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Autore: Lisey91    19/03/2011    3 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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1.2 una giornata speciale:

Marion

-AHHH!- un urlo disumano squarciò il cielo della tranquilla periferia di Nottingham come un tuono, facendo sobbalzare terrorizzati tutti gli abitanti di una piccola fattoria in mezzo alla foresta. Tra questi il padrone di casa, postumo dall’ultima notte di luna piena del mese, si svegliò di soprassalto impugnando immediatamente la bacchetta, pronto ad affrontare qualsiasi nemico. Remus Lupin era una persona tranquilla e riflessiva ed era davvero difficile farlo agitare o andare nel panico, questo, ovviamente, finché la cosa non riguardava la sua piccola Marion. –Tesoro?- urlò con la voce ancora lievemente impastata dal sonno, ma per il resto più che all’erta –Tutto a posto?- domandò ansioso, immaginandosi quale terribile catastrofe avesse spinto la sua “cucciola”, solitamente così timida e silenziosa, a mettersi ad urlare. La causa, constatò entrando in cucina, era un semplice gufo grigio, planato sul tavolo dalla finestra aperta mentre Marion si affaccendava ai fornelli. La ragazzina aveva inizialmente pensato potesse essere un gufo dai Weasley o forse la gazzetta del profeta a cui suo padre era abbonato e aveva deciso di finire di infornare i suoi famosi biscotti prima di occuparsene. Quando però vi si era dedicata era rimasta basita. Sulla pergamena, scritta con una calligrafia sottile ed elegante si leggeva:
signorina Marion Sarah Lupin,
seconda stanzetta dopo le scale,
campagna di Nottingham
Non c’erano dubbi su chi potesse essere il mittente, e se anche ce ne fossero stati l’indirizzo sulla parte anteriore della busta e il marchio in cera li avrebbero sicuramente spazzati via: una lettera da Hogwarts! Per lei! La ragazzina si girò verso la porta dove, in pigiama e ancora armato di bacchetta, Remus aspettava di sapere le buone nuove. –Papà guarda! E’ di Hogwarts! Sono stata ammessa, andrò a Hogwarts!- strillo la ragazzina correndo ad abbracciarlo e mostrandogli orgogliosa la lettera. L’uomo le sorrise prendendo tra le mani la preziosa pergamena e accomodandosi al tavolo apparecchiato; si ricordava perfettamente quando, vent’anni prima, aveva ricevuto la medesima lettera e la gioia e la paura che ne erano conseguite. Gioia per l’idea di poter essere come tutti gli altri, paura nel sapere che questo non era possibile. Ovviamente questo non valeva per Marion, lei non sembrava aver preso nulla della sua natura da lupo se non una lieve preferenza per la carne al sangue, che non l’avrebbe certo fatta sentire anormale o mostruosa. La bambina era al settimo cielo, era davvero preoccupata di non essere ammessa dato che aveva compiuto undici anni già da diversi mesi e visto anche che le sue capacità magiche erano piuttosto…scarsine… Ma quella lettera aveva spazzato via ogni sua preoccupazione! Se era stata ammessa voleva dire che era una strega, una vera autentica strega! Si sarebbe impegnata moltissimo, in modo che papà fosse orgoglioso per lei. Alzò gli occhi su Remus, che leggeva assorto la lista dei libri, forse chiedendosi quali erano già presenti nella sua libreria e quanto gli sarebbero costati gli altri, e lo fissò seria. Si somigliavano loro due. Stessi capelli castani e lisci, stesso naso largo e all’insù, stesso mento rotondo e stessa forma della mascella; la bocca di lei però era più stretta e le labbra formavano una specie di cuore e i suoi occhi era di un azzurro luminoso e limpido come il cielo di certi giorni d’estate, come quelli di sua madre. –Mi piacerebbe che mamma fosse qui- sussurrò arrossendo. Remus sobbalzò preso alla sprovvista, capitava di rado che Marion parlasse di sua madre o accennasse a lei…Marlene McKinnon… Era stata uccisa quando la bambina aveva appena una settimana, Lupin non sapeva di lei. Lui e Marlene erano stati insieme per un periodo, ma quando la cosa minacciava di diventare troppo seria si era tirato indietro. Non poteva avere legami seri con una donna, non poteva sposarsi o avere figli come una persona normale perché lui non era una persona normale. E lei aveva accettato la sua scelta, probabilmente se Travers non avesse assassinato l’intera famiglia della donna lui non avrebbe mai saputo di avere una figlia. Sospirò pesantemente prendendole una mano tra le sue – Lo so tesoro, ma sono sicuro che mamma sarebbe orgogliosissima, come lo sono io- Marion gli fece un sorriso umido annuendo poi tornò a dedicarsi ai suoi biscotti, evidente pretesto per non far vedere al padre che era ancora triste. Remus la osservò pensieroso per qualche secondo poi si aprì in un sorriso deciso – Sai, credo che Molly si fionderà a Diagon Alley seduta stante per accaparrarsi l’usato migliore. Che ne dici di unirti a loro? Sono sicuro che ai Weasley non dispiacerà- propose, ben sapendo quanto la ragazzina adorava la signora Weasley. Come previsto Marion ne fù contentissima e, dopo aver chiesto il parere a Molly tramite fiamma, si sbrigò a prepararsi. Mentre spariva tra le fiamme smeraldine in direzione della tana Marion sorrise contenta, stava iniziando una grandissima avventura.

