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Autore: CherryBomb_    20/03/2011    12 recensioni
Bella, dopo essere stata lasciata da Edward, decide di tornare a vivere a Phoenix con la madre. Come sarà la sua vita senza di lui?Riuscirà a dimenticarlo? Il suo amato tornerà a prenderla? Ci saranno Jacob, i licantropi, il ritorno di Victoria, i Volturi? Bella rimarrà incinta? Leggete e lo scoprirete. ^_^ Una What If leggermente OOC perchè ci saranno dei personaggi nuovi che non sono mai stati citati nel libro. Spero di avervi incuriosito. Tratto dal 4 capitolo : - Lo ami?- le chiesi semplicemente. Dovevo saperlo. Dovevo saperlo se lo amasse, se mi avesse dimenticato definitivamente. Se con lui fosse felice. Dovevo sapere che non mi volesse più nella sua vita e me ne sarei andato. Il solo pensiero di andarmene, mi faceva stare male. Io la amavo, volevo stare con lei, ma se lei non mi avesse voluto non potevo fare altro che andarmene. Intorno a noi regnò il silenzio per minuti che mi parvero ore. - Sì - non le tremò la voce, non le si imporporarono le guancie, non ebbe nessuna reazione a quella semplice parola, ma al solo sentirla una parte di me morì per la seconda volta. Lo amava, amava lui e non me. Mi aveva dimenticato, non mi amava più. Era colpa mia, ero stato uno stupido, ero stato io a lasciarla pensando di fare la cosa giusta, ma avevo sbagliato, avevo sbagliato completamente. Lei mi aveva dimenticato e io non potevo fare altro che andarmene. - Allora, addio - due parole che mi costarono tantissimo. Non me ne sarei voluto andare ed ero sicuro che non me ne sarei mai andato definitivamente, l’avrei controllata ancora per il resto della mia vita. Mi girai e feci per andarmene. - Mi lasci di nuovo così? - mi chiese e sentii distintamente il sangue che andò a colorare le sue guancie, mi girai nuovamente e la guardai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Più libri/film
Capitoli:
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Capitolo 2








Buona sera!
Eccomi qua con un nuovo capitolo.
Non so come mai, ma mi è uscito un altro capitolo lungo, spero non vi dispiaccia.
Ci vediamo in fondo per le note finali.
Buona lettura  ^_^  

 

Capitolo 18

 

 

Bella POV
Non dormivo così bene da anni. Non avevo dormito così bene da quando Edward mi aveva lasciata.
Dormire con lui, abbracciata a lui, era sempre qualcosa di bellissimo. La vicinanza con il suo corpo aveva come un effetto rilassante per me. Era qualcosa di assolutamente beneficio.
Ero in quel dormiveglia pacifico,in cui senti tutto, ma sei ancora parzialmente nel mondo dei sogni.
Percependo il corpo di Edward ancora vicino al mio, un sorriso spuntò sulle mie labbra e mi strinsi maggiormente al suo petto.
<< Buongiorno >> la sua voce vellutata mi solleticò l’udito.
Il suo braccio mi cingeva le spalle in modo protettivo e dolce.
<< ‘Giorno >> sussurrai con la voce roca.
Con il cervello completamente scollegato, rimasi in quella posizione bellissima, abbracciata all’uomo che amavo.
La sera prima io ed Edward avevamo parlato, non eravamo tornati insieme, ma avevamo capito entrambi che ci amavamo e ci avremmo riprovato.
Aveva promesso che non mi avrebbe più lasciato, che avrebbe provato a farmi capire quanto mi amasse, ma stavolta sul serio, non come le altre volte che aveva solo dato aria ai polmoni per niente senza alla fine fare qualcosa di concreto. Stavolta ci avrebbe provato davvero, avrebbe ricominciato a comportarsi come una volta. Ormai tempo un paio di gironi e sarei tornata definitivamente a Forks, sarei tornata a scuola come una volta, avevo bisogno di un passaggio, no?
<< Tuo papà sta per salire. Devo andare. >>
Mugugnai e mi strinsi maggiormente a lui.
<< Bella, devo andare >> sussurrò.
<< Devi andare per forza? >> gli domandai a contatto con il suo petto.
<< A meno che tu non voglia vedere tuo papà molto arrabbiato e vedere la sua faccia stupita quando il proiettile mi rimbalzerà addosso, devo andare. >>
<< Solo perché voglio bene a mio papà, ti lascerò andare >> mugugnai staccandomi da lui.
Lo sentii ridacchiare e lasciarmi un bacio sulla testa.
<< Ci vediamo tra un’ora >> mi sussurrò prima di andarsene.
Non sentii neanche il minimo rumore che mi avvisò che se ne fosse andato definitivamente dalla mia camera.
Un’ora? Perché un’ora?
Ah, giusto. Devo andare a prendere un aereo per Phoenix.
Non avevo molta voglia di partire ora che con Edward le cose si stavano più o meno sistemando, ma comunque non ero ancora del tutto libera di fare ciò che volevo. C’era ancora Daniel che faceva parte della mia vita, Daniel era ancora il mio ragazzo, nonostante non lo fosse mai stato davvero.
In fondo in fondo, non l’avevo mai considerato il mio ragazzo perché lo era sempre stato qualcun altro, perché nonostante ci fossimo lasciati, mi consideravo ugualmente la sua ragazza anche se probabilmente non avrei dovuto. Ma non potevo farci niente, mi sentivo legata a lui anche se non l’avessi mai più rivisto. Una piccola parte di me si sarebbe sempre considerata la sua ragazza, sempre.
