Natale (POV Ary)
Ary POV
Giorno di Natale. I ragazzi,
io e la Ila avevamo convinto i nostri genitori a fare il pranzo tutti insieme.
C’eravamo proprio tutti: io ed
Edo, mia mamma e mio papà, Ila e Simo, sua mamma con il suo ragazzo, i genitori
di Edo, i genitori di Simo, il fratello di Edo e sua moglie, Veronica e Mattia.
Si, purtroppo c’erano anche
loro, ma non potevamo farci assolutamente niente.
Erano una coppia collaudata
ormai, formavano una coppia da tantissimo tempo e sembravano innamorati.
Non poteva non partecipare la
stronza, era pur sempre la sorella di Edo e non potevamo non invitarla, anche
se non ero del tutto felice di avercela tra i piedi quel giorno.
Ero a casa della Ila che ci
stavamo preparando.
Ci eravamo messe d’accordo
per prepararci insieme e poi andare al ristorante con sua mamma.
Il tempo era perfetto, c’era
fresco e si prevedeva neve per quel giorno, sarebbe stato davvero il massimo.
Ci stavamo vestendo e stavamo
chiacchierando o meglio, lei stava chiacchierando, io stavo pensando bellamente
ai fatti miei.
Stavo ripensando a questo
anno, immancabilmente ogni volta che si stava per avvicinare la fine dell’anno
facevo le mie considerazioni, riportavamo alla mente i ricordi di quell’anno e
cercavo di fare una specie di bilancio.
-Tu lo fai mai il bilancio
dell’anno a fine anno?- chiesi improvvisamente a Ila bloccando il suo discorso.
-Certo, ma non mi limito a
fare solo quello. Quando tipo finisce la scuola tendo a fare un bilancio anche
di quella, non di certo “Sono andata bene” “Ho fatto cagare” “Potevi fare più
la secchiona”, ma tipo il mio anno con i compagni, con la mia vicina di banco
fuori di testa, litigi dell’anno, amicizie all’interno della scuola. Si, tendo
tanto a fare i bilanci di quando finisce qualcosa, be, più che bilanci potremmo
chiamarli quasi dei fllashback, ricordi i momenti passati e ti fai quasi un
esame di coscienza, diciamo.- mi rispose lei pensierosa e seria.-Tu li fai?
-Si, certo che li faccio, ma
solo a fine anno e quando finisce un’amicizia o un amore.- con l’ultima parola
feci scoppiare a ridere Ila.- Perché ridi, stupida.- le chiesi infastidita.
-Perché adesso puoi dire
anche tu la fine di un amore, anche se questo amore sta andando avanti anche
adesso.- mi sorrise.
Eh si, il mio amore era
finito e poi ci siamo rimessi insieme. Be, non era finito del tutto, io lo
chiamavo il periodo di pausa.
-Senti, stavo pensando per
l’ultimo dell’anno, potremmo invitare anche la Fede e invitiamo anche Lorenzo.
È da un sacco di tempo che voglio farglielo conoscere, ma declina sempre l’invito.
Sono stufa ed io che volevo darle una mano. Non mi frega all’Ultimo viene, a
costo di andarla a prendere a casa e di prenderla di peso. – disse lei sicura
di quello che stava dicendo. Risi.
-Chiamala e diglielo. Non
penso che i ragazzi abbiano problemi, sono stati anche loro ad organizzare gli
altri incontri a cui lei non è mai venuta. Non serve chiedergli se siano
d’accordo.- le dissi mettendomi la maglietta.
Lei già pronta e vestita,
stranamente, prese in mano il telefono e chiamò la Fede mettendo in vivavoce.
-Pronto.
-Ciao Fede, come va?- le
disse lei sorridendo.
-Bene, tu?-
rispose lei.
-Benissimo. Senti hai un
minuto da dedicarmi?- le chiese speranzosa mentre mi infilai i pantaloni.
-Certo. Dimmi tutto.
-Tu per l’ultimo torni in su,
vero?- Si, perché la Fede era andata a trovare i parenti in Basilicata e aveva
detto che sarebbe tornata per il capodanno, ma era sempre per essere sicure.
-Sisi. Vengo su il giorno dopo S. Stefano. Perché?- le chiese la Fede immaginandosi che avesse in mente
qualcosa.
-Sia chiaro che non
accettiamo una risposta negativa. Tu a capodanno vieni con noi. Se non vieni,
vengo a prenderti a casa e ti prendo di peso. L’Ultimo tu lo passi con noi.
Punto e stop. Non accetto repliche, non accetto scuse, non accetto niente.- la
Ila aveva usato il suo tono autoritario e duro. Difficilmente riuscivi a dirle
di no, almeno io difficilmente riuscivo a dirle di no. La Fede non era me.
-NO. Categoricamente ed assolutamente no.- la Fede si mise ad urlare e mi fece prendere paura.
-Fede, ti ho detto che non
accetto un no. Non mi frega, tu vieni. Mi offendo profondamente se non vieni.- la
sua voce assunse un tono più dolce.
-Non voglio fare la terza incomoda.- sbuffò.
-Non farai la terza incomoda.
Ci saranno altre persone.- la Ila sorrise vittoriosa.
-Ok, va bene. Verrò.- sbuffò nuovamente.
-Grazie. Ah e buon Natale. Ci
sentiamo per metterci d’accordo.- le disse lei sorridente e felice.
-Buon Natale anche a te. Ciao.- chiuse la chiamata.
-Ce l’abbiamo fatta. Ce
l’abbiamo fatta.- cantò la Ila mettendosi a ballare.
La scena era alquanto
pietosa, ma ero felice che finalmente la Fede avesse accettato. In realtà non
ci sarebbero state altre persone, solo Lorenzo, un amico di Edo e Simo che
volevamo farle conoscere da un po’. Noi non lo avevamo ancora visto, ce ne
avevano parlato solo Edo e Simo e sembrava un ragazzo a posto. Lo avremmo
conosciuto anche noi lo stesso giorno in cui lo conosceva la Fede.
Finimmo di prepararci e di
truccarci, cantando e ballando come delle sceme, ma almeno non eravamo da sole.
Carla, la mamma della Ila,
salendo dalla doccia, aveva cominciato a ballare e a cantare anche lei. Diciamo
che si mise in mezzo anche il cane in un modo o nell’altro.
Passammo quasi mezz’ora così,
fin quando Carla non chiese aiuto per i vestiti.
Dovevamo essere pronte e
scattanti entro le undici perché sarebbe arrivato Diego, il ragazzo della mamma
della Ila, a prenderci e se non fossimo stati pronti, si sarebbe incazzato.
Io e la Ila eravamo pronte,
ma bisognava pensare alla Carla.
Rovistammo nel guardaroba e
optammo per un gonna tubino in pelle, calze a rete, camicia, cravatta e tacco
alto nero.
Quando suonò il campanello la
Carla si era appena messa su le scarpe. Incazzatura scampata.
La Ila sperava tanto che il
ragazzo di sua mamma non venisse. Non lo voleva in mezzo ai piedi e non
andavano tanto d’accordo.
Lo odiava ancora di più da
quando aveva detto a Simo delle cose poco carine su di lei, cosa che in teoria
Simo non avrebbe dovuto sapere o almeno non in quel momento.
Simo non ci aveva nemmeno
fatto caso, lei si era incazzata litigando con Diego e dicendogli di farsi i
cazzi suoi. Lui la stava quasi per picchiare, ma ci sorvolò sopra. Ebbe anche
una piccola discussione con Simo perché non riusciva a capire come lui potesse
stare tranquillo. Lui le aveva risposto che non gli importava, non si ricordava
nemmeno cosa gli avesse detto esattamente.
Dopo quel momento la Ila
aveva smesso di parlarci e faceva come se non esistesse. Simo, invece, lo
salutava per educazione, ma poi non lo cagava molto.
Diciamo che Diego aveva
trovato un modo per farsi odiare, già non era molto simpatico, poi se si
comportava anche in quel modo.
In macchina io e la Ila
ascoltammo la musica con il suo mp3 improvvisando balletti con le braccia e
ridendo come cretine.
Davanti Carla e Diego
parlavano di qualcosa di cui sicuramente non mi importava niente e poi non
erano fatti miei.
I ragazzi avevano prenotato
un ristorante carino nella periferia di Brescia, che reputavano carino ed
accessibile.
Guardando le strade non sapevo
nemmeno dove mi trovassi.
Per me era come se fossimo all’altro
capo del mondo.
Parcheggiammo nel parcheggio
di un ristorante davvero molto carino.
Ad aspettarci c’erano già
tutti.
Edo con i suoi genitori. Sua
sorella con Mattia. Simo con i suoi genitori. Davide con Camilla.
Tutti ci sorrisero.
Fortunatamente né io né la Ila avevamo deciso di metterci i tacchi, in quel
parcheggio ciottoloso sicuramente avremmo fatto qualche volo o almeno, io ne
avrei fatto qualcuno.
Davide venne verso di noi.
-La mia cognatina preferita.-
disse prendendo in braccio la Ila.
-Per la verità la tua
cognatina sarebbe lei.- disse indicandomi.
-Oooh, ma questi sono
dettagli.- rise e la fece girare.
-Ma perché la mia ragazza
devi salutarla prima tu?- gli fece notare Simo. Sembrava geloso anche del suo
fratello acquisito.
-Perché lei è mia.- appoggiò
Ila per terra e la strinse.
-Non ti sembra di esagerare?
Ti ricordo che sei sposato ed io sono minorenne.- gli fece notare la Ila
ridendo.
-Per essere ancora minorenne
non è un problema, non mi sembra che Simo si faccia tanti problemi quando ti
porta a letto.- Davide rise lasciando la Ila.
Lei sbiancò e poi arrossì.
Tutti scoppiarono a ridere.
-Davide. – gli urlò Simo
riprendendolo.
-Ma scusa è vero. Non mi
sembra che tu ti sia fatto tanti problemi a farlo con lei…- disse lui guardando
Simo.
Era comica come scena, anche
se mi sentivo in imbarazzo io per la Ila.
-Davide, smettila.- gli disse
Simo ringhiando. L’avevo sentito solo una volta ringhiare, quando quella scema
della Ila lo aveva fatto ingelosire parlando dell’amichetto di Mattia.
A proposito di Mattia, lui
assisteva alla scena allibito circondato dagli altri che ridevano.
-Dai, ragazzi smettetela. Ma
perché tutte le volte che vi vedete dovete quasi picchiarvi? Non siete più dei
bambini o dei ragazzini. Siete adulti, uomini. Quindi vedete di piantarla,
chiaro?- disse la Bea passando in parte ai due e dirigendosi verso Carla e
Diego, per presentarsi a quest’ultimo.
-Ha ragione tua madre, Simo.
Dovresti piantarla e poi non è più un segreto che voi due lo fate. – disse
passando Ale dando una pacca sulla spalla al figlio.
-Papà- lo riprese Simo. Lui
rise.
Mi sembrava che in mezzo a
tutta quella mischia mancasse qualcuno.
Infatti vidi arrivare la
macchina dei miei genitori in quel momento, che parcheggiarono.
Edo mi si avvicinò e mi baciò
con passione, anche se non mi sembrava il caso dato che mio papà non sapeva
nulla della nostra attività sessuale e non volevo che lo scoprisse proprio in
quel momento.
Mi prese per mano e ci
dirigemmo verso i miei genitori.
-Ciao. Avete fatto fatica a
trovare il posto?- gli chiesi.
-Nono. Tutto a posto. Siamo
gli ultimi?- mi domandò mia mamma.
-Si, stranamente si.- risi.
-Ciao Paolo. Ciao Paola. Come
state?- gli chiese lui cortese.
-Bene, grazie e tu?- rispose
mia mamma sorridendo.
-Bene.- sorrise.
Tornammo dagli altri seguita
da loro.
Gli presentai tutti, uno per
uno, finché non dovetti presentargli i loro suoceri. Edo era in parte a me che
vegliava su ogni mia azione.
-Mamma, questa è la mamma di
Edo, Maria. Maria questa è mia mamma Paola.- dissi facendo le presentazioni.
-Lieta di conoscerla.- le
disse mia mamma educata, allungando la mano.
-Oh, non diamoci del lei.
Avremo più o meno la stessa età.- le rispose Maria stringendole la mano.
-Maria, questo è mio papà
Paolo.- le dissi facendoglielo vedere con una mano.
-Paolo e Paola che carini.
Piacere.- gli disse sorridendo e stringendogli la mano.
-E questo è Marco, il papà di
Edo.- gli dissi indicandolo.
Rimasi spiazzata dalla bellezza
dell’uomo.
Era vestito in giacca e
cravatta in modo davvero elegante.
La sua figura era fasciata
perfettamente dal suo completo.
-Piacere di conoscervi.-
disse stringendo la mano sia a mio papà che a mia mamma.
Anche mia mamma sembrava al
quanto provata dalla visione che aveva davanti, ma poi si riscosse dai suoi
pensieri.
Entrammo tutti insieme e
prendemmo posto cercando di dividere i giovani dai vecchi.
La tavolata era divisa in due
parti: a destra i vecchietti e a sinistra i giovani. Io avevo vicino Simo ed a
capo tavola Edo, la Ila non era vicino a me perché Davide voleva averla vicina
e Simo pure quindi, ero circondata da maschi. Davanti a me quella persona che
mi stava davvero molto simpatica, la Veronica con vicino Mattia che era
esattamente davanti a Simo che lo guