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Autore: _ether    17/03/2011    7 recensioni
«Potresti rimanere qui solo altri cinque minuti?» gli domandò, non avendo il coraggio di guardarlo in viso.
Shannon prese il borsone, che aveva già preparato, da sotto il letto e poi rispose.
«Mi stanno già aspettando nella hall. Sono in ritardo.»
Sì avviò verso la porta, ma, quando ormai aveva appoggiato la mano sulla maniglia, si fermò rimanendole di spalle.
Lei aveva già chiuso gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, arresa al fatto che non l'avrebbe visto altre due lunghe settimane, appena udì la sua domanda.
«Non è che mi ami, Eve?»
La donna perse un battito e trattenne il fiato, mantenendo ancora gli occhi chiusi.
Le ci vollero alcuni secondi prima di rispondere, ma quando lo fece fortunatamente la sua voce uscì sicura e tranquilla.
«No, certo che no, Shannon.»
«Perché..»
«Ci vediamo tra due settimane», lo bloccò lei.
Lui fece un lungo respiro.
«L'ho notato il succhiotto, comunque», poi abbassò la maniglia della porta, la aprì e se ne andò, richiudendola alle spalle.
Non diede neanche il tempo alla donna di realizzare quelle parole, che se ne era già andato. (one-shot, divisa in quattro parti)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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epilogo -Epilogo.
Dobbiamo essere sempre pronti ai cambiamenti, perché a volte è la cosa più bella che ci possa accadere.
Cambiare. Ricominciare da capo. Vivere una nuova vita. E' possibile.
Eve chiamò immediatamente un taxi e salì sul primo che le si fermò davanti, senza voltarsi indietro, senza chiedersi se Shannon la stesse ancora guardando o si fosse alzato per raggiungerla, fermarla e magari avere il coraggio di dirle ciò che provava. Salì senza ripensamenti e una volta dentro l'abitacolo ordinò al tassista la via dove si trovava il suo appartamento e si mise comodamente seduta, aspettando di arrivare a destinazione.
Appena il taxi concluse la propria corsa sotto l'edificio bianco di casa sua, tirò fuori dal portafoglio una banconota da venti dollari e la diede all'uomo, lasciandogli la mancia.
Scese, senza nessuna fretta, con una compostezza inaudita, e gli unici sentimenti che riusciva a provare erano sconfitta e frustrazione. Pulsavano ardentemente dentro di lei.
Avrebbe voluto chiamare Jared e riferirgli che aveva lasciato suo fratello solamente per lui, per lei, per tutti loro, ma sapeva che era sbagliato, che sarebbe stato come ricadere nella rete che si era tessuta da sola, così, mentre iniziò a salire le scale, prese il cellulare tra le mani, che le tremavano appena, e cancellò definitivamente il numero di tutti e due i fratelli Leto dalla sua rubrica.
Niente ripensamenti e se avesse ceduto non avrebbe potuto comunque commettere passi falsi.
Fiera di sé stessa, rimise il cellulare all'interno della borsa e si trascinò lentamente, passo dopo passo, fino al piano dove si trovava il suo appartamento.
Ma proprio quando infilò le chiavi nella toppa della serratura un sorriso le illuminò improvvisamente il volto e un'idea le nacque in testa. Un fulmine a ciel sereno e lei sapeva perfettamente cosa avrebbe dovuto fare.
Aprì il portone e, presa dalla foga, corse letteralmente verso la propria camera da letto dove si ritrovò a spalancare le ampie ante dell'armadio.
Cercò convulsamente tra i mille vestiti appesi l'unico che avesse ben impresso in testa. Quello di un rosso scarlatto e acceso, lungo fino alle caviglie, con un ampio scollo che le avrebbe lasciato la schiena nuda. Il suo preferito; gliel'avevano regalato alla fine di una sfilata di YSL e non aveva mai trovato modo di indossarlo, ma ora era arrivato il momento giusto. Adatto.
