Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
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Autore: Philalexandros    20/03/2011    6 recensioni
1370. In Irlanda governa il re Richard II Tudors, sovrano amato e rispettato dalla popolazione; suo figlio, Jared, è l'erede al trono, ma questa decisione non è ben accettata da tutti; starà al cavalier Colin difendere la vita del giovane principe e istruirlo a combattere.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non scriviamo a scopo di lucro, i personaggi non ci appartengono, ecc :D

 

 

 

 

Capitolo decimo.

 

 

-Cavalier Farrell.-

Colin non esitò, continuò a guardarlo con determinazione.

-Ci sono cose della mia vita che non sono davvero di vostra competenza. Mi duole ricordarvelo, ma è così. Il vostro compito è istruirmi, prima di tutto, e mi pare lo stiate facendo con impegno. Per quanto riguarda il proteggermi, è una richiesta secondaria, e- continuò Jared fermamente, alzando un dito a interrompere la protesta che stava nascendo in Colin –ripeto che certi argomenti non vi riguardano.-

-Vi sbagliate.- lo sguardo di Colin era fiammeggiante. –Ogni cosa che vi riguarda, riguarda anche me, ormai.-

Il battito del cuore di Jared prese a battere più velocemente, contro la sua volontà.

Spalancò gli enormi occhi blu, -Prego?-

Colin si passò una mano tra i capelli, nervosamente, guardando qualsiasi cosa che non fosse Jared. –Mi… mi preoccupo per voi, va bene? E non mi interessa se voi non volete condividere certe cose con me, io voglio saperle lo stesso, e voglio sapere chi è la gente di cui vi circondate, perché… Se vi accadesse qualcosa – tornò a guardarlo, gli occhi di un leone, -la responsabilità sarebbe mia, e io non potrei mai perdonarmelo.-

Jared non aveva più un cuore all’interno del petto, ormai era saltato fuori.

Calmati , si disse, ragiona, ragiona, ragiona.

-E’ un piacere vedere quanto siete ligio al vostro dovere, Sir Farrell.- rispose, cercando di non sentirsi colpevole ad una tale ammissione di insensibilità.

Colin era incredulo, infatti; mai, mai aveva incontrato una persona più incomprensibile, e… incoerente, diamine!

-Se voi pensate che il nostro rapporto si fondi soltanto sul dovere- disse allora, -come mai poco fa la mia testa stava sulle vostre ginocchia, principe?-

Il cuore di Jared fece una capriola e ritornò dentro al petto soltanto per iniziare a sprofondare negli abissi delle sue incertezze.

Il principe distolse lo sguardo e non rispose, mantenendo un’espressione corrucciata; Colin lo prese nuovamente per il polso, -Principe, io… Non potremmo saltare ogni volta le parti in cui fate… facciamo gli stronzi –

Jared lo guardò come a dire mi state forse dando dello stronzo?!

 

Odi

 

- e arriviamo subito ai punti in cui, diciamo, ci sopportiamo molto bene, -

 

Et

 

-cioè… andiamo d’accordo. Alla fin fine. O mi sbaglio?-

 

Amo

?

 

-… era Catullo.-

-Che cosa?- Colin era sorpreso.

-Vi stavo leggendo delle poesie di Catullo. Conciliano il sonno, e voi dormivate beatamente.-

Colin si sciolse in un sorriso, e il cuore di Jared tornò a pompare più velocemente.

Che diavolo mi state facendo?

-Immagino sarei maleducato a chiedervi a che cosa è stato dovuto il mio brusco risveglio, dopo l’ammissione di un gesto tanto gentile.-

-Ma io sono abituato alle vostre parole scomode e ai vostri modi rudi, oramai, Sir Farrell- lo canzonò Jared, tornato quasi di buon umore.

-Riguardo alle parole, vi state confondendo, principe- mormorò il cavaliere –sono le vostre, ad essere più taglienti della mia lama.-

-Ammettete dunque che esiste qualcosa di superiore alla vostra spada? Mi stupite sempre di più!-

Colin si bloccò un attimo, ad osservare il sorrisetto di Jared;  si complimentò con se stesso pensando che era un ulteriore passo avanti ed incrociò le braccia, soddisfatto.

-Sì, anch’io mi stupisco!- fu la conclusione, che portò gli occhi di Jared a guardare il soffitto.

-Il vostro ego supera ogni mia capacità di comprensione.-

-Così come il vostro desiderio di essere misterioso, mio caro principe.-

Touchè.

Ecco, si ritornava al discorso precedente.

Jared indietreggiò di un passo, quasi inconsapevolmente; non era ancora pronto, no.

-Siete mai stato innamorato?-

Colin sbarrò gli occhi, colto alla sprovvista: -Io… beh…-

Non lo sei stato, dai, lo leggo nei tuoi occhi. Prova a mentirmi su una cosa tanto importante e sarà l’ultima volta che avrai una conversazione con me.

- immagino di… no.-

Jared annuì piano, se l’era immaginato, lo sapeva, lo sentiva.

- Allora, mi dispiace, ma qualsiasi cosa potrei dirvi, voi non la capireste, Colin.-

Si voltò e terminò le scale, trovando rifugio nella sua stanza.

Lasciando un cavaliere che aveva appena scoperto quanto il proprio nome potesse risultare bello, se pronunciato da una voce diversa.

 

 

****

 

 

Colin, Colin, Colin.

Farrell scese nuovamente le scale scuotendo piano la testa, incredulo; trasalì quando sentì nuovamente il suo nome.

-Colin?-

-Oh…Eamon.-

-Che hai? – chiese il fratello maggiore, -Sembra che tu abbia visto un fantasma.-

-No, no, sto bene. Tu?- sorrise –Completamente ristabilito?-

Eamon gli fece l’occhiolino, aveva un aspetto splendido, come suo solito: -Questo posto mi si addice, mio caro. Però, ho deciso di togliere finalmente il disturbo-

-Cosa? No!- la risposta di Colin, così improvvisa e decisa, sorprese Eamon: -Ma Col! Questa non è casa mia, non posso continuare ad approfittare dell’ospitalità senza motivo reale…Lo sai.-

Colin non rispose; il maggiore dei Farrell gli appoggiò una mano sulla spalla, -Ti preoccupa rimanere qui senza di me?-

Il cavaliere lo guardò, mordendosi un labbro: -…Certo che no.-

-Aaaahh.- Eamon lo abbracciò di slancio: -Stai tranquillo, Col, andrà tutto bene. Io non posso fare nulla per te; in qualsiasi momento mi trovi a casa, lo sai. Ma davvero, devo andare. Qui non posso nemmeno portare delle persone a casa!-

-Sei…sei…!- Colin si scostò –Un fottuto maniaco!-

-Senti chi parla- replicò immediatamente Eamon, -è come se il principe ti tenesse in castità, cucciolo.-

Touchè.

Dopo quella volta in cui si era quasi fatto scoprire, Colin non aveva più osato.

E, nelle sue stanze, cercava di non toccarsi, la sera tardi;

aveva come l’impressione che nei suoi pensieri si sarebbe formata l’immagine di due occhi azzurri e di un corpo esile e agile, bianco e profumato.

E, nonostante tutto, un gesto del genere avrebbe macchiato l’immagine pura che Colin, quasi in modo incontrollato, custodiva di Jared.

 

 

****

 

 

Colin.

Che diavolo gli era preso, a chiamarlo per nome?

Jared si lasciò cadere sul suo letto a baldacchino e si coprì il viso con le mani, ancora incredulo; quel cavaliere lo stava facendo impazzire.

Qualcuno bussò piano alla porta e la voce di Francisco si fece strada: -Principe, state bene?-

-Fran, entra pure-

Il servo entrò, bello e leggiadro come sempre, trovandosi davanti un principe dall’espressione sconvolta.

-Jared! Che cos’è successo?-

-Io… Niente.-

-Vi ho sentito parlare con Sir Colin…-

-Colin è… -

Ecco, di nuovo quel nome, tra le sue labbra.

Stava iniziando ad abituarcisi!

Francisco si sedette lentamente di fianco a Jared; in quel momento era lì non come servo, ma come amico.

-Siete confuso, Jared.-

-Lo sono, sì.-

-Riguarda Colin, vero?-

Jared annuì guardando il pavimento.

-Ti ricordi Cameron?-

Francisco trattenne il fiato: brutti ricordi erano tornati a tormentare Jared, i peggiori.

-Mi aveva tradito.-

Francisco esitò, incerto se toccare il principe, accarezzarlo, abbracciarlo.

-Mi aveva tradito, non mi aveva mai amato davvero.-

Al servo si strinse il cuore vedendo i pugni di Jared stretti all’inverosimile, le nocche bianche per lo sforzo.

-Colin non lo farebbe- osò, sperando che il principe non si arrabbiasse.

-Non lo farebbe?!- Jared si alzò in piedi, agitato, -Lui non farebbe passare nemmeno un giorno prima di farlo, Francisco! Dico, ma lo vedi?! Così affascinante, ammaliante, pieno di sé,-

-Io…- provò di nuovo il servo –Quando è con voi lo vedo soprattutto meravigliosamente imbranato, e ben distante da ciò che dite voi.-

Jared scosse la testa, -No, no, io… Ma poi, perché diavolo ti sto dicendo queste cose? Non è niente, niente, non stavo pensando a quello, io…-

-Jared, calmatevi, per favore.-

Il principe prese un respiro e tornò a sedersi.

-Siete attratto da Colin.-

-…un po’.-

-Jared, non vergognatevene. E’ un uomo intelligente e simpatico, e molto bello, questo è innegabile.-

-E’ insopportabile!- protestò debolmente Jared, ma entrambi sapevano che non era la verità.

-Principe, anche voi sapete esserlo.- rispose Francisco, molto onestamente, e Jared non riuscì a trattenere un sorriso.

-Io penso- continuò il servo, -che voi due siete in grado di tirare fuori il peggio dell’altro. Ma sono convinto anche che siate gli unici a poter rendere l’altro nella condizione di mostrare il meglio di sé.-

Jared lo guardò, sbattendo le ciglia.

-E Colin non è come Cameron, Jared. Mi duole dirvelo, ma quella donna non vi ha mai guardato come vi guarda lui.-

 

 

****

 

 

-Guarda guarda chi c’è qui… Sir Colin.-

-Jonathan! Iniziavo quasi a sentire la vostra mancanza.-

Jonathan sorrise piano, nel notare le occhiaie presenti sotto gli occhi di Colin e l’espressione stravolta del cavaliere.

-Vi trovo bene- sussurrò, mellifluo, ma Colin non abbassò lo sguardo, anzi sorrise: -Sono contento di risultare affascinante ai vostri occhi, conte.-

-Uuuh, mi lusingate- replicò Jonathan; Colin si alzò dalla panca in cui sedeva, la stessa in cui le gambe di Jared avevano ospitato la sua testa, e si avvicinò a Jonathan, occhi caldi che cercavano occhi troppo gelidi.

Afferrò il braccio del conte e fece un sorriso: -Che ne dite, conte? Lasciamo in pace il principe oggi e divertiamoci noi due.-

Jonathan spalancò gli occhi e la bocca, che diavolo stava dicendo quell’idiota?!

Colin si fece più vicino; si stava quasi divertendo, voleva vedere fino a che punto poteva spingersi, con quel rettile.

Jonathan si irrigidì, guardando Colin ad occhi maligni e socchiusi, cercando ancora di capire dove diavolo volesse arrivare.

Un rettile finocchio, come aveva sempre sospettato.

Colin iniziò ad avvicinare il viso; il profumo di Jonathan era pungente ma non del tutto sgradevole, e gli occhi erano di un blu straordinario.

Ma non era comunque Jared…

Respirò per pochi secondi sulla bocca di Jonathan, poi afferrò improvvisamente le sue braccia e lo fece voltare a forza, la schiena del conte contro il suo petto.

-Ma che diavolo..?!- esclamò Jonathan, e Colin ghignò: -Mi dispiace, coroneremo il vostro sogno erotico un’altra volta! Ora, ditemi. Che cosa avete intenzione di fare a Jared?-

Ecco, dove voleva arrivare.

-Non…non sono affari che vi riguardano, e ora lasciatemi!-

-Jonathan, Jonathan… Non ci siamo capiti. Io non vi lascerò fino a che non aprirete la vostra bella boccuccia per dirmi per quale cazzo di motivo non lo lasciate in pace.-

-E’ mio cugino, posso fare quel diavolo che mi pare!-

-Non è vostro cugino! Non avete parentela, voi non avete legami di sangue, con lui, non dite simili eresie.-

-Fintantochè sarà l’erede al trono d’Irlanda, potrò ritenerlo mio parente eccome, dato che, prima che arrivasse lui, l’erede al trono ero io!-

Si accorse immediatamente di aver parlato troppo.

La stretta di Colin divenne insopportabile.

-Voi eravate l’erede al trono… Conoscendovi, immagino quanto questo debba darvi fastidio.-

-Vi sbagliate.-

-Oh, no, non credo proprio... Qual è il vostro piano, eh? Immagino abbiate un piano, per riappropriarvi del vostro titolo!-

-E voi avete un piano, per finire tra le lenzuola di Jared?-

Colin lo strattonò brutalmente, fuori di sé: -Siete proprio l’ultima persona che deve parlare, a riguardo!- lo fece girare per guardarlo negli occhi, continuando a stringere i suoi polsi, -Chissà quali desideri celate dietro quello sguardo maligno!-

Jonathan sorrise, un sorriso che fece venir voglia a Colin di prenderlo a schiaffi: -Un menage a trois?-

Colin avvicinò nuovamente il viso al suo, pieno di collera: -Fate tanto lo spiritoso, ma provate ad avvicinarvi nuovamente a Jared e non potrete fare un singolo passo, senza di me.-

-Siete pure geloso! Di me, o di lui, signor cavaliere?-

-Voi non dovete nemmeno provare a paragonarvi a Jared, dio, mi fate schifo.-

Jonathan appoggiò le sue labbra su quelle di Colin, deciso e veloce, per poi sputargli in faccia: -Vi faccio talmente schifo che siete stato più vicino a me in due minuti che a Jared in due settimane.-

Il pugno arrivò, e Jonathan barcollò, senza cadere.

-Ve lo ripeto un’ultima volta.-

La voce di Colin vibrava di rabbia.

-Cercate di fare del male a Jared, e siete morto.-

 

 

****

 

 

Jonathan toccò con la mano il lato destro della sua bocca, e vi trovò tracce scarlatte.

Quel maledetto… quello stronzo del cazzo aveva osato colpirlo, un sudicio e rozzo cavaliere aveva osato toccare lui, il più nobile degli Irlandesi!

E come l’aveva toccato! Jonathan diede un calcio alla panca, pieno di rabbia e frustrazione. C’era stato un momento in cui… No! Non c’era stato nessunissimo dannato momento a parte quello in cui Farrell gli aveva dato un pugno!

Inspirò profondamente, arrabbiato. Dopo averlo minacciato, il cavaliere se n’era andato fuori di fretta, a fare chissà cosa.

Diavolo, ma possibile che nessuno in quel castello si fosse accorto di cosa stava succedendo?!

Poco male.

Colin l’avrebbe pagata, questo era sicuro.

-Jared!- gridò, avendo cura di non togliere tutto il sangue che gli macchiava il bel viso.

 

 

****

 

 

Jared aveva un’espressione molto simile a quella che aveva Colin quando Jonathan l’aveva incontrato.

-Cugino, scusami, io…-  iniziò il principe, poi guardò il conte in viso: -Jonathan, ma! Sei ferito!-

Jonathan sembrò accorgersi in quel momento delle tracce scarlatte sulle sue labbra –ottimo attore; -Oh, questo… Non è niente, Jared, solo un regalino del vostro…protettore.-

Il principe spalancò gli occhi, incredulo: -Colin vi ha fatto una cosa simile?!-

Jonathan notò subito il passaggio da Sir Farrell, o, molto spesso, quello là, a Colin.