Sentii la porta della mia stanza aprirsi e alzai leggermente la testa. Vidi mio papà e mi accoccolai di nuovo tra le coperte.
<< Buongiorno, non pensavo fossi già sveglia >> sentii il materasso vicino a me abbassarsi.
<< Sono sveglia da un po’. >>
<< A che ora hai l’aereo? >> mi chiese, accarezzandomi la testa.
<< A mezzogiorno. >>
<< Non pensi sia meglio che ti prepari? >> la sua dolcezza era quasi disarmante. Non l’avevo mai sentito parlare in modo così dolce.
<< C’è qualcosa che ti preoccupa? >> gli chiesi girandomi a guardarlo.
Lo vidi sorridere e abbassare lo sguardo leggermente imbarazzato.
<< Stavo pensando a quello che stai facendo per me, cioè, lo so che non lo stai facendo solo per me, ma… penso che stai facendo una cosa davvero bella per me >> si guardava i piedi come se fossero interessanti.
<< Papà, lo sto facendo perché ti voglio bene e sì, non lo sto facendo solo per te, in un certo senso lo faccio anche per me. Insomma, c’è Edward qua, c’è la sua famiglia, i miei amici e per quanto possano mancarmi i miei amici di Phoenix, a quelli che ho qua mi ci sono affezionata troppo, sono persone speciali, sono persone che mi vogliono bene come io ne voglio a loro. E poi, Forks non è poi così male >> aggiunsi ridendo alla fine.
Mio padre cominciò a ridere anche lui, contagiato dalla mia risata.
<< Diciamo che prendi due piccioni con una fava tornando. >>
<< Sì, diciamo così >> sorrisi.
<< Avanti, preparati che ti accompagno in aeroporto >> si alzò dal mio letto andando verso la porta.
<< Veramente… >>
<< Ti accompagna Edward >> completò la mia frase.
<< Sì >> abbassai lo sguardo imbarazzata, ma con un sorriso sulle labbra che illuminava il mio viso.
<< Ok >> lo sentii scendere le scale.
Velocemente uscii dal letto, andando a farmi una doccia di quelle rigeneranti, una di quelle docce in cui ti sentii beata e rilassata, in cui niente ti sembra andare storto. Certo in quel momento tutto andava bene, ma quella giornata sarebbe finita male, molto male. Dovevo solo arrivare a Phoenix.
Uscii dalla doccia, mi vestii, preparai la piccola valigia che avevo preso per tornare a Forks che praticamente non avevo nemmeno toccato e andai giù di sotto.
Improvvisamente, mi resi conto di una cosa. Era da almeno due giorni che non sentivo Daniel, per quale motivo? Il cellulare era sempre rimasto accesso, ma di lui nemmeno una traccia.
Pensai di chiamarlo, di avvisarlo che sarei tornata a casa e avvisarlo della brutta notizia, ma non mi sembrava il caso, non mi sembrava davvero il caso di dargli quella batosta al telefono, volevo vederlo, faccia a faccia, a quattr’occhi, dovevamo parlarne.
Presi in mano il telefono e feci partire la chiamata, decisi che almeno fargli sapere che stessi tornando fosse il minimo.
<< Amore, come stai? >> la sua voce felice giunse al mio orecchio dopo neanche due squilli.
<< Bene, tu? >> mi faceva piacere sentirlo, dovevo ammetterlo, ma non quanto facesse piacere a lui.
<< Ora che ti ho sentito meglio. Non ti ho più chiamato perché non volevo disturbarti, ho pensato che avessi altro da fare invece di stare al telefono con me, spero di non aver fatto preoccupare. >>
<< No, no. Tranquillo, ho pensato fosse per questo motivo >> Sinceramente non ho nemmeno pensato a te.
Era la verità, certo, ma da dove usciva quella parte di me stronza? Non pensavo di esserlo, anche se ormai da come mi ero comportata con Daniel fin dall’inizio potevo solo considerarmi una stronza e nient’altro.
<< Come mai hai telefonato? Successo qualcosa? >>
<< Sto per tornare a casa. Adesso mio papà mi accompagnerà in aeroporto e prenderò il volo di mezzogiorno >> mi misi un dito vicino alle labbra in segno di stare zitto quando mio papà aprì bocca per replicare.
Non era il momento che parlasse e dicesse qualcosa di assolutamente improbabile.
<< Davvero? Ma che bellissima notizia. Tuo papà sta meglio? Chi rimarrà con lui? Posso venirti a prendere all’aeroporto? >> cominciò come una macchinetta a sparare un sacco di domande.
<< Sì, torno davvero >> anche se poi me ne andrò nuovamente << Mio papà sta benissimo, non ti preoccupare non sarà solo. Certo che puoi >> mi sentivo una stupida a dover rispondere alle sue domande poste in così poco tempo, avrei preferito rispondere una ad una.
<< Allora, ti lascio andare, tra poco partirai per andare all’aeroporto, giusto? Quindi ti lascio andare. Ci vediamo dopo, per che ora torni? >> mi aveva posto la domanda come se fossi andata a fare la spesa e ci avrei messo pochissimo tempo a tornare a casa.
<< Dovrei arrivare per le due. Penso >> mi sentivo a disagio, appena arrivata a casa avrei dovuto porre fine a quella storia, immediatamente.
<< Allora, a più tardi. Ti amo, Bella. >>
<< A più tardi >> chiusi la chiamata sentendomi uno schifo. Quale persona si poteva comportare in quel modo? Che genere di persona poteva prendere in giro un ragazzo realmente innamorato? Solo io, Bella, la stronza delle stronze, avevo davvero superato il limite.
