Ormai si
approssimava il Natale.
Tutto era
tinto di bianco dalla neve candida. Persino la foresta proibita pareva
un
nauseante bosco incantato. Selenia
ricordava ancora le parole intimidatorie di Gazza, che la riguardavano:
-“Io
eviterei di avvicinarmici anche solo ai confini… sempre che
non vogliate fare
una fine molto molto dolorosa… opera di qualche feroce
creatura…”- Aveva
esordito minaccioso con il gruppetto di studenti del primo anno, di cui
faceva
parte anche lei, con Hagrid che annuiva per nulla convinto…
Per l’attuale
insegnante di Cura delle creature magiche, che sfortunatamente (almeno
non
aveva altri compiti da fare…invece ora con la
Caporal…) mancava dall’inizio
dell’anno, “ogni creatura” anche quella
più spaventosa aveva un lato buono da
comprendere…
Selenia
non era per niente d’accordo, ma doveva ammettere che
quell’ippogrifo… come si
chiamava… Beccofiero? No… Fierobecco…
gli era parecchio piaciuto… quando
durante il terzo anno… aveva tentato di staccare un braccio
a Malfoy. Fu
davvero contenta nel sentire quest’ultimo lamentarsi che
fosse sfuggito al
boia, mandato dal ministero a sopprimerlo. Casomai Malfoy
andava…soppresso…
Gli
studenti del quinto anno avevano un’ora libera (la
professoressa Cooman era risultata
insufficiente ai nuovi canoni di insegnamento del
Ministero…). Selenia stava
leggendo una copia della Gazzetta del Profeta, trovata sul tavolo della
sua
casa.
Sedeva,
volutamente, a parecchia distanza da Malfoy e co… anche se
le loro cretinate la
raggiungevano comunque. Si imponeva di non sentire, continuando a
leggere.
La Gazzetta
del Profeta l’aveva sempre infastidita…
Adorava il
mondo magico, era il SUO mondo… Ma insomma, era possibile
che il suo quotidiano
più importante potesse pubblicare articoli riguardanti quel
professor Allock (solo
il ricordo la nauseava)!? Far scrivere un tipo come Rita Skeeter che in
quel
momento pubblicizzava i suoi articoli spazzatura?!
Soprattutto poi, mettere in prima pagina la
Umbridge con quel suo sorrisetto lezioso!?
- DOLORES JANE
UMBRIDGE, L’
INQUISITORE SUPREMO DI HOGWARTS –
Recitava
l’enorme scritta in grassetto sotto la foto in movimento.
La
notizia era stata accolta con giubilo da alcuni suoi
“compagni” di casa. La
solita banda di teste di rapa di Malfoy, Tiger, Goyle, la Parkinson,
che erano
anche diventati i membri (come avrebbero potuto mai
evitarlo…) della “Squadra
di Inquisizione”, istituita a scuola dalla suddetta
professoressa dopo quella
nomina. Ne facevano parte anche Millicent e Montague,
l’incapace capitano della
squadra di Quidditch Serpeverde… Flitt sebbene fosse un
prepotente patentato,
era molto meglio… ne valeva l’onore della sua casa.
Ritornando
a quell’articolo d’encomio, era combattuta nel
giudicare, ma Silente era… un
grande… mago ed un preside…
eccellente… Perché mai doveva sopportare le
angherie di una vecchia gallina acida come la Umbridge?
Quest’ultima
non le aveva mai creato poi così grandi problemi fino ad
ora, nemmeno come
“INQUISITORE”, cioè era sempre riuscita
a sfuggire alle sue punizioni e a farla
anche alla “Squadra DEMENZIALE” (la Umbridge, anzi,
pareva averla voluta
favorire anche di fronte alle accuse di quei lecchini) ed inoltre aveva
provato
un certo piacere nel vederla infastidire Piton, durante le sue
lezioni.- Naturalmente
il simpaticone aveva superato egreggiamente ogni prova….-
Ma non
poteva nascondere… un certo malessere osservandola
quotidianamente pavoneggiarsi
nei corridoi della scuola.
Se c’era
qualcosa che detestava in assoluto infatti, erano le persone che si
pavoneggiano, quelle piene di sé… e quindi di
alcunché. Pure quelle che senza
diritto o improvvisamente vogliono comandare. Le mosche cocchiere.
Continuando
a sfogliare le pagine del Profeta si chiedeva come mai si facesse solo
un
piccolissimo accenno all’evasione di massa avvenuta tempo fa
da Azkaban.
Le tornò
in mente il volto di una degli evasi, una donna dallo sguardo folle che
figurava sul Profeta di allora. Bellatrix Lestrange…una
fedele seguace di
Voi-sapete-chi e udite, udite zia di Draco Malfoy. Era lì
per aver torturato una
coppia di maghi, proprio 15 anni fa oltre che per essere una
mangiamorte.
Non tutti
i mangiamorte ovviamente, meritavano di esserlo, anzi molti ne
infangavano il
valore…
Di certo
suo zio Angustus (era strano chiamarlo per nome visto che era
praticamente un
estraneo, ma sentiva comunque o fantasticava di conoscerlo, almeno tra
le righe
del suo diario…) non sarebbe mai finito ad Azkaban,
macchiandosi di un tale
crimine. Ne aveva appreso la straordinaria furbizia e coraggio dalla
sua stessa
mano.
Poi
improvvisamente un’ombra ricoprì quasi tutto il
giornale, lei compresa.
“Bene…
Signorina Altman… vedo, senza stupirmene, che invece di
trascorrere quest’ora
libera a studiare per i G.U.F.O e rimediare ai tuoi risultati scadenti
e
mediocri… la stai perdendo a fare…
sciocchezze…”
La voce
di Severus Piton, giunse come al solito, gelida e pungente, alle
orecchie della
ragazza che si girò subito verso di lui.
