34. Petali
di rosa.
Due
occhi blu si aprirono scrutando una stanza sconosciuta e vuota, fuori da essa
il silenzio era quasi irreale. Il sole stava iniziando a calare, ma ci avrebbe
messo ancora un po’ prima che arrivasse il buio della sera. La tenda verde
scuro attorno al letto non era del tutto chiusa, ma aveva creato una zona
leggermente più buia, e adesso lo era ancora di più.
Areal
si rigirò urtando leggermente contro un altro corpo, sussultò, ma un braccio si
mosse per abbracciarla. La ragazza era leggermente confusa, ma quando anche
Draco aprì gli occhi e fece quel suo sorrisino beffardo, capì che era al sicuro
e che era tutto apposto.
Il
ragazzo la strinse e sé, si sollevò leggermente per aggiustarle il cuscino e
poi la baciò sulla fronte. Risero, si rubarono un bacio a fior di labbra.
-Devo
andare…-
-Ci
vorrà ancora un po’ prima che arrivino. Rimani- Lui perse ad accarezzarle i
capelli.
-Mai
partecipato a festa più noiosa- Si lamentava Blaise, dopo essere entrato nella
sua sala comune.
-C’era
da aspettarselo, altrimenti Silente non ci avrebbe dato il permesso di andarci-
Sghignazzò Goyle.
Loro
due e Tiger salirono le scale fino alla loro camera e, aprendo la porta,
trovarono le tende del letto di Draco tirate.
Blaise
fece cenno agli altri due di tacere e avvicinandosi di soppiatto al letto
dell’amico, aprì di scatto le tende facendo sussultare chi ci stava dentro.
Tiger
rise. –Non sei venuto alla festa per dormire, Draco?-
Draco
si guardò in torno, nudo fra le lenzuola. Si grattò la testa, era confuso, ma
attorno a lui non c’era nessun altro a parte i suoi compagni di stanza.
Non
appena Draco si era riaddormentato, Areal era sgattaiolata via. Si era
rivestita ed aveva attraversato la sala comune dei Serpeverde impaurita. I
divani neri sembravano molto comodi, a terra c’erano tappeti verdi e dalle
finestre entrava la luce verdastra del fondale del lago. A dire il vero la sala
sembrava una prigione, per i suoi gusti, con le lampade verdastre che
scendevano dal soffitto anche se l’unica luce era fornita dal camino enorme. La
ragazza fece scorrere un muro e fuggì via il più in fretta possibile dai
sotterranei senza destare sospetti.
Quando
Canni tornò dalla festa, entrando per prima nel suo dormitorio, trovò Areal al
centro del proprio letto, seduta con le ginocchia al petto. Indossava la
camicia da notte ed i capelli erano ancora umidi. In verità Areal sembra un
cucciolo impaurito, con gli occhi spalancati e stretta com’era nelle spalle.
-Ti
senti bene?- Le chiese Canni, aggirando il letto per sedersi accanto all’amica.
Areal
non rispose. Dopo averla guardata negli occhi le si gettò al collo abbracciandola.
-Posso
sapere cosa ti prende?-
-Niente-
squittì Areal –credevo che fosse il momento in cui un’amica dovrebbe ricevere
l’abbraccio di un’altra amica…-
Canni
la scansò bruscamente dalle spalle e la tenne per qualche altro minuto mentre
le due si scambiavano uno sguardo significativo.
Canni
spalancò gli occhi. –Tu hai…?-
Areal
fece un cenno, stretta ancora nelle spalle e con l’espressione da bambina.
Canni
rimase ad occhi sbarrati. Improvvisamente si fece seria. –Inutile chiederti con
chi, giusto?-
Areal
fece un’espressione dispiaciuta.
-Certo-
fece Canni –Avrei preferito qualcun altro per te, ma credo di non poterci fare
nulla- Sembrava scocciata.
Areal
si fece avanti. –Canni io non volevo dirlo a nessuno, ma dovevo dirlo a te! Sei
la mia migliore amica, io ho bisogno che tu sappia che….
-Che
lo ami?- Canni alzò un sopracciglio, un sorriso furbo a piegarle le labbra.
Areal
si appiattì contro la spalliera del letto, gli occhi bassi.
