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Autore: picci 1989    20/03/2011    4 recensioni
"E' ancora vittima dei suoi sogni"
"E' un fatto raro,ma si,temo che sia ancora vittima dei suoi sogni"
(EPILOGO)
Una storia inusuale, uno scambio di ruoli, uno scambio di vite e di scelte, perchè alle volte gli innocenti una scelta non la possono avere...devono vivere..a dispetto di tutto!
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
Capitoli:
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C2(BG)

Capitolo Due: Non sei il mio tipo!

 

Draco Malfoy fu avvertito quella sera dopo cena che Hermione Granger gli era stata affidata. Non diede a vedere alla professoressa quanto l’idea lo atterrisse, ma appena uscito dal suo ufficio si diresse a passo svelto fino al suo dormitorio.

Quella ragazza era odiosa ed egoista!

E Maleducata… Arrivava tardi alle lezioni e non sapeva neppure scusarsi in modo adeguato o era meglio dire che non si scusava affatto. Aveva quel broncio che le storpiava il viso ogni volta che si trattava di parlare di razze che ella definiva inferiori: elfi domestici, goblin, gnomi e naturalmente mezzosangue.

E naturalmente tra i mezzosangue quello a cui aveva sempre scombussolato l’esistenza ero io, Mozzarella Mezzosangue, come le piaceva chiamarmi.

Draco cosa ti prende?” il bambino sopravvissuto mi appoggiò una mano sulla spalla, eravamo nella sala comune, sprofondati su una poltrona, accanto al fuoco.

La Granger mi è stata affiancata. La professoressa Tonks pensa che la mia vicinanza possa influenzare positivamente la ragazza che così facendo diverrà meno indisponente con il corpo docente e potrebbe chiudere l’anno con voti dignitosi” Draco, ripeteva quelle parole come se le avesse imparate a memoria ed in parte lo erano, perché da quando la professoressa Tonks lo aveva congedato se le ripeteva, come un mantra.

Il moro gli diede una leggera pacca con fare comprensivo, Harry non era tipo da grandi slanci affettivi né dai discorsi geniali, diciamo che non sapeva come comportarsi in quei momenti.

“Dai Draco, la Grenger non deve essere così male” Harry pronunciò questa frase senza convinzione, conosceva il suo migliore amico da quando al primo anno era entrato nel suo scompartimento; gli occhiali di traverso sul naso e il viso atterrito dal troppo andirivieni. Non era un tipo che cambiava idea facilmente, era sempre stato un cocciuto e questa cosa della Granger lo metteva davvero in difficoltà, non gli avrebbe saputo dire niente per consolarlo; questo perchè Draco, pur essendo una persona molto intuitiva aveva un grande difetto: non era una persona pratica.

Harry, stiamo parlando della Granger...” stava cominciando a replicare Draco, uno dei suoi bei discorsi logici e razionali che non potevi far altro che accettare ed annuire, ma si dovette bloccare perché una capigliatura rossa si appoggiò al bracciolo della sua poltrona.

“Si Draco, stiamo parlando di quella gran figa della Grenger! Sai che significa tenerla tutta per te per un anno in-te-roDraco spostò il braccio con fastidio vedendo Ron sbavare della crema mangiando una brioche. Incredibile! Aveva terminato la cena da poco meno di 15 minuti, ed ora eccolo a mangiare ancora.

“Già dimenticavo Ron che per te una ragazza per essere accettabile deve essere una pornostar” concluse, alzando gli occhi al cielo, non riusciva veramente a capire la confusione che ci fosse intorno a quella persona, lui la trovava soltanto fastidiosa, certo non era brutta ma non era nemmeno una ragazza a cui tributare i propri sogni.

Ma la Granger non è una pornostar!” disse sulla difensiva il rosso, come se i suoi amici (dato che Harry aveva annuito alle parole di Draco), volessero svelargli che non era Babbo Natale a fargli trovare quei pacchetti scintillanti sotto l’albero.

Ron, guarda in faccia la realtà, la Granger... ma Draco fu nuovamente interrotto, cominciava veramente ad infastidirsi; questa volta un ragazzino smilzo e dai capelli color sabbia gli si rivolse, sedendosi pesantemente sul divano.

“Non è una pornostar, Draco, è molto peggio” disse Seamus, improvvisamente la discussione cominciava a interessare troppe persone, senza voltare il capo da una parte all’altra, Draco era convinto che molti li stavano ascoltando, sperò soltanto che nessun’altro voleva dire la sua sulla Granger, era stanco dei loro consigli o dei loro racconti, sapeva di trovarla pessima anche senza quel teatrino che aveva del  grottesco.

“Come fai a dirlo?” disse Harry che aveva ancora la sua mano sulla spalla del ragazzo anche se oramai la sua attenzione era calibrata sul viso di Seamus. Draco sentì che la mano di Harry si stringeva convulsa sulla sua spalla e se ne chiese vagamente il perché poi la sua attenzione fu nuovamente su Seamus che sembrava apprezzare poco la Granger, come lui.