-Colin…- ripeté, ridacchiando. –Sì, il tuo caro amico era alquanto nervoso, è forse successo qualcosa?-

-Non è…- Jared si bloccò, ritenendo inutile fare presente a Jonathan che Farrell non era un suo amico.

Se il cugino gli avesse chiesto che cos’era Colin, allora, non gli avrebbe saputo rispondere.

-…no, non è successo nulla.-

-Allora probabilmente ha solo bisogno di scaricare la sua frustrazione sessuale- sbuffò il conte, facendo impallidire Jared: -Che..che cosa?-

Jonathan sorrise, lascivo, come una vittima comprensiva con il suo carnefice: -Era piuttosto…agitato, sai, e aggressivo, ma desideroso di contatto, mi capisci?-

Jared annuì piano, anche se in realtà no, non capiva. –Cosa ti ha fatto?- domandò con un filo di voce.

-Mi ha afferrato e mi ha baciato- il conte fece spallucce, come se fosse cosa di poco conto, quando in realtà erano pesanti macigni nello stomaco di Jared; -Poi sai com’è fatto, è alquanto insopportabile, abbiamo iniziato a discutere e mi ha dato un pugno, per poi andarsene.-

-Colin ha fatto una cosa del genere?-

La voce di Jared sembrava quella di un morto.

Jonathan gli appoggiò una mano sulla spalla: -Io non ci baderei troppo, probabilmente ora starà finendo con qualche giovane di bella presenza. Ma Jared, perché hai quell’espressione?-

Jonathan nascose un sorriso, eccitato dalla prospettiva di allontanarli sempre di più.

-Non sarà forse che si è comportato in quel modo anche con te?-

Jared finalmente si spazientì: -Basta così. Scusa Jonathan, ho da fare.- e così dicendo superò il cugino per andare verso le stalle, senza dire una parola di più.

Jonathan rimase un attimo interdetto, poi non esitò a sorridere: di sicuro, per quanto Colin avesse cercato di giustificarsi, Jared sarebbe stato troppo condizionato per ascoltarlo.

 

 

****

 

-Forza, forza!- Jared spronò il suo cavallo fino in paese, dove era certo di trovare il cavaliere. E, se non lo avesse trovato, avrebbe chiesto dov’era la casa di Eamon. Ohssì.

Il principe non stava propriamente ragionando: una volta tanto, il sangue gli ribolliva nelle vene e il cuore pulsava talmente forte che gli impediva di pensare coerentemente, gli mandava un solo messaggio, gli ordinava un solo obiettivo: trovare quell’idiota.

Scese da cavallo e iniziò a guardarsi intorno: in realtà non conosceva bene quel territorio, salvo le visite a Shannon e Tomo, la cui casa si trovava comunque a qualche centinaia di metri da dove Jared si era fermato.

C’era una locanda e varie botteghe; da una di queste uscì proprio Tomo, con in mano un paio di scarpe.

-Jay?-

Il principe si voltò di scatto, e alla vista dell’amico i suoi nervi si acquietarono un poco.

Stupido, come se lui ti chiamasse Jay! si rimproverò.

-Tomo! Oh, Tomo, ciao, io—

-Che succede, Jared? Non ti aspettavo da queste parti.-

-No, beh, io… Belle quelle scarpe!-

Tomo si accigliò: -Sono appena passato a prenderle dal calzolaio, sono le scarpe da lavoro di Shan, Jay, le usa per lavorare i campi.-

Jared arrossì: -Beh, ehm, sono sicuro che, nel loro genere, siano molto…-

-Piantala- esclamò Tomo, mentre i suoi occhi si spalancavano, -Mi dici che ci fai qui? Sembri sconvolto.-

Jared sospirò. –Sto cercando il cavalier Colin.-

-Devi forse proteggerlo?- chiese l’amico in tono scherzoso, ma il principe si rabbuiò: -No, ho intenzione di perdere la mia dignità e picchiarlo fino a che il respiro non venga meno a entrambi.-

Tomo si stupì non poco di fronte a quelle parole: -Jay, stai scherzando? Che diavolo ha fatto?!-

Una risata di donna, seguita da una più lieve e maschile, che Jared riconobbe immediatamente: era lui, il bastardo! Proveniva da quella vecchia locanda: Jared abbandonò il cavallo legato ad un palo e marciò dentro il locale di gran carriera, seguito ansiosamente da Tomo.

