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Autore: crazy_world    27/03/2011    5 recensioni
Bellatrix Lestrange è una guerriera, sempre stata al fianco del Signore Oscuro, sempre pronta a servirlo, sempre pronta a dare la sua stessa vita per lui. Ma se in ballo ci fosse un'altra vita, come reagirebbe la Mangiamorte? Se in ballo ci fosse qualcosa di più importante della guerra per il potere?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutte/i! Innanzi tutto, vorrei ringraziare Phoebhe76 e The_Writer per le loro meravigliose recensioni (Cami grazie ancora, davvero!). Sono davvero f-e-l-i-c-i-s-s-i-m-a che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito. Dunque, ho fatto i miei calcoli, e credo che tra scuola, casa, e altri impegni, riuscirò ad aggiornare in media una volta a settimana (questo non esclude che io possa postare due capitoli in due giorni, o due capitoli in tre settimane :) purtroppo ho davvero una miriade di impegni). Bene, basta chiacchere, vi lascio al secondo capitolo di "Cronache di una guerriera spezzata". Un bacio!

 

TIPICO DI BELLA

 

Doveva solo rimanere viva.

Doveva solo proteggere Rodolphus dai prevedibili attacchi di quel viscido di Malfoy.

Doveva solo mantenere il segreto.

Doveva solo fare finta di niente e comportarsi come sempre.

Bellatrix aveva ucciso decine di persone in tutta la sua vita; aveva torturato dozzine di uomini e donne; aveva svolto compiti per l’Oscuro Signore davvero complicati. Eppure, non si era mai sentita senza via di fuga. Non si era mai sentita così indifesa.

Ci doveva essere un modo per uscirne illesi. Dopotutto era una Black, per Merlino!

Lei non conosceva la debolezza. Essere debole in guerra, significa soccombere.

Probabilmente, ad occhi estranei, sarebbe sembrato strano che Lucius non avesse voluto stringere un Voto Infrangibile. Ma tra i Mangiamorte non servivano certi mezzi.

Se avevi il Marchio Nero sull’avambraccio sinistro, nel momento in cui promettevi qualcosa, lo mantenevi, e facevi in modo che venisse mantenuto. Tutto questo, senza l’utilizzo di arti magiche, ma semplicemente raccontando ad un altro Mangiamorte del patto.

Naturalmente, doveva essere una persona di cui potevi "fidarti".

E Bellatrix aveva già in mente a chi chiedere il favore di custodire il suo segreto.

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-Buongiorno tesoro-.

-‘Giorno Rod- sbadigliò la donna, prendendo posto a tavola.

Si trovavano nella stessa stanza in cui, la sera prima, era avvenuto l’acceso dibattito tra Bellatrix e Lucius.

-Hai dormito parecchio-.

-E tu non hai dormito affatto. Mi sono svegliata alle due di notte e non eri ancora arrivato. A che ora sei tornato?-.

-Alle quattro meno un quarto. Credimi, è stata la missione più noiosa che io abbia mai dovuto compiere-.

-Cos’hai dovuto fare?-.

-Il palo-.

Bellatrix tossì; il succo di zucca le era andato di traverso. -Il che?-.

-Il palo, la sentinella. Sono rimasto per quasi due giorni fuori da una dannata grotta in mezzo al mare!- mugugnò lui, sgranocchiando un biscotto allo zenzero.

-E non ti ha detto che cosa doveva fare?-.

-No. Mi ha soltanto detto che doveva entrare nella grotta per sbrigare delle faccende ‘delicate’-.

-Capisco-.

Rodolphus prese di malavoglia la copia della Gazzetta del Profeta dal bordo del tavolo e l’aprì.

I suoi occhi scuri scrutarono la prima pagina. Poi le sue labbra si stesero in un ghigno.

-Amore, parlano di te-.

-Sul serio?- chiese lei, sorridendo.

-Sì, senti qui: "Attacco al locale ‘Il Paiolo Magico’: i Mangiamorte Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy, indiscussi capi della missione, hanno bombardato porta e finestre del locale, oltre ad aver abbattuto il muro che divide Londra Babbana da Diagon Alley…"- lesse Rodolphus. -Dovete aver fatto davvero un ottimo lavoro- commentò.

-Sì… effettivamente…- mormorò lei, indispettita dal fatto che l’autore dell’articolo avesse affiancato il suo nome a quello di Malfoy. -Comunque lo abbiamo attaccato due sere fa. Ne parlano solo ora?-.

