile, ma sarai sempre più matura degli altri.
Perciò in quei due anni lei aveva capito più cose di quanto il suo padrone settant’enne –che non si capiva come abbia fatto a raggiungere quell’età- ne aveva realizzate in tutta la sua vita. Fra queste, aveva capito anche che a svelare i propri segreti si corrono troppi rischi. Era per questo che teneva nascosto il proprio –ed anche perché se l’inquisizione l’avesse scoperto, l’avrebbero bruciata al rogo per stregoneria, nonostante lei con la stregoneria c’entrasse ben poco-.
Cos’era questo grande Segreto? Sinceramente non era mai stata in grado di cantarne le lodi neppure lei, ma io ci metterò tutto l’impegno possibile.
Lei era brava a avvertire e scagliare ecco. Va bene, detta così sembra che io vi stia tirando una gran fregatura, ma se aggiungiamo che lei era capace di avvertire i punti deboli delle persone e a scagliarli contro di loro, qualcosa cambia.
Un esempio? Se “la vittima” da piccola aveva un padre che la picchiava lei lo percepiva –come se glielo leggesse nel pensiero- e riusciva a riprodurre la sua stessa espressione. Oppure, se questa aveva un amico morto da poco, lei ripeteva le sue stesse parole in modo da farla star male. Tante piccole cose insomma, ma le emozioni cominciavano a bruciare dentro tanto che avrebbe pianto anche Ugolino.
Strano a dirsi però, lei riusciva a stare giorni e giorni senza pensarci mai. Anche quel giorno era così, soprattutto quel giorno. Leò –l’affascinante stalliere, del quale era innamorata dal primo giorno in cui era stata portata a palazzo- l’aveva finalmente chiesta in sposa a suo fratello Alec che –ovviamente - aveva accettato.
In quel momento stava correndo dalla sua amica Rachele per darle la grande notizia, quando incontrò un ragazzo con un mantello di un grigio molto scuro. Era pallidissimo, i suoi occhi erano neri come la pece con piccole sfumature rosse al centro: era bellissimo.
Il ragazzo le girò attorno e lei gli sorrise “cosa voleva quell’uomo da lei?”, poi tutto d’un tratto, qualcosa la colpì alla nuca.
Era morta? Ricordava solamente un gran dolore, poi vide Alec. Cosa ci faceva lì Alec? Era morto anche lui? Possibile? Poi si sorprese ad urlare. Questo voleva dire che lei non era morta, ma suo fratello? A quanto pareva, era solo svenuto ma quando provò a chiamarlo non rispose. “Respira Jane, respira” si impose, poi vide un’ombra nera, più scura del resto della stanza… alzò lo sguardo: erano fiori, di un profumo assuefacente. C’erano rose e crisantemi neri.
Era uno stupido scherzo? Qualcuno si stava prendendo gioco di lei, era ovvio, oppure… oppure era morta davvero. No, non poteva essere. Cercò di chiamare ancora Alec e dopo pochi minuti che le parvero ore, lui si destò.
<< Che brutta botta. >> botta?? Anche lui?
<< Come botta? Hanno colpito anche te? Un uomo biondo dagli occhi neri, vero? >>
<< Beh, non proprio, era una donna. Con i capelli neri ed un incantevole profumo di fiori. >> rispose ridendo lui, chissà cosa si erano detti. Ma come faceva ad essere così calmo? Lei appena si era svegliata stava per cedere all’isteria!
<< Bene… ecco i nostri due fratelli. >> cinguettò l’uomo battendo le mani. Appena uscì dall’ombra Jane se ne accorse: era l’uomo più dannatamente bello che avesse mai visto. I suoi capelli erano lisci e neri come la pece, il suo volto del bianco più luminoso che avesse mai visto e i suoi occhi era rossi. Rossi? Era davvero morta e scesa all’inferno allora! Beh, si disse con un sorriso malizioso, se quello era l’inferno, ci sarebbe rimasta per sempre, a patto di avere quella visione costantemente sotto gli occhi ovviamente.
<< Vi piace la mia scenografia? >> chiese un po’ deluso, si era aspettato una reazione diversa dai due che però, lo guardavano come se la madonna fosse apparsa loro. Sapeva di essere bellissimo, ma un po’ di originalità, please! Beh, forse era un po’ troppo pretendere originalità dopo duemilacinquecento anni di vita, ma per quei due prospettava grandi cose e sperava che almeno loro lo stupissero. Invece loro no, gli risposero solamente << Quale scenografia? >>
Cominciava a spazientirsi, ma era Aro dei Volturi e non sarebbe stato se stesso senza la sua proverbiale pazienza. Perciò nascose la sua irritazione e declamò << I fiori ovviamente! >>
I fiori? Ah sì! Le rose e i crisantemi neri!! Non sapeva cosa rispondere, e con quella visione dell’uomo dinanzi, le era letteralmente impossibile pensare cosa dire, per fortuna Alec fu più veloce –beh, lui non aveva una bella donna a fissarlo, ovvio che riusciva a pensare-. < Oh, non ne avevo mai visti di questo colore > originale come sempre, vero Alec?
Poi, d’improvviso realizzò la situazione: perché era lì? E chi era quell’uomo che la fissava e che invece di dirle cosa diamine ci faceva lì, parlava di fiori??
<< E tu chi sei? >> ruggì Jane, quasi senza volerlo.
<< Finalmente una reazione, vedo!! >> batté ancora le mani, ma cosa aveva da essere così felice? E cosa cavolo aspettava? Che si mettesse a piangere e strapparsi i capelli implorando di chiamare la mamma? Beh, non l’avrebbe mai fatto. Primo perché era troppo orgogliosa e secondo, sua madre era una stronza ed oltre a non conoscere più dove viveva, Jane di lei non si fidava più -iniziava ad essere nervosa, e nonostante Aro allora non potesse saperlo, se Jane è nervosa, non ce n’è più per nessuno-
<< Ma che dolce caratterino!! >> disse Aro che le leggeva sul volto tutto ciò che provava. Fin troppo facile riconoscere le espressioni umane! Leggere negli occhi di un vampiro, quello si che era difficile! Lui però, non aveva mai avuto di questi problemi: gli bastava un tocco e gli si apriva un mondo!
Sarebbe stato bello giocare con quei due bocconcini, pensò Aro, ma era lì per affari << Sono qui per farvi una proposta >>. Vedendo i due non reagire aggiunse << Voglio concedervi l’immortalità. >>
Immortalità? Sai che palla! Sì, Jane era stata sempre il tipo da “vivi e lascia vivere” ma l’immortalità non le era mai piaciuta, chissà perché… comunque rispose << Perché? Cosa abbiamo noi da offrirle, signor…? >>
<< Aro, mi chiamo Aro. E voi avete da offrirmi molto più di quanto mai immaginiate: la vostra fedeltà ed i vostri poteri. >>
<< Lei cosa sa dei nostri poteri? >>
<< Oh, io conosco molte più cose di quante voi ne possiate immaginare. >>




Allora ragazzi, cosa ne dite? Dalla mia testolina è uscito qualcosa di decente?? *_* *occhioni dolci pieni di speranza*
Spero di si, perché mi sono davvero impegnata!! :)

Ah, se ve lo state chiedendo, Ugolino è il personaggio che Dante incontra nella Divina Commedia e che (stronzo) mangiava i propri figli!
Detto ciò, tanti baci!
La vostra D* :)

   
 
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