<< Scusa, ma una domanda mi sorge spontanea, chi era al telefono? Sono sicuro che non fosse la voce di tua madre, almeno che non fosse un uomo e avessi cominciato a dirti che ti ama >> mio papà aveva un’aria tra il divertito e il preoccupato. Non sapevo quale delle due prevalesse sull’altra.
<< Ecco, be, ho un ragazzo >> sussurrai a bassissima voce.
<< Cosa? Mi è sembrato di sentirti dire che hai un ragazzo >> mi guardò scioccato.
<< Hai sentito bene, ho un ragazzo. >>
<< Ok, allora, scusa, ma non capisco. Hai un ragazzo e torni a Forks per stare con Edward? Sono un po’ confuso >> mi guardò con un sopracciglio alzato.
<< è un po’ complicato da spiegare >> gli dissi sperando che smettesse di fare domande.
<< Ho tutto il tempo, almeno fino a quando arriva Edward, a proposito, lui sa di questo ragazzo? >>
<< Sì. >>
<< Ok, spiegami, voglio capire >> andò in salotto e si sedette sulla sua poltrona.
Lo raggiunsi e sbuffando cominciai a raccontargli tutta la storia, ovviamente non tutta tutta, tralasciai alcuni particolari, ma gli raccontai di come Edward fosse venuto a cercarmi, di come avessi deciso di uscire con Daniel perché volevo ricominciare ad avere una vita, insomma, gli dissi tutto, tutto quello che non gli avrebbe fatto avere un altro infarto.
<< Wow! La vita di mia figlia sta cominciando a farsi interessante >> disse serio guardandomi con gli occhi sgraniti.
<< Papà! >> lo ripresi indignata.
<< Che c’è? Insomma, ho sempre pensato che la tua vita fosse alquanto… monotona. >>
<< Sono felice di sapere che mio papà mi sta dando della noiosa >> sbuffai incrociando le braccia indignata.
<< Ma non è questo. Cioè, ho sempre pensato che la tua vita sentimentale fosse alquanto… inesistente, ecco >> disse imbarazzato.
<< Effettivamente lo era >> ammisi.
<< Vedi che non ho tutti i torti allora? >> mi chiese ridendo.
<< Sì, hai ragione. La mia vita si sta facendo interessante >> risi di gusto.
Sentii bussare alla porta e andai ad aprire continuando a ridere.
<< Buongiorno! Come stai? >> Edward mi guardava divertito, probabilmente prima di entrare aveva ascoltato tutta la conversazione: spione.
<< ‘Giorno. Bene, grazie. Tu? >> gli sorrisi facendogli segno di entrare.
<< Bene. Signor Swan >> mosse leggermente il capo in segno di saluto.
<< Edward >> mio papà se ne andò in cucina.
<< Prendo la borsa, saluto mio papà e partiamo, va bene? >> lo vidi annuire.
Salii in camera mia, presi la borsa che avevo lasciato sul pavimento e corsi giù di sotto. Sulla soglia c’era ancora Edward che mi guardò sorridendo, gli sorrisi leggermente imbarazzata e andai da mio papà in cucina.
<< Papà, ci vediamo tra un paio di giorni. Mi raccomando. Chiama Sue e fatti venire a dare una mano fino a quando non ci sarò io, ok? >> gli lasciai un bacio sulla guancia.
<< Va bene >> rispose imbarazzato. << Mi raccomando, fai la brava e vedi di risolvere la situazione, anche se è alquanto interessante sapere che è come se avessi due ragazzi >> rise.
Scossi la testa pensando che ormai l’avessi perso.
<< Ci vediamo >> uscii dalla cucina ridendo e andai verso Edward.
<< Possiamo andare >> gli sorrisi, ma quando incontrai il suo sguardo serio, si spense immediatamente.
Mi prese la valigia e si diresse verso la sua Volvo parcheggiata davanti a casa mia.
Salii al posto del passeggero e mi aspettai che Edward mettesse in moto.
Partimmo verso l’aeroporto e un silenzio strano ci avvolse.
Ero agitata, inquieta da quel silenzio.
<< è successo qualcosa? >> gli chiesi improvvisamente.
<< Niente. Perché? >>
<< Ecco, non so, mi è sembrato di vederti felice prima, invece adesso sei… sembri… arrabbiato >> lo guardai con la coda dell’occhio.
<< Non sono arrabbiato, sono solamente infastidito al solo pensiero che tu sei ancora insieme ad un altro. >>
<< è anche per questo che torno a Phoenix, per lasciarlo. Edward, te l’ho spiegato ieri sera, io ti amo e lo ammetto, ho sbagliato ad accettare di uscire con Daniel, ma non posso tornare indietro. Adesso devo solo mettere a posto le cose con lui e dirgli la verità, non sarà facile, ma devo farlo. È giusto per lui, ma anche per me… per noi >> sussurrai alla fine.
<< Non è stato facile per me vederti con lui, saperti con un altro non mi ha di certo reso felice, però capisco anche che tu non potessi continuare ad aspettarmi in eterno, era giusto che ti rifacessi una vita, ma mi dà fastidio. Non posso nasconderlo. >>
<< Mi fa piacere che ti dia fastidio >> lo guardai e appoggiai la mia mano sulla sua sul cambio.
Si girò a guardarmi e mi sorride.
<< Chi è questa Sue che tuo papà deve chiamare? >> mi chiese improvvisamente curioso.