Eccolo lì, l’idiota.

Sedeva su uno sgabello, mezzo accasciato sul bancone, con entrambe le mani occupate da due bicchieri belli colmi di liquido che, Jared era sicuro, non era certo acqua, ma di certo nemmeno vino; Colin sembrava accaldato e un sorrisetto ebete gli incurvava le labbra, mentre la donna dietro il bancone –era stata lei a ridere in modo tanto fastidioso- gli accarezzava ora le braccia muscolose ora i capelli, sorridendo e ridacchiando di tanto in tanto, quando lui bofonchiava qualcosa.

La ragazza alzò gli occhi sentendo la porta che sbatteva, e rimase stupita di fronte a quel ragazzo esile e leggiadro che non aveva mai visto prima.

Jared udì distintamente Colin mugugnare –Tesoro che succede- prima che arrivasse lui a prenderlo per i capelli a sorpresa, da dietro, così che suonò molto più come –Tesoro che succeduuouff.-

-Cavalier Farrell.-

Colin girò la testa verso di lui e gli buttò in faccia occhi molto acquosi e appannati: -Ja-ja-Jared?

Il principe trattenne il respiro: l’aveva chiamato per nome, ed era ubriaco.

Di bene in meglio.

-Voi!- gli sputò in faccia –Voi, cavaliere dei miei stivali, siete così… Oh, Dio, non ho parole.-

-Potete togliere la vostra mano dalla mia testa, prima di continuare a insultarmi?- si lamentò Colin, e Jared, sovrappensiero, lo fece, per poi pentirsene, desiderando immediatamente rimettergli le mani addosso.

Colin si alzò in piedi, continuando a tenere una mano sul bancone, come per sostenersi; per fortuna la locanda era vuota, fatta eccezione per Alicja, pensava Tomo.

-Che accid…accidenti…vi ho fatto?- biascicò Colin, che sembrava però recuperare un po’ di lucidità.

-A me?! Che diavolo vi siete permesso di fare a Jonathan, vorrete dire!-

Colin si coprì gli occhi con una mano: -Ah, quello… Non prendetela a male, principe, vi giuro, io non…-

-Principe?-

Si erano tutti già dimenticati della barista.

-Oh… Sì Alicja, lui è il principe Jared, principe, Alicja- presentò Colin con molta leggerezza, mentre le buone maniere di Jared gli imponevano, nonostante il suo rango, di baciare la mano della donna e quella, a sua volta, si sentiva combattuta tra il desiderio di compiacere un reale e il fastidio per come Colin era cambiato dopo averlo conosciuto.

-Ho sentito molto parlare di voi…- disse la ragazza con un sopracciglio sollevato; Jared non sorrise, ma rispose cortesemente: -Mi piacerebbe poter dire lo stesso.-

Bam.

Una simile sfacciataggine era segno che il principe era veramente, veramente fuori di sé.

Colin avvertì una voce nella sua testa che gli intimava a gran voce di scappare; adocchiò la porta cercando di fermare la testa, che continuava a girare contro la sua volontà. Evidentemente cercò sul serio di andarsene, ma Jared, fulmineo, gli afferrò un polso e lo costrinse a fermarsi.

Però. Era vero che Colin non era nel pieno delle sue facoltà, ma la stretta di Jared era micidiale.

-Argh. Sentite, principe, avrò anche sbagliato con Jonathan, ma lui è assolutamente maligno e voi mi dovete credere, dovete proprio, perché-

-Se è così maligno come dite, perché diavolo l’avete baciato?!- urlò Jared, iniziando a tempestare di pugni il petto di Colin, che, basito, inizialmente non ebbe la forza di reagire.

