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Autore: picci 1989    13/03/2011    7 recensioni
"E' ancora vittima dei suoi sogni"
"E' un fatto raro,ma si,temo che sia ancora vittima dei suoi sogni"
(EPILOGO)
Una storia inusuale, uno scambio di ruoli, uno scambio di vite e di scelte, perchè alle volte gli innocenti una scelta non la possono avere...devono vivere..a dispetto di tutto!
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo Uno: “La maledizione senza perdono!

 

Hermione, senti noi ci vediamo da quasi una settimana e io mi stavo chiedendo se a te va... Cioè se ti va di diventare la mia ragazza” due occhi dorati come un raggio di sole si puntarono in quelli fango del ragazzo e un sorriso malizioso gli si disegnò sulle labbra.

“Lo devo prendere per un si?” Hermione rise piano, una risata calda e sensuale che fece correre un brivido nello stomaco del ragazzo dai capelli scuri e dagli occhi di fango.

“Credo proprio di si” sussultando leggermente il ragazzo e posando le sue labbra vogliose su quelle rosse di Hermione che aveva smesso di ridere e aveva un espressione indecifrabile disegnata su viso. Accettò il bacio in modo passivo, anzi non mutò nemmeno l’espressione.

Il ragazzo dai capelli neri e dagli occhi di fango era nel suo letto e le possedeva le labbra con lussuria, Hermione Grenger già sapeva che sarebbe stato uno di quei ragazzi che non la lasciavano un attimo, uno di quelli che volevano sapere dove andavi con chi stavi a che ora rientravi nel dormitorio, in una settimana che erano usciti, ovvero che avevano condiviso lo stesso hobbies, andare a letto insieme, lei era già riuscita a identificarlo.

Bello lo era, ma anche noioso...

Hermione si allontanò dal suo abbraccio troppo stretto e dalle sue labbra troppo conosciute e prese a vestirsi lentamente.

Perché ti rivesti? Io vorrei approfittare di te un altro po’…” il ragazzo sorrise come se avesse fatto una battuta divertente invece che deprimente ma la ragazza non lo fissò nemmeno e chiuse la zip dei suoi pantaloni della divisa.

Sai Hermione non dovresti mettere i pantaloni hai delle gambe straordinarie...” la ragazza alzò lo sguardo su di lui e in quegli occhi affondò come si affonda nella melma, quegli occhi la studiavano e le stringevano attorno delle catene e  lei sapeva che erano proprio quelle che l’avrebbero legata. Catene che solo gli uomini che si vogliono far chiamare fidanzati sanno usare.

“Tesoro, perché non mi dici nulla?” lei si infilò la camicia e prese ad avvicinarsi al letto, con quel passo cadenzato e sensuale che la faceva apparire una pantera, così il ragazzo dai capelli scuri si passò la lingua sul labbro superiore e le afferrò la vita appena le arrivò a tiro, anche se stizzita la ragazza non lasciò i bottoni della camicia e continuò ad allacciarli.

“Ehi, Hermione, dai, perché continui a vestirti? Io voglio stare un altro poco con te!” la ragazza si svincolò da quell’abbraccio e afferrò il maglione e la cravatta che giacevano abbandonati vicino alla testata del letto, infilandoseli.

Herm non dici nulla?” la ragazza gli rivolse un occhiata fredda e afferrò le scarpe che con due fluidi movimenti infilò ai piedi poi sul suo viso si disegnò un espressione glaciale.

“Te ne devi andare” gli occhi del ragazzo si spalancarono, la voce era roca ma gelida.

Cos-sa hai detto?” la sua sicurezza vacillò, incosciamente si strinse maggiormente i pantaloni della divisa intorno alla vita.

“Mi hai sentito Tasso, Vattene!” le labbra piene e rosse si aprirono e si richiusero cesellando tutte le parole, il gelo che contenevano bloccarono sul posto il ragazzo come se tanti cubetti di ghiaccio gli fossero discesi lungo la schiena.

Ma tu e io...noi...”

“Non c’è nessun noi stupido, io non ti voglio!”

Ma...”

“Vattene!”

Hermione ma io sono innamorato di te!” in quegli occhi color del fango si delineò una disperazione sorda che fece solo divertire la ragazza.

“Non sono affari miei. Io non ti ho detto di innamorarti di me!” il fango degli occhi si mescolava come una pozione sbagliata e qualcosa come le lacrime spinsero per uscire da quegli occhi melmosi: che penoso spettacolo! Pensò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno e aspettando che il ragazzo si rivestisse. Gli uomini non dovrebbero piangere già ci sono un sacco di donne che sono esperte in quest’arte.

Che tu sia maledetta Grenger! Spero che ti spezzino il cuore!” la ragazza annuì paziente come una madre che sente le scuse del proprio bambino e gli spalancò la porta, il ragazzo continuando a sbraitare si allontanò, Hermione ruotò gli occhi al soffitto e uscì anche lei dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.

Scese nella Sala Comune e si sedette al suo solito posto, accendendosi una sigaretta.

“Questa volta che maledizione ti hanno mandato?” la voce ironica apparteneva a Blasie.

“Che mi spezzino il cuore!” disse la voce pacata.

Blasie si mise a ridere.

Blasie non devi ridere! Guarda che con tutte le maledizioni che le mandano prima o poi una di quelle pure la coglie!” disse Pansy, il suo sguardo corse alla sua amica che non si era scomposta ma fissava il fuoco immobile. I suoi amici conoscevano quello sguardo, non era rimpianto o senso di colpa ma era solo fastidio, a Hermione dava molto fastidio che le persone e in particolare gli uomini provassero attaccamento verso di lei.

“Una maledizione senza perdono!” disse Blasie con la sua voce profonda simile a chi proferisce una profezia.

Blasie! Ti ho detto che può succedere!”

“Oh Pansy è impossibile!”

“Solo perché tu non credi a queste cose non significa che non sia vero!”

Non è che non ci credo ma che è im-pos-si-bi-le!” disse Blasie sempre con l’espressione ironica.

“E perché?” chiese imbronciata la Parkison, non le piaceva essere ripresa su un ‘terreno’ che considerava suo.

“Semplicemente perché Hermione non ha un cuore da farsi spezzare!” dicendo questo afferrò la sigaretta che la ragazza stringeva tra le mani e la pose sulla punta della sua accendendola.

“Tutti hanno un cuore Blasie, anche Hermione e prima o poi anche a lei glielo spezzeranno!” disse Pansy con il tono grave di chi ha fatto esperienza.

Lo sguardo di Hermione si posò su quello blu di Blasie.

Fu un attimo.

Poi prese a ridere, questa volta non era calda sensuale e calcolata.

Questa volta era sguaiata e grossa e trascinò anche Blasie.

Hermione Granger non possedeva un cuore!

 

Hermione Granger era arrivata al suo ultimo anno. “Per Grazie di Dio!” dicevano molti professori, naturalmente sottovoce in modo che nessuno potesse sentirli, in modo che lei non potesse sentire.

Come lei chi? Ma naturalmente la Regina delle Serpi, colei che distruggeva tutto quello che non le tributava abbastanza rispetto, in due parole? Hermione Granger la Serpeverde.

Bella come una Dea, ma come può esserlo Calì, la Dea della Morte.

Purosangue. Il suo sangue era puro come quello di un cavallo di razza, valeva milioni di galeoni.

Spregiudicata come un uomo.

Tutti nella sua Casa e nelle altre la conoscevano, la rispettavano o semplicemente la temevano così tanto che non osavano disubbidire.

Hermione Granger?” il viso della professoressa Tonks era freddo, non vi fu risposta.

Hermione Granger?” i capelli fuxia della donna si mossero quando il viso della professoressa fece il giro della classe

Her-” la voce acuta della professoressa fu interrotta della porta che sbatteva “Sono qui” una ragazza castana e riccia accompagnata da due ragazze, Pansy Parkinson e Millicent Bulstronde fece la sua strafottente entrata facendo voltare tutta la classe, chi affascinato, chi spaventato e chi come il ragazzo che sedeva composto in prima fila disgustato.