Il
professore la scrutava superbo, con le labbra leggermente arricciate.
Abbassò
subito il capo.
Dannazione!
Perché doveva riprenderla qualunque cosa facesse?! Eppure se
ne stava lì per i
cavoli suoi a leggere il giornale!! Perché non andava a
vedere le scemate che
facevano gli altri, come Malfoy…. ad esempio… o
gli studenti delle altre case?!
“ Esigo
che tutti gli studenti della mia casa ottengano dei risultati almeno
più che sufficienti…
Lo sai bene!!” Aggiunse aumentando il tono.
Selenia
alzò di nuovo gli occhi su di lui, ora accigliato.
“Sì,
signore…” Rispose, di nuovo senza guardarlo. La
voce contenuta.
“Me ne
accerterò di persona…” Disse e si
allontanò, dirigendosi verso il tavolo dei
Grifondoro, da Potter precisamente.
Selenia
si alzò stizzita, chiudendo il Profeta e sbattendolo sul
tavolo, tanto che la
Umbridge (quella in foto) cadde svanendo completamente dalla prima
pagina, e si
diresse borsa in spalla, fuori dalla sala grande.
Iniziò a
salire le scale che l’avrebbero condotta al primo piano, in
biblioteca,
preparata al terzo grado di Madama Pince. Con lei, grazie ai moniti di
Piton,
era più scorbutica e pedante che con tutti gli altri
studenti.
Nel
salire aprì la borsa, tirando fuori una pergamena su cui
aveva trascritto le
materie del giorno. Doveva accertarsi di avere davvero due ore di
Pozioni dopo…
Sì, era così…
La ripose nella borsa ed entrò in biblioteca. Aveva una cosa
da fare.
La
biblioteca era più piena di quanto si aspettasse.
Gruppi di
studenti occupavano alcune tavole, nascosti da pile e pile di libri.
Che
diamine… si avvicinavano le vacanze! Magari erano tutti del
settimo anno… i
M.A.G.O. di sicuro richiedevano una maggiore quantità di
studio rispetto ai
G.U.F.O., si convinceva…
“Signorina
Altman…”
Trasalì
appena alla voce stridula ed inconfondibile che aveva fatto il suo
nome. Quella
di Madama Pince.
“Si…
Madama Pince?...” Rispose alzando un sopracciglio.
“Non
voglio assolutamente problemi… Si ricordi che, come
indicatomi dal Professor
Piton…”
“Si, si,
si… lo so, lo so… mi deve tenere
d’occhio… Il professor Piton
è sempre molto attento… nel dare
questo
genere di… indicazioni…” La interruppe
melliflua, arricciando le labbra.
“Non
abbia questo atteggiamento… o il suo…”
Era
proprio innamorata di Piton…
“…capocasa
ne sarà informato… certo… Madama
Pince… Le assicuro che non ce ne sarà
bisogno…” La interruppe di nuovo allontanandosi.
Si
inoltrò tra le altissime e ricche librerie, verso la
sezione… se ne stupiva
anche lei… “Pozioni”…
Giurava
di aver sentito parlare da quel bamboccio Grifondoro con la fissa delle
fotografie, di una pozione che dava movimento a quelle babbane.
Trovò
forse il libro che poteva contenerne delle informazioni.
Lo prese
e iniziò a sfogliarlo, avviandosi ad un tavolo non lontano,
dove c’erano tre
Tassorosso del suo stesso anno; la Abbott, Justin Finch-Fletchley e
quel
pallone gonfiato di Macmillan…
Naturalmente
la guardarono come se stesse per fare chissà che…
Non si
degnò di salutarli, perché mai avrebbe dovuto?!
Meglio evitare…
Si
sedette, ignorando le occhiate complici che si lanciavano.
Si
alzarono poco dopo.
“Ciao…
Selenia…” Disse la Abbott, recitando molto male la
parte di quella gentile.
“Pestilenia
vorrai dire…” La corresse ghignando
Macmillan… Hanna lo guardò truce ma poi
mentre si allontanavano, Selenia li sentì ridacchiare in
coro.
Ormai era
abituata…
Che
ipocriti! Odiavano tanto Malfoy… e poi si comportavano allo
stesso modo…
Ritornò
alla sua lettura.
“Fluidi
antistatici…” Poteva essere la pista
giusta…
Infatti
una piccola nota ad una pozione, diceva:
-Usata
anche per conferire movimento a soggetti inanimati quali quelli di
fotografie
babbane.-
Diede
un’occhiata agli ingredienti… e
l’entusiasmo le si esaurì in un baleno.
- essenza
di dittamo.
- 2 grammi
di zolfo.
- 10 gocce
di saliva di unicorno.
Non si
aspettava di certo una composizione così
complicata… Chissà se quel bamboccio
“d’oro” era riuscito a procurarsi
tutto…impossibile…
Saliva di
unicorno!!! Dieci Gocce!!
Sapeva
fosse molto costosa…
Ad Hogsmeade
l’ avrebbe trovata di sicuro, ma aveva speso quasi tutti i
suoi risparmi per
comprare quel medaglione… durante l’ultima gita al
villaggio.
Come al
solito c’era sempre qualcosa che doveva andarle
storto…
Non le
piaceva piangersi addosso….ma… almeno per questo
natale voleva fare un regalo a
sua madre. Anche se, queste cose… non erano da lei, come del
resto da sua
madre…
Era molto
severa… Lo era sempre stata, eccetto quando era forse troppo
piccola per
ricordarlo…
Natale,
regali, carinerie… non avevano mai trovato spazio nella sua
famiglia.
