Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Julietts    19/03/2011    1 recensioni
Brandy ama il colore viola. E' il suo colore preferito. Da sempre. Sempre? Sempre. Brandy conosce il suo passato. O pensa di conoscerlo. Ma quando anche la sua più intima certezza viene spazzata via, capisce che la sua vita ha in serbo altro per lei. Che è ora di guardare al passato, per comprendere il futuro, per non ricadere negli stessi errori.
Per non dimenticare
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Camminare nella notte.
Quel freddo che gela il sangue.
Il silenzio che non tranquillizza.
Il senso di angoscia per non poter essere certi di quel che si vede, perché il buio confonde, nasconde, e sorride glorioso della sua opera.
Brandy non aveva paura della notte.
Esile, agile, scattante, era nascosta dalla nebbia che era scesa dopo la nevicata.
I suoi passi erano leggeri e veloci, e le sue ballerine ticchettavano appena sulla strada fatta a ciottoli.
Svoltò a destra dopo pochi metri, intenzionata a tornare a casa. Poi si bloccò. Tornò sui suoi passi, e riprese a percorrere la strada principale.
Non sapeva qual era la sua meta. Non aveva idea del perché si era fermata. Seguiva solo il suo istinto, che le diceva di non pensare e camminare, senza voltarsi mai.
Passo dopo passo, si trovò alla fine della strada. Davanti a lei si ergeva maestoso il palazzo reale, accerchiato dalle mura possenti. Lei non aveva voglia di suonare per farsi aprire, ma sentiva che in quella notte il suo posto era quello. Così, con molta calma, pigiò il piccolo pulsante di servizio e una voce maschile giovane e annoiata le disse:
-Nome e cognome prego-
-Ciao sono Brandy-
-Brandy? E cosa ti porta qui, cara?-
-Niente di che… posso entrare?-
-Ma certo, certo, entra-
La porta si aprì silenziosamente. Vicino alla torretta di controllo c’era un giovane funzionario del re, di cui Brandy non ricordava il nome, ma che conosceva da molto tempo.
-Come stanno i tuoi?- le chiese il ragazzo.
-Bene, bene, grazie. Buona guardia!- e Brandy così si congedò e cominciò a correre verso l’entrata vera e propria del palazzo.
Qui trovò la porta aperta, ovviamente: ringraziò con un cenno il ragazzo dietro di sé e entrò.
L’atrio era silenzioso. Molto silenzioso. L’unica luce proveniva da un corridoio, nell’ala ovest, dove delle guardie sorvegliavano le stanze da letto dei reali.
Lei invece cominciò a salire la rampa di scale a destra, facendo attenzione a non fare alcun rumore.
Giunta in cima, svoltò ancora a destra e percorse un lungo corridoio fino ad arrivare davanti a una grande porta. La porta della sala del trono. Era già la seconda volta che la osservava, quel giorno.
Proseguì sempre dritto e vide una porticina piccola, alta più o meno quanto lei.
Non l’aveva mai notata. Ed era strano, visto che praticamente conosceva quel palazzo quanto casa sua. Poi capì il perché di questo vuoto di memoria: di solito era coperta da uno spesso tendaggio rosso di velluto. Non resistette alla tentazione. Entrò.
Si trovò davanti a una stanza media, molto scura. Alle pareti, c’erano dei quadri che rappresentavano i reali: il primo era di re Astolfo I Real, primo sovrano del regno.
Poi c’era il ritratto di Astolfo II Real, subito dopo quello di Astolfo III Real, l’ultimo erede al trono della stirpe dei Real. Infatti lui non aveva figli maschi, quindi la corona passò alla regina Ariana Real e al marito, Roger Grimaldi. Poi, in successione, c’erano i sei Grimaldi che portarono il regno al suo massimo splendore: Roger Grimaldi II, Pesar Grimaldi, Juny I, Roger II, Peter I e Filippo Grimaldi, l’ultimo re della famiglia, assassinato insieme alla moglie e ai figli. Accanto a lui, nel ritratto c’erano anche la regina Elizabeth e quelli che sarebbero stati gli eredi al trono: Amelia Brenda Grimaldi (la maggiore) e Antuain I (il minore). Tutti e quattro uccisi. La storia la conoscevano tutti: i quattro reali più amati della storia, trucidati in diversi modi: la regina strozzata, il figlio maschio decapitato, il re ucciso con un colpo al cuore. Della figlia non si sapeva niente, il suo corpo era stato portato via e non fu mai più ritrovato. Poi c’erano i ritratti dei Vaslins, la famiglia che regnò subito dopo e che anche in quegli anni era sul trono. C’erano: Frederick I, Frederick II, Frederick III, George I, George II, George III e l’attuale re, George Pietro Josè.
Brandy fissò uno a uno i ritratti, poi, in segno di rispetto, si inginocchiò, abbassando la testa davanti ai padroni passati e presenti del mondo in cui viveva.
 
************************************************
 
 
A Sophie piaceva pettinarsi i capelli.
Anche se aveva 26 anni, anche se era già in età da marito, anche se era la principessa del regno.
Era notte fonda e lei, con la sua spazzola di legno finemente decorata, si pettinava i lunghi capelli biondi perfettamente lisci.
Guardava la sua immagine nello specchio, e il suo sguardo turchese riflesso le restituiva l’immagine di una ragazza, ormai quasi adulta, che aveva paura. Perché lei ne aveva.
Da molti anni ormai conosceva i segreti della sua famiglia. Erano dei punti interrogativi nella storia, ma per lei erano soltanto verità scomode. Che venivano nascoste come reati.
Il problema è che erano reati. Non si potevano perdonare. Un peccato tirava l’altro, e la rete di errori si tesseva da sola.
La cosa più sbagliata, però, è che nessuno ne era a conoscenza. Loro, agli occhi del popolo, erano una buona casata regnante, senza disonori. E invece ne avevano tanti. Solo lei e suo fratello Steven (il maggiore) ne erano al corrente. Il più piccolo, Carlo, rimaneva nel suo brodo, anche a 20 anni, e pensava sul serio che fossero buoni. Non lo erano. Per niente.
E tutti questi segreti le pesavano sul cuore, e bruciavano come una ferita ancora aperta. Lei non era come la sua famiglia. Lei non era come suo padre. Lei era una ragazza, una donna, coraggiosa e onesta. Soprattutto, forte. Perché lei, sì lei aveva la forza di cambiare le cose. Sapeva che ci sarebbe riuscita. Ma come fare, da cosa cominciare?
La sua mano scorreva ora sui suoi capelli pettinati e ordinati. Il suo cervello correva veloce.
Come avrebbe potuto ribaltare la storia?
Una storia già decisa da persone più potenti di lei, per giunta?
Improvvisamente, la risposta le apparve chiara. Anzi chiarissima.
Doveva raccontare la sua storia a qualcuno. A quel qualcuno che era direttamente interessato a essa, a colei a cui spettava i diritto di essere chiamata principessa. E in un futuro, regina.
A quella ragazza che aveva il diritto di conoscere, e di conoscersi un po’ meglio.
Sophie aprì il secondo cassetto della sua scrivana e prese qualche foglio di carta da lettera e una busta. Poi intinse la penna nell’inchiostro e scrisse sul retro della busta:
Messaggio privato urgente
 Consegnare subito
 Per Brandy figlia di Peter”.
Questa sarebbe stata la sua ultima bugia. Niente più menzogne. Non ne valeva la pena.
Guardò un attimo fuori dalla finestra.
Albeggiava.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Julietts