“Beh! La Granger non è una puttana perché almeno quelle si fanno pagare, lei non prende soldi ma se li passa uno ad uno per puro divertimento.

Non ci fa solo sesso, i ragazzi che si è portata al letto, dopo, sono distrutti perché dicono che la Regina delle Serpi ti illude con il suo corpo da mozzare il fiato, sembra dolce e sembra cambiare e poi... dopo una notte ti lascia solo. Una sola!” Seamus raccontava a mezza-voce con una mano a coprirgli la bocca come se temesse un’intercettazione.

“Sembri sapere molte cose, Seamus” disse Draco, quasi con cattiveria, “Non è che la Granger è una puttana semplicemente perché tu ti sei illuso che lei fosse stata tua e invece era solo buon sesso?” Seamus arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.

Seamus non ci posso credere! Con la Grenger? Veramente?” il ragazzo sembrò prendere di nuovo coraggio, alzò lo sguardo e un mezzo-sorriso era comparso sul suo visino pallido.

Che ti credi Ron? Mica sono un impedito come te!” Ron arrossì violentemente, piccato dal commento del compagno e non rispose. Sentivo fra i miei compagni una strana elettricità che si andava concentrando sul biondino che sembrava apprezzare non poco quest’insolita attenzione.

Seamus non ci siamo proprio, una delle poche donne che non mi dovete toccare è la Grenger! Magari tutti i clienti fossero come lei... E poi parliamoci chiaro Seamus, non ti ha portato a letto, non si è nemmeno avvicinata a te – Ron ed Harry guardarono risentiti verso Seamus che li aveva presi in giro – però, pensandoci bene, una cosa è successa fra te e la Grenger... – i grifoni focalizzarono la loro attenzione su colui che stava parlando - Ah! Ecco ora mi ricordo! Stavamo a una festa, naturalmente organizzata da me, ad un tratto la Grenger si avvicina a noi ed era così fatta che dopo aver detto che Seamus era un bel ragazzo e che piacevolmente se lo sarebbe sparato... gli vomitò addosso!” una risata forte scaturì dalla gola del nuovo venuto, Neville Paciock, Harry e Ron accolsero le parole del ragazzo con un ovazione, Draco con divertito interesse.

Neville era il nostro droghiere di fiducia, nonché filo diretto per i Serpeverde.

Lui era un mito! Spacciava i suoi intrugli di erbe senza problemi, nessuno avrebbe osato denunciare Neville per due motivi:

1. Era simpatico a tutti, troppo fatto o troppo assonnato per poter essere odiato da qualcuno.

2. Nessuno ci avrebbe comunque provato, senza ritrovarsi in pericolo di vita perchè i suoi clienti abituali non avrebbero gradito.

Così Seamus si zittì all’istante e arrossì violentemente mentre si spegneva l’ovazione.

Draco sospirò rassegnato al suo destino e si rilassò maggiormente sulla poltrona. Doveva andare a dormire. L’indomani gli toccava la Granger. Eppure non aveva tanto sonno, così aprì un libro, di quelli che aveva in borsa e cominciò a leggere.

 

Draco?” riaprì gli occhi leggermente, pochi minuti prima le parole si erano cominciate a mischiare davanti agli occhi e aveva deciso di chiuderli, solo per un attimo, ma a quanto pare era bastato per farlo crollare sulla poltrona; il fuoco si stava spegnendo e la sala comune si era svuotata, al suo fianco, sul bracciolo della poltrona, con un’espressione preoccupata sul viso, c’era una ragazza dai capelli rossi.

Ginny!” rispose, la voce gli tremò un attimo. Draco si era innamorato di quella ragazzina da quando l’aveva vista la prima volta con la divisa scolastica.

Il suo cuore aveva tremato quando Voldemort l’aveva presa, il secondo anno.

L’amava per il suo modo di sorridere, per l’intonazione della sua voce, per gli occhi che le luccicavano di sorpresa, per i capelli rossi come il peperoncino, per la sua mancanza di freni inibitori, per il tono delicato che gli dedicava, per il sorriso sincero che ti avvolgeva...

Oh come l’amava! E naturalmente, come tutte le cose che piacevano a Draco, non gli apparteneva, da sempre a Ginny piaceva Harry e lui lo sapeva; perché per quanto non aveva mai avuto una ragazza, quando passi la tua adolescenza a fissare una donna che irrimediabilmente fissa il tuo migliore amico, te ne rendi conto.

“Sei abbattuto per via della Granger?” Draco avrebbe voluto risponderle di no, che a lui non fregava nulla di quella Dark Lady, dalla dubbia fama e dalla capacità di conversazione di una rapa, ma sarebbe stata una menzogna... e lui a Ginny non raccontava mai cavolate!