-Cosa
c’è? Non ci avevi mai pensato? Solo perché non hai mai avuto il coraggio di
dirlo ad alta voce, non si significa che non fosse evidente!...-
Areal
rimase immobile, lo sguardo fisso sui suoi piedi. Non ci aveva mai pensato, non
lo aveva mai detto, ma era la verità. Lei… non riusciva neanche a pensarlo ma….
-Cosa
c’è?- chiese Canni –Ne dubiti ancora? Sono sei anni che non fate altro che
comportarvi come due sfere che scivolano l’una contro l’altra ma che non appena
si toccano parto in direzioni opposte-
Areal
abbassò la testa e sorrise, Canni aveva usato la stessa similitudine che aveva
usato lei parlando con Draco, quando avevano litigato dopo che l’Umbridge aveva
scoperto l’ES alla fine del quinto anno.
Prima del loro primo bacio…
Poco
dopo però la ragazza si intristì. –Ma se ammetto di amarlo… io… soffrirò! Vorrà
dire sentire sempre la sua mancanza, desiderarlo accanto a me, e sentirmi
morire quanto non sarà così e…-
-Non
è già quello che fai adesso? Non è quello che fate da sei anni?-
Quando
Emma e Jude entrarono nella loro stanza, videro Canni ed Areal abbracciate.
Rimasero stupide e sorrisero, solitamente erano entrambe troppo orgogliose per
quei gesti. Chissà cos’era accaduto di tanto speciale.
La
mattina a colazione Areal sedeva dando le spalle all’ingresso. Le sue amiche
non ricordavano di averla mai vista tanto allegra, soprattutto negli ultimi
periodi. La ragazza dai capelli corvini rideva allegramente ed in quel momento
teneva in mano il suo calice, bevendo qualche sorso di tanto in tanto. Non
credeva di potersi sentire più felice di com’era, a dire il vero.
Ma
si sbagliava.
Qualcuno
le arrivò alle spalle, le posò un bacio fra i capelli e sistemò un rosa rossa
accanto alla sua mano destra poggiata sul tavolo.
Areal
arrossì leggermente e si voltò appena, risistemandosi con grazia i capelli
dietro l’orecchio, mentre incrociava il sorrisino divertito di Draco, che si
allontanava per raggiungere il suo tavolo.
La
cosa non passò poi tanto inosservata.
Prima
di tutto un Serpeverde che si avvicina al tavolo dei Corvonero non era una cosa
abituale. Secondo, Draco Malfoy non passava mai troppo inosservato. Ad ogni
mondo tutti gli amici di Areal si erano goduti la scena sorridendo, altri
bisbigliavano.
-Jude, credo che dovrò mettere gli occhiale- Esclamò Emma a bocca
aperta –Perché credo di aver appena visto Draco Malfoy regalare un fiore alla
mia amica e non mi sembra poi tanto possibile-
-Io
credo che lo sia- Disse Jude con tranquillità –Non dimenticarti del bacio!-
Areal
aveva un sorriso radioso, prese la rosa rossa fra le mani e ne accarezzò i
petali. Era la rosa più bella che avesse mai visto. Si scambiò uno sguardo con
Canni, che le sorrideva astutamente.
-Cosa
mi sono perso?- chiese Erick, arrivando in quel momento, sovrappensiero. Si
sedette accanto a Canni, seguito da un suo amico troppo impegnato ad
aggiustarsi il mantello.
-Draco Malfoy che augurava un dolce buon giorno alla nostra Areal- Disse Canni, senza smettere di sorridere in quel
modo antipatico ad Areal.
In
tutta risposta, Areal le fece una linguaccia.
Il
sole attraversava le foglie creando giochi di luce sull’erba, ma i due ragazzi
distesi a guardare le nuvole non badavano minimante ai riflessi sulla loro
pelle.
Draco
sollevò il braccio sinistro verso i raggi del sole, permettendo alla ragazza di
osservare con più attenzione il marchio nero impresso sulla sua pelle candida.
-Non
è male come sembra- buttò lì Draco. –Quando lo mostro a qualcuno lo terrorizzo
e lo costringo a fare tutto quello che voglio-
Areal
lo guardò perplessa, non sembrava poi tanto convinto. A dire il vero sembrava
la vecchia voce di Draco, quando era solo un ragazzino dispettoso. Erano
distesi sull’erba umida, le teste vicine, era abbastanza scomodo guardarsi
negli occhi.