Lo trovò proprio in fondo, dietro una lunga giacca nera, così lo prese tra le mani emozionata e, sfilandolo dall'appendi abiti, lo posò sul letto.
Senza fermarsi troppo tempo a pensare si spogliò di tutti i suoi vestiti, rimanendo solamente in biancheria intima ad ammirare quel vestito.
Con mani trepidanti lo prese e lo indossò. La stoffa scivolò perfettamente sulla propria pelle, fasciandole delicatamente il corpo snello.
Si specchiò per un attimo ad uno degli specchi delle ante, lisciandosi le pieghe del vestito, e, sorridente, si andò a chiudere in bagno, dove si applicò un velo di rossetto rosso, della stessa tonalità del vestito, sulle labbra piene.
Ora era definitivamente pronta per compiere ciò che le era venuto in mente fin dall'inizio.
Uscì di corsa dal suo appartamento, fece velocemente le scale, non potendo aspettare l'ascensore, e infine, mentre era ancora sul portone, alzò in aria una mano per chiamare un taxi.
Salì sul primo che le si parò di fronte e pronunciò il nome della grande piazza di New York. Times Square.
Appena fu proprio lì, con i raggi del pallido sole ad illuminarle la pelle chiara, leggermente d'oca per il freddo, prima fece pochi passi, guardandosi intorno e studiando gli alti palazzi che la circondavano, poi si prese tra le mani la lunga gonna e incominciò a fare lunghe falcate sempre più veloci, finché non si mise definitivamente a correre sopra quei tacchi alti, abbinati al vestito.
Forse i passanti o le persone che si trovavano in quella piazza proprio in quel momento la stavano guardando curiosi e interrogativi, pensando che fosse pazza, ma a Eve non importava nulla dei giudizi della gente. Tutta la vita aveva dovuto sopportare giudizi sul suo conto, per non parlare del suo continuo cercare di piacere a tutti. Ora si era seriamente stancata.
Corse senza pensare a niente se non alla libertà che le apparteneva del tutto e alle catene che non aveva più attaccate al proprio corpo. Si sentiva leggera e finalmente libera. Libera in tutti i sensi.
Arrivò fino al centro esatto della piazza e, lì, si mise a girare su sé stessa assaporando il momento che stava vivendo.
Era sola adesso, quello era vero, ma senza più legami, sofferenze o bugie. Si era data una nuova opportunità per incominciare a vivere per sé stessa e non per gli altri. Per volersi bene. Per amarsi, finalmente.


«Da quel giorno non l'ho più visti, né sentiti», sussurrai quelle parole, sospirando un poco come se finalmente avessi gettato via un peso enorme dal cuore.
Era la prima volta che ne parlavo a qualcuno, che raccontavo di quei due uomini o ricordavo ad alta voce.
Erano passati ben dieci anni e io ormai ero una donna. Vera.
Impugnai meglio la tazza di thé caldo tra le dita affusolate e mi strinsi nel maglione largo che indossavo. Era una giornata di inizio settembre, ma un leggero vento si era levato dal mare di fronte a noi e il cielo plumbeo stava annunciando un imminente temporale.
«Perché me ne parli solo ora?»
La persona che aveva pronunciato quella domanda si chiama Adele ed era la mia migliore amica adesso, conosciuta nella nuova vita che avevo intrapreso.
Quella donna mi stava guardando intensamente, curiosa su tutta l'intricata storia che stavo riportando alla luce dopo tutto quel tempo, mentre io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle onde scure del mare, come incantata.
«Non lo so», risposi solamente dopo qualche minuto e realmente non ne sapevo il motivo. Forse non ce n'era uno.
Dopo quel giorno in cui ebbi il coraggio di tagliare tutti i fili che mi legavano a quei due uomini riuscii a riprendere in mano la mia vita con facilità, grazie al mio carattere distaccato e determinato, eppure ogni tanto mi capitava di pensarli, di chiedermi cosa stessero facendo, se Jared si fosse ripreso o Shannon avesse imparato ad amare. Domande che finivano nel vento, senza una risposta o ulteriori ripensamenti.
Mi portai la tazza alle labbra e bevvi un sorso, appoggiandomi allo schienale del dondolo.
«E adesso? Ci credi nell'amore, Eve?»
A quella domanda mi voltai immediatamente ed incontrai gli occhi scuri e caldi di Adele che mi stava sorridendo con dolcezza.
Le sorrisi anch'io, prima di rispondere.
«Mai stata più sicura della sua esistenza», e spostai lo sguardo verso tre figure poco lontane, che stavano giocando sulla battigia.
Si trattava di un uomo poco più che quarantenne, dai folti capelli corvini, due occhi azzurri come lapislazzuli e un sorriso sincero, che stava rincorrendo un bambino di soli cinque anni, occhi chiari, lucenti, e capelli castani, leggermente ramati, mentre un altro, appena un anno più grande, caratterizzato da profondi occhi verdi e vivaci e capelli  scuri proprio come l'uomo, schizzava l'acqua del mare ovunque.
Erano felici; giocavano con il proprio padre e non avevano neanche un pensiero per la mente. Le loro risate echeggiavano per tutta l'intera spiaggia vuota e la loro allegria aveva rallegrato anche me.
Ero cambiata negli ultimi anni grazie a ciò che mi era accaduto anche se quando avevo incontrato Brian per la prima volta stavo per ricadere negli stessi errori. Niente legami o costrizioni; credevo di non essere pronta ad una storia seria dopo tutto quello che mi era successo, ma mi stavo sbagliando.
Lui sapeva sorprendermi, farmi ridere, a volte anche piangere, ma soprattutto mi amava. Realmente. Mi amava e giorno dopo giorno ero riuscita ad accettare il fatto che lo amavo anch'io, abbandonando la convinzione che sarei rimasta per sempre sola.
«Ma loro come si chiamano? Non l'hai mai nominati», mi riprese Adele, facendomi allontanare dai pensieri della mia mente.
Il mio sorriso si allargò ancora di più e, alzandomi in piedi, mi avvicinai alla ringhiera di legno, prima dei tre gradini che davano direttamente sulla spiaggia.
«Shannon! Joseph! Che ne dite di fare merenda? Mamma vi taglia la torta al cioccolato», urlai per farmi sentire dai miei due bambini.
Il minore, al suono della parola merenda, era scattato per correre verso di me, seguito dal fratello maggiore, che invece  aveva scelto di camminare lentamente.
Appena Joseph mi fu davanti mi puntò un dito contro.
«Io voglio una fetta più grande di quella di Shannon, mamma!» mi ordinò, serio.
Gli sorrisi amorevole e, prendendolo per mano, aspettai che anche Shannon ci raggiungesse.
«Tanto me la mangio tutta io la torta», lo minacciò quest'ultimo, passandogli davanti ed entrando da solo in casa.
Joseph mi lasciò la mano immediatamente e rincorse suo fratello urlandogli dietro.
«Non ci provare, tanto mamma te lo impedirà. Sono io il suo preferito», e scomparve dalla mia visuale.
Adele scoppiò a ridere divertita e io con lei.
«Sono sempre così quei due?»
«Peggio, credimi», ma appena conclusi la frase mi sentii tirare da dietro e due braccia mi circondarono la vita.
«E per me c'è un po' di torta?» mi sussurrò Brian a poche spanne dalle labbra, prima di baciarmele teneramente.
Adele si alzò da dove era seduta e ci lasciò soli, informandoci che sarebbe andata a controllare le due piccole pesti.
Una volta soli puntai i miei occhi verdi nei suoi, così chiari e sinceri, gli stessi che avevano cancellato tutte le paura e le incertezze che mi accompagnavano fin da bambina.
«Penso che Joseph e Shannon la finiranno prima che tu possa anche solo vederla, mi dispiace.»
Le sue labbra si curvarono in un sorriso, creandogli delle simpatiche fossette sulle guance.
Lo baciai di nuovo e alzandomi in punta di piedi gli circondai il collo con le spalle. Quando mi distaccai appoggiai il mento sulla sua spalla e, chiudendo gli occhi, assaporai quel momento.
Finalmente credevo in tante cose.

* questo è il vestito rosso che mi sono immaginata.
E siamo giunti alla fine di questa storia, che ne dite? Io sto qui con i fazzolettini ad asciugarmi le lacrime. Mi mancherà, tantissimo! Ma tirarla ancora alla lunga avrebbe portato solamente altri guai e io non vorrei paragonare questa storia a Beautiful o fare soffrire ancora la nostra protagonista. E' anche per questo che alla fine, un po' insicura, ci ho infilato questo lieto fine. Insicura perché avrei concluso tutto solamente con il primo pezzo, poi però mi sono detta che sarebbe stata incompleta, okay, avrei lasciato alla vostra immaginazione creare un continuo e un futuro, ma non mi bastava, così ci ho aggiunto questo secondo pezzo. Troppo roseo forse? Però ora Eve è cresciuta e sono passati ben dieci anni; chi le vieta di rifarsi una vita? Tra l'altro io sono una persona che crede nel matrimonio e nell'amore, duraturo o non duraturo io ci credo. E dopo un grande amore bisogna sempre rialzarsi per andare avanti perché di sicuro la vita non ti aspetterà.

Bene; dopo questo mio insulso parere, posso passare ai ringraziamenti e leggere le vostre future recensioni che non vedo l'ora di vedere. Sono seriamente curiosa di leggere come avete preso questo finale, sperando sempre che vi sia piaciuto e mi dispiace se ho deluso le vostre aspettative, seriamente!
Ringraziamenti.
_Jo: Già, povera Eve, ma come hai visto ha avuto una bella forza d'animo e in questo mi somiglia molto. Tra l'altro una volta sono anche passata a farmi lo stesso ragionamento del capitolo scorso. “queste sono le ultime lacrime che piangerai” e se io mi impongo una cosa la porto a termine :) Mi dispiace che in questo epilogo vediamo solamente come si conclude la storia per Eve, so che molte di voi vogliono vedere come finiva per Shannon e Jared, ma questo lo lascio a voi. Io vi posso dire cosa penso; secondo me Jared dopo un periodo duro si è ripreso e Shannon.. anche, non cambiando di una virgola. I cambiamenti li fanno solamente le persone che voglio seriamente cambiare. La coppia Jared-Eve era bellissima *-* mi piace anche a me! Ma Eve è di tutti e di nessuno xDD Ma il finale, con quei due suoi bambini (con Joseph intendevo Jared, ma una mia amica mi ha consigliato di chiamarlo con il suo secondo nome, anche perché io avevo paura fosse troppo scontato), è un po' come se Eve alla fine avesse comunque scelto tutti e due, come se non li avessi abbandonati del tutto, come se incoscientemente non volesse. Perciò ti puoi consolare con questo XD Spero che anche se la coppia Jared-Eve non ha prevalso questo capitolo ti sia piaciuto comunque. Grazie mille :)
Angel_lily: Grazie mille *-* spero che con questo epilogo non sia risultava scontata. Se lo fossi stata mi dispiace ç_ç come irene sa, la mia paura per questo capitolo è stata proprio questa. Grazie ancora!
