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Autore: kikkisan    20/03/2011    30 recensioni
"E’ una calda mattina d’estate.
Salgo sulla nostra collina preferita, dove da piccoli amavamo giocare a rincorrerci..." inizia cosi, questa che per me è la prima storia a capitoli, una storia iniziata più di un lustro fa, una storia che deve fare ancora un po’ di strada per arrivare alla fine, che forse zoppicherà qua e la, ma che spero possa trasmettere a Voi che la leggerete quello che ha trasmesso a me nello scriverla.
Dopo il prologo iniziale, cosa successe il giorno dell’accusa di tradimento? E se il messaggere di sua maestà arrivasse un attimo dopo...
Leggetela e se vi va ditemi che ne pensate nel bene e nel male.
E come sempre Carpe Diem.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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10capitolo 2

 (fan art di MacchiaArgentata)

Ci siamo ragazze.
Grazie per tutto.
Grazie di tutto.
Non vi dico altro
Buona lettura.

 
***

 

Arras 25 dicembre 1809,
Mi chiamo Andrè Grandier e oggi ho finito di raccontare una storia.
Quella di un uomo innamorato salvato dalla sua donna che in quell’istante ha salvato anche se stessa.
Quella di una donna innamorata che ha salvato se stessa e il suo uomo.
Da un passato che sempre più velocemente scoloriva dalla sua mente.
Da un presente che non riconosceva i propri ideali.
Da un futuro che non era disposta ad accettare.
Sono passati venti anni da quella notte.
Venti anni insieme a te.
Venti anni del tuo amore.
Venti anni del tuo essere donna.
E’ stato come rinascere.
Rinascere dai propri errori.
Sei stata la mia verità.
Rinascere dalle proprie ceneri.
Sei stata la mia fenice.
Tu, la sfumatura migliore della mia vita.
Tu, l’esplosione di emozioni nel mio cuore.
Tu, la bruciante passione dentro il mio corpo.
Tu.
Sempre e solo tu.
Ma.
Non è stato tutto rose e fiori, abbiamo dovuto superare molti dolori e altrettante difficoltà.
Noi due.