Si” lo disse a bassa voce, non doveva sembrare l’uomo più attraente del mondo appena sveglio e magari con il fatidico filo di saliva indurito vicino alla bocca, mentre, con voce roca, diceva all’unica ragazza che gli fosse mai piaciuta che era abbattuto per la notizia che avrebbe passato un anno, con una delle ragazze più famose di Hogwarts. Dovevo apparirle molto strano e imbranato.

“Ti fa paura?” chiese, chinandosi maggiormente sul bracciolo per poter incontrare il suo corpo.

“No” la rossa alzò lo sguardo su di lui, stupita.

“Come fai? A me fa tremare!” Draco le sorrise incoraggiante, le sembrò quasi giusto che fosse lui ad essere quello coraggioso e lei quella da proteggere.

“Quella ragazza la trovo solo ridicola e di una superficialità terrificante!” Ginny gli sorrise e gli schioccò un bacio su una guancia, Draco desiderò che Ginny sbagliasse a baciare la guancia e toccasse le sue labbra, ma naturalmente Ginny non lo fece.

La guardò con il suo sguardo più bello e le donò il suo sorriso migliore.

“Sai Draco, quando sorridi mi fai sentire felice?” Draco annuì e quando la rossa posò il suo capo sulla sua spalla e scivolò dal bracciolo, per incollare il suo corpo al suo, pensò di morire e arrossì violentemente.

“Sei fantastico” disse Ginny, con la voce nebulosa di chi ha davvero tanto sonno e Draco sperò che lei si addormentasse, per quando erano in sala comune e potevano essere visti da chiunque. Realizzò in meno di una frazione di secondo che non gli importava. Non gli importava nulla.

“Anche tu” le rispose Draco e godette di quel contatto accattivante per quella manciata di minuti che lei passò là sulla sua spalla. E per un attimo Draco anche se non credeva in nessun Dio, pensò di aver raggiunto le porte del paradiso, peccato che per lui restava sempre chiuso.

 

DracoDracoDraco…Dr..” il ragazzo aprì di nuovo gli occhi, la sala comune era vuota e il fuoco si era spento.

Harry?!?” chiese ancora stravolto, dove era finita Ginny? Girò il capo più volte, si chiese se si fosse nascosta dietro a qualche mobile, appena aveva sentito i passi che scendevano dal dormitorio maschile, ma non vide nessuno e con un sospiro si rese conto che avevo sognato, con un libro sulle ginocchia e la faccia premuta sul velluto rosso della poltrona.

“Amico, stavi dormendo” gli confermò Harry, davanti la sua espressione apatica.

“Peggio Harry, stavo sognando!” era così triste che Harry non ebbe cuore di prenderlo in giro per questa sua inusuale vena melodrammatica, si sedette sul divano accanto alla poltrona.

“Era un bel sogno almeno?” Draco lo guardò, pensando che per lui era certamente un bel sogno, ma che per Harry non sarebbe stato lo stesso sapere che al suo migliore amico piaceva la sua fidanzata, e che se la sognava...

“Abbastanza” si tenne quindi sul vago.

“Fammi pensare...Capelli crespi, gambe lunghe, caratteraccio...vero?” Draco alzò un sopracciglio e lo guardò sarcastico, non riusciva a capire cosa ci fosse di bello nella Serpeverde in questione che piacesse tanto ai suoi amici.

“Tu credi che io sogno la Granger?” il moro annui.

Harry, dato che siamo amici da tanto tempo, invece di sbuffare e alzare gli occhi al cielo, ti spiegherò una cosa facilmente comprensibile: IO non voglio uscire con la Granger; né avere altri rapporti che vadano al di là di seguire le lezioni seduti allo stesso banco, magari abbastanza distanti in modo tale che il suo naso non si arricci come se io puzzassi di cacca di drago, spiegarle le lezioni se lei non capisce qualcosa. Punto. Questi, saranno i miei rapporti con la Granger. Basta.” Ma come se Harry non lo avesse affatto ascoltato.

“Io me la sognerei, anzi io farei di peggio” lo guardai annichilito e non potei fermarmi dal dire.

E proprio vero che non si è mai contenti di ciò che si possiede. Non pensi a Ginny?” Harry lo guardò allarmato, come se lo avesse colto con le mani nella marmellata.

Draco, calmati, io scherzavo, è logico che Ginny non la tradirei mai!” Draco per un attimo si concesse un sorriso sereno che subito si gelò, non andava a suo interesse che Harry continuasse a stare con Ginny.

Ma non lo diede a vedere, posò una mano sulla spalla del moro e gli disse:

“Andiamocene a dormire Harry che è meglio.

“Così tu potrai tornare a sognare…chiunque tu stessi sognando” alzandosi Draco fissò la schiena del suo amico e sperò che Harry non acquistasse mai dimestichezza con gli incantesimi di lettura della mente.