Anzi Selenia
odiava le feste natalizie come ogni genere di festa...
Gli anni
precedenti, non voleva nemmeno tornare a casa… Ora poi che
si erano trasferiti
in quel posto…
Anche sua
madre le odiava… e suo… padre…
Ogni anno,
a casa sua, il giorno di natale era uno come gli altri…
Lei se ne
stava in camera e scendeva al massimo per cena… Sua madre e
suo padre invece
(se quest’ultimo era in casa) non facevano altro che
litigare, anche durante le
feste.
Quell’anno
però voleva renderlo diverso… Per sua
madre… per vederla una volta sorridere…
Non lo faceva mai!!
Fu rapita
da una rabbia quasi incontrollata nel pensare a quella che doveva
essere la sua
famiglia, la sua casa. Dove si sarebbe dovuta sentire amata!
La rabbia
si affievolì… almeno c’erano Hogwarts e
la magia…
Gli occhi
le caddero per caso sulla cicatrice evidentissima nel palmo della mano
sinistra
per poi spostarsi all’orologio della biblioteca. Questo
indicava che mancavano
20 minuti appena alle 17…
Prese il
libro che stava leggendo e borsa in spalla si avviò al banco
di Madama Pince,
che era praticamente sommersa da un’altissima risma di
pergamene… Erano i
moduli da compilare per prendere in prestito i libri.
La
bibliotecaria le rivolse uno sguardo sospettoso a cui Selenia rimase
indifferente,
mettendo semplicemente il volume che voleva in prestito, sul tavolo.
Compilò
il seccante e ripetitivo modulo e andò via verso i
sotterranei, dove
l’attendevano ben due ore di Piton…
Una volta
raggiunta l’aula di Pozioni, prese posto accanto a Nott, che
sembrava
averglielo riservato appositamente.
“Ciao
Altman…” la salutò con un mezzo sorriso.
“Ciao…Nott…”
Rispose lei, chiedendosi il perché di quella faccia da
idiota.
Piton
arrivò poco dopo e finito il suo consueto appello, diede
inizio a quelle due ore
di pura tortura.
Quel
giorno spiegò il “Distillato sviante”,
che riuscì perfettamente solo all’1%
della classe. Quell’1% si chiamava Hermione
Granger…
Selenia
aveva ottenuto un composto niente male, non perfetto certo ma nemmeno
così
scadente. Non che la cosa fosse stata notata da
Piton…naturalmente, che non
aveva perso occasione invece per criticarla… ma nemmeno per
togliere punti a
Grifondoro.
Paciock
infatti aveva fatto cadere accidentalmente nel suo intruglio, Oscar, il
suo
rospo, che aveva iniziato a saltellare come impazzito per tutta
l’aula. Ciò era
valso 50 punti in meno ai pomposi Grifondoro.
Mancava
però ancora del tempo alla fine della lezione. Di sicuro
Piton aveva in serbo
qualcosa di crudele da fare.
E’
vergognoso al quinto anno… ma mi preme presentarvi ai
G.U.F.O. in possesso di
un livelllo di preparazione almeno accettabile…
Perciò approfitteremo di questo
tempo… per ripeterle…
Anche se
e’ ovvio che… non si possono fare
miracoli…” Rivolse i severi occhi neri a
Harry, che rispose duramente a quell’occhiata. Non
l’avesse mai fatto…
“Potter…
vediamo… per prenderne uno di voi a
caso…” Aggiunse incurvando leggermente le labbra
in uno dei suoi sorrisi beffardi: “Puoi dire… alla
classe… cosa afferma la
seconda legge di Golpalott?”
Ron, come
tutti gli altri studenti, lanciò un sospiro di sollievo,
quasi come se avesse
trattenuto il fiato. Naturalmente Hermione che sedeva alla sinistra di
Harry,
si mordeva le labbra.
“La
seconda legge di Golpalott…dice che un…
antidoto…” Harry lo ripeteva come se
bastasse a fargliela venire in mente.
“Sì…
Potter…?” Ghignò Piton mellifluo,
alzando un sopracciglio.
- Potter
che fallisce… Ribadiva con piacere nella mente…
Ma lui
non è Quel Potter! Gli gridava una voce interna che
naturalmente fingeva di non
udire.-
“ Voglio
darti un piccolo aiuto…” Disse, gli occhi che gli
brillavano.
“Ti
riuscirà di sicuro più semplice…
ricordare la seconda legge di Golpalott se
inizierai dalla prima…”
Continuò, le
labbra che si incurvavano in un’altra sottospecie di sorriso.
Harry
sgranò gli occhi, era evidente che Piton non volesse affatto
aiutarlo.
“La prima
legge di Golpalott afferma che…che… un veleno
naturale…che…”
Tempo
scaduto.
“Che… ci
vorrebbe un miracolo… Potter…” Lo
interruppe carico di sarcastica delusione…
“Altri
dieci punti a Grifondoro…” Aggiunse, stendendo le
labbra sottili.
Harry era
fuori di sé dalla rabbia, ma si contenne.
Piton si
avvicinò al lato Serpeverde dell’aula.
“Altman…”
Disse gelido.
Selenia
si sentì mancare, ma di certo non gli avrebbe dato la
soddisfazione di capirlo.
Mantenne
il volto e lo sguardo sereni.
“Parlando
di miracoli…”
Malfoy iniziò a ridere sotto i baffi. Selenia
non aveva potuto non notarlo. La testa laccata sedeva proprio davanti a
Nott.
