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Autore: Mapi D Flourite    19/03/2011    2 recensioni
[Accenni a Zoro/Sanji e Rufy/Nami]
«Non riusciremo davvero più a uscire da questo maledetto labirinto.» Strinse i pugni e si guardò attorno, gli occhi fuori dalle orbite. «Nami-san! Nami-san!» Inspirò a fondo, sentendo il terrore crescere e, con tutta la forza che aveva in corpo, si lasciò scappare un grido che salì verso il cielo come un lampo, squarciando quasi il tetto di foglie che sembrava opprimerlo ogni secondo di più: «Dove diavolo sei, idiota di uno spadaccino?!»
Nami, Sanji e Zoro si trovano a loro malgrado a dover superare un labirinto da cui sembra veramente impossibile uscire.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo - Non è cambiato nulla




Pochi giorni dopo la partenza dall'isola del Labirinto, sembrava che sulla Going Merry fosse tornata la normalità.
I tre coinvolti nella vicenda avevano raccontato a turno la loro storia, ognuno la propria parte – e nonostante ciò Zoro e Sanji erano perfino riusciti a litigare sulle versioni più o meno attendibili dell'uno e dell'altro – e per un bel pezzo Lufy aveva continuato a tenere il broncio, lamentandosi di essersi perso una straordinaria avventura, e Chopper era dovuto restare sveglio la notte per curare le ferite di Zoro che, a suo dire, erano abbastanza gravi da stroncare un uomo alto e spesso il doppio.
Sanji non aveva ripreso immediatamente a cucinare a pieno ritmo a causa delle ferite che aveva riportato alle mani, ma la sua guarigione aveva subito una brusca accelerata quando Usop e Lufy, per rendersi utili, si erano offerti di cucinare al suo posto.
Robin, seduta sulla sua sdraio con la sua vecchia copia de Il Labirinto degli Amanti in mano, osservava i suoi compagni di viaggio da sotto il grande cappello che le riparava gli occhi dal sole. Era una mattina tranquilla, il vento soffiava placido e gonfiava le vele nella giusta direzione, tanto che a un certo punto Robin vide Nami cominciare a vagare tranquilla sul ponte, godendosi la frescura che la circondava e quegli attimi di pace ormai troppo rari sulla Grand Line.
E dietro di lei, nel frattempo, si stava scatenando il putiferio. Usop, Lufy e Chopper avevano preso di mira un grosso gabbiano che aveva scelto come luogo di riposo ideale una grossa e robusta pianta di mandarini, con la scusa che probabilmente poteva essere un'altra spia di quelli dell'isola, mentre Zoro e Sanji, davanti alla cucina, bisticciavano come due ragazzini che si litigano la merenda.
Nami cominciò ad urlare e, svelta come un gatto, piombò sui tre e diede una sonora botta in testa a Lufy e nel frattempo gridava a Zoro e Sanji di farla finita, perché ormai erano sul punto di attraccare e avrebbe avuto bisogno di tutti quanti per raggiungere il porto in modo sicuro. Sanji scattò sull'attenti, Zoro lo prese in giro per il suo servilismo, e i due ricominciarono a litigare, interrotti da Lufy che mostrava loro il gabbiano volare via verso l'orizzonte e Nami che, stufa di loro oltre misura, diede a tutti una scarica di pugni sulla testa, prima di rispedirli al lavoro.
Nascosta dietro al suo libro, Robin sorrise.
«Sembra che stia andando tutto per il meglio,» disse, quando Nami le arrivò accanto per annunciarle che erano in porto e che si sarebbero trattenuti soltanto il tempo necessario per fare rifornimenti e rilevare il magnetismo con il Logpose.
«Già,» borbottò Nami, lievemente scocciata. «A volte li preferisco, quando sono un po' scossi: almeno la smettono per un po' di fare tutto questo casino.»
Con sua sorpresa, Robin rise, coprendosi le labbra con la mano. «Forse,» le concesse con una scrollata di spalle. «Ma anche così non sono affatto male: riescono a far sembrare la nave viva, in un certo senso.»
Nami sorrise e si sedette accanto a lei, gli occhi puntati verso il cielo. «È vero, anche se devi ammettere che sono veramente insopportabili.»
Robin annuì con un sorriso e Nami fece per alzarsi quando le venne in mente una cosa e tornò a voltarsi nella sua direzione: «Scusa, Robin, è un po' che ci penso…»
La donna chiuse il libro in grembo e piegò il capo di lato, invitandola a proseguire: «Sì? Dimmi pure.»
«Ecco…» cominciò Nami, tamburellandosi il mento con un dito, «hai presente quel tuo libro che parlava dell'isola del Labirinto?»
Robin si irrigidì impercettibilmente, tanto che Nami nemmeno se ne rese conto. «Sì?»
«Me lo presteresti? Dopo quello che mi è successo mi è venuto voglia di leggerlo, sai, per confrontare quello che c'era scritto con quello che mi ha detto il falso Gaimon.»
Robin addolcì la propria espressione e piegò le labbra in un sorriso mesto, spiacente. «Oh, mi spiace tanto, Navigatore, ma non ho idea di dove sia finito.»
Nami sbatté le palpebre e poi piegò le labbra in una smorfia delusa. «Oh.»
«Purtroppo l'altro giorno Usop e Lufy mi hanno chiesto il permesso di vedere alcuni libri e ora c'è un macello terribile, nella mia libreria.»
Nami sospirò. «Lufy, c'era da immaginarlo! Be', non fa niente, era solo curiosità,» disse e si avviò di nuovo, quando la voce di Robin raggiunse le sue spalle, eccessivamente cortese: «Lo cercherò approfonditamente, se vuoi.»
Nami sorrise. «Grazie, mi faresti un grosso favore!»
«Ma figurati,» le rispose Robin, sottovoce, e mentre tutta la ciurma di Cappello di Paglia – Zoro compreso, questa volta – scendeva a terra, nessuno si accorse di una mano che spuntava dal fianco della nave e, con estrema grazia, gettava un piccolo tomo tra le onde pigre che si infrangevano contro la chiglia della nave, fino a che i flutti non l'ebbero assorbito del tutto, tramutandolo in una specie di tesoro nascosto che con tutta probabilità non sarebbe mai più stato ritrovato.
Robin sospirò, lievemente accigliata, tornando alla sua lettura. Detestava sbarazzarsi in quel modo dei libri, non era proprio da lei, ma in quel momento era convinta che mantenere la tranquillità nella loro ciurma fosse la cosa più importante.
Sollevò gli occhi nuovamente verso terra, dove il Cuoco e lo Spadaccino stavano discutendo – probabilmente circa i turni di guardia – e sorrise. Sicuramente non ne sono ancora consapevoli, pensò, tornando ad immergersi nella sua lettura, ma forse, un giorno, lo scopriranno anche loro.
E quando quel giorno sarebbe finalmente arrivato, decise Robin, avrebbe fatto di tutto per procurarsi nuovamente il libro di cui si era dovuta sbarazzare.
Perché una buona lettura restava comunque il bene più importante.