“Signorina Granger le costa molto il mattino entrare puntuale come ognuno in classe?” la ragazza castana si andò a sedere all’ultimo banco poi lanciando uno sguardo di intesa con le sue due compari guardò la professoressa con viso indisponente

“Certo” poi un sorriso dolce increspò le labbra della Serpeverde un sorriso naturalmente falso che non dava calore ma solo gelo, il gelo della finzione.

“Ha una giustificazione per questo suo comportamento scorretto e quasi abituale quando  ha le mie ore?” la donna dai capelli fuxia aveva gli occhi spalancati e le mani contratte per controllare la sua rabbia.

“Certamente, il professor Piton ha ritenuto necessario per noi tre una lezione comparativa!” disse la ragazza, un sorriso superiore si sostituì a quello falso, lentamente, generando nella professoressa ancora più rabbia.

Ma potrà certamente chiedere al professore se non mi crede!” disse la ragazza con la sicurezza nella voce di chi sa che qualsiasi cazzata avrebbe fatto sarebbe stata sempre protetta, grazie a Piton.

“Signorina Granger l’aspetto nel mio ufficio durante il pranzo, non mi importa se lo salta, sono sicura che il professor Piton con la sua solerzia le metterà da parte qualcosa!” la ragazza puntò uno sguardo velenoso alla donna dai capelli fuxia che ora era rilassata.

L’aveva spuntata lei quella mattina, ma la ragazza non le diede la soddisfazione

Certo professoressa, saltare il pranzo non le potrà far altro che bene!” la professoressa restrinse gli occhi per il velato insulto alla sua linea non proprio longilinea.

Guardò la classe con astio soprattutto verso gli ultimi banchi dove erano stanziati i Serpeverde

“Spero che ora potrò ricominciare la mia lezione senza altre interruzioni!”  poi abbassò lo sguardo verso il primo banco e il suo sguardo si fece improvvisamente più dolce, quasi materno. “Dove eravamo rimasti Draco?” un ragazzo biondo con i capelli all’indietro per il gel e gli occhiali fini dalla montatura in oro le sorrise di rimando.

“Stavamo provando a trasformare un animale in un orologio e a fargli cantare l’ora” la professoressa sorrise maggiormente.

“Grazie Malfoy” poi si voltò nuovamente verso la classe “Bene stavo dicendo, Signorina Granger c’è qualcosa che la diverte?” la donna dai capelli fuxia credeva che per quella mattina con quegli insopportabili Serpeverde aveva terminato, ma si sbagliava di grosso dato che due occhi dorati e astuti le dicevano il contrario.

La castana per pudore o per una briciola di rispetto duramente inculcato dal suo glaciale padre zittì le risate che lei e le sue amiche avevano scatenato negli ultimi banchi rispose compita alla professoressa smettendo di ridere.

“Nulla professoressa,

“Allora perché non continua a non ridere del suo nulla qui davanti, vicino a Draco Malfoy?” la ragazza si alzò fissando con disgusto il ragazzo biondo che sedeva là davanti.

“Accanto a un mezzosangue guarda dove sono capitata!” sbottò infastidita la Serpeverde quando si sedette accanto al biondo.

“Guarda che non è un piacere nemmeno per me dividere il banco con te!” la ragazza lo fissò per un attimo con uno sguardo che doveva far paura ma che invece risvegliava nel biondo solo il coraggio dei Grifoni.

“Oh mio Dio Malfoy ma allora sai anche parlare in modo autonomo? Non ripeti a macchinetta quello che i professori dicono!” il ragazzo aprì la bocca per replicare ma la professoressa batté una mano sulla cattedra e riprese la lezione e lui riprese a seguire e a prendere appunti anche se ogni dieci minuti la Granger sbuffava o intonava qualche filastrocca derisoria.

 

“Signorina Granger, le ho detto che sarebbe rimasta a parlare con me!” la voce della professoressa Tonks non ammise alcuna replica così la ragazza si avvicinò alla professoressa e tutta la classe si allontanò per pranzare.

“Allora signorina Granger credo proprio che la sua indisciplina debba essere controllata!” la ragazza rimase in silenzio.