“Già, speriamo”

 

“Per il secondo trimestre tratteremo la pozione della Pace, una pozione che calma l'ansia e placa l'agitazione. Se si eccede con gli ingredienti, chi la beve potrebbe cadere in un sonno pesante e a volte irreversibile. È una pozione molto difficile da preparare. Spesso è utilizzata nei G.U.F.O e nei M.A.G.O. come prova d'esame. L'ingrediente principale è l'essenza di elleboro che va versata in un infuso di tiglio e lasciata bollire per 20 minuti. Bisognerà aggiungere, in seguito, fiori di gelsomino raccolti all'alba durante il plenilunio e girare tre volte in senso orario e una in senso antiorario…Tutte queste cose le sapranno sicuramente chi ha letto il libro di testo e chi ha fatto la ricerca, dovrete portare ad ebollizione la pozione più di una volta...” il professor Piton continuava a parlare con la sua voce monotona e senza entusiasmo della famigerata pozione sopraccitata.

Voltai il capo verso il mio compagno di banco, Draco Malfoy che non smetteva un attimo di scrivere e i suoi occhi grigi opachi erano puntati sulla pergamena porosa.

Che noia! Hermione era abituata alle partite all’impiccato di Millicent, al chiacchiericcio piacevole di Pansy, alla tranquillità dell’ultimo banco che permetteva di continuare a dormire.

Lanciò un altro sguardo al biondo..

Da oggi le sue lezioni sarebbero state così?

Ok. Non era un amante dell’impiccato e nemmeno dei pettegolezzi ma avrebbe preferito quelli a Malfoy che se ne stava seduto così discostato da lei che era facilmente ipotizzabile che lei avesse una qualche malattia contagiosa. Hermione non era abituata a produrre disgusto nel genere maschile anzi...

Fissò ancora una volta Malfoy... lei era abituata ad avere un essere umano accanto a se non una penna prendi appunti!

Poi finalmente accadde qualcosa di piacevole...

Malfoy smise di prendere appunti e si mise a parlare con lei.

Ho detto piacevole non impossibile!

Mi sono svegliata dall’incubo che mi ritrovavo vicino a Malfoy per tutto l’anno.

Ehi! Ma mi ascoltate? Ho detto piacevole non esaltante!

Comunque ho capito ve lo dico io, è suonata la campanella!

“Mozzarella Mezzosangue non è che mi fai copiare gli appunti?” chiese Hermione sorridendo accattivante ma il biondino terminata la frase li mise in borsa e la guardò ostile.

“Io non faccio copiare i miei appunti a nessuno Granger!” gli occhi della Granger divennero due fessure di ghiaccio.

“Non credo che la cara dolce professoressa Tonks sarebbe molto d’accordo!” Draco strinse gli occhi a sua volta, piccato dal velato ricatto che leggeva nelle iridi castane chiaro della Granger e indispettito come non mai riaprì la cartella e riafferrò i suoi appunti.

“Tieni. Trattali con cura non li ho ancora passati in bella!” la ragazza con poca grazia afferrò i fogli e li infilò nella cartella.

Draco intanto si era voltato per uscire dalla classe.

“Ah Malfoy, visto che ci sei, la ricerca che Piton ci a assegnato, fammela tu!” Hermione sorrise quando vide le spalle larghe del ragazzo irrigidirsi.

Se doveva sopportare quella convivenza forzata con il biondino almeno avrebbe tratto il massimo piacere da quello che faceva, chissà forse gli avrebbe dato anche un bacio coronando il sogno erotico di quel povero mentecatto!

Le spalle del biondino si rilassarono, sorrisi e stavo prendendo la mia borsa per uscire quando Malfoy parlò:

Grenger, posso sopportare i tuoi bronci da bambina viziata, le tue filastrocche contro i professori, il fatto che ti freghi i miei appunti ma non posso sopportare che tu ti voglia approfittare di me.- dicendo questo Draco si era girato e fissava Hermione con gli occhi grigi che fremevano di rabbia – Forse sarai abituata ai tuoi amichetti, quelli che ti vengono dietro solo per ricavare qualcosa da te! Non ti accorgi che mentre tu credi di usare tutti e far prevalere il tuo piacere su quello dei lecchini, sono loro ad avere il potere su di te!”

La ragazza rimase immobile, quel verme sapeva il fatto suo.

“Questo significa che non mi farai i compiti?” la sua voce era volutamente flautata, Draco del tutto passivo a quei mezzucci si avvicinò maggiormente alla Granger:

“No, ma se vuoi una mano, dopo pranzo in biblioteca, staremo tranquilli in quel periodo sono tutti a fare altro...ma tu questo lo sai naturalmente!” Hermione fremette dentro per la rabbia, ma annuì con un sorriso tranquillo.

“Ci sarò!” Hermione saltò anche quel pranzo troppo arrabbiata per poter mangiare anche solo una briciola.

 

Quando Draco entrò nella biblioteca trovò la ragazza di spalle, indossava la divisa maschile della scuola, naturalmente era vietato per le donne indossare una divisa differente, ma la sua casta e l’indubbio prestigio della sua famiglia e naturalmente i suoi soldi, chiudevano la bocca su tutte le possibili proteste.