Melen

Melen guardò perplessa l’elegante civetta nera posata sulla spalliera della sedia. Evidentemente doveva esserci uno sbaglio. Allungò una pallida mano verso la busta giallastra che l’animale le offriva, slegandola dalla zampetta per leggervi l’indirizzo.
Signorina Melen Artemisia Black
Cameretta del secondo piano,
villa Black, Iverness
La ragazzina fissò la busta sgomenta, leggendo e rileggendo quelle poche righe senza riuscire a credere ai suoi occhi. Oppure l’intestazione appariva troppo chiara per trattarsi di un errore. Melen fissò i suoi genitori che ricambiarono lo sguardo in silenzio, entrambi persi nelle proprie elucubrazioni. Penelope Black era commossa; aveva sperato ardentemente che la magia, così potente e presente nella sua bambina, fosse di una natura più simile alla sua che a quella del marito! Era estasiata dall’idea che Melen fosse una strega, una normalissima strega, come tutte le altre ragazze della sua età. Andare a Hogwarts, conoscere gente… le avrebbe fatto davvero bene, ne era sicura. Amyas Black invece pensava agli aspetti pratici della cosa. Voleva che sua figlia andasse a quella scuola e facesse tutte le esperienze che poteva, ma non poteva dimenticare che Melen non era una ragazzina come le altre. Quando era stata concepita lui era un neofita, non ancora vampiro non più umano, e questo aveva lasciato un segno sulla piccola. Melen non era una vampira a tutti gli effetti, la sua crescita era stata identica a quella umana fino ad ora e così pure la sua alimentazione, eccezion fatta per una notte al mese . Durante la prima notte senza luna aveva bisogno di sangue fresco come tutti gli altri vampiri, in genere loro cacciavano animali ma Amyas non sapeva se la ragazzina sarebbe riuscita a trattenere l’istinto da cacciatrice in presenza di così tante possibili prede… Melen sembrava pensare alla stessa cosa, aveva aperto la busta e leggeva il contenuto incredula e stupita. –Deve esserci un errore- concluse infine –Non posso andare a Hogwarts... non sono una strega- sospirò piegando la pergamena e preparandosi a rispedirla al mittente con il suo diniego ma suo padre gliela tolse dalle mani. –Se ti è arrivata vuol dire che puoi farcela, dovremmo andare  a Diagon Alley. Hai bisogno di diversi libri e …- lei lo guardò incredula –Sei uscito di testa? Andare lì significherebbe mettere in pericolo migliaia di ragazzi! Non sono mai stata circondata da tante prede umane durante il periodo della caccia, non so come potrei reagire!- esclamò sconvolta dalla sconsideratezza paterna, possibile che non capisse? Penelope le si avvicinò prendendole le mani nelle sue, e fissandola dolcemente–Prima di farti prendere dal panico andiamo a parlare con il professor Dumbledore. Sono certa che lui ha già una soluzione per ovviare al problema, ok?- propose risoluta. Melen passò lo sguardo da lei a suo padre poi sospirò sconfitta –E sia-. Qualche secondo erano apparsi davanti all’ufficio del preside di Hogwarts.

Emily

L’intera famiglia Fat era seduta sul divano, fissando il centro della sala in cui svettava una vecchia gabbia per i pappagalli in cui erano riusciti a incastrare il furioso allocco. Cindy e Josué si passavano perplessi l’assurda lettera che l’animale aveva portato, domandandosi il da farsi. Insomma si, spesso era capitato che Emily facesse cose un po’ strane o inspiegabili, ma da lì a credere seriamente che fosse una strega…. –Deve trattarsi di uno scherzo- mormorò Cindy per la centesima volta –si, è l’unica spiegazione- le diede man forte il marito corrugando le sopracciglia folte in direzione dell’animale –anche se davvero non so spiegarmi come abbiano ammaestrato quel gufo e perché- borbottò perplesso. Emily saltò in piedi di scatto –Ma insomma! E’ da quando sono piccola che vi ripeto che ho dei poteri magici! Questa è la prova che ho ragione io!- esclamò seccata. Anche Cindy si alzò in piedi, fronteggiando la figlia, era talmente piccola che erano quasi alte uguali –La magia non esiste tesoro, e solo frutto della tua fantasia- cercò di farla ragionare –FANTASIA?! FANTASIA?! ERA FANTASIA QUANDO HO FATTO DIVENTARE MATT ARANCIONE O QUANDO SONO RIUSCITA A SUPERARE L’ALTALENA CON UN SALTO? QUESTA E’ M-A-G-I-A MAMMA!- le urlò ormai furiosa, mentre i corti capelli castani le diventavano rossi dalla rabbia. –Esattamente signora Fat, sua figlia ha ragione- disse la voce cortese della professoressa McGonagall. Cindy si voltò verso di lei decisa –LA MAGIA NON…ma lei che è scusi? E come è entrata?- Concluse la donna, gli occhi azzurri sgranati e increduli come quelli del marito, che fissava la nuova venuta sgomento. La strega sorrise, sedendosi educatamente sulla poltrona di fronte alla famiglia, prese la bacchetta e in un secondo ognuno dei Fat aveva in mano una fumante tazza di te e un biscotto al burro –Molto bene. Signori Fat io sono la professoressa McGonagall e sono lieta di informarvi che vostra figlia Emily, in quanto strega, è stata ammessa alla prestigiosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts- concluse fissandoli con i penetranti occhi scuri. I signori Fat la guardarono a bocca spalancata per diversi minuti, mentre Emily sorrideva estasiata saltellando sulle gambe grassocce, incapace di stare ferma. Il primo a riprendersi fu Josuè che, con evidente sforzo, iniziò a informarsi sullo strano futuro della figlia –Mettiamo che quello che dice sia vero signora McGonagall, noi non abbiamo idea di dove trovare questa….roba… insomma manuali di magia, b-bacchette magiche e il resto- fece notare. Minerva annuì –Ne sono consapevole, per vostra fortuna vostra figlia non è l’unica strega dei dintorni. Un mio collaboratore è andato a prelevare un altro giovane mago proprio ieri e credo che l’abbia oramai riportato a casa, a Privet Drive. Passerà tra poco per aiutarvi nelle spese.- concluse guardando un secondo l’orologio. Poi si alzò –Molto bene, credo sia ora che io mi congedi. Signori Fat, buongiorno. Signorina, io e lei ci rivedremo il primo di settembre- concluse cortesemente, strinse le mani agli allucinati signori Fat, poi scomparve nel nulla.  

ecco il secondo capitolo. La separazione del testo serviva a differenziare le storie delle ragazze, ma questo è l'ultimo in cui viene utilizzata mi pare. Ci è dispiaciuto un pò non aver ricevuto nessun commento nel precedente capitolo, e speriamo davvero che questo riscuota maggior successo. In ogni caso un sentito grazie dall'autrice anche alle 42 persona che hanno solo letto, ne è stata davvero contenta. L'aggiornamento dipende dal tempo che ho per andare a prendere il capitolo a casa dell'autrice, quindi poco, quindi mi scuso per i tempi magari lunghi che intercorreranno da un capitolo all'altro. Davvero mi spiace, detto questo spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Da Lisa e Valentina
  
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