“Lei ha sfidato e continua a sfidare tutto il corpo docente, tranne naturalmente il suo caro amato direttore di Casa, il professor Piton, sinceramente a nome di Vicedirettore sono stanca di tutta questa indisciplina lei non capisce che la sua scorrettezza influenza gli altri!” la Grenger rimaneva immobile con lo sguardo neutro e la strafottenza delle Serpi. In una cosa sbagliava di grosso la professoressa amante del fuxia, lei sapeva benissimo che la sua scorrettezza influenzava gli altri.

“La sua indisciplina sarà curata!” Hermione alzò gli occhi al cielo “Quindi le sarà affiancato per tutto l’anno un ragazzo assennato e studioso che la sua scorrettezza non ha ancora contaminato” una preghiera interiore riempì la castana...Tutti ma il biondo no... “Ma certo! Perché ci sono stata anche a pensare...Draco! Lui ti darà una mano!” la Serpeverde era basita ma non volle dare soddisfazione a quella megera.

Una volta uscita dal suo ufficio si accorse che il suo stomaco non era molto propenso al cibo e così fece ritorno ai sotterranei.

 

Cosa ti ha chiesto?” la voce acuta di Pansy risuonò per le pareti umide della Sala Comune dove Millicent stava limandosi le unghie e aveva ascoltato accorata il racconto del capo, Blasie trafficava con le sue erbe e Hermione se ne stava seduta scomposta a fumare una sigaretta magica creata su ordinazione da Blasie.

“L’hai sentita Pansy, quella mezzosangue vanesia ha detto a Herm (solo Blasie la poteva chiamare così e solo davanti alle sue migliori amiche, ovvero in privato) che per disciplinarsi deve starsene tutto l’anno con quell’allocco di Mozzarella Mezzosangue” la bruna rabbrividì.

“Come si possono avere così tanti  difetti su un solo individuo? Quel ragazzo è secchione, rompiscatole, alza sempre la mano per intervenire, prende il massimo in tutto, sta sempre in biblioteca...”

“Per non parlare dei suoi occhiali da lettura, con quella montatura d’oro che lo fanno sembrare come il suo amichetto San Potter!” interruppe Millicent.

“ E i suoi vestiti li hai visti? Ma quella roba si portava ai tempi di Salasar Serpeverde!” aggiunse ancora Pansy.

“Smettetela ragazze non ho nessunissima voglia di continuare a pensarci. Le amiche terrorizzate dalla veemenza delle parole di Hermione si zittirono.

Quando il silenzio ricadde per troppo tempo sulla sala Pansy e Millicent presero a parlare di ragazzi ed Hermione si dissociò del tutto e rimase a fissare ipnotizzata la fiamme del camino che pigra risplendeva con i suoi toni rosso giallognoli.

 

Cosa pensi di fare Herm?” Blasie rotolò su un fianco e guardò Hermione.

“Non lo so Blasie, sinceramente non so dove andare a sbattere la testa!”

“Non sarà mica tanto grave questo Malfoy” la ragazza alzò lo sguardo su quello blu zaffiro di Balsie...il caro pacifico Blasie.

Blasie non è tanto grave un brufolo sulla fronte il minuto prima del tuo primo appuntamento ma stare con Malfoy per più di dieci giorni è una catastrofe!” Blasie rise, con quella risata profonda ma allegra che piaceva tanto a Hermione.

Il suo migliore amico, il suo amante, suo padre, sua madre...faceva tutto!

Si erano conosciuti il primo anno, apprezzati il secondo anno ed il terzo si erano fidanzati ma avevano notato che entrambi avevano la stessa considerazione del fidanzamento ovvero... zero.

Così si erano mollati e dal quarto erano amici, oddio quando ci scappava finivano a letto ma niente di impegnativo...

Nessuno si aspettava niente dall’altro perché sapevano già che non c’era nulla da offrire.