Malgrado la considerasse una persona terribilmente superficiale e mentalmente poco stimolante, dovette apprezzare la sobrietà dei suoi abiti. La Granger era di spalle con la cascata di ricci lucidi e definiti, la divisa pulita e perfettamente stirata che le calzava senza involgarirla né infagottarla ed era più femminile di molte sue coetanee addobbate come alberi di natale.

Egli stesso si stupì di quel suo apprezzamento, poi si rese conto che più che la ragazza doveva essere la cornice ad impressionarlo. Sembrava un quadro, la ragazza di spalle che fissava i milioni di libri della biblioteca di Hogwarts:

“Bene, almeno sei puntuale Granger” la sua voce voleva sembrare pacata ma anche alle sue orecchie venne fuori asciutta, troppo risentita. La ragazza si voltò e gli sorrise, con quel sorriso falso che donava a tutti e si avviarono verso un tavolo nascosto dietro una scaffalatura.

“Cominciamo con la ricerca, poi continueremo con un ripasso di Trasfigurazioni, domani abbiamo un test” la ragazza sbuffò e cominciò a scrivere, un po’ lì e un po’ qui, le informazioni che Draco leggeva e riassumeva sulla sua pergamena.

Erano le sei  e mezza del pomeriggio quando conclusero la ricerca e il riepilogo.

La Granger si stiracchiò in modo sensuale, facendo premere i suoi seni contro la stoffa sottile della camicetta e ripose tutto quello che aveva portato nella borsa, aveva la testa che le girava... pensò di aver studiato troppo, del resto era abituata ad copiare i compiti già fatti da qualcuno. Non era una stupida, non si era mai considerata una stupida, aveva solo un grande problema: non le piaceva studiare. Ma questo a Mozzarella Mezzosangue non sembrava importare.

Mmm...così questo è il tuo mondo Malfoy?” disse la ragazza un po’ per interrompere il silenzio un po’ per la sensazione di inadeguatezza che provava nei confronti  di quelle pergamene stampate che contenevano tutto il sapere magico.

“Già, benvenuta!” rispose Malfoy, nella voce chiare tracce di sarcasmo, non aveva alzato nemmeno gli occhi dalla pergamena quando si era stiracchiata, cosa alquanto strana. Tutti i ragazzi sbavavano quando lei si stiracchiava.

“Allora un giorno ti presenterò il mio mondo che è più luccicante del tuo” rispose la ragazza pregustando l’idea di Malfoy con la sua stupida montatura in oro che tirava continuamente contro il naso, i suoi fastidiosi capelli lucidi di gel e ordinatamente messi all’indietro, i  suoi vestiti dal taglio classico e antico che entrava nel dormitorio delle Serpi per una festa illegale... questa visone era così impossibile che era da classificare come un miracolo!

Mmm...il tuo mondo Grenger? Il mondo delle magliettine come seconda pelle, dei tacchi a spillo e della minigonne ascellari? No grazie, preferisco ancora immaginarmele le ragazze” non alzò lo sguardo, continuava a scrivere sulla sua pergamena, aveva snocciolato quello che direbbe un buon padre di famiglia non un adolescente.

“Attento Malfoy di questi tempi è più facile guardare che toccare” sussurrò  la Serpeverde, era un sussurro fastidioso di quelli che ti fanno pensare ad altri luoghi e poi si percepiva una sicurezza tale, perché quel territorio scosceso era il suo.

Che vuoi farci Grenger aspetto ancora la principessa” Malfoy sorrise galantemente e alzò il suo sguardo su di lei... Grossissimo errore!

Rimase interdetto, per parlare con lui, la giovane si era protesa tanto che la scollatura della camicia, sapientemente sbottonata, mostrava l’incavo dei seni e il suo sguardo, ora cadeva proprio lì…

“Vedi qualcosa che ti piace?” Malfoy arrossì furiosamente e la Granger gli sorrise seducente negli occhi l’ombra di una vittoria annunciata, per un attimo la giovane aveva temuto il peggio.

Il silenzio divenne un’entità tangibile fra i due.

“Intanto, perché non ti diverti con le ragazze normali?” la Serpeverde decise che era giunto il momento di rischiare, a costo di sporcarsi le mani, avrebbe messo fine al giochino, era troppo stancante e non si rivelava nemmeno troppo entusiasmante, così protese una mano verso di lui e forzando se stessa gli sfiorò la guancia, per un attimo Malfoy rimase immobile come congelato sul posto, così cominciò ad avvicinarsi a lui, alle sue labbra.

Ma proprio in quel momento lui sbatté due volte le palpebre come se improvvisamente si fosse reso conto che si era perso qualche passaggio, e allontanandosi si posò una mano sugli occhi, infelice:

“Che diavolo stavi facendo Granger?” la voce un sussurro, la Granger girò gli occhi al cielo: dannati sensi di colpa del povero verginello!

