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Autore: crazy_world    20/03/2011    6 recensioni
Bellatrix Lestrange è una guerriera, sempre stata al fianco del Signore Oscuro, sempre pronta a servirlo, sempre pronta a dare la sua stessa vita per lui. Ma se in ballo ci fosse un'altra vita, come reagirebbe la Mangiamorte? Se in ballo ci fosse qualcosa di più importante della guerra per il potere?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Okay, prima fanfiction in assoluto! finalmente mi sono decisa a pubblicarne una:) Spero vivamente che vi piaccia, e se vi va, lasciate una recensione:) Baci! 





BUONANOTTE FECCIA

 

La donna si guardò intorno con aria assente e sofferente.

Il piatto di fine porcellana elfica luccicava, vuoto e pulito, sotto il suo mento appena sollevato.

I suoi occhi simili alla pece fissavano la parete di fronte a lei, senza però vederla realmente.

I minuti scorrevano lenti, lentissimi, e Rodolphus non si era ancora fatto vivo, all’alba delle otto e quaranta di sera.

Bellatrix Lestrange si annoiava. E Bellatrix Lestrange odiava annoiarsi.

-Peach!-.

Un piccolo, minuscolo elfo, comparve al centro della stanza.

-S…sì padrona?-.

-Il padrone. Ha detto a che ore sarebbe tornato?-.

-Peach non sa, padrona! Peach non è stata informata da padron Rodolphus!- piagnucolò la creatura, stropicciandosi il grembiule rosa chiaro.

Bellatrix si alzò dalla sedia imbottita, allontanandosi dalla tavola riccamente apparecchiata e decorata dagli elfi.

Si guardò svogliatamente intorno. Certo, era stata una bella fortuna che il ministero, sedici anni prima, non avesse demolito il maniero dei Lestrange. Era una costruzione bellissima: profondamente ispirata allo stile gotico francese, era slanciata ed imponente, molto luminosa (cosa che Narcissa invidiava molto alla sorella, dato che Malfoy Manor era decisamente buio), grazie alle numerose finestre, alcune delle quali realizzate con pregiati vetri colorati.

Nella sala da pranzo, dove attualmente Bellatrix attendeva il marito impegnato in affari di lavoro, c’erano solo tre quadri.

Il primo in realtà era una grande foto che ritraeva i due coniugi, il giorno del loro matrimonio. Entrambi sorridevano, gli occhi luminosi e i volti baciati dal sole. L’immagine era pressoché statica, eccezion fatta per Rodolphus, che ogni tanto salutava qualcuno che probabilmente si trovava alle spalle del fotografo.

Il secondo quadro rappresentava un signore molto anziano che non faceva altro che dormire tutto il giorno. Era il trisavolo di suo marito, Marcus Pitius Lestrange, un uomo avaro e crudele.

Il terzo invece era una tela molto semplice: una natura morta. Era un dipinto proveniente dall’Italia, di un qualche pittore babbano… Nonostante Bellatrix odiasse con tutta se stessa i Babbani, aveva un debole per l’arte, esattamente come Narcissa, che però conosceva perfettamente vita, morte e miracoli dei vari artisti europei e non.

La Mangiamorte si avvicinò ad una delle finestre e vide qualcosa che le peggiorò notevolmente l’umore.

-Peach-.

-Sì padrona- -Dì a Lucius Malfoy che sono a riposare e che non voglio essere disturbata-.

-Certo padrona!-.

-È questo il modo di accogliere un caro amico in casa tua, Bella?- esordì Lucius entrando nella sala da pranzo con la piccola Peach che tentava invano di fermarlo.

-Padrona, Peach chiede perdono! Peach non è riuscita a fermare il signor Malfoy!-.

Bellatrix la freddò con un’occhiata, e l’elfa sparì otre la porta della stanza, prendendosi a pugni la testolina.

-Io non vedo cari amici, Malfoy-.

Il biondo scoppiò in una tetra risata. -Oh, Bella, Bella- ridacchiò, scuotendo il capo, -mi chiedo il perché di tutta questa… acidità-.

La riccia non lo degnò di risposta, e si avvicinò al mobile bar.

-Bellatrix, dobbiamo parlare-.

-Riguardo cosa?-.

-L’altra notte-.

La donna riempì un calice di cristallo di Firewhiskey. -Prego?-.

-L’altra notte, Bella- sorrise lui, mellifluo. -Sai… l’attacco al Paiolo Magico, Avery che allunga un po’ troppo le mani… la tua reazione-.

-Avery è un cretino-.

-Avery era un cretino-.

-Giusto- ghignò lei.

-Non c’era bisogno di ucciderlo, Bella-.

-Sì be’… ero ubriaca. Potevate anche fermarmi- fece lei, sorseggiando il liquido dal bicchiere.

-Fermarti? Per poi morire tutti? Avery non vale le nostre vite- sghignazzò Lucius. -Solo Rod avrebbe potuto placarti, ma sfortunatamente era altrove con il Signore Oscuro-.

-Se Rod fosse stato presente, Avery, ubriaco o meno, avrebbe tenuto le zampe nel mantello-.

-Vero- concesse l’uomo.

Bellatrix prese una lunga sorsata di liquore; poi squadrò il biondo con sguardo canzonatorio.

-Sei venuto fin qui solo per questo?-.

Lucius si guardò intorno, come per cercare appoggio nella stanza. Si schiarì la voce; quando parlò, il suo tono era decisamente più basso, come se il vecchio Marcus avesse potuto origliare.

-Vedi… non so se ricordi ma… l’altra sera è successo anche dell’altro-.

Lei inarcò le sopracciglia. -Spiegati-.

-Be’…l’altra notte è successo qualcosa tra noi… due-.

-Te l’ho detto: ero ubriaca-.

-Bella, sii seria-.

La Mangiamorte si alzò dalla poltrona sulla quale si era seduta. -Io sono seria!-.

Gli occhi di Lucius brillarono.

-Vuoi dire che non rammenti niente?-.

Lei emise un suono gutturale, poi lo guardò irata. -No, stupido platinato!-.

Lucius sgranò appena gli occhi e rise. -Ma tu guarda. La prediletta del Signore Oscuro è impreparata-.

-Non giocare con me, carogna- ringhiò lei.

-Calmati Bellatrix- mormorò lui.

-No che non mi calmo! Cosa diavolo è successo tra noi due l’altra notte?-.

-Oh, niente di che… diciamo solo che tu sei… be’, sei "caduta" nel mio letto-.

-No-. Il sussurro aspro della donna risuonò come uno schiocco di frusta. -Non è vero-.

-Oh si che lo è-.

La riccia abbassò il capo, fissando il pregiato tappeto sul quale sostava. Quando tornò a fissare l’uomo davanti a lei, il suo viso sembrava mutato.

-Complimenti Lucius- commentò con una voce infantile e giocosa. E nella testa dell’uomo si accese un campanello d’allarme.

Quello era uno dei rari attimi in cui Bellatrix faceva paura anche senza la bacchetta, momentaneamente appoggiata sul tavolo.

-Davvero complimenti, sei un vero cattivone-.

-B… Bella-.

-Taci!- bisbigliò lei, folle. -Voglio che tu mi racconti esattamente quello che è successo, mio viscido "caro amico"-.

-Bellatrix, non c’è bisogno di scaldarsi-.

-Oh no… non ho nemmeno iniziato-.

La donna si avvicinò pericolosamente al tavolo in mogano, gli occhi di entrambi che saettavano ad intervalli regolari verso la bacchetta.

-Ti racconterò tutto, ma devi calmarti, ti prego-.

La mano della Mangiamorte si strinse, quasi con affetto, intorno alla bacchetta appena recuperata.

-Parla Lucius, ti ascolto; sono calma-.

Lui deglutì ripetutamente. Iniziò a parlare con voce controllata, nonostante la paura stesse prendendo il sopravvento.

-Noi… noi eravamo al Paiolo Magico. Dopo averlo attaccato e mezzo distrutto, abbiamo svuotato le dispense e ci siamo messi a bere, io, te e Avery, mentre Nott se n’è andato. Avery ci ha provato con te pesantemente, e tu gli hai scagliato prima un Crucio. Ma dato che poco dopo l’ha rifatto, gli hai lanciato un’Avada Kedavra. Queste cose te le ricordi?-.

-Vagamente- mormorò lei tormentandosi le mani. -Va’ avanti-.

-Abbiamo bevuto ancora e ancora. Poi ad un tratto ti sei letteralmente gettata tra le mie braccia e… è successo quel che è successo. Siamo stati insieme. Alle prime luci dell’alba, questa mattina, ti ho riportata qui, di Rod non c’era nemmeno l’ombra-. Lucius prese un grande respiro. -Questo è quanto-.

Il petto della donna si alzava e si abbassava, freneticamente; gli occhi scuri erano pozze d’incredulità, e la bocca era leggermente aperta, in una smorfia scioccata.

-Io sono venuta a letto con te?-.

-Esatto-.

Bellatrix si lasciò cadere su una poltrona, senza forze. -Cosa dirà Rod?- gemette.

Malfoy si inginocchiò dinnanzi a lei, un leggero sorriso a increspargli le labbra sottili.

-Ma non è obbligatorio che tuo marito lo sappia, Bella-.

Lei lo guardò disgustata.

-Mi stai forse dicendo che saresti disposto a tacere, Lucius?-.

-Certo- mormorò lui con voce strascicata. -Ti basterà solo farmi un piccolo favore, in cambio-.

-Che cosa vuoi?- scattò lei.

L’uomo la studiò per un attimo. -Il vostro maniero-.

-Che cosa?! E Rodolphus ed io dove andremo a vivere?!-.

-Non ora, tesoro- ridacchiò l’uomo, -quando la guerra sarà finita. Se io o Narcissa o Draco sopravvivremo, questa casa andrà ad uno di noi. In caso contrario, sarà ancora vostra-.

-E che mi dici se sopravviviamo tutti?-.

-In quel caso tutto resterà com’è ora-.

-Ci sto- ghignò Bellatrix.

-Affare fatto-. Lucius allungò il braccio.

-Non ti dispiace se ti stringo la mano, non è vero? Vorrei avere meno contatti possibili con te-.

Lui scoppiò a ridere. -Tranquilla, è prevedibile-.

Recuperò il mantello da viaggio dallo schienale rigido di una sedia e lo indossò.

-Buonanotte Bellatrix. Salutami Rodolphus, ti prego-.

-Buonanotte feccia-. 

  
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