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Autore: TheDarkSkull    19/03/2011    1 recensioni
La storia di Morzan, primo e ultimo dei Rinnegati. Com'è cominciato tutto? E perchè è andato a finire così? Dal Capitolo 1:
L’uovo, però, cominciò a tremare e, in meno di un minuto, ne uscì fuori un cucciolo di drago rosso. Il cuore di Morzan batteva a mille. Non sapeva come comportarsi, che cosa dire, dove andare. Il cucciolo gli si avvicinò e gli sfiorò la mano, scatenando un’energia tale da far cadere il robusto ragazzino a terra.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4 MESI DOPO
 
Da quando l’uovo rosso si era schiuso per lui, Morzan aveva fatto molti progressi. Era stato un apprendista in gamba sin dall’inizio, imparando molte nozioni di storia, di geografia e dell’antica lingua: Oromis gli aveva insegnato a leggere e scrivere e, qualche volta, gli leggeva personalmente importanti testi. Il giovane aveva dimostrato subito una buona attitudine alla magia, che gli era parsa spontanea sebbene gli apprendisti, in media, impiegassero anni a impararla. Cosa più importante, Morzan aveva sbalordito tutti con il suo talento eccezionale nel combattimento, sia con le armi sia nel corpo a corpo. La sua prestanza fisica, combinata a una velocità e flessibilità fuori dalla media, lo faceva facilmente prevalere su tutti gli altri ragazzi della sua età e un po’ più grandi. Preferiva combattere con una spada a una mano sola, come del resto faceva il maestro Oromis.
Questi, pur essendo consapevole del grande talento del suo allievo, non era soddisfatto di lui per via del suo carattere e del suo atteggiamento: Morzan era un ragazzo orgoglioso, aggressivo e permaloso e queste cose rendevano difficile dialogare con lui. Oromis, però, si sforzava di essere paziente, sia perché il suo allievo era ancora adolescente sia perché si rendeva conto di quanto aveva sopportato in passato e lo compativa, nel profondo.
 
“Morzan, vieni a sederti, devo dirti una cosa.” Vista l’espressione interrogativa del ragazzo, aggiunse subito: “Non è nulla di brutto, sta’ tranquillo”.
Morzan si sedette di fronte al maestro e si limitò ad alzare un sopracciglio e a emettere un suono somigliante a un ‘Mh?’
“Oggi pomeriggio arriverà un nuovo allievo, che condividerà la stanza con te. Si è schiuso un uovo a Kuasta”, rispose, paziente, il vecchio elfo.
“E chi sarebbe questo mio nuovo… compagno?” sbottò Morzan. Nel suo intimo, si sentiva già geloso del suo compagno: Oromis era il suo maestro, dedicava soltanto a lui le sue attenzioni e non gli andava proprio di condividere questa esclusività con qualcun altro.
“Morzan, sii gentile con lui. E’ un umano più giovane di te, ha soltanto 10 anni e il suo nome è Brom. La dragonessa che si è schiusa per lui è di colore blu. Non so dirti altro. Per favore, comportati bene nei suoi confronti.”
“Brom, eh? Vedremo come se la cava.” Morzan si alzò dalla sedia, “Maestro, vado a fare un po’ di pesi in palestra. Arrivederci”. Il giovane accompagnò il saluto con un cenno del capo, che gli fece oscillare i capelli mossi, e uscì dalla porta.
Brom, io non ho idea di chi tu sia, ma già mi sei antipatico.
 
Mentre Morzan si stava asciugando dopo essersi lavato – aveva fatto 3 ore di pesi ed era tornato a casa in condizioni pietose – sentì bussare alla porta. Capì che Oromis doveva essere arrivato in compagnia di quel tale, Brom, che sarebbe stato il suo nuovo compagno. S’infilò rapidamente una tunica rossa e scese le scale.
Davanti alla porta, c’era un ragazzino con i capelli castani chiari, mingherlino, con a fianco un cucciolo di drago blu. Il suo aspetto esprimeva riservatezza e fragilità: in confronto a Morzan, alto, muscoloso e con la pelle abbronzata, il pallido ragazzino pareva quasi malaticcio.
Appena Brom vide il suo nuovo compagno, sorrise. Morzan non ricambiò il sorriso.
“Ciao, io sono Brom! Tu devi essere Morzan! Il qui presente maestro mi ha detto che saremo compagni, dunque sono onorato di conoscerti!” L’agitazione e il tono di voce di Brom infastidirono Morzan, che ebbe subito l’impressione di trovarsi davanti a uno tutto inchini e complimenti, ma totalmente privo di carattere e di coraggio.
“Piacere”, rispose il ragazzo vestito di rosso.
Oromis lanciò un’occhiataccia a Morzan e, con un sorriso, fece cenno a Brom di seguirlo su per le scale.
  
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