“Calmo Malfoy! Nessuno ti ha mai detto che bisogna baciare tanti rospi prima di trovare il principe azzurro? La stessa cosa, immagino, valga per le principesse” il ragazzo sempre con le mani su gli occhi le rispose.

“Non ti preoccupare Granger io la mia principessa già l’ho trovata!” sentendo il suo piano scivolarle leggermente dalle mani, la Granger ricadde pesantemente sulla sedia imbottita della biblioteca, Malfoy lo interpretò come un break a quel suo strano comportamento; la ragazza, invece sedette per rimescolare le carte in tavola. L’ultima cosa che aveva ponderato era una possibile fidanzata della Mozzarella Mezzosangue.

E lei lo sa?” il ragazzo si tolse la mano dagli occhi e la fissò, per un attimo sembrò sinceramente sul punto di urlare, poi ci ripensò.

“Non sono affari tuoi” gli occhi erano due specchi di metallo, si era alzato dalla sedia e cominciava ad ordinare le sue cose in borsa... Mamma quanto la faceva lunga!

“Sai Malfoy che quando ti arrabbi diventi persino affascinante – scacco matto! Pensò la giovane, nessuna principessa cosciente, girò intono al tavolo e si avvicinò al ragazzo che continuava a infilare libri in borsa - quasi, quasi ti bacerei!” la Granger tornò alla carica, si stava divertendo, le espressioni del Mezzosangue, i suoi pensieri e i suoi sentimenti erano talmente limpidi in quegli occhi gentili che si tirava dietro che la ragazza poteva scorgere ogni cosa, e si divertiva un modo! Per esempio, quando allacciò le sue braccia intorno al collo, lo sguardo del ragazzo passò, dalla sorpresa all’imbarazzo e poi ,ancora, quando la giovane in modo femminile premette il suo corpo contro quello di lui il ragazzo fece un piccolo sorriso, qualcosa che non aveva calcolato ma che poteva comunque poteva tornarle utile.

Granger lo sai che sei proprio una bella ragazza?” è fatta! pensò la bella ragazza in questione pregustando la gioia di vedere anche quel piccolo verme dal sangue infido strisciare ai suoi piedi come facevano tanti altri. Pregustava già il viso della prof. Fuxia che si trasfigurava per la rabbia. Gli occhi freddi e i capelli che dal fuxia passavano prima al violetto e poi al rosso brillante.

“Davvero? Non lo sapevo!”  sarcasticamente ed oramai convinta dell’immediata vittoria, si distrasse con le immagini della professoressa che puniva il piccolo verme e si rassegnava all’evidenza dei fatti. Lei non sarebbe cambiata e di certo non sarebbe cambiata grazie a una Mozzarella Mezzosangue come Draco Malfoy. Il verme odorava di dopobarba scadente di quelli che si trovano nel mondo babbano, la giovane storse il nasino, sentiva le narici incandescenti perchè era sempre stata delicata e le cose di seconda mano le provocavano una terribile sensazione urticante.

“Peccato che tu non sia il mio tipo!” il sorriso della Granger si gelò, interrompendo il suo piano, ancora una volta; aver sopportato la sensazione urticante al naso e quel pomeriggio da schifo in biblioteca, non avevano sortito l’effetto desiderato. Tant’è vero che il ragazzo le tolse le mani da dietro il collo, delicatamente, come si fa con una bambina che non vuole capire un concetto molto semplice.

Malfoy sei un gay” sbottò la Granger, continuava ad immaginare quello che aveva sacrificato quel pomeriggio: la sua siepe silenziosa, la frescura del pomeriggio appena trascorso e più pensava a queste cose e più la biblioteca che prima le era sembrata confortevole le sembrava nuovamente una trappola, di quelle per topi. Aveva fatto una fatica inutile.

“Ti è così difficile afferrare un concetto così semplice Granger? Tu non sei il mio tipo, basta! Non puoi piacere sempre a tutti! Tu sei una cometa, goditi questi momenti di gloria in cui tutti ti considerano la Regina delle Serpi, goditeli fino alla fine, perché il tempo degli onori sta per concludersi Regina, e sai perché?”

La ragazza lo continuava a fissare con durezza, come fissava i ragazzi troppo ossessivi che venivano a letto con lei e poi non accettavano di doversene andare.  Le parole che le stava rivolgendo il Mezzosangue non erano nemmeno lontanamente difficili da sopportare, dopotutto aveva ricevuto fior fiori di parole peggiori e da persone migliori di quello ma: Il Mezzosangue doveva ricordare qual’era il suo posto, cosa che aveva dimenticato quel giorno rivolgendole quelle stesse parole.

“No,illuminami Malfoy!”

“Perché come le comete sei fatta di nulla! Di ghiaccio e di materiale sgretolabile, diverrai un puntino piccolo e poi scomparirai perché oltre al ghiaccio non hai dentro nient’altro!” sorrideva il piccolo verme con malagrazia, non sapeva essere sarcastico e cattivo insieme.

