Non
scriviamo a scopo di lucro, i personaggi non ci appartengono, ecc :D Capitolo
decimo. -Cavalier
Farrell.- Colin
non
esitò, continuò a guardarlo con determinazione. -Ci
sono
cose della mia vita che non sono davvero di vostra competenza. Mi duole
ricordarvelo, ma è così. Il vostro compito
è istruirmi, prima di tutto, e mi pare
lo stiate facendo con impegno. Per quanto riguarda il proteggermi,
è una
richiesta secondaria, e- continuò Jared fermamente, alzando
un dito a
interrompere la protesta che stava nascendo in Colin –ripeto
che certi
argomenti non vi riguardano.- -Vi
sbagliate.-
lo sguardo di Colin era fiammeggiante. –Ogni cosa che vi
riguarda, riguarda
anche me, ormai.- Il
battito
del cuore di Jared prese a battere più velocemente, contro
la sua volontà. Spalancò
gli
enormi occhi blu, -Prego?- Colin
si
passò una mano tra i capelli, nervosamente, guardando
qualsiasi cosa che non
fosse Jared. –Mi… mi preoccupo per voi, va bene? E
non mi interessa se voi non
volete condividere certe cose con me, io voglio saperle lo stesso, e
voglio
sapere chi è la gente di cui vi circondate,
perché… Se vi accadesse qualcosa –
tornò a guardarlo, gli occhi di un leone, -la
responsabilità sarebbe mia, e io
non potrei mai perdonarmelo.- Jared
non
aveva più un cuore all’interno del petto, ormai
era saltato fuori. Calmati ,
si disse, ragiona, ragiona, ragiona. -E’
un
piacere vedere quanto siete ligio al vostro dovere, Sir Farrell.-
rispose,
cercando di non sentirsi colpevole ad una tale ammissione di
insensibilità. Colin
era
incredulo, infatti; mai, mai aveva incontrato una persona
più incomprensibile,
e… incoerente, diamine! -Se
voi
pensate che il nostro rapporto si fondi soltanto sul dovere- disse
allora,
-come mai poco fa la mia testa stava sulle vostre ginocchia, principe?- Il
cuore di
Jared fece una capriola e ritornò dentro al petto soltanto
per iniziare a
sprofondare negli abissi delle sue incertezze. Il
principe
distolse lo sguardo e non rispose, mantenendo un’espressione
corrucciata; Colin
lo prese nuovamente per il polso, -Principe, io… Non
potremmo saltare ogni
volta le parti in cui fate… facciamo
gli
stronzi – Jared
lo
guardò come a dire mi state forse
dando
dello stronzo?! Odi - e
arriviamo subito ai punti in cui, diciamo, ci sopportiamo molto bene, - Et -cioè…
andiamo d’accordo. Alla fin fine. O mi sbaglio?- Amo ? -…
era
Catullo.- -Che
cosa?-
Colin era sorpreso. -Vi
stavo
leggendo delle poesie di Catullo. Conciliano il sonno, e voi dormivate
beatamente.- Colin
si
sciolse in un sorriso, e il cuore di Jared tornò a pompare
più velocemente. Che diavolo mi state facendo? -Immagino
sarei maleducato a chiedervi a che cosa è stato dovuto il
mio brusco risveglio,
dopo l’ammissione di un gesto tanto gentile.- -Ma io
sono
abituato alle vostre parole scomode e ai vostri modi rudi, oramai, Sir
Farrell-
lo canzonò Jared, tornato quasi di buon umore. -Riguardo
alle parole, vi state confondendo, principe- mormorò il
cavaliere –sono le
vostre, ad essere più taglienti della mia lama.- -Ammettete
dunque che esiste qualcosa di superiore alla vostra spada? Mi stupite
sempre di
più!- Colin
si
bloccò un attimo, ad osservare il sorrisetto di Jared; si complimentò