Non abbiamo avuto figli e forse quello è l’unico rammarico che ci porteremo sempre dentro, ma la tua lunga malattia ci ha privato di questa enorme gioia.
Ma tu, mia moglie hai vissuto ogni giorno da quel giorno.
Tu.
Mia moglie hai vissuto.
Tu.
Mia moglie.
Queste due semplici parole ancora mi commuovono.
Sei diventata Oscar Grandier nella piccola chiesa di Arras.
Sei diventata Oscar Grandier tenendomi per mano.
Sei diventata Oscar Grandier guardandomi negli occhi.
Mia moglie nel cuore.
Mia moglie nel dolore.
Mia moglie nella gioia.
Tu.
Mia moglie.
L’emozione più intensa.
E quell’emozione io, l’ho vissuta tutti i giorni.
Nelle passeggiate che calmavano le nostre anime.
Nelle cavalcate che rievocavano la nostra gioventù.
Nelle tue risate che mi riempivano la vita.
Nei miei silenzi pieni di parole segrete.
Nelle prime rughe che ti marcavano il viso.
Nei miei capelli che con gli anni iniziavano a ingrigirsi. (1)
Nella nostra felicità.
Si.
Sono stato felice.
Ho vissuto anni intensi.
Anni di amore travolgente.
Anni che non pensavo mai di vivere.
Con l’unica donna che ho mai amato.
Con l’unica donna che ho sempre voluto.
Si.
Immensamente felice.
E ti ho resa felice
Immensamente felice.
Questo è quello che mi dicevi tutte le mattine da quando siamo diventati marito e moglie.
Questo è quello che mi dicevi tutte le sere prima che sorridente ti addormentavi tra le mie braccia.
Questo è quello che mi hai detto l’ultima volta.
Prima di salutarmi.
Prima di lasciarmi.
E andare via.
Si.
Alla fine, purtroppo, la malattia ha dominato il tuo fisico ormai stanco.
Ma a dispetto di tutto, tu amore mio, il tuo male lo avevi già sconfitto.
Tanto tempo fa.
Decidendo della tua vita
Decidendo del tuo futuro.
Decidendo di amare.
L’hai sconfitto nel cuore
L’hai annientato nell’anima.
Hai spezzato le catene che t’imprigionavano.
Hai strappato il veleno dalle mani della morte.
Hai bruciato le sue fredde vesti.
E hai vissuto.
Nonostante tutto.
Nonostante tutti.
E.
Te ne sei andata felice.
In una splendida giornata di giugno.
Proprio qui.
Tra le mie braccia.
Come avevi sempre desiderato
Davanti al tuo mare.
Al mare della Normandia.
Sei stata con me fino all’ultimo istante.
Sei stata tra le mie braccia fino all’ultimo respiro.
Con me.
Dentro di me.
Nei miei occhi.
Nelle mie mani.
Nel mio corpo.
Abbiamo visto il sole tramontare.
L’abbiamo visto scendere lentamente nell’oscurità.
E insieme a lui è tramontata la tua vita.
E insieme a te è finita la mia.
Mi hai stretto forte la mano.
Ho stretto forte la tua.
Ma.
Non mi hai detto addio.
Mi hai sorriso.
E dolcemente mi hai sussurrato “E’ ora Andrè, è tempo di lasciarmi andare”.
Avrei voluto dirti che non era ancora tempo.
Ma lo sapevi.
Avrei voluto strapparti alla morte come feci venti anni fa.
Ma.
Non mi è stato concesso.
No.
Non ho avuto un’altra possibilità.
Ti ho lasciato andare.
Ho dovuto.
E ho vissuto.
Uno di quei momenti che speravo di  non vivere mai.
Io l’ho vissuto.
Io, ti ho vista morire Oscar.
Ma, soprattutto amore mio.
Io.
Ti ho vista vivere.
Intensamente.
Immensamente.
E abbiamo vissuto.
Intensamente.
Immensamente.
Io e te.
E ora.
Ho mantenuto la mia promessa amore mio.
Scrivo l’ultima pagina di questo diario.
L’ultima pagina della nostra storia.
L’ultima pagina del nostro amore.
Tutto quello che mi hai raccontato nel tuo viaggio ai confini dell’universo, è qui.
Tutte le sensazioni provate in quei giorni invisibili al mondo, sono su queste pagine.
Quella vita ormai lontana da noi.
Quella vita che abbiamo ricostruito giorno dopo giorno.
Solo per noi.
Solo di noi
Amore mio.
Ricordati sempre quanto, ti ho amato.
Amore mio.
Ricordati sempre quanto, ti amo.
E ricordati che per sempre
vivrai nel mio cuore insieme a quelle gocce di te che hanno illuminato la mia vita.
Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri (2) 