“Credi Malfoy?” la ragazza sorrise leggermente, come se fosse timida.

“Ne sono convinto” disse con maggior sicurezza Malfoy.

“Allora non sei migliore di me” Malfoy non riuscì a ribattere a questo affronto, rimase quindi con la bocca leggermente aperta, sembrava vagamente un pesce.

Le persone si dividono in chi sa accettare le critiche e chi non le sa accettare.

La Granger non sapeva accettare le critiche, ma non si scomponeva quando le riceveva; al contrario il Mezzosangue era di quei tipi che non accettavano le critiche, ma che non riuscivano nemmeno a farsele scivolare addosso.

Questo perché, probabilmente, le persone non avevano mai parlato male di lui, magari, i suoi genitori gli avevano sempre detto che era un ragazzo speciale ed i suoi amici gli volevano così bene che parlavano dei suoi difetti a bassa voce o quando non c’era, per evitare di ferirlo.

 “Tu non sai cosa ho dentro di me, nessuno lo sa, nemmeno i miei amici più cari, quindi non pensare di conoscermi perché sembro avvicinarmi ad un certo stereotipo, sarebbe indubbiamente la più grande cazzata che tu possa fare! Io sono fatta di ghiaccio? Magari! Almeno alcune cose mi scivolerebbero... Ma a te queste cose non interessano. Tu hai il tuo mondo di carta stampata; perfetto, fatto di bianchi e neri. Ma Malfoy te lo dico con parole mie. Il mondo non è bianco e nero, non lo è e non lo è mai stato! Vivi nei tuoi libri, costruisciti il tuo mondo di cartapesta ma il giorno che questo crollerà ricordati delle miei parole, ricordatele perché solo allora le capirai.” Malfoy, a differenza della Granger non seppe mascherare i suoi sentimenti di rifiuto per le parole sgradevoli che erano appena uscite da quella bocca.

La Granger lo lasciò lì, con i suoi occhiali dalla montatura anziana e la sua espressione ferita sul viso.

Scacco alla Re.

 

Draco rimase basito, non aveva urlato ma aveva parlato a voce bassissima eppure quelle parole sembravano ancora fluire in lui come un torrente.

Sul tavolo erano rimasti due fogli, che fossero della Grenger?

Li raccolse

No, erano i suoi appunti di pozioni senza neppure una piega.

 

Hermione appoggiò i piedi sul pavimento e si beò del contatto con la superficie liscia e fredda. La freschezza della stanza le giovò all’umore, e poterla saggiare attraverso le piante dei piedi non fece che alimentare il suo piacere, era sempre stato così, per quando le sue elfe domestiche si prodigassero nel trovarle pantofole sempre più confortevoli e morbide non rinunciava quasi mai a camminare per più di due ore con delle scarpe ai piedi.

Strinse la sigaretta tra le labbra e ispirò con forza, la punta sfrigolò per la veemenza dell’azione e lasciò che morisse piano. A cena aveva mangiato un’insalata e nient’altro perchè tutto le era sembrato disgustosamente untuoso o immangiabile ed a metà cena se ne era andata via.

Blasie l’aveva rincorsa cercando delle spiegazioni, il suo amico si preoccupava sempre di tutto e in particolar modo di lei che non riusciva mai a capire del tutto, naturalmente Hermione non gli aveva voluto rispondere, anzi lei l’aveva baciato e poi se l’era portato a letto.

L’agre di una nuova sigaretta fece destare Blasie.

Herm cosa succede?” sembrava assonnato, lui si appisolava sempre, Hermione no, non riusciva mai a dormire con un’altra persona al suo fianco, le sembrava una concessione troppo grande.

“Nulla” ma sentì due mani afferrarle i fianchi e posarle un leggero bacio sulla spina dorsale.

Herm prima ti ho lasciato fare la misteriosa... cominciò Blasie ma fu naturalmente interrotto da Hermione che rise piano, aspirando ancora una boccata di sigaretta.

Blasie prima mi hai lasciato fare molte cose, ma di certo non la misteriosa!” il tono malizioso di Hermione fece sorridere Blasie, lo sentì quel sorriso attraverso la pelle sottile delle scapole.

Herm hai capito cosa volevo intendere!” Hermione rise ancora e si voltò verso di lui, ma fissando la sua espressione, tornata incredibilmente seria, abbandonò il sorriso anche lei.

Herm cosa succede?” ripeté, lei si voltò.

Malfoy” disse solo e Blasie la lasciò andare, stendendosi nel letto, gli uomini non erano motivo di discussione tra loro, quindi rimase a fissarla con curiosità, ma non si perse l’occasione di prenderla un po’ in giro.

“È più difficile di quanto tu pensassi eh?” sorrise leggermente e la vide stendersi al suo fianco, bellissima con quei ricchi scuri sulle lenzuola candide, sembrava quasi una vestale latina, o una dea greca capricciosa.

“Già, è un combattente” arricciò il nasino, come faceva quando qualcosa la disturbava e Malfoy la disturbava già nel momento in cui respirava, figurarsi se si permetteva di resisterle.

“Ma tu sei un generale nato tesoro” la blandì cercando nuovamente la sua vicinanza, era stufo di chiacchierare così tanto, il corpo flessuoso di Hermione era coperto e lui aveva voglia di scoprirlo ancora, ma lei restrinse gli occhi e buttò lontano la cicca della sua sigaretta che venne catturato da un posacenere con lingua a ventosa. Blasie si perse nella contemplazione dell’ultima geniale invenzione di Hermione, per evitare di pensare alla geniale amica che sembrava più che intenzionata a continuare a parlare e parlare e parlare...

“Il Mezzosangue  a quanto pare non è un represso segaiolo come credevo, non si scioglie come un qualsiasi sangue sporco davanti a una ragazza, non si comporta come un undicenne che non ha mai visto le tette…insomma ho sbagliato di molto i miei calcoli e questo mi irrita tantissimo, inoltre dovevi sentirlo come faceva il gradasso per avermi rifiutato” più Hermione muoveva quella sua fenomenale bocca più Blasie voleva vedere quella bocca fare altro, e più lei non interrompeva il discorso e più la sua irritazione di uomo pronto per un altro amplesso saliva.

“Perfetto! Quando ti impegni dai il meglio di te!” Hermione gli lanciò un occhiata strana e Blasie le sorrise galantemente.

La sua geniale amica aveva capito che non la ascoltava affatto.

“Oggi mi ha quasi surclassato” sentì la sua voce nelle orecchie ma era totalmente preso dalla curva gentile della sua bocca che dopo aver disegnato quelle parole si erano piegate in un sorriso malizioso, sentì il suo corpo rispondere alla sua malizia.

“Buon risultato. Ma tanto non ci è riuscito” sentì la sua stessa bocca aprirsi ma la voce era quella di un altro, qualcuno che non sapeva che farsene delle corde vocali e quindi grugniva come un maiale.

“Sento che vincerà la prossima battaglia che faremo” sorrise ancora Hermione totalmente a suo agio nel suo giochino perverso di parlare con quelle dannate labbra che dovevano essere dichiarate illegali per il modo in cui le usava, Blasie si accorse che aspettava una sua risposta ma decise che il giochino si era spinto troppo oltre. Con un solo fluido movimento l’afferrò con garbo e la trascinò sopra se stesso. Lei sorrise ancor di più.

“Ora basta, hai giocato abbastanza” cercò di avvicinare il suo viso ma lei rise sguaiata e gli sgusciò dalle braccia per poi scendere nuovamente dal letto e dirigersi verso il bagno.

“Stai scherzando vero? Ho appena iniziato”

Gli lanciò un occhiata significativa attraverso la porta e la chiuse a chiave.

 

Note dell’autore

 

Secondo capitolo, stranamente puntuale, mi sento emozionata, malgrado la lunga assenza sono state interessanti le vostre recensioni e ho scoperto che ora si può anche “spiare” chi segue o meno la storia, bene bene.

Mio errore, non ho avvisato che la storia è stata già postata su questo sito credo uno o due annetti fa e che ho deciso di cancellarla e inviarla nuovamente perché ho modificato molte cose.

 

Chiarimenti

 

1 Mozzarella Mezzosangue. Attuale nomignolo di Draco, totalmente inventato, purtroppo sono consapevole di un errore di forma che ha colpito la traduzione italiana, ovvero la differenza esistente tra Half-Blood(Mezzosangue) e Mud-Blood(Sanguesporco). La prima è la traduzione italiana di coloro nati da un mago e un babbano; l’altro è l’offesa che i maghi poco civili (come dice Hermione riferendosi proprio a Draco nel Secondo Libro) infliggono ai nati babbani.

Non correggo quest’errore di forma per evitare di confondere coloro che come me hanno letto solo la traduzione italiana e quindi sono totalmente all’oscuro di questa differenza.

2 Naville Paciock. Per molti un Naville “fico” non deve essere semplice da digerire, figurarsi un Naville “droghiere, fico e stimato dai Serpeverde”, ma time to time, altro esperimento, le caratteristiche prime della Row ci sono:

- coraggio

- bravura in erbologia

3 Pozione della Pace. Esiste davvero, tutto quello che si sa, l’ho spiega amabilmente Piton durante la sua spiegazione.

4 il tempo degli onori sta per terminare…Principe! Così finisce la citazione che ho usata e per chi comunque non dovesse riconoscerla appartiene al film “Il Gladiatore” di R.Scott, con la magistrale interpretazione di Russel Crowe.

 

Il prossimo aggiornamento è per il giorno 27 marzo 2011.

 

A presto Marti

 

 

  
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