“Vorresti
illuminarci tu… sulle tre leggi di
Golpalott…”
Lei inghiottì
senza fare rumore. Da che aveva chiesto la prima e la seconda legge,
ora era
passato a volerle sentire tutte e tre…
“Signore…
la prima legge di Golpalott dice che…un veleno…un
veleno naturale…”
Dannazione!
Perché prima aveva perso tempo invece di ripetere qualcosa
di Pozioni!!?
Doveva
sforzarsi di ricordare…
“…estratto
da un vegetale…”
“Mmm…
così…non finirai per
natale……” Disse Piton annoiato e
ironico insieme.
Lui era
annoiato!!Lui!!! Fa’ pure dell’ironia!!
“…richiede
un antidoto naturale estratto da un vegetale diverso…
così come un veleno
naturale estratto da un animale richiederà un antidoto
naturale estratto da un
animale…”
La
dannata catena alimentare…?!-
“…superiore
nella catena alimentare…al primo…”
-Fatto!-
gridò trionfante tra sé e sé. Del
resto c’era qualcosa di logico negli
enunciati di quel Golpalott.
Piton la
guardava quasi deluso, poi gli occhi gli si illuminarono di nuovo.
“Bene…
Signorina Altman ora passiamo… alla seconda legge? Ti
ricordo che Gustave
Golpalott ne ha formulate tre…”
“Lo so,
professore…” Replicò Selenia non poco
seccata dalla precisazione di Piton.
Quest’ultimo
apparve innervosito.
“Allora…la
seconda legge………”
- La
seconda è quella dell’antidoto…? Del
maledetto 1/3? Tanto valeva provare…-
“…la
seconda legge si riferisce agli antidoti……afferma
che un antidoto deve essere
uguale… ad 1…no…al doppio del veleno
assunto meno… 1/3…”
Selenia
scrutava Piton, per capire se avesse detto l’enunciato giusto.
Il
professore aveva un’espressione altera in viso.
“Dal tuo
enunciato, Altman… non si capisce di quali veleni si
parla…” Disse mantenendo
quell’aria di superiorità.
Selenia
aggrottò le sopracciglia, guardandolo interrogativa, mentre
ritornava alla
cattedra.
-Che? Sei
sordo? Ho parlato di antidoti…-
“Signore…
la seconda legge si riferisce agli antidoti…”
Ripetè sempre con aria
interrogativa.
“Questo
l’hai già detto… quello che non si
evince dalle tue parole… è la tipologia di
veleni per cui vale tale legge…”
La classe
sembrava vuota. Tutti erano nel silenzio più assoluto.
Selenia
si sarebbe potuta accontentare della sua risposta parziale…
Ma se c’era
un’altra cosa che non sopportava erano le cose a
metà, in sospeso.
Una cosa
o non la faceva (questo accadeva spesso…), o la faceva. A
ciò poi si aggiungeva
il fatto che fosse parecchio testarda e orgogliosa, ma questo forse non
c’entrava…
“Tale
legge…” Disse imitando quasi lo stesso tono di
Piton. “…si riferisce alla
quantità di antidoto contrastante da
somministrare… Signore…” Le sembrava
talmente chiaro…
Piton
incurvò le labbra… Pareva quasi soddisfatto della
confusione che le stava
creando…
Selenia
cercava di ragionare.
- Il tipo
di veleno… ma che vuole?! La legge è chiara, si
suppone la quantità di veleno
ingerita o assunta… non il tipo di veleno…-
Alzò gli
occhi neri verso Piton e dalla sua espressione capì che
anche il suo tempo era
scaduto… Già ne aveva avuto troppo… ma
solo perché almeno aveva detto qualcosa.
“Signorina
Altman… come al solito rimani nella
mediocrità… Le prime due leggi si
riferiscono alla classe di veleni SEMPLICI… ovvero
costituiti da un solo
elemento nocivo… ” Disse con un tono tanto
superficiale da farla sentire
un’emerita idiota e lo sguardo di chi aveva trovato il
“pelo nell’uovo”….
Selenia
aggrottò le sopracciglia, questa volta dalla rabbia.
-Le aveva
chiesto le stramaledette leggi di Golpalott non la classificazione dei
veleni!-
Doveva
mantenere la calma… Doveva…
“Signore…
mi scusi…ma era talmente ovvio si trattasse di veleni
SEMPLICI… per la prima e
la seconda legge…solo la terza si occupa di quelli
composti…”
Piton
tornò a guardarla, sempre con l’aria superficiale
di prima.
“Talmente
ovvio, Altman… da esserti sfuggito… Del resto per
te è già troppo quello che
hai detto…”
Selenia
sembrava non vederci più dallo sdegno…
Lui non
ci fece caso, si sedette rivolgendosi a Neville Paciock:
“Signor
Paciock… vorresti… enunciarmi tu… la
terza legge di Golpalott…” Il viso
illuminato di scherno.
Neville
iniziò a boccheggiare, senza produrre alcun suono. Pareva
sotto l’effetto di
una fattura, ma non lo era…
“Allora…?
I pesci… fuor d’acqua…
boccheggiano… Paciock…”
Precisò beffardo, causando i
ghigni di Malfoy, Tiger, Goyle...
“Un
MIRACOLO…” Ripetè mellifluo poco dopo,
spostando lo sguardo da Neville, Harry a
Selenia…
“Le tre
leggi di Golpalott… “ Iniziò annoiato,
stringendosi le tempie tra le dita della
mano destra…
“NON
CAPISCO A COSA SERVANO… visto che esistono gli ANTIDOTI
UNIVERSALI!”
Ghignò
Selenia quasi sbigottita di quello che aveva appena detto.
L’aveva
solo pensato… ma in quel momento di rabbia, le era venuto
fuori senza nemmeno
rendersene conto.
Nott e
tutti gli altri la guardavano preoccupati, Malfoy e la Parkinson
parevano contenti…
“Cosa hai
detto… Altman...?” Piton aveva ridotto gli occhi a
fessure e la sua voce era a
dir poco agghiacciante.
Selenia
impallidì… l’aveva interrotto e per di
più “insultando” il suo amato
Golpalott…
Era la fine…
“Non ho
detto nulla, professore…” Rispose, la voce che
sembrava mancarle.
Piton si
alzò dalla cattedra e si avvicinò di nuovo a lei.
Selenia
sarebbe voluta svanire… Ingerire un veleno forse, sarebbe
stato meglio…
“Ripeti
ciò che hai detto riguardo le leggi di
Golpalott!!!” Esclamò furente… Quella
ragazzina lo faceva arrabbiare in modo paragonabile solo a
Potter…
La classe
sussultò, il suo grido aveva prodotto un eco assordante.
Selenia
era talmente pallida da sembrare sul punto di svenire…
Piton la
guardava negli occhi. Il nero delle loro iridi di nuovo a contatto.
“Ho
detto…. che… che…” non
riusciva a spiccicar parola.
“…che le
leggi di Golpalott… sono…”
-Superflue?!
Non indispensabili?! Con quale aggettivo poteva mai definirle, senza
essere
fulminata?!-
“…
supplementari, esistendo ANCHE degli antidoti
universali…”
Piton la
guardava ancora furibondo… Poi il suo volto si distese
leggermente.
Rimase un
secondo in silenzio continuando a fissarla… quella sua
espressione rilassata
faceva più paura di quella arrabbiata…
“Certo…
certo… Quindi secondo te… uno dovrebbe camminare
con un Bezoar al collo… per
esempio…” Esordì mellifluo.
“…o
magari trovare una Fenice dalla lacrima facile…
Sì… sono animali da compagnia
molto diffusi…”
La stava
letteralmente schernendo, anche se, non l’avrebbe mai
ammesso,
quell’osservazione non era poi così campata in
aria.
La
ragazzina aveva assunto un’aria di sconfitta.
“Non
riesco davvero a capire…. Dove tu trovi il
coraggio… di essere così
presuntuosa, Altman... Con delle affermazioni poi… che non
fanno altro che
palesare ancor più la tua…
MEDIOCRITA’…”
-Bene…le
aveva detto quella parola per l’ennesima volta…
Magari si era rallegrato la
giornata!-
“Ci
vediamo alle 8… nel mio ufficio… ”
Disse in ultimo in modo appena percettibile
ritornando a sedersi.
Selenia
abbassò lo sguardo. La solita storia…
Piton
prese a rivolgersi alla classe:
“Per la
prossima lezione voglio una relazione… di due rotoli di
pergamena almeno!...
circa i casi di avvelenamento nella storia della magia… in
cui gli ANTIDOTI
cosiddetti UNIVERSALI siano stati usati al posto delle leggi di
Golpalott…”.
Ogni
studente guardò negli occhi il proprio vicino
dall’ incredulità... poteva
essere un sogno anzi un incubo?
“Naturalmente
i casi più recenti non contano…” Disse
rivolgendosi ad Harry.
Quel compito
era uno dei più impossibili che avesse potuto mai dare, lo
sapeva.
“Ringraziate
i colpi di genio… della vostra
compagna…” Aggiunse con un ghigno compiaciuto,
rivolgendosi a Selenia.
Quest’ultima
era ammutolita e dall’eccessivo pallore, il suo viso era
praticamente avvampato.
Sarebbe
davvero voluta scomparire dalla faccia della terra.
“Ora
andatevene… e guai a chi non mi porterà quello
che ho assegnato! Non voglio
sentire scuse!!”
Tutti i
ragazzi si alzarono e si avviarono alla porta dell’aula.
Molti
rivolsero a Selenia dei “Grazie” non amichevoli,
certo, ma nemmeno offensivi…
Malfoy
naturalmente non poteva escludere qualcosa di offensivo:
“Grazie…
Pestilenia…la prossima volta cerca di tenere le tue
baggianate per te e tutti
gli inferiori… come te…”
Ghignò con un’espressione disgustata in volto.
Selenia
avrebbe voluto rispondergli a tono, ma si contenne, ormai sconfitta.
Al
contempo era furiosa… In alcuni momenti, sebbene amasse
Hogwarts, non vedeva
l’ora di prendere il diploma e andar via… per
dedicare tutto il suo tempo alle
arti oscure. Avrebbe offerto il suo coraggio e la sua lealtà
a chi forse li
meritava davvero…
La voce
di Nott la fece ritornare alla realtà. Il ragazzo
l’aveva raggiunta.
“Bene! E
ora vai in pace!” Replicò seccata.
Lui la
scrutò con l’aria spiazzata di chi di certo non si
aspettava una reazione così
dura.
Andò via
senza dire nulla.
Selenia,
quasi dispiaciuta della sua risposta, seguì la stessa
direzione. Era ora di cena…
Quando fu
appena sul primo gradino della scala dei sotterranei, udì la
voce arrochita di
Gazza e si fermò:
“Buonasera
Professore…”
Si
avvicinò di più, nascondendosi in una nicchia
vuota nelle mura.
“Mi dica,
Signor Gazza…”
La voce
di Piton aveva sempre quel tono superficiale…
“La
professoressa Umbridge, l’inquisitore… mi ha detto
di chiederle qualche ampolla
di quella…pozione…”
“Si…
certamente…” Rispose Piton come se non fosse
minimamente interessato.
“Mi ha
detto di averne urgenza…” Spiegò il
magonò sibilando.
“Capisco……
Lei, signor Gazza possiede la chiave della mia dispensa… Le
do quindi il
permesso di entrare… Non sarà difficile trovare
quello che cerca… le ampolle
sono tutte contrassegnate con la lettera - V -…”
“Grazie…
professore…”
Selenia
ebbe come un lampo… Ora sapeva dove trovare gli ingredienti
per…
Del resto
la dispensa del “Professor Piton” era di sicuro ben
fornita… e Lui… avrebbe
potuto fare benissimo a meno di qualche piccola dose di
ingredienti… No?
Mrs.
Purr!!
La gatta
stava miagolando ai suoi piedi…
Maledetta!
Era ficcanaso quanto il padrone… ma molto più
intelligente.
Poi un
rumore di passi…
Selenia
sgattaiolò velocemente fuori dal nascondiglio e
iniziò a salire le scale, più
disinvolta che poteva.
“Altman…
che cosa ci fai ancora qui?”
La voce
di Piton la fece sussultare.
“Niente
professore… sono passata…. un attimo…
in sala comune…”
“Non
voglio nemmeno un secondo di ritardo, perché hai perso
tempo… Sia chiaro!”
Aggiunse e dopo averle rivolto il solito sguardo odioso
continuò a salire le
scale.
Selenia
riprese fiato per un istante… poi raggiunse la sala grande
per la cena.
Stava
pensando a come organizzarsi. Di certo era tutto rimandato a domani.
A domani…
durante il pranzo.
Avrebbe
atteso che tutti fossero in sala grande conquistando così il
tempo di recarsi alla
dispensa di Piton e compiere il furto… no… che
brutta parola… del resto lei
degli ingredienti avrebbe preso solo le quantità che le
occorrevano, non più…
andava meglio “colpo”…
Avrebbe
dovuto centellinare ogni secondo, perché non vedendola al
banchetto si
sarebbero potuti subito insospettire...
Finita la
cena, tutti erano diretti ai propri dormitori.
Selenia
invece si recò all’ufficio di Piton, per
l’ennesima punizione…solo Potter
superava forse il suo record.
Osservò la porta della dispensa che distava
circa dieci passi da quella dell’ufficio del professore,
bussò ed entrò.
Avrebbe
dovuto evitare di guardarlo negli occhi per tutto il tempo…
magari poteva
davvero leggere la mente. Ormai quel sospetto faceva largo sempre
più, anche in
lei.
Il giorno
dopo, per fortuna proprio prima di pranzo c’era una
“bellissima” ora di Storia
della magia, (dopo due ore di inutile e pedante TEORIA di Difesa contro
le arti
oscure).
Selenia
naturalmente ne aveva approfittato definendo il piano.
Tanto sarebbe
potuta anche andar via, senza che il professor Ruf se ne
accorgesse…
Finita la
lezione, uscì dall’aula camminando molto
lentamente. Si confuse tra la folla
dei suoi “primitivi” compagni che aveva riempito le
scale da ogni direzione e
la strada che portava alla sala grande.
Scorse a
malapena il “povero” Gazza venir letteralmente
investito da una bolgia di
studenti e che tentava di salvare Mrs.Purr dall’essere
spiaccicata al suolo da
quella mandria inferocita. Alcuni membri della “squadra
demenziale” ,
soprattutto Tiger e Goyle, erano impegnati a pensare ad ingurgitare
tutto
quello che avrebbero trovato, naturalmente sempre al seguito di
Malfoy… che era
appena entrato nella sala grande.
Si tuffò
nella folla cercando di scorgere il tavolo degli insegnanti. Erano
tutti
presenti, Piton compreso.
Tornò
indietro cercando di non farsi notare da Gazza, ormai erano quasi tutti
entrati.
Si avviò
verso i sotterranei, lasciandosi alle spalle il magonò che
pareva in balia di
un Confundus e sperando di avere un po’ di fortuna dalla sua
parte…
Fortuna? Lei non
aveva di certo bisogno di fortuna…
aveva una testa per ragionare. Solo gli sciocchi infatti ne avevano
necessità.
Iniziò a
scendere, per poco non cadeva rotolando per le scale.
Aveva
paura?
Un po’
d’ansia era ragionevole…
Aveva
sveltito il passo.
Raggiunse
la porta massiccia, dagli enormi cardini, quasi con sollievo.
Si guardò
un secondo intorno e sfoderò la bacchetta.
“Alohomora…”
Recitò a bassissima voce.
Un
piccolo scatto e la porta si aprì, mostrando una stanza
alquanto piccola con
molti scaffali, pieni di ampolle di ogni forma e misura, ordinate in
modo a dir
poco maniacale e una scala di legno, dall’aspetto non molto
stabile. Ma se
riusciva a sopportare il peso di Piton… Entrò
nella stanza e socchiuse appena
appena la porta.
Aveva
studiato molto attentamente il colore e l’aspetto degli
ingredienti che doveva
prendere e poi con quell’ordine non sarebbe dovuto essere
difficile trovarli.
Alcune essenze erano in ordine alfabetico. Non potè non
notare l’immenso
scaffale costituito solo da pozioni già pronte.
La voglia
di prenderne qualcuna e magari usarla alle lezioni, presentandola come
fatta da
lei, era irrefrenabile. La vista però della
“pozione -V-“
rapì la sua attenzione.
Chissà
cos’era… Purtroppo non poteva perdere altro tempo.
Aprì la
borsa, tirando fuori una piccola fialetta di vetro, avrebbe iniziato
con il
dittamo.
-D… D…
Di…Ditta…-
Trovato…
era di un marrone inconfondibile. C’erano una trentina di
ampolline… Ne prese
una e la versò completamente nella sua fiala
vuota…
Prendere
tutta la bottiglia era rischioso, almeno così Piton avrebbe
potuto pensare di
averla usata.
Le ripose
con cura, quella vacante sulle mensola precisamente dov’era,
quella piena nella
borsa prendendo un’altra boccetta.
Toccava
alla BAVA di Unicorno… ehm saliva…
Questa,
per quanto ne sapeva, era luminescente e densa, pareva quasi viva.
Eccola!
Stava in alto sulla sinistra di quella specie di ripostiglio.
La
bottiglia aveva un lungo collo e sopra, al posto del tappo
c’era un contagocce
bello grande.
Si vedeva
che era un ingrediente costoso… Per quel tirchio di
Piton… figuriamoci…
Iniziò ad
arrampicarsi sulla scala, era già a metà del
resto. Il tempo scorreva, doveva
sbrigarsi. Le pareva di stare da un’eternità
lì dentro e invece non erano
passati nemmeno dieci minuti. Arrivò quasi
all’ultimo gradino diquella scala
sgangherata e si sporse leggermente afferrando l’ingrediente.
Avrebbe dovuto
contare e prendere dieci gocce non una di più…
-Uno…due…tre…quattro…cinque…sei…sette…otto….nove…dieci….No!-
Ne aveva
sprecate parecchie e non vedeva dov’erano finite, di sicuro
sul pavimento.
Avrebbe dovuto pulire.
Ripose la
boccetta appena riempita nella sua borsa e legò questa alla
scala.
Stava
iniziando a sudare… Lì dentro non si respirava.
Certo cosa si poteva mai
aspettare dalla dispensa del “professor Piton”?
Le
mancava solo lo zolfo, precisamente due grammi di zolfo.
Due
grammi li avrebbe potuti misurare anche ad occhio nudo, ma magari era
meglio…
Più che
non togliere gli ingredienti a Piton, le interessava usare la giusta
quantità.
La pozione doveva riuscirle perfetta.
Notò una
piccola bilancia in alto a destra… tipo quella che aveva
visto usare da
quell’avaro folletto dell’ Emporium
”… A pegno debito!” a Nocturn
Alley… Sua
madre vi aveva pegnorato un antico medaglione, a cui pareva molto
legata, per
poterle comprare i libri di quest’anno….
Si sporse
e la prese. Lo zolfo era a soli due gradini più
giù.
Pesò due
grammi giusti. La puzza la stava prendendo allo stomaco.
Le sue
mani ne erano praticamente impregnate, magari lo stesso sarebbe
accaduto con la
borsa e i
vestiti…
Non poteva
rischiare di puzzare…
Prese
un’altra boccetta dalla borsa, l’ultima che aveva,
e vi mise i due grammi di
zolfo. La avvolse in un fazzoletto e la ripose nella sua tracolla.
Aveva
finito! Doveva tornare subito in sala grande, stando attenta a non
rompere gli
ingredienti che aveva ru…preso.
Mise
appena un piede giù su un altro gradino della scala e perse
l’equilibrio…
Si
ritrovò supina sul pavimento. Aveva sbattuto leggermente la
testa contro la
porta che si era chiusa. Leggermente… ma non sapeva come si
era procurata quel
piccolo taglio sul sopracciglio sinistro. Se n’era accorta
rialzandosi, per il
bruciore.
Per
fortuna non aveva rotto niente… tranne quasi il suo
collo…
Alzò lo
sguardo verso l’alto…
La borsa
era ancora lì, legata all’apice della scala, con
dentro tutte le
boccette…INTATTE…
Maledetta
bava di unicorno!! Ne doveva essere caduta qualche goccia sulla scala.
Vi risalì
ancora dolorante e recuperò la borsa.
Riscese,
stava per spalancare la porta quando sentì dei rumori.
La
appannò di nuovo e vi si nascose.
Il cuore
che iniziava a pulsarle, come impazzito, nel petto.
“Cosa
c’è…piccola mia… Regina di
papà…? Senti qualcosa vero?”
La voce
di Gazza la raggiunse, poco dopo i miagolii di Mrs.Purr.
La gatta
era quasi vicina alla porta della dispensa.
Selenia
era in preda all’angoscia, si guardava nervosamente intorno,
come se in quel
maledetto ripostiglio potesse trovare una botola o un passaggio
segreto… Piton
non era di certo un tipo tanto interessante…
Magari solo
qualcosa dove potersi nascondere… Niente…
Si
avvicinò alla porta che teneva aperta di un millimetro.
Mrs. Purr
era sempre più vicina. Le zampette le si muovevano come
saette.
Poi
Selenia ebbe un colpo. Infilò la mano nella borsa e
iniziò a scavarvi, con il
fiato sempre più corto e il sudore che le colava dalla
fronte insieme al
sangue.
Trovato!
Tirò fuori un oggetto rotondo, con una cordicella penzolante.
Aveva
tutta l’aria di essere uno yo-yo comune… come
quello di tanti babbani.
Ma quello
veniva dal negozio di “Zonko”. Era uno Yo-yo
Rimbalzatutto!
Selenia
non sapeva come poteva essersene ricordata… per fortuna non
l’aveva mai tolto
da quella sua incasinatissima borsa!
La
gattaccia era quasi alla porta e lei si sentiva già il fiato
di Gazza sul
collo.
Mise solo
il Rimbalzatutto appena fuori dalla soglia dell’uscita
facendolo pendolare.
Sbagliare
mira le sarebbe costata l’espulsione…
Mrs.Purr
si fermò di colpo, come ipnotizzata dallo Yo-yo
penzolante…
-Brava
gattaccia… bella… vallo a prendere…-
Lanciò
l’oggetto contro la parete e questo cominciò a
rimbalzare dappertutto, sempre
più lontano, in fondo al corridoio.
Mrs. Purr
lo inseguì con scatti felini allontanandosi dalla porta
dietro cui Selenia
iniziava a sentire il bisogno di pregare…
Gazza fu
appena difronte. Sentiva il suo rantolo.
“Dove
vai… Purry? Purry? Vieni qui… Cosa è
quella cosa?!” Gracchiò e raggiunse
l’animale con la sua camminata sbilenca.
Selenia
ricominciò a respirare. Ormai i due erano in fondo al
corridoio dei
sotterranei, il rimbalzatutto li avrebbe tenuti occupati.
Sgattaiolò
fuori dalla dispensa.
“Colloportus!”
Sibilò decisa, bacchetta alla mano.
E si
avviò in fretta alla sala grande.
La sua
borsa pareva parecchio piena rispetto a prima.
La
piccola ferita sul sopracciglio continuava a sanguinarle…
Avrebbe
potuto usare una goccia di dittamo per farla rimarginare. Leggendo
infatti
aveva appreso le sue capacità curative.
No… ne
aveva preso una boccetta e tale era la quantità che
occorreva per la pozione.
Sfilò il
fazzoletto dalla bottiglia di zolfo.Quella borsa sembrava scoppiare tra
libri e
bottigliette varie e si pulì il sangue dal graffio. Lo
ripose ed entrò in sala
grande.
Iniziò ad
avere il timore che qualcuno le venisse contro a chiederle
perché aveva
ritardato… ma PER FORTUNA non accadde. Scorse dei posti
liberi nel tavolo della
sua casa e ne prese uno.
Per un
attimo scrutò il tavolo degli insegnanti giurando che Piton
la stesse guardando
minaccioso o meglio sospettoso…
Cercò di
non accertarsene e iniziò a riempirsi il piatto di quello
che c’era. Del resto
non era stata via molto: la tavola era ancora piena di pietanze e le
portate
parevano parecchio lontane dal dessert.
Era
Millicent Bullstrode che con il naso tappato la
scrutava disgustata.
Millicent
Bullstrode?! Perciò c’erano tutti quei posti
vuoti!!
Ricordò…
Lo zolfo!
Niente da fare ci si era impregnata. Era talmente impegnata a
preoccuparsi di
Gazza, di Mrs.Purr, di Piton, che non sentiva di puzzare come un
troll…
Fu colta
da un secondo di inettitudine totale… Non sapeva cosa dire o
fare.
La
Bullstrode era un membro della “squadra demenziale”
e per di più aveva il letto
accanto al suo nel dormitorio femminile Serpeverde. Se avesse notato la
sua
borsa in quel momento?! O il suo ritardo?!
Millicent
la guardava accigliata. Evidentemente la sua espressione doveva destare
parecchie domande persino in lei.
“Ma sei
caduta in un cesto di uova marce...?” Ghignava.
Selenia
ritornò in sé e rispose.
“No……
sono andata in bagno…”
“Non sarai
mica caduta nella tazza del water!!? E cos’è che
hai qui dentro…Pestilenia?” Disse,
con quella sua faccia tonda ed
imbronciata indicando la sua borsa.
La
Bullstrode aveva anche le mani lunghe in tutti i sensi…
perciò, pensandoci, non
aveva lasciato lo yo-yo nel dormitorio e si portava sempre tutto
dietro.
Ebbe un
lampo di genio.
“Che
diamine!!” Gridò quella e in tutta risposta
balzò dalla panca facendo cadere
due dei suoi sfortunati vicini…
“Ehi!!”
Dissero, erano due ragazzini del primo anno.
Selenia
guardò la scena compiaciuta e soddisfatta.
Sembrava
che la fortuna… mmm… tutto liscio.
Prese a
mangiare il suo pranzo, questa volta non si fece scappare nemmeno il
dolce.
La torta
di mele le era sempre piaciuta.
Finito di
mangiare si avviò di corsa in sala comune a cambiarsi e
lavarsi almeno le mani.
Sistemò tutte le boccette in un posto sicuro sotto il suo
letto.
Uscì di
nuovo correndo come una forsennata, aveva Trasfigurazione…
“Altman!!
Non si corre!!”
Era
Gazza, Selenia rallentò sbuffando sonoramente e per le scale
incrociò Piton…
“Buonpomeriggio
Professore…” Lo salutò senza guardarlo,
ormai ne aveva il timore.
Piton come
al solito non aveva ricambiato continuando a scendere, poi si
fermò di colpo.
“Altman…”
Selenia
si sentì gelare il sangue nelle vene. Che cosa voleva?
Si girò e
se lo ritrovò davanti.
Gli occhi
come fessure… sempre quella postura ingessata…
“Sento…
ma cos’è zolfo?” Disse scrutandola torvo, pareva osservare la sua ferita. La domanda non era rivolta a lei che
ebbe
l’istinto di scappare via. Annusò
l’aria, mantenendo un’espressione disinvolta.
“Non
saprei…professore…” Non lo guardava
negli occhi: “Cos’è lo zolfo?Ah
sì…
forse ricordo…”
Lui fece
una smorfia di disappunto, guardandola come
un insetto fastidioso.
Si girò
di scatto e se ne andò. Era quello che voleva lei, almeno
una volta la sua "Mediocrità" poteva andare a suo vantaggio.
Lanciò un grido di liberazione…dentro…
e si avviò a Trasfigurazione.
Aveva
compiuto il colpo del secolo… I gemelli Grifondoro le
facevano un baffo. I Serpeverde sono superiori...
eccetto...vabbè...
Il
pensiero che maggiormente la entusiasmava era però che sua
madre avrebbe avuto un bel
regalo di Natale.