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N/A
Vorrei che voi sappiate, a puro titolo informativo, che a momenti ci ho messo di più a scrivere le note che non l'intera fanfic. XD
Onestamente non so cosa scrivere, adesso, perchè questa storia mi ha tenuta impegnata praticamente tutta la settimana, e il fatto di essere riuscita a finirla per tempo mi mette addosso una cosa che voi non avete idea. ;__;
Quando ho scritto le prime parole di questa fic ero letteralmente terrorizzata e, nonostante lo fossi anche quando ho scritto le ultime, mi sembra di aver scavato un mondo, in sette giorni: magari è solo una piccola buca scavata col cucchiaino, però è il mio primo passo (un passo bello lungo, forse, forse più lungo della mia gamba) e ne sono estremamente soddisfatta.
Grazie a chi ha letto fin qua, grazie a chi ha letto solo fino a metà e grazie perfino a chi si è fermato al prologo, perché almeno una piccola possibilità me l'avete voluta dare.
Lo ripeto, sono una neofita, quindi abbiate pietà di me.
E, detto questo, non ho altro da aggiungere.
Solo che spero che vi siate divertiti almeno un po' con me, leggendo questa storia, e che non pensiate troppo male di questo mio raccontino. ♥
Spero che ci rivedremo presto sulla rotta per il One Piece! ^ò^




  
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