con se stesso pensando che era
un ulteriore passo avanti ed incrociò le braccia,
soddisfatto. -Sì,
anch’io
mi stupisco!- fu la conclusione, che portò gli occhi di
Jared a guardare il
soffitto. -Il
vostro
ego supera ogni mia capacità di comprensione.- -Così
come
il vostro desiderio di essere misterioso, mio caro principe.- Touchè. Ecco,
si
ritornava al discorso precedente. Jared
indietreggiò di un passo, quasi inconsapevolmente; non era
ancora pronto, no. -Siete
mai
stato innamorato?- Colin
sbarrò
gli occhi, colto alla sprovvista: -Io… beh…- Non lo sei stato, dai, lo leggo nei tuoi
occhi. Prova a mentirmi su una cosa tanto importante e sarà
l’ultima volta che
avrai una conversazione con me. -
immagino
di… no.- Jared
annuì
piano, se l’era immaginato, lo sapeva, lo sentiva. -
Allora, mi
dispiace, ma qualsiasi cosa potrei dirvi, voi non la capireste, Colin.- Si
voltò e
terminò le scale, trovando rifugio nella sua stanza. Lasciando
un
cavaliere che aveva appena scoperto quanto il proprio nome potesse
risultare
bello, se pronunciato da una voce diversa. **** Colin, Colin, Colin. Farrell
scese nuovamente le scale scuotendo piano la testa, incredulo;
trasalì quando
sentì nuovamente il suo nome. -Colin?- -Oh…Eamon.- -Che
hai? –
chiese il fratello maggiore, -Sembra che tu abbia visto un fantasma.- -No,
no, sto
bene. Tu?- sorrise –Completamente ristabilito?- Eamon
gli
fece l’occhiolino, aveva un aspetto splendido, come suo
solito: -Questo posto
mi si addice, mio caro. Però, ho deciso di togliere
finalmente il disturbo- -Cosa?
No!-
la risposta di Colin, così improvvisa e decisa, sorprese
Eamon: -Ma Col! Questa
non è casa mia, non posso continuare ad approfittare
dell’ospitalità senza
motivo reale…Lo sai.- Colin
non
rispose; il maggiore dei Farrell gli appoggiò una mano sulla
spalla, -Ti
preoccupa rimanere qui senza di me?- Il
cavaliere
lo guardò, mordendosi un labbro: -…Certo che no.- -Aaaahh.-
Eamon lo abbracciò di slancio: -Stai tranquillo, Col,
andrà tutto bene. Io non
posso fare nulla per te; in qualsiasi momento mi trovi a casa, lo sai.
Ma
davvero, devo andare. Qui non posso nemmeno portare delle persone a
casa!- -Sei…sei…!-
Colin si scostò –Un fottuto maniaco!- -Senti
chi
parla- replicò immediatamente Eamon, -è come se
il principe ti tenesse in
castità, cucciolo.- Touchè. Dopo
quella
volta in cui si era quasi fatto scoprire, Colin non aveva
più osato. E,
nelle sue
stanze, cercava di non toccarsi, la sera tardi; aveva
come
l’impressione che nei suoi pensieri si sarebbe formata
l’immagine di due occhi
azzurri e di un corpo esile e agile, bianco e profumato. E,
nonostante tutto, un gesto del genere avrebbe macchiato
l’immagine pura che
Colin, quasi in modo incontrollato, custodiva di Jared. **** Colin. Che
diavolo
gli era preso, a chiamarlo per nome? Jared
si
lasciò cadere sul suo letto a baldacchino e si
coprì il viso con le mani,
ancora incredulo; quel cavaliere lo stava facendo impazzire. Qualcuno
bussò piano alla porta e la voce di Francisco si fece
strada: -Principe, state
bene?- -Fran,
entra
pure- Il
servo
entrò, bello e leggiadro come sempre, trovandosi davanti un
principe
dall’espressione sconvolta. -Jared!
Che
cos’è successo?- -Io…
Niente.- -Vi ho
sentito parlare con Sir Colin…- -Colin
è… - Ecco,
di
nuovo quel nome, tra le sue labbra. Stava
iniziando ad abituarcisi! Francisco
si
sedette lentamente di fianco a Jared; in quel momento era lì
non come servo, ma
come amico. -Siete
confuso, Jared.- -Lo
sono,
sì.- -Riguarda
Colin, vero?- Jared
annuì
guardando il pavimento. -Ti
ricordi
Cameron?- Francisco
trattenne il fiato: brutti ricordi erano tornati a tormentare Jared, i
peggiori. -Mi
aveva
tradito.- Francisco
esitò, incerto se toccare il principe, accarezzarlo,
abbracciarlo. -Mi
aveva
tradito, non mi aveva mai amato davvero.- Al
servo si
strinse il cuore vedendo i pugni di Jared stretti
all’inverosimile, le nocche
bianche per lo sforzo. -Colin
non
lo farebbe- osò, sperando che il principe non si arrabbiasse. -Non
lo
farebbe?!- Jared si alzò in piedi, agitato, -Lui non farebbe
passare nemmeno un
giorno prima di farlo, Francisco! Dico, ma lo vedi?! Così
affascinante,
ammaliante, pieno di sé,- -Io…-
provò
di nuovo il servo –Quando è con voi lo vedo
soprattutto meravigliosamente
imbranato, e ben distante da ciò che dite voi.- Jared
scosse
la testa, -No, no, io… Ma poi, perché diavolo ti
sto dicendo queste cose? Non è
niente, niente, non stavo pensando a quello, io…- -Jared,
calmatevi, per favore.- Il
principe
prese un respiro e tornò a sedersi. -Siete
attratto da Colin.- -…un
po’.- -Jared,
non
vergognatevene. E’ un uomo intelligente e simpatico, e molto
bello, questo è
innegabile.- -E’
insopportabile!- protestò debolmente Jared, ma entrambi
sapevano che non era la
verità. -Principe,
anche voi sapete esserlo.- rispose Francisco, molto onestamente, e
Jared non
riuscì a trattenere un sorriso. -Io
penso-
continuò il servo, -che voi due siete in grado di tirare
fuori il peggio
dell’altro. Ma sono convinto anche che siate gli unici a
poter rendere l’altro
nella condizione di mostrare il meglio di sé.- Jared
lo
guardò, sbattendo le ciglia. -E
Colin non
è come Cameron, Jared. Mi duole dirvelo, ma quella donna non
vi ha mai guardato
come vi guarda lui.- **** -Guarda
guarda chi c’è qui… Sir Colin.- -Jonathan!
Iniziavo quasi a sentire la vostra
mancanza.- Jonathan
sorrise piano, nel notare le occhiaie presenti sotto gli occhi di Colin
e
l’espressione stravolta del cavaliere. -Vi
trovo
bene- sussurrò, mellifluo, ma Colin non abbassò
lo sguardo, anzi sorrise: -Sono
contento di risultare affascinante ai vostri occhi, conte.- -Uuuh,
mi
lusingate- replicò Jonathan; Colin si alzò dalla
panca in cui sedeva, la stessa
in cui le gambe di Jared avevano ospitato la sua testa, e si
avvicinò a
Jonathan, occhi caldi che cercavano occhi troppo gelidi. Afferrò
il
braccio del conte e fece un sorriso: -Che ne dite, conte? Lasciamo in
pace il
principe oggi e divertiamoci noi due.- Jonathan
spalancò gli occhi e la bocca, che diavolo stava dicendo
quell’idiota?! Colin
si
fece più vicino; si stava quasi divertendo, voleva vedere
fino a che punto
poteva spingersi, con quel rettile. Jonathan
si
irrigidì, guardando Colin ad occhi maligni e socchiusi,
cercando ancora di
capire dove diavolo volesse arrivare. Un
rettile finocchio, come aveva
sempre sospettato. Colin
iniziò
ad avvicinare il viso; il profumo di Jonathan era pungente ma non del
tutto
sgradevole, e gli occhi erano di un blu straordinario. Ma non era comunque Jared… Respirò
per
pochi secondi sulla bocca di Jonathan, poi afferrò
improvvisamente le sue
braccia e lo fece voltare a forza, la schiena del conte contro il suo
petto. -Ma
che
diavolo..?!- esclamò Jonathan, e Colin ghignò:
-Mi dispiace, coroneremo il
vostro sogno erotico un’altra volta! Ora, ditemi. Che cosa
avete intenzione di
fare a Jared?- Ecco,
dove
voleva arrivare. -Non…non
sono affari che vi riguardano, e ora lasciatemi!- -Jonathan,
Jonathan… Non ci siamo capiti. Io non vi lascerò
fino a che non aprirete la
vostra bella boccuccia per dirmi per quale cazzo di motivo non lo
lasciate in
pace.- -E’
mio
cugino, posso fare quel diavolo che mi pare!- -Non
è
vostro cugino! Non avete parentela, voi non avete legami di sangue, con
lui,
non dite simili eresie.- -Fintantochè
sarà l’erede al trono d’Irlanda,
potrò ritenerlo mio parente eccome, dato che,
prima che arrivasse lui, l’erede al trono ero io!- Si
accorse
immediatamente di aver parlato troppo. La
stretta
di Colin divenne insopportabile. -Voi
eravate
l’erede al trono… Conoscendovi, immagino quanto
questo debba darvi fastidio.- -Vi
sbagliate.- -Oh,
no, non
credo proprio... Qual è il vostro piano, eh? Immagino
abbiate un piano, per
riappropriarvi del vostro titolo!- -E voi
avete
un piano, per finire tra le lenzuola di Jared?- Colin
lo
strattonò brutalmente, fuori di sé: -Siete
proprio l’ultima persona che deve
parlare, a riguardo!- lo fece girare per guardarlo negli occhi,
continuando a
stringere i suoi polsi, -Chissà quali desideri celate dietro
quello sguardo
maligno!- Jonathan
sorrise, un sorriso che fece venir voglia a Colin di prenderlo a
schiaffi: -Un menage a trois?- Colin
avvicinò nuovamente il viso al suo, pieno di collera: -Fate
tanto lo spiritoso,
ma provate ad avvicinarvi nuovamente a Jared e non potrete fare un
singolo
passo, senza di me.- -Siete
pure
geloso! Di me, o di lui, signor cavaliere?- -Voi
non
dovete nemmeno provare a paragonarvi a Jared, dio, mi fate schifo.- Jonathan
appoggiò le sue labbra su quelle di Colin, deciso e veloce,
per poi sputargli
in faccia: -Vi faccio talmente schifo che siete stato più
vicino a me in due
minuti che a Jared in due settimane.- Il
pugno
arrivò, e Jonathan barcollò, senza cadere. -Ve lo
ripeto un’ultima volta.- La
voce di
Colin vibrava di rabbia. -Cercate
di
fare del male a Jared, e siete morto.- **** Jonathan
toccò con la mano il lato destro della sua bocca, e vi
trovò tracce scarlatte. Quel
maledetto… quello stronzo del cazzo aveva osato colpirlo, un
sudicio e rozzo
cavaliere aveva osato toccare lui, il più nobile degli
Irlandesi! E come l’aveva toccato! Jonathan
diede un
calcio alla panca, pieno di rabbia e frustrazione. C’era
stato un momento in
cui… No! Non c’era stato nessunissimo dannato
momento a parte quello in cui
Farrell gli aveva dato un pugno! Inspirò
profondamente, arrabbiato. Dopo averlo minacciato, il cavaliere se
n’era andato
fuori di fretta, a fare chissà cosa. Diavolo,
ma
possibile che nessuno in quel castello si fosse accorto di cosa stava
succedendo?! Poco
male. Colin
l’avrebbe pagata, questo era sicuro. -Jared!-
gridò, avendo cura di non togliere tutto il sangue che gli
macchiava il bel
viso. **** Jared
aveva
un’espressione molto simile a quella che aveva Colin quando
Jonathan l’aveva
incontrato. -Cugino,
scusami, io…- iniziò
il principe, poi
guardò il conte in viso: -Jonathan, ma! Sei ferito!- Jonathan
sembrò accorgersi in quel momento delle tracce scarlatte
sulle sue labbra –ottimo attore;
-Oh, questo… Non è
niente, Jared, solo un regalino del vostro…protettore.- Il
principe
spalancò gli occhi, incredulo: -Colin vi ha fatto una cosa
simile?!- Jonathan
notò subito il passaggio da Sir
Farrell, o,
molto spesso, quello là,
a Colin. -Colin…- ripeté,
ridacchiando. –Sì, il
tuo caro amico era alquanto nervoso, è forse successo
qualcosa?- -Non
è…-
Jared si bloccò, ritenendo inutile fare presente a Jonathan
che Farrell non era un suo amico. Se il
cugino
gli avesse chiesto che cos’era Colin, allora, non gli avrebbe
saputo
rispondere. -…no,
non è
successo nulla.- -Allora
probabilmente ha solo bisogno di scaricare la sua frustrazione
sessuale- sbuffò
il conte, facendo impallidire Jared: -Che..che cosa?- Jonathan
sorrise, lascivo, come una vittima comprensiva con il suo carnefice:
-Era
piuttosto…agitato, sai, e aggressivo, ma desideroso di contatto, mi capisci?- Jared
annuì
piano, anche se in realtà no, non capiva. –Cosa ti
ha fatto?- domandò con un
filo di voce. -Mi ha
afferrato e mi ha baciato- il conte fece spallucce, come se fosse cosa
di poco
conto, quando in realtà erano pesanti macigni nello stomaco
di Jared; -Poi sai
com’è fatto, è alquanto insopportabile,
abbiamo iniziato a discutere e mi ha
dato un pugno, per poi andarsene.- -Colin ha fatto una cosa del genere?- La
voce di
Jared sembrava quella di un morto. Jonathan
gli
appoggiò una mano sulla spalla: -Io non ci baderei troppo,
probabilmente ora
starà finendo con qualche giovane di bella presenza. Ma
Jared, perché hai
quell’espressione?- Jonathan
nascose un sorriso, eccitato dalla prospettiva di allontanarli sempre
di più. -Non
sarà
forse che si è comportato in quel modo anche con te?- Jared
finalmente si spazientì: -Basta così. Scusa
Jonathan, ho da fare.- e così
dicendo superò il cugino per andare verso le stalle, senza
dire una parola di
più. Jonathan
rimase un attimo interdetto, poi non esitò a sorridere: di
sicuro, per quanto
Colin avesse cercato di giustificarsi, Jared sarebbe stato troppo
condizionato
per ascoltarlo. **** -Forza,
forza!- Jared spronò il suo cavallo fino in paese, dove era
certo di trovare il
cavaliere. E, se non lo avesse trovato, avrebbe chiesto
dov’era la casa di
Eamon. Ohssì. Il
principe
non stava propriamente ragionando: una volta tanto, il sangue gli
ribolliva
nelle vene e il cuore pulsava talmente forte che gli impediva di
pensare
coerentemente, gli mandava un solo messaggio, gli ordinava un solo
obiettivo: trovare quell’idiota. Scese
da
cavallo e iniziò a guardarsi intorno: in realtà
non conosceva bene quel
territorio, salvo le visite a Shannon e Tomo, la cui casa si trovava
comunque a
qualche centinaia di metri da dove Jared si era fermato. C’era
una
locanda e varie botteghe; da una di queste uscì proprio
Tomo, con in mano un
paio di scarpe. -Jay?- Il
principe
si voltò di scatto, e alla vista dell’amico i suoi
nervi si acquietarono un
poco. Stupido, come se lui ti
chiamasse Jay! si
rimproverò. -Tomo!
Oh,
Tomo, ciao, io— -Che
succede, Jared? Non ti aspettavo da queste parti.- -No,
beh,
io… Belle quelle scarpe!- Tomo
si
accigliò: -Sono appena passato a prenderle dal calzolaio,
sono le scarpe da
lavoro di Shan, Jay, le usa per lavorare
i campi.- Jared
arrossì: -Beh, ehm, sono sicuro che, nel loro genere, siano
molto…- -Piantala-
esclamò Tomo, mentre i suoi occhi si spalancavano, -Mi dici
che ci fai qui?
Sembri sconvolto.- Jared
sospirò. –Sto cercando il cavalier Colin.- -Devi
forse
proteggerlo?- chiese l’amico in tono scherzoso, ma il
principe si rabbuiò: -No,
ho intenzione di perdere la mia dignità e picchiarlo fino a
che il respiro non
venga meno a entrambi.- Tomo
si
stupì non poco di fronte a quelle parole: -Jay, stai
scherzando? Che diavolo ha
fatto?!- Una
risata
di donna, seguita da una più lieve e maschile, che Jared
riconobbe
immediatamente: era lui, il bastardo! Proveniva da quella vecchia
locanda:
Jared abbandonò il cavallo legato ad un palo e
marciò dentro il locale di gran
carriera, seguito ansiosamente da Tomo. Eccolo
lì,
l’idiota. Sedeva
su
uno sgabello, mezzo accasciato sul bancone, con entrambe le mani
occupate da
due bicchieri belli colmi di liquido che, Jared era sicuro, non era
certo
acqua, ma di certo nemmeno vino; Colin sembrava accaldato e un
sorrisetto ebete
gli incurvava le labbra, mentre la donna dietro il bancone
–era stata lei a ridere
in modo tanto fastidioso-
gli accarezzava ora le braccia muscolose ora i capelli, sorridendo e
ridacchiando di tanto in tanto, quando lui bofonchiava qualcosa. La
ragazza
alzò gli occhi sentendo la porta che sbatteva, e rimase
stupita di fronte a
quel ragazzo esile e leggiadro che non aveva mai visto prima. Jared
udì
distintamente Colin mugugnare –Tesoro che succede- prima che
arrivasse lui a
prenderlo per i capelli a sorpresa, da dietro, così che
suonò molto più come
–Tesoro che succeduuouff.- -Cavalier
Farrell.- Colin
girò
la testa verso di lui e gli buttò in faccia occhi molto
acquosi e appannati:
-Ja-ja-Jared? Il
principe
trattenne il respiro: l’aveva chiamato per nome, ed era
ubriaco. Di
bene in
meglio. -Voi!-
gli
sputò in faccia –Voi, cavaliere dei miei stivali,
siete così… Oh, Dio, non ho
parole.- -Potete
togliere la vostra mano dalla mia testa, prima di continuare a
insultarmi?- si
lamentò Colin, e Jared, sovrappensiero, lo fece, per poi
pentirsene,
desiderando immediatamente rimettergli le mani addosso. Colin
si
alzò in piedi, continuando a tenere una mano sul bancone,
come per sostenersi;
per fortuna la locanda era vuota, fatta eccezione per Alicja, pensava
Tomo. -Che
accid…accidenti…vi
ho fatto?- biascicò Colin, che sembrava però
recuperare un po’ di lucidità. -A
me?! Che
diavolo vi siete permesso di fare a Jonathan, vorrete dire!- Colin
si
coprì gli occhi con una mano: -Ah, quello… Non
prendetela a male, principe, vi
giuro, io non…- -Principe?- Si
erano
tutti già dimenticati della barista. -Oh…
Sì
Alicja, lui è il principe Jared, principe, Alicja-
presentò Colin con molta
leggerezza, mentre le buone maniere di Jared gli imponevano, nonostante
il suo
rango, di baciare la mano della donna e quella, a sua volta, si sentiva
combattuta tra il desiderio di compiacere un reale e il fastidio per
come Colin
era cambiato dopo averlo conosciuto. -Ho
sentito
molto parlare di voi…- disse la ragazza con un sopracciglio
sollevato; Jared
non sorrise, ma rispose cortesemente: -Mi piacerebbe poter dire lo
stesso.- Bam. Una
simile
sfacciataggine era segno che il principe era veramente, veramente fuori
di sé. Colin
avvertì una voce nella sua testa che gli intimava a gran
voce di scappare;
adocchiò la porta cercando di fermare la testa, che
continuava a girare contro
la sua volontà. Evidentemente cercò sul serio di
andarsene, ma Jared, fulmineo,
gli afferrò un polso e lo costrinse a fermarsi. Però.
Era
vero che Colin non era nel pieno delle sue facoltà, ma la
stretta di Jared era
micidiale. -Argh.
Sentite, principe, avrò anche sbagliato con Jonathan, ma lui
è assolutamente
maligno e voi mi dovete credere, dovete proprio, perché- -Se
è così
maligno come dite, perché diavolo l’avete
baciato?!- urlò Jared, iniziando a
tempestare di pugni il petto di Colin, che, basito, inizialmente non
ebbe la
forza di reagire. -Stronzo,
idiota! Lo sapevo che non c’era da fidarsi di voi!- Il
cavaliere, che provava a parare i colpi come meglio poteva,
cercò di scansarsi:
-Ehi! Ehi! Che storia è mai quest – ouch!
Che storia è mai questa, principe?! Quando diavolo
–Cristo santo, ahi, smettetela! Quando
diavolo l’avrei baciato?- -Avete
pure
il coraggio- ringhiò Jared –di chiedere una cosa
simile?- così dicendo, gli
pestò un piede. -Ahia!- saltò su Colin
–Certo che ve lo
chiedo! Non l’ho mai baciat – per
Dio, è
stato lui!- -Smettetela
di dire tali menzogne, vi auguro di andare all’Inferno!-
gridò il principe,
fuori di sé. –L’avete baciato e poi
picchiato, siete davvero abominevole!- Tomo e
Alicja continuarono a guardarli, basiti, mentre Jared riprendeva la
raffica di
pugni e Colin cercava di difendersi come meglio poteva. Tomislav
si
avvicinò all’amico, mettendogli una mano sulla
spalla, mentre l’altra ancora
reggeva le scarpe di Shannon: -Jay, Jay, ora basta, su!- Jared
si
bloccò un attimo, prendendo fiato e rendendosi conto
nuovamente che c’erano
altre persone oltre a lui e a Colin; poi, di scatto, prese una scarpa
dalla
mano di Tomo e iniziò a colpire il cavaliere con quella, con
tutta la forza che
aveva. -Aaaugh- guaì
Colin, decidendo che finalmente ne
aveva abbastanza: riuscì finalmente ad afferrare i polsi di
Jared –dovendo, tra
l’altro, schiaffeggiargli le braccia un paio di volte- e a
trattenerlo
saldamente, mentre quello si dimenava, rabbioso. Mentre
entrambi riprendevano fiato, Colin sentiva svanire l’effetto
dell’alcool:
spinse lo stesso Jared più vicino a sé, per
poterlo mettere a fuoco meglio, e
piantò gli occhi nei suoi. Per
una
volta, era il principe ad avere lo sguardo più impetuoso. -Lasciatemi!-
strillò, dibattendosi, -Lasciatemi, non ho ancora finito,
con voi!- -Oh,
invece
sì- sibilò Colin –Ora la smetterete di
usare le mani e mi spiegherete che
diavolo sta succedendo.- Quasi
sorrise: -Che ciò che vi ho insegnato mi si può
rivoltare contro l’ho già
capito,grazie.- NDIls&Vav Ahaha, visto che
velocità questa volta? ù_ù Infatti ci sono state solo quattro
recensioni è_è così mi
viene voglia di farvi aspettare sempre due mesi xD No, scherzo. E’ una
ggggioia farvi contente in fretta ♥
sempre
che i capitoli vi piacciano e ne siate contente, ovvio. Comunque,
a parte i ringraziamenti per coloro che
leggono/seguono/preferizzano ecc, come al solito due paroline alle
buone anime
che si prendono un attimo per recensire: Yuki_Frehley: niente separazione,
muhahah, e niente alimenti, visto? Ci stiamo comportando da bravi
coniugi. E va
bene, il sacco Cameron è tutto tuo, te lo meriti,
decisamente! Buon
divertimento, picchia duro! *^* Nulla Kaulitz: l’immagine di Colin che
taglia la testa a Cameron è inquietantemente allettante
ò_ò ci farei un
pensierino, se non odiassi pensare a Col come un assassino
ù_ù tzè, ci sono ben
altri modi con cui la possono far pagare a quella! *pensa a cose molto,
ma
molto poco caste* Jessromance: AHAHAHAAH *la
riempie di pupazzi di Tomo perché è troppo aww*
abbiamo fatto prestissimo, sei
contenta? ♥
Gnaw,
per una volta non sono logorroica, devo andare a letto XD A
prestissimo, si spera! *^*
yayachan18: il tuo commento
è
delirantemente adorabile XD adoro i deliri, quindi adoro te
ù_ù continua a
seguirci mi raccomando *---*