Il tuo Andrè

Finisco di scrivere.
Il pennino si alza per l’ultima volta dal foglio non più bianco.
Ho finito.
Finalmente ho finito.
Chiudo lentamente il diario.
Il fruscio delle pagine rievoca tutto il dolore provato senza di te.
Il fruscio delle pagine rievoca tutta la sofferenza per la tua scomparsa.
Il fruscio delle pagine rievoca quella solitudine ormai troppo straziante.
E non c’è rimedio per questo dolore.
Non c’è rifugio per questo tormento.
Non c’è difesa per questa tortura.
Se non la morte.
Alzo gli occhi.
Il sole sta tramontando.
Sono stato qui tutto il giorno.
Sono stato qui tutti i giorni da ormai sei mesi.
Da quando mi hai lasciato.
Ogni giorno.
Ogni secondo.
Ogni attimo.
L’ho passato qui.
Con te.
Appoggiato a questa lastra di marmo bianca intento a scrivere la storia di un amore.
Di un grande amore.
Del nostro amore.
Ma sono stanco ormai.
Tanto stanco.
Mi alzo.
Il mio povero corpo è ormai esausto.
Troppo dolore.
Troppa sofferenza.
Troppa disperazione.
Senza di te.
Alla fine mi hai fatto scoprire cosa sono senza di te(3)
Un ricordo sbiadito trascinato dal lento scandire del tempo.
Un’ombra intrappolata nel muro del silenzio.
Un passo e sono di nuovo nelle tenebre.
Io, ora sono il buio.
Di nuovo.
Poggio il diario sulla fredda terra.
Il mio regalo per il tuo compleanno.
Ma.
Prima di andar via rileggo, come tutti i giorni, l’epigrafe che hai voluto scrivere insieme a me.
Una frase che come mi dicesti tanto tempo, ti salvò.
E ti riportò da me.

 “Oscar Grandier 25 dicembre 1755 – 23  giugno 1809
Nata per combattere e lottare ma vissuta da persona libera.
Libera nella testa, ma soprattutto nel cuore.
Libera di costruire il suo destino.
Libera di vivere la sua vita
E libera di amare.”

Tocco leggermente quelle lettere incise sul marmo.
Per imprimermi nella mente e nel cuore la tua essenza.
Per non dimenticare.
Per non dimenticarti.
Per non dimenticarmi.
Fa freddo.
Mi costringo dentro il mantello.
Un ultimo sguardo.
Un ultimo bacio.
“Buon compleanno amore mio…”
Mi volto e mestamente vado via.
Scendo dalla nostra collina preferita, dove da piccoli amavamo giocare a rincorrerci.
Rievoco memorie ormai lontane.
Ricordi Oscar, quante corse per arrivare primi.
Ricordi amore mio, non ti lasciavo vincere mai.
Tu, non avresti mai voluto.
Alzo lo sguardo.
Davanti a me il mare della Normandia.
Rievoco pensieri sopiti.
Ricordi Oscar, quanti bagni fatto in questo mare.
Ricordi amore mio quante corse per non farci prendere dalla nonna.
Rievoco ricordi perduti.
Ricordi Oscar, quante cavalcate lungo questa spiaggia.
Ricordi amore mio quante corse per dimenticare un dolore.
Quante corse per abbandonarsi all’oblio.
Davanti a questo mare.
Davanti al tuo mare.
Al mare che tu adoravi tanto.
Al mare che ci ha visto crescere.
Al mare che ci ha visto innamorati.
Al mare che ti ha vista morire.
Lo sguardo si posa sul mio anulare sinistro, dove c’è ancora il segno della piccola fede che mi ha infilato il giorno in cui sei diventata Oscar Grandier.
Ricordo il momento in cui l’ho tolta per infilarla al tuo dito ponendola accanto alla tua.
Ricordo di averti stretto le mani, forte sul mio cuore.
Ricordo le mie lacrime.
Ricordo il tuo sorriso.
Ricordo le mie parole “Custodiscila tu per me, prometto di venire a prenderla molto presto”.
Ricordo le tue ultime parole “Il mio Andrè “.
Ricordo le tue dita cancellare la sofferenza dal mio viso.
Ricordo le mie dita sfiorare delicatamente il tuo sorriso.
Ricordo.
Ricordo la tua mano scivolare via.
Ricordo la mia stringerti ancora più forte.
Ricordo i tuoi bellissimi occhi azzurri chiudersi per sempre.
Ricordo di aver chiuso anche i miei.
Ricordo.
Ricordo di averti stretto forte a me.
Ricordo le mie urla sovrastare il fragore del vento.
Ricordo le mie lacrime naufragare nel lento avanzare del mare.
Ricordo il rumore sordo del mio cuore ormai spezzato.
Ricordo.
E ricordo ancora.
E mai dimenticherò.
Mai.
Respiro per non soffocare.
Respiro per reprimere il dolore.
Respiro per lenire una sofferenza diventata ormai insopportabile.
Respiro.
Mi volto per l’ultima volta.
Per l’ultimo saluto.
Per l’ultimo addio.
Sorrido.
Oscar, ho vissuto respirando col tuo cuore.
Amore mio, morirò aspettando il tuo respiro.
E.
E’ ora Andrè.
E’ tempo di andare.
E’ tempo di riprendere la mia fede.
E’ tempo di mantenere l’ultima promessa.
 

- Fine -

 

(1)    per gentile concessione di Livia dalla sua “dietro la collina”
(2)     dalla - Lettera all'Immortale Amata - di Ludwig Van Beethoven
(3)     in risposta al capitolo “La colpa di un padre”

 

***

Appunti di viaggio

 
Eccoci qua.
Siamo giunte veramente alla fine, finalmente o purtroppo ancora non lo so, perché sono stata molto legata a questa storia.
Perché è stata scritta inseguendo una speranza.
Perché è stata scritta aspettando un miracolo.
Che come succede nella vita reale non è mai arrivato.
E’ nata ed è stata messa in un ‘cassetto’ quasi subito, troppo dolorosa, troppi ricordi.
Troppo intensi.
Poi.
La ritrovo in alcune vecchie scartoffie virtuali, gli anni sono passati e pensavo anche il dolore.
Ma.
Il dolore non passa mai.
Si assottiglia, si trasforma, ma non passa mai.
Ma.
Non l’ho voluta interrompere di nuovo, troppe persone ci si stavano legando, troppe persone si sono innamorate dei miei Oscar e Andrè.
E nessun dolore è più grande di vedere qualcosa che ami, svanire.
Di nuovo.
Quindi è rinata e ora che è finita e che anche voi l’avete letta sento che un pezzo della mia vita è impressa in queste
E alla fine il mio miracolo è arrivato anche se solo nella mia fantasia e in queste parole
Ma di una cosa sono felice è di aver affrontato questo viaggio con tutte voi accanto, e spero che questa storia vi sia arrivata al cuore come ha fatto con me.
Perché.
Il mare della Normandia rimarrà sempre per me, come un folle universo di emozioni, sentimenti e incanto, nato da un dolore e trasformatosi in qualcosa in cui credere sempre.
Il mare della Normandia sarà sempre un pugnale nel cuore e la libertà dell’anima.
Il mare della Normandia sarà sempre e comunque un sogno indelebile.
Sarà sempre il mio mare della Normandia. 

Un grazie particolare va a MacchiaArgentata che ha realizzato la fanart all’inizio della storia e mi ha dato il permesso di pubblicarla. Grazie ancora
Come sempre voglio ringraziare Livia,
ainosenosurac , NinfeaBlu ,angel88cz, , Tetide, , Medusa, Kira91 , MacchiaArgentata, Crissi,  Arte, Lisanechan  e Lavanda76, per le recensioni a “Luce e Ombra”  e grazie a tutte coloro che leggono solamente.
Un grazie da profondo del cuore  va a : angel88cz, armony_93, crissi, Doux_nge, Kira91, MacchiaArgentanta e Osito che hanno avuto il coraggio di aver messo il mare della Normandia tra le preferite e a chi lo farà in seguito.
A : Arte, Ninfea blu  e Lisanechan per averla messa tra quelle da ricordare
E grazie a tutte coloro che l’hanno seguita.

Ora è tempo che la mia penna segua altre strade, altri progetti, ma spero di tornare presto con un’altra storia oscariana, l’idea è quella di una AU  ambienta nel 1989, poi vedremo.
Mi congedo da voi, ringraziandovi ancora per l’affetto, l’amicizia e la passione che avete avuto per me e per questa storia.
Carpe Diem ragazze mie.
Non dimenticatelo mai.

Con affetto
Kikkisan

   
 
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