<< è una donna con cui sta uscendo da un po’. Era la moglie di un suo amico che ha avuto un infarto un anno fa più o meno, hanno cominciato ad uscire. È la mamma di due amici di Jacob >> spiegai tutta sorridente.
<< Hai più sentito Jacob? >>
<< No, mio papà mi ha solo detto che mi salutava e basta. Non ci siamo più visti, ma vorrebbe che cominciassi ad uscire con lui. >>
<< In che senso? >> chiese Edward che cominciò già a stringere il volante.
<< Non nel senso che pensi tu, come amici, così per conoscerci un po’. Non fa mai male avere un amico in più, no? E poi mi è simpatico. Ci ho parlato poco, ma è simpatico. >>
<< Altro che diventare amici, quello vorrebbe essere qualcosa di più >> digrignò i denti.
<< Edward, penso che tu ti stia sbagliando >> gli dissi dolcemente.
<< Bella, vorrei ricordarti che gli leggo nel pensiero, so che cosa pensa di te. >>
<< Ok, probabilmente mi trova carina, ma, Edward, il punto non è questo, a me non importa di lui in quel senso, quindi non devi preoccuparti, ok? >> gli accarezzai un braccio.
Si rilassò leggermente e mi sorrise, ma sapevo che non sarebbe stato tranquillo.
Un silenzio per niente opprimente e imbarazzante ci avvolse, fino a quando non arrivammo in aeroporto.
Erano le dieci e mezza, andai a fare il check in e mi diressi ad aspettare l’aereo che mi avrebbe riportato a Phoenix.
<< Ah, dimenticavo, potresti farmi un favore? >> gli chiesi quando ci sedemmo nella sala d’attesa.
<< Dimmi tutto >> mi fece il suo sorriso sghembo.
<< Domani vai a scuola, giusto? >> lo vidi annuire. << Potresti chiedere quando posso venire a scuola? Il preside ha solo detto che si sarebbe informato per le carte, i voti, le pagelle e cose simili, ma non mi ha detto nient’altro. >>
<< Certo, manderò Alice in missione segreta. >>
<< Grazie >> gli sorrisi.
<< Allora, felice di poter presto rivedere tutti? >>
<< Be, non più di tanto. Sai che non mi piace stare al centro dell’attenzione, di nuovo. >>
<< Guarda il lato positivo, non sarai più così interessante come prima. >>
<< Grazie, mi stai dicendo che sono noiosa? >> lo guardai indignata.
<< Non stavo dicendo questo >> mi disse con tutta calma portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. << Intendevo che non ti considereranno più di tanto perché non sei una nuova arrivata, ti conosceranno praticamente tutti e non avranno più attrazione verso di te nel voler sapere cosa ti piace o cose simili. Tutti ti conoscono. >>
<< Non tutti, magari i nuovi arrivati… >>
<< Sì, magari solo quelli, ma che stiano alla larga da ciò che è mio. Sono molto possessivo >> sussurrò sulla mia guancia prima di lasciarmi un bacio e poi un altro sulla mascella.
Inizialmente mi irrigidii e trattenni il respiro.
Che stiano alla larga da ciò che è mio. Sono molto possessivo.
Quella frase mi martellava nel cervello. Ero sua, anche se lo ero sempre stata, ma sentirmelo dire era qualcosa di assolutamente destabilizzante.
Mi girai a guardarlo e mi persi nelle sue iridi dorate.
Avevo un’immensa voglia di baciarlo, di sentire le sue labbra fredde e perfette sulle mie.
Mi sporsi verso di lui per baciarlo, ma lui mi bloccò.
<< Bella, non voglio essere l’amante, io voglio essere il tuo ragazzo >> mi posò le sue labbra fredde sulla mia guancia.
Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto.
Maledetto Daniel, perché doveva esistere? Perché io ero stata talmente stupida da stare insieme a lui quando non provavo niente? Stupida.
Poco dopo chiamarono il mio volo e io non mi sarei voluta muovere da quella sedia.
<< Chiamami per farmi sapere quando torni, ok? Verrò a prenderti >> mi sorrise sghembo.
<< Ok >> mi sentii arrossire.
<< E se vuoi chiamarmi anche per qualsiasi altro motivo, per me va bene >> aggiunse ridendo.
<< Me lo ricorderò >> risi anch’io.
<< Be, allora, ci sentiamo >> mi abbracciò prima ancora che io capissi cosa stesse per fare.
Sentivo quanto si stesse trattenendo dall’abbracciarmi più del dovuto, aveva sempre paura di farmi male, ma io lo abbracciai con tutta la mia forza, non avrei rischiato di fargli male.
Mi beai del suo abbraccio e del suo profumo.
<< Spero che non deciderai di rimanere con lui >> disse improvvisamente rompendo il mio momento idilliaco.
<< Edward, non devi neanche dirla una cosa del genere, so chi voglio e chi amo, non ci ripenserò, tranquillo >> gli lasciai un bacio sulla guancia, presi la mia valigia e mi diressi verso il gate del mio volo.
Non mi girai a guardare indietro, non mi girai per vedere se Edward fosse ancora lì e mi stesse guardando. Sapevo che se mi fossi girata e l’avrei visto, avrei ripreso in mano la mia valigia e non sarei partita, ma dovevo farlo, dovevo sistemare quell’ultima faccenda per poi essere completamente libera, per poi essere completamente di Edward, anche se lo ero sempre stata.