-Probabilmente erano indecisi se pubblicarlo oppure no-.

-Può darsi- tagliò corto. -Oggi hai da fare, Rod?-.

-Temo di sì, tesoro. Sto trascurando troppo i miei affari-.

Bellatrix esultò silenziosamente. Certo, le dispiaceva non stare con suo marito ora che ne aveva il tempo, ma doveva assolutamente parlare con qualcuno della promessa.

-È vero. Non ti dispiace se vado a trovare Anita, questa mattina, vero?-.

Lui sogghignò. -E da quando mi chiedi il permesso per fare qualcosa?-.

-Giusto. Allora sappi: questa mattina andrò da Anita- rise lei, avvicinandosi a suo marito.

-D’accordo amore-.

Bellatrix si piegò su di lui e appoggiò dolcemente le sue labbra su quelle di lui, sfiorandole appena. Rodolphus reagì baciandola con foga, una mano posta saldamente sulla nuca di lei.

-Io vado- sussurrò la donna, gli occhi scintillanti.

-A dopo- mormorò lui con voce roca.

Usando violenza su se stessa, Bellatrix si allontanò dall’uomo, raggiungendo la porta della sala da pranzo ed uscendo nel corridoio.

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-Peach il pranzo dev’essere pronto per mezzogiorno e trenta, non più tardi. Io esco-.

L’elfa si mordicchiò le dita e guardò la Mangiamorte mettersi il lungo, nero e pesante mantello da viaggio.

-Sì, padrona-.

Non che il mantello servisse davvero, dato che avrebbe viaggiato con la Metropolvere; più che altro faceva scena. E la slanciava.

Bellatrix entrò nella biblioteca, dove si trovava il camino più grande ed elaborato.

Si fermò qualche istante ad ammirare le centinaia di volumi che si trovavano sugli scaffali. Un tempo, prima che lei e suo marito venissero arrestati, prima che si fossero fatti trascinare così tanto dentro ai loschi affari di Voldemort, entrambi passavano lunghe ore a leggere, sfogliare, oppure semplicemente guardare quei libri.

La maggior parte era letteratura e saggistica magica, ma si potevano trovare grandi classici babbani come ‘Cime Tempestose’, ‘Romeo e Giulietta’, ‘La Divina Commedia’.

La donna abbracciò con lo sguardo la stanza quasi interamente realizzata in lucido legno scuro. Amava la biblioteca.

Bellatrix si avvicinò rapidamente all’enorme camino in granito. Vi entrò agilmente e prese una manciata di Metropolvere dal piccolo barattolo posto sul bordo.

-Villa Greengrass-.

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Lucius Malfoy afferrò la Gazzetta del Profeta che stava sulla sua scrivania.

Sorrise nel vedere la foto del locale devastato.

Sorrise pensando allo scherzetto che aveva combinato a quella sgualdrinella di Bellatrix.

Qualcuno bussò alla porta dello studio.

-Avanti-.

Un uomo sulla cinquantina entrò elegantemente nella stanza. -Lucius-.

-William-.

Malfoy si alzò in piedi e andò incontro a Nott.

-Grazie mille di essere venuto-.

-Ma ti pare- ghignò l’altro. -Raccontami tutto-.

Lucius scrollò le spalle con finta modestia. -Semplicemente ho incastrato Bellatrix Lestrange-.

-È proprio questo che voglio sapere. Cos’hai organizzato?-.

-Siediti, prendi qualcosa da bere-.

I due uomini sedettero sulle sfarzose sedie di velluto verde scuro.

Malfoy agitò la bacchetta e due bicchieri pieni di Idromele avanzarono pigramente verso di loro.

-Ieri sera sono andato al maniero dei Lestrange- esordì il biondo. -Come prevedevo, era sola in casa. Così le ho detto che dovevamo parlare. Dovevi vedere i suoi occhi! Era già pronta a lanciarmi un Cruciatus-.

Nott scoppiò a ridere. -Tipico di Bella-.

-Già- ridacchiò lui. -E con calma… molta calma… le ho detto il resto-.

-Merlino, doveva essere parecchio furiosa- sghignazzò l’altro.

-Non sai quanto- ghignò Lucius. -Pensa se dovesse scoprire che è tutto falso-.

-Ohi ohi ohi. Ti ammazzerebbe, sicuro-.

-Molto probabilmente.  

  
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