-Stronzo, idiota! Lo sapevo che non c’era da fidarsi di voi!-

Il cavaliere, che provava a parare i colpi come meglio poteva, cercò di scansarsi: -Ehi! Ehi! Che storia è mai quest – ouch! Che storia è mai questa, principe?! Quando diavolo –Cristo santo, ahi, smettetela! Quando diavolo l’avrei baciato?-

-Avete pure il coraggio- ringhiò Jared –di chiedere una cosa simile?- così dicendo, gli pestò un piede.

-Ahia!- saltò su Colin –Certo che ve lo chiedo! Non l’ho mai baciat – per Dio, è stato lui!-

-Smettetela di dire tali menzogne, vi auguro di andare all’Inferno!- gridò il principe, fuori di sé. –L’avete baciato e poi picchiato, siete davvero abominevole!-

Tomo e Alicja continuarono a guardarli, basiti, mentre Jared riprendeva la raffica di pugni e Colin cercava di difendersi come meglio poteva.

Tomislav si avvicinò all’amico, mettendogli una mano sulla spalla, mentre l’altra ancora reggeva le scarpe di Shannon: -Jay, Jay, ora basta, su!-

Jared si bloccò un attimo, prendendo fiato e rendendosi conto nuovamente che c’erano altre persone oltre a lui e a Colin; poi, di scatto, prese una scarpa dalla mano di Tomo e iniziò a colpire il cavaliere con quella, con tutta la forza che aveva.

-Aaaugh- guaì Colin, decidendo che finalmente ne aveva abbastanza: riuscì finalmente ad afferrare i polsi di Jared –dovendo, tra l’altro, schiaffeggiargli le braccia un paio di volte- e a trattenerlo saldamente, mentre quello si dimenava, rabbioso.

Mentre entrambi riprendevano fiato, Colin sentiva svanire l’effetto dell’alcool: spinse lo stesso Jared più vicino a sé, per poterlo mettere a fuoco meglio, e piantò gli occhi nei suoi.

Per una volta, era il principe ad avere lo sguardo più impetuoso.

-Lasciatemi!- strillò, dibattendosi, -Lasciatemi, non ho ancora finito, con voi!-

-Oh, invece sì- sibilò Colin –Ora la smetterete di usare le mani e mi spiegherete che diavolo sta succedendo.-

Quasi sorrise: -Che ciò che vi ho insegnato mi si può rivoltare contro l’ho già capito,grazie.-

 

 

 

 

 

NDIls&Vav

Ahaha, visto che velocità questa volta? ù_ù

Infatti ci sono state solo quattro recensioni è_è così mi viene voglia di farvi aspettare sempre due mesi xD

No, scherzo. E’ una ggggioia farvi contente in fretta sempre che i capitoli vi piacciano e ne siate contente, ovvio.

Comunque, a parte i ringraziamenti per coloro che leggono/seguono/preferizzano ecc, come al solito due paroline alle buone anime che si prendono un attimo per recensire:

Yuki_Frehley: niente separazione, muhahah, e niente alimenti, visto? Ci stiamo comportando da bravi coniugi. E va bene, il sacco Cameron è tutto tuo, te lo meriti, decisamente! Buon divertimento, picchia duro! *^*
yayachan18: il tuo commento è delirantemente adorabile XD adoro i deliri, quindi adoro te ù_ù continua a seguirci mi raccomando *---*

Nulla Kaulitz: l’immagine di Colin che taglia la testa a Cameron è inquietantemente allettante ò_ò ci farei un pensierino, se non odiassi pensare a Col come un assassino ù_ù tzè, ci sono ben altri modi con cui la possono far pagare a quella! *pensa a cose molto, ma molto poco caste*

Jessromance: AHAHAHAAH *la riempie di pupazzi di Tomo perché è troppo aww* abbiamo fatto prestissimo, sei contenta?

Gnaw, per una volta non sono logorroica, devo andare a letto XD

A prestissimo, si spera! *^*

 

  
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