-Ti
dà fastidio, ogni tanto?-
Draco
fece un mezzo sorrisino. –Piton dice che è normale
all’inizio, brucia sempre di più. Ma con il passare del tempo si abitua al tuo
corpo, o meglio, sei tu ad abituarti a lui…-
Calò
nuovamente il silenzio, ma fu il ragazzo a romperlo.
-Quando
lo vedevo sul braccio di mio padre e gli sentivo raccontare le sue avventure
fra i Mangiamorte, pensavo che un giorno sarei stato come lui. Pensavo che lo
avrei seguito nelle sue cacce anti-babbano, che avrei
servito con onore l’Oscuro- fece una pausa, guardando il suo braccio marchiato
ancora sollevato contro il cielo –Ma mio padre non c’era ad essere fiero di me
quando mi è stato impresso il marchio. Ero felice all’inizio, facevo parte
dell’esercito del Signore Oscuro. Avremmo vinto e i Purosangue avrebbero
regnato su tutti-
Areal
si appoggiò alla sua spalla, silenziosa.
-Ma
ogni cosa ha il suo peso- Concluse il ragazzo.
-Tu
lo hai visto, Draco?-
Il
ragazzo non rispose, serrò la mascella. Era ovviamente un sì.
-Condividi
a pieno le idee dei Mangiamorte, vero?-
-Decisamente,
ma non sono un assassino-
-Non
devi diventarlo per forza- precisò Areal
Draco
scoppiò a ridere, una risata totalmente priva di gioia. In un attimo tornò il
Draco adulto e serio d’inizio anno.
-Draco, qual è la missione che ti ha affidato? Non oso immaginare
quanto deve essere brutta, se ha avuto così tanto effetto su di te-
Il
ragazzo si sollevò di scatto e rimase seduto sovrastando la ragazza, con le
mani poggiate ai lati della sua testa. –Ascoltami bene- le disse guardandola
seriamente negli occhi –Tu stai con Draco Malfoy, non con un Mangiamorte.
Quindi rimani fuori da tutto ciò che riguarda Lui, chiaro?-
Come
poteva Areal contraddire Draco quando aveva quell’espressione fredda e seria
stampata in viso? Si sollevò mettendosi a sedere, ad un palmo dal suo naso. Gli
prese delicatamente il volto fra le mani, ricambiando il suo sguardo con
decisione.
-Ho
accettato di stare con te, Draco, e sappi che non ho alcuna intenzione di
andarmene via quando le cose si faranno difficili. Io rimango con te, qualsiasi
cosa accada-
Draco
le prese una mano e la baciò. –Lo so. Tu non puoi neanche immaginare quando sei
importante per me. Ma proprio per questo voglio che ne rimani fuori- le
accarezzò una guancia –Tu sei così
buona, difendi sempre i più deboli, odi i prepotenti. Saresti un’alleata
perfetta per Potter, e lo sei anche adesso. Ti permetto di starmi accanto
perché io per primo non posso fare a meno di te, ma non farò mai niente che
macchi anche la tua anima-
Areal
scosse la testa, gli occhi blu più seri che mai. –Io ti conosco, Draco, io
voglio proteggere te. So che non ti
faranno mai santo, so quali sono le tue idee. Ma la tua anima non ha neanche
un’ombra, fidati-
Draco
abbassò la testa, parve nascondere un sorriso sadico e triste, poi tornò a
ricambiare il suo sguardo. –Lascia perde la mia anima, è già segnata- Le
ricordò lanciando un’occhiata al braccio sinistro scoperto. –Ma la tua ancora
no e non ho intenzione che accada. Non ti permetterò di fare mai nulla di cui un
giorno dovrai pentirti-
Areal
mosse appena le labbra, ma Draco prese parola per primo.
-Ti
chiedo di farlo per me, Areal. Non immischiarti in quello che faccio, stanne
totalmente lontana-
Areal
abbassò la testa.
-Voglio
che me lo prometti- Disse Draco, sollevandole il mento.
Guardandolo
dritto negli occhi, Areal sapeva di non poter dire di no a quelle iridi verde
chiaro, così penetranti, profonde, magnifiche. E tristi.
-Te
lo prometto, Draco-.
Continua…
Grazie
a tutti i lettori e soprattutto a BumBj, Nocticula_Nott e kicchan_96 per aver recensito ^^