 
* * * * *
 
Erano le due esatte quanto atterrai all’aeroporto di Phoenix. Avevo passato tutto il viaggio a pensare e a ripensare alle parole che avrei potuto dire a Daniel per chiudere quella storia, quella storia che non era mai nemmeno iniziata. In un certo senso avevo paura, non volevo perderlo come amico, ma sapevo che non lo saremmo più stati dopo la nostra rottura, non avremmo mai più avuto un dialogo tranquillo, probabilmente mi avrebbe cominciato ad odiare.
Scesi dall’aereo con tranquillità non volendo arrivare al momento in cui avrei visto Daniel, sicuramente avrei cominciato a sentirmi male al solo pensiero di dovergli parlare e poi non sarei riuscita a baciarlo come se niente fosse.
Purtroppo per me, le persone scendevano davvero velocemente e in poco tempo mi trovai all’interno dell’aeroporto.
C’era davvero un sacco di gente che aspettava parenti, amici, magari fidanzati, mariti, mogli che tornavano da Forks per chissà quale motivo.
E tra quelle persone c’era sicuramente anche Daniel che mi stava aspettando, che non vedeva l’ora di vedermi, già mi immaginavo la sua faccia. Me lo immaginavo che come uno struzzo allungava il collo per vedermi, per scorgere la mia figura prima che lo vedessi io.
<< Bella! >> sentii una voce in mezzo alla folla.
Vidi qualcuno corrermi in contro.
Ed eccolo lì, che correva e sgomitava per farsi largo tra la folla, per raggiungermi.
Quando me lo trovai davanti, mi prese di peso e mi abbracciò.
<< Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei mancata >> mi sussurrò all’orecchio lasciandomi poi un bacio sulla guancia.
Il mio compito sarebbe stato ancora più duro di quanto avessi mai pensato.
<< Mi sei mancato anche tu >> voce incrinata, abbraccio alquanto fiacco.
Se ne accorse, mi mette giù.
<< è successo qualcosa? >> mi chiede preoccupato alzandomi la testa con due dita.
<< No, niente, tranquillo. Tutto a posto, mi sei solo mancato >> feci un sorriso tirato, sperando di averlo convinto.
<< Sono felice di saperlo >> sussurrò sulle mie labbra prima di baciarmi.
Un bacio davvero molto passionale, un bacio che mi fece capire quanto gli fossi mancata.
Un enorme nodo mi chiuse lo stomaco, gli occhi cominciavano a pungere. No, decisamente non sarebbe stato semplice come avevo pensato.
Immaginare la scena a casa, in un letto, da sola, non sarebbe mai potuto essere realista perché non avevo lui davanti, non avevo davanti la persona che conoscevo da tutta la vita, che mi amava e a cui io volevo un bene dell’anima. Anche se non lo amavo, non potevo negare che gli volessi bene, fin troppo, gli volevo bene come ad un fratello, ma non potevo continuare a prenderlo in giro.
Avrei deluso una delle persone a cui tenevo di più, avrei deluso una persona che per me aveva sempre fatto molto. Lo avrei deluso e probabilmente avrei perso la sua amicizia per sempre. Non sarebbe stato davvero facile, per niente.
Mi lasciai condurre da quel bacio cercando di non pensare, cercando di non lasciar prevalere le mie emozioni. Dovevo controllarmi, dovevo controllare le lacrime che chiedevano di uscire.
<< Andiamo, ti stanno aspettando tutti >> mi prese per mano e mi condusse al nastro trasportatore da cui sarebbe uscita la mia valigia.
<< Allora, tutto a posto a Forks? >> mi chiese preoccupato.
<< Certo, tutto a posto. Doveva andare storto qualcosa? >> gli chiesi con un sopracciglio alzato.
<< Non so, magari… E… Edward, ha alzato le mani? >> mi chiese guardando tutte le valige che stavano passando sul nastro.
Spalancai gli occhi. << No, no. Tranquillo, abbiamo solo parlato un po’ >> abbassai lo sguardo imbarazzata.
<< Davvero ti ha accompagnato tuo papà in aeroporto a Forks? >>
<< Certo, te l’ho detto. Chi avrebbe dovuto accompagnarmi? >> gli chiesi guardandolo.
<< Non lo so, forse Edward. È stato così gentile da accompagnarti a Forks, da fare il viaggio con te, immaginavo che ti avesse accompagnato anche all’aeroporto dato che è così gentile >> parlava con così tanto disprezzo che mi si accapponò la pelle.
Potevo immaginare che fosse geloso, potevo immaginare che avesse sicuramente capito che Edward era ancora innamorato di me, sapevo che non fosse stupido, ma tutto questo odio era ingiustificato. Capisco essere geloso, ma non… cattivo.
<< Daniel, ti prego >> presi la mia valigia e gli girai le spalle.
<< Ti prego, cosa? Cazzo, Bella, quello ti guardava come se ti volesse mangiare da un momento all’altro e io devo stare tranquillo? Ma per favore. Avete passato due ore insieme e sicuramente altro tempo, quindi è normale che io possa pensare male. Non ti sei nemmeno più fatta sentire >> alzò leggermente la voce.
<< Perché tu ti sei forse fatto sentire? Scusa se il mio primo pensiero non eri tu, ma mio papà >> mi fermai e mi girai cominciando ad urlargli contro.
<< O forse il tuo pensiero era qualcun altro >> aggiunse guardandomi arrabbiato.
<< Che cosa vorresti insinuare? >> lo guardai con uno sguardo carico d’odio.
Non avrei voluto dirglielo in quel modo, ma se continuava a comportarsi in quel modo, gli avrei detto qualcosa che non era ancora arrivato il momento di dirgli.
<< Hai capito benissimo. Sai Bella, io non sono stupido. Sono anche un bravo osservatore e pensi che non ho visto come lo guardi? Gli sguardi che vi scambiavate così carichi di… di… di attrazione, cazzo! Non sono scemo e non sono di certo nato ieri. So quando due persone si amano ancora >> alzò maggiormente la voce.
<< Non mi sembra il caso di fare un discorso del genere mentre siamo in aeroporto >> gli feci notare dandogli poi la schiena e andando fuori dall’aeroporto.
Dopo poco lui mi superò e si diresse verso la macchina. Lo seguii a passo spedito, raggiunsi la macchina e misi la mia valigia sul sedile posteriori, poi mi sedetti davanti, al posto del passeggero.
Lui mise in moto, uscii dall’aeroporto e quando ci trovammo per strada cominciò a parlarne.
<< Ora è il luogo giusto per parlarne? >> mi chiese in tono acido.
<< Come vuoi >> gli risposi anch’io arrabbiata.
<< Quindi? >>
<< Quindi cosa? >> mi girai a guardarlo.
<< Vi amate ancora? >> domanda a bruciapelo, domanda diretta. Sì o no?
Rimasi in silenzio, sospirai e guardai fuori dal finestrino.
<< Avanti, Bella, o sì o no, non è difficile. >>
<< Non era in questo modo che doveva andare >> dissi più a me stessa che a lui, ma mi sentì benissimo.
<< Be, mi dispiace, ma purtroppo sta andando in questo modo. >>
Rimasi in silenzio.
Anche se non avrei mai voluto dirglielo in quel modo, anche se avrei voluto aspettare almeno che fossi a quattr’occhi, faccia a faccia e non su una macchina in piena corsa, dovevo dirglielo. Ormai ero stata messa alla stretta, aveva fatto la domanda che non avrebbe mai dovuto fare Vi amate ancora? Quella era la domanda che apriva tutto il vaso di Pandora e ormai non potevo più fuggire.
<< Tra un paio di giorni riparto, torno a vivere definitivamente a Forks >> dissi continuando a guardare fuori dal finestrino. << Daniel, io ti ho sempre voluto bene, un bene dell’anima, ti ho sempre considerato un fratello, ma purtroppo, non ti amo. So che potrai pensare che ti ho preso in giro per tutto questo tempo, ma non è così. Ho voluto provarci perché mi piacevi, perché avevo capito che avremmo potuto passare del tempo insieme e speravo che un giorno mi sarei potuta innamorare di te, ma così non è stato. L’ho capito, mi dispiace, ma non mi sembra il caso che andiamo avanti, che continuiamo a provarci, sarebbe prenderti in giro e io ci tengo troppo a te per poter pensare di farti soffrire un’ulteriormente e poi sto per tornare a Forks, non mi piacciono i rapporti a distanza. Potremmo… >>
Scoppiò a ridere.
<< Adesso capisco tutto. Mi stai lasciando per lui. Ovviamente, mi sembra normale. Io sono stato solo un ripiego, vero? Solo il povero ragazzo che ti sei trovata davanti, con cui hai pensato di poter passare del tempo intanto che aspettavi il suo ritorno. Mi sono solo trovato in mezzo, vero? Un povero cretino che ti dice di essere innamorato di te da anni e tu prendi la palla al balzo, poi quando il tuo principe azzurro torna, dici di non amarmi e che non vuoi prendermi in giro. Ma andiamo, Bella! Tu non ci hai mai nemmeno provato a stare con me sul serio, insomma, ero solo un ripiego con cui poter aspettare il ritorno del principe azzurro dallo sguardo dorato e dalla bellezza disarmante >> c’era odio, rabbia nelle sue parole e potevo capirlo. L’avevo ferito, lo stavo ferendo dicendogli tutte quelle cose.
<< Non puoi saperlo, Daniel. Non sai cosa ho provato io nei mesi scorsi e non puoi sapere quello che provo io adesso. Non ti amo, ma non vuol dire che non abbia provato ad avere una storia con te. Io ti voglio bene, ti voglio un bene dell’anima, davvero. Sei una persona fantastica, sei davvero un ottimo amico, ma non… non posso stare ancora con te. Io… >> no, decisamente quella discussione aveva preso una piega diversa da quello che avevo pensato, ma non tutto va come la si immagina, no?
<< Sì, va bene, risparmiami il fatto che tu lo ami e che lui ti ama, che siete tornati insieme e che ti trasferisci per stare con lui. Risparmiamelo, ti prego, sono già stato umiliato abbastanza essendo stato usato come uno stupido giocattolo per tutti questi mesi, quindi, ti prego. Risparmiami il discorso smielato e romantico di voi che vi riconciliate facendolo. >>
<< Voglio solo precisare che non siamo tornati insieme e che non l’abbiamo ancora fatto. Sono vergine se ti fa piacere saperlo >> gli urlai quasi indignata da tutto il suo discorso.
Non aveva capito niente di quello che gli avevo detto. Certo, era normale, era un uomo ferito, ma non poteva pensare davvero quelle cattiverie.
<< Cos’è lui non voleva essere l’amante? Fa male pensare che la donna che si ama è insieme ad un altro, vero? >> perché c’era così tanta cattiveria nella sua voce, perché? Mi sta facendo vedere un lato di lui che non avevo mai pensato avesse.
<< Daniel, ti prego. Non dire cose che non pensi davvero. Non vorrei perdere un amico. >>
<< Prima cosa: non puoi sapere cosa penso davvero. Seconda cosa: l’amico l’hai perso appena mi hai detto che potevamo provarci. L’amico l’hai perso quel giorno dandoci la possibilità di provarci. Da quel momento l’amico se n’è andato ed è rimasto l’uomo innamorato di te. Dovevi pensarci prima, Bella, adesso l’amico non torna più indietro. Non tornerà più indietro. >>
Le sue parole mi fecero male, più male di quanto avessi mai pensato. Sentirmi dire di aver perso la sua amicizia, di aver perso un amico fidato e adorabile, mi faceva male. Aver perso un fratello era straziante, un fratello che avevi visto crescere e con cui ero cresciuta.
<< Daniel, ti prego >> voce strozzata, lacrime ormai pronte a scendere.
<< Bella, non so cosa ti aspettavi, ma io non posso pensare di esserti amico dopo che hai deciso di lasciarmi. E poi amici? Te ne vai, santo cielo. Te ne vai a migliaia di chilometri da qua, come potremmo rimanere amici? Non è un viaggio che fai e poi ritorni, un viaggio di un paio di settimane, te ne vai per sempre, Bella. Per sempre. Non so cosa ti faccia capire questa parola, ma a me fa capire fino alla fine dei giorni, fino a quando il mondo non cesserà d’esistere. Quante volte tornerai? Una volta all’anno? Due, massimo. Dovrei vederti pur sapendo che mi hai preso in giro, mi hai spezzato il cuore e poi mi hai pure chiesto di rimanere amici? No, Bella, mi dispiace, ma non ce la faccio. Ti potrò anche volere bene, ti potrò amare, ma non puoi chiedermi di mettere la mia dignità sotto i piedi, mi dispiace >> non era più arrabbiato, ora era calmo, ma dal tono della sua voce potei capire quanto fosse deluso dal mio comportamento.
Notai solo in quel momento che il paesaggio attorno a noi non scorreva più, ma che si era fermato. Eravamo arrivati a casa mia.
Sospirai e mi girai a guardarlo.
Guardava fuori dal finestrino con sguardo neutro, come se non stesse pensando a niente.
<< Quindi, questo è un addio >> dissi con voce roca.
<< Sì, penso proprio di sì. >>
<< Addio Daniel e per quanto possa valere: ti voglio bene >> mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulla guancia mentre dai miei occhi sgorgarono le prime lacrime.
<< Non me ne faccio niente del tuo ti voglio bene >> fu solo un sussurro il suo, ma lo sentii benissimo.
Un dolore al cuore, lancinante, mi trafisse.
Avevo appena per un amico e non l’avrei mai più rivisto. Avevo perso un amico d’infanzia e tutto una mia stupida decisione presa mesi prima. Quanto ero stata stupida?
Attraversai il vialetto ed entrai in casa.
<< Mamma, sono a casa >> cercai di urlare nascondendo la mia voce e il mio stato d’animo.
<< Bella, tesoro >> mia mamma arrivò nell’entrata. << Che è successo? >> venne subito verso di me per abbracciarmi.
<< Niente, tutto a posto. Davvero >> tirai su con il naso e cercai di smettere di piangere, ma inevitabilmente continuai a farlo.
<< Ok, va bene. Andiamo in salotto e ti calmi un po’, poi mi spieghi se vuoi, ok? >> mia mamma mi tirò leggermente per un braccio e mi portò verso il salotto.
Piansi per un po’ di minuti, forse un’ora, ormai la mia cognizione del tempo era alquanto nulla.
Quando finalmente sgorgai l’ultima lacrima, mi asciugai le guancie e mi ricomposi.
<< Vuoi spiegarmi cosa è successo? >> mi chiese dolcemente accarezzandomi una guancia.
<< Ho lasciato Daniel. >>
<< Se la cosa ti fa soffrire tanto perché l’hai lasciato? >> cercò in tutti i modi di nascondere la sua faccia perplessa, ma la vidi benissimo.
<< Non è questo il punto. L’ho lasciato perché io ed Edward ci vogliamo riprovare, ci amiamo ancora e vogliamo darci un’altra possibilità. Sto piangendo per quello che Daniel mi ha detto, per il fatto che ho perso un amico fidato, un amico a cui tenevo molto >> cominciarono a pizzicarmi di nuovo gli occhi, ma cercai di mantenere un contegno.
<< Potevi immaginare che non l’avrebbe presa bene, insomma, lui è innamorato di te forse da anni e per lui questo è davvero un colpo al cuore. Non potevi pensare di rimanergli amica, come pensavi che sarebbe stato a sapere che tu fossi di un altro e a far finta di niente? Non è possibile e lo sai anche tu. Poi ti trasferisci, altra punto che va a vostro sfavore, penso che stavolta sia definitivo e come pensi che starebbe lui? Un taglio netto è la cosa più gusta, anche se a te può non sembrare. >>
<< Forse hai ragione, staccarci completamente non potrà farci che bene, ma non doveva dirmi quello che mi ha detto, con quel tono >> singhiozzai leggermente.
<< Be, Bella, è un ragazzo ferito, ha fatto parlare la rabbia, probabilmente non le pensava minimamente quelle cose, anzi, ne sono sicura >> mi sorrise dolcemente.
<< Grazie mamma. >>
<< E di cosa? Sono qua apposta. Allora, che facciamo stasera? Philip ha una partita e quindi siamo da sole. Che ne dici di una bella serata tra donne? Io, te e Helena? Film, pettegolezzi, sfilate di moda di ragazzi, ci divertiremo! >> era davvero contenta per quella serata.
Accettai, felice di vederla così entusiasta, ma anche perché pensavo che sicuramente avrebbe fatto bene anche a me passare una serata, l’ultima serata insieme a mia mamma e alla mia migliore amica di sempre. Dovevo approfittare di quel momento, chissà quando le avrei riviste nuovamente, probabilmente tra mesi.
Presi in mano il cellulare e feci partire la chiamata ad Edward, intanto che mia mamma cominciava ad organizzare la serata.
<< Pronto? >> la sua voce cristallina fu un tocca sana per la mia salute emotiva.
<< Ciao >> gli dissi cercando di tenere un tono di voce almeno normale.
<< Cos’è successo? >> mi chiese preoccupato.
<< Niente, davvero. Sono solo un po’ stanca dal viaggio >> mentii spudoratamente, sperai che mi credette, ma ovviamente non fu così.
<< Bella. >>
<< Ho lasciato Daniel. >>
<< Bella, se volevi rimanere con lui, guarda che… >> lo bloccai prima che potesse fraintendere.
<< Non è per quello, io sono felice di averlo mollato, ma abbiamo litigato, parecchio, ha detto cose brutte e be, l’ho perso come amico >> sussurrai leggermente sperando che le lacrime non tornassero di nuovo a sgorgare.
<< Mi dispiace Bella, ma se non vuole rimanere nemmeno tuo amico, allora uno stupido. Dagli tempo, magari capirà e tornerà a scusarsi. Alla fine penso sia normale che si comporti così, probabilmente se avessi lasciato me mi sarei comportato allo stesso modo. Non è facile essere solo amico di una persona che ami >> mi spiegò dolcemente.
<< Posso immaginarlo anch’io >> sorrisi leggermente.
<< Mi prometti che non piangerai più? >>
<< Sì, lo prometto. >>
<< Cosa fate stasera di bello? >> mi chiese cercando di rendere la telefonata più allegra, almeno, fu quello che capii.
<< Mia mamma vuole passare una serata tra donne: io, lei e Helena. La sta proprio organizzando in questo momento >> sorrisi vedendo mia mamma che passava proprio in quel momento con in mano un foglio.
<< Divertiti, allora. Ci sentiamo domani, ok? >>
<< Sì. Edward? >>
<< Dimmi. >>
<< Penso di tornare a casa già domani >> mi guardai i piedi leggermente imbarazzata, come se lui avesse potuto vedermi.
<< Bella, quando vuoi, fai con calma. Io ti aspetto >> disse tutto in modo dolce.
<< No, davvero. Stasera passo la serata con l’uniche due persone con cui vorrei passarla. Ho lasciato Daniel, non ho più niente da fare qui. Tornerò domani sera, ok? >>
<< Bella… >>
<< Edward, davvero. Domani torno. >>
<< Non pensare che non ti voglia, ma non dovresti passare un po’ più di tempo lì? >> mi chiese dolcemente.
<< No, Edward. Domani comincio ad impacchettare le mie cose e torno. >>
<< Va bene, ci sentiamo domani. Divertiti stasera. >>
<< Sicuramente >> sorrisi solo all’idea della serata. << Edward? >>
<< Cosa? >>
<< Ti amo >> probabilmente era la prima volta che glielo dicevo di mia spontanea volontà, senza una dichiarazione vera e propria e tutto il resto.
Per un secondo rimase zitto.
<< Anch’io ti amo >> non mi sembrava possibile, ma mi sembrò di sentire una certa nota d’emozione nella sua voce.
Chiusi la chiamata con un sorriso ebete stampato in faccia.
Sentire Edward, la sua voce, sapere che ci fosse lui e tutta la sua famiglia ad attendermi a Forks, mi faceva sentire meglio.
La serata che passai fu qualcosa di assolutamente spassoso e divertente. Non ricordo di aver riso mai così tanto.
Guardammo vari film commedia, demenziali tipo American Pie, ci guardammo delle sfilate di uomini, cantammo, ballammo, ridemmo. Una serata davvero memorabile.
Verso le due di notte avevo raggiunto il mio letto, sfinita e stanca, insieme ad Helena che si era infilata nel mio letto matrimoniale e si era addormentata, come me in fin dei conti.
Una serata che mi fece dimenticare di quello che era successo quel pomeriggio, ma c’era una nota positiva in tutto quello: ora, potevo finalmente avere un nuovo inizio insieme ad Edward.

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! Allora, eccomi qua, stavolta puntuale e senza ritardi.
In questo capitolo ne sono successe davvero tante. Bella ed Edward si avvicinano, quasi quasi litigano anche loro, ma cosa davvero importante Bella lascia Daniel. Come pensavate che andasse? Vi aspettavate una reazione così da parte sua? E Bella? Cosa pensate del vostro comportamento? Sinceramente una mia amica che legge in anteprima il capitolo mi ha detto che Bella in questo capitolo è alquanto ipocrita e che non la sopporta, voi che ne pensate?
Scusate tutte queste domande, ma sinceramente anche io sono rimasta perplessa dalla reazione di Bella e il capitolo l’ho scritto io! Solo che quello è quello che è uscito, Bella voleva fare quello e ha fatto quello, io la situazione l’avevo immaginata in modo diverso sinceramente. Va be, ormai il capitolo è uscito così.
Ringrazio chiunque abbia aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate. Siete davvero tantissimi, non pensavo di arrivare ad un numero così. Ringrazio i 7 angeli che hanno recensito e ai lettori silenziosi che spero un giorno troveranno il coraggio, e la voglia soprattutto, di esprimere la loro opinione. Grazie davvero a tutti.
Vi ricordo che potete aggiungermi su Fb e su Twitter.
Alla prossima ^_^
   
 
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