Maryjed: Grazie mille anche a te *-* Hai proprio ragione, quante volte facciamo questo sbaglio anche nella vita reale? Anche senza accorgercene e finiamo per farci del male solo a noi stessi. Eve ha fatto realmente la scelta migliore e ora, dopo essersi completata, riesce a credere in tante cose e a provare amore per una sola persona, senza farsi del male. Spero ti sia piaciuto questo epilogo :)
PrincesMonica: Mamma mia; Shannon alla fine l'ho descritto più egoista di quanto volessi, anche perché appena iniziata a scrivere questa storia, sinceramente, ma l'ero immaginata alquanto diversamente. Ma esistono persone come lui, con questa storia ho solo rappresentato degli stereotipi se ci pensiamo bene. Spero che la versione 2.1 di Eve Grey non ti abbia delusa, come tutto il resto! :)
RosaBuo: Grazie *_____* uh, che commozione! Mi fa supermega-piacere leggere queste cose, sapere che emoziono con ciò che scrivo e che lo faccio anche bene :) E sarò sicuramente più che felice se leggerai qualcos'altro di mio! Grazie ancora, e scusami se rimango sempre indietro con la tua storia ç_ç
GiuliaDeDoo: La tua recensione mi ha dato un piacere infinito, così dettagliata, quindi grazie, grazie e ancora grazie. La penso perfettamente come te e per quanto riguarda l'altra metà, che ne esistesse una realmente in questa terra per ognuno di noi non lo sapevo e se fosse così, se ne esistesse solamente una chissà dove, un po' mi rattrista. A volte mi fermo a pensare e ho già pensato a tutto questo; nella nostra vita quante persone conosciamo? Molte magari, ma non tutte e quante persone ci sfuggono? Ancora di più. Esistono persone fantastiche con cui non parleremo mai, con cui non avremo mai contatti e magari sarà proprio lì la nostra metà e noi cosa possiamo farci? Niente. E' alquanto triste. Dovrebbero ideare un cerca-animagemella, con cui andare in giro e quando te la trovi vicino lui si mette a suonare xDD
Per avere altri capitoli, mi dispiace tanto, ma come ho detto prima io avevo voluto persino lasciare tutto nella vostra immaginazione, ma sono andata un po' oltre. Magari più avanti la riprenderò, ma per ora sì, purtroppo si è conclusa qui ç_ç Mi fa piacere che tu mi segui sempre, grazie mille!
Ire: Uh, la rivincita di Eve; prima tutti la odiavano e ora la amano XD brava Eve u.u Il tuo racconto su cosa avresti fatto se fossi stata lei mi ha fatto morire dal ridere! ahahahahah ma quanto sei pazza? Ma sì, probabilmente se succedesse anche a me, seriamente, non so quanta forza di volontà avrei xDD *sogna Erica, sogna!*
Le tue recensioni non sono mai stupide o altro ù.ù mi divertono e mi fanno ridere, oltre che gongolare! :D
E grazie per i consigli *-* poi non ti ho più parlato degli altri aiuti, ma avremo tempo! Ho un po' bisogno anche con Mèlanie XD Grazie, ireeee ti adoro e sei F A N T A S T I C A!

Ultimi ringraziamenti vanno a Filippo (ma perché ci devi essere sempre tu di mezzo?), da una persona come te ho preso spunto per creare Shannon e come ho notato dalle recensioni mi è venuto anche abbastanza bene. Grazie ancora perché dal dolore che mi hai provocato sono più forte, un po' come Eve. Ovviamente ringrazio i veri personaggi, ovvero Jared e Shannon, e ci aggiungerei anche Tomo e Tim, senza di voi dove sarei ora? A crogiolarmi ancora nel dolore di quel cretino, invece con la vostra musica siete arrivati proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno e mi avete.. salvata? Bhè, direi proprio di sì. Li ringrazio anche perché vi insinuate nella mia testa continuamente e non ve ne andate più; dopo vedete cosa ne viene fuori? u.u Non è colpa mia!
E ringrazio anche Matteo, grazie perché non mi hai mai abbandonata, sono io che ho abbandonato te, mi dispiace. Si può dire che lui è stato il mio Jared.
Ah, AUGURI ITALIA!
*non voglio andarmene ç___ç addio, storia ç_ç*

  
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