Nessuno dei due aveva un cuore o se lo aveva era così dannatamente congelato che ci sarebbe voluto un rompi ghiaccio per scalfirlo...Ma non conviene scalfire il giacchio, perché era passato così tanto tempo dall’ultima volta che ne avevano fatto a meno che rischiavano di rompere il ghiaccio

E ferire anche il cuore.

Così tipi come Hermione e Blasie evitavano il problema considerandosi senza cuore...

Grosso errore.

“Su via Herm, non piangere sul latte versato - storse la bocca, tipica frase di Blasie - ormai devi tenerti dietro ‘sta secchia che non è stato ancora traviato dalla tua scorrettezza!” Hermione prima rise poi si fece seria, Blasie che la conosceva fece ricadere il silenzio nella camera dei Caposcuola dove dormiva Hermione.

Blasie sei un  genio!” disse Hermione alla fine, attraversò il corpo di Blasie e afferrò il pacchetto di sigarette, al moro dava molto fastidio fumare in camera da letto ma ad Hermione piaceva molto così afferrò una sigaretta e se la mise fra i denti.

“Lo so!” disse il moro con una piccola smorfia aveva già capito cosa l’avrebbe atteso.

“Basta traviare il caro Dracuccio di quella megera di Tonks!” la ragazza con una mano si teneva il lenzuolo fino al petto come se il suo partner non sapesse già tutto e con l’altra cercava la sua bacchetta.

Herm ti rendi conto che traviare quel ragazzo è come voler cavare sangue da una rapa?” trovata la bacchetta riuscì ad accendersi la sigaretta.

Blasie sei in vena di proverbi questa sera?” il moro fece una piccola smorfia all’odore agre del fumo, ed Hermione con un sorrisino espirò il fumo che aveva in bocca in piena faccia di Balsie.

“Travierò Draco Malfoy,me lo toglierò da davanti ai piedi” ed Hermione soffiò il fumo in pieno viso a Blasie.

Toché” rispose Blasie in risposta alla boccata di fumo, limitandosi a una scrollata di spalle, quando Hermione aveva qualcosa in testa non le si poteva rifiutare nulla.

 

 

                                                           ----------------

 

Buongiorno,

Sono anni che non scrivo qualcosa per qualcuno che non sia il mio schermo, non sono abituata a scrivere anche per gli altri.

La storia ha come protagonisti un Draco e una Hermione totalmente OOC, che si muovano in un contesto terribilmente vago, Silente è stato sostituito dalla Prof. McGrannit, Tonks è la professoressa di Trasfigurazioni e Piton, lui non è cambiato.

Appunti:

1-      “La maledizione senza perdono”. Il titolo del capitolo naturalmente si riferisce alle “Unforgivable Curses”, inventate dalla Rowling.

2-      Non sono affari miei. Io non ti ho detto di innamorarti di me”. Ammetto che questra frase l’ho già sentito da quale parte, ma non chiedetemi dove.

3-      Il ragazzo con i capelli scuri, gli occhi melmosi e appartenente alla casa dei Tassorosso (Hufflepuff), naturalmente, non esiste nell’universo Bowling, è un personaggio originale e terribilmente stereotipato che mi serviva all’uopo.

4-      “occhi blu zaffiro”. Lo so, la Bowling ha descritto Blasie con la pelle scura e i capelli scuri, mi scuserete per questa “licenza” ENORME ma ho letto di questo personaggio: europeo, bruno e con gli occhi blu. Quindi continuerò a prendermi questa licenza, dopotutto uno degli avvertimenti è OOC e per quanto questo si riferisca ai caratteri mi concedo uno strappo alla regola.

5-      “Non piangere sul latte versato” e “Cavar sangue da una rapa”. Sono due proverbi italianissimi, ma descrivono perfettamente certi stati d’animo o azioni quindi consideratela una “licenza poetica”.

6-      Touché”. Termine francese, per l’esattezza, il participio passato del verbo toucher, ovvero “toccato”, è un’espressione francese usata da principio nella scherma per indicare quando lo schermitore colpito riconosce nell’avversario l’esattezza della stoccata.

Concedetemi il beneficio del dubbio. E seguite il mio prossimo aggiornamento, Domenica prossima, 20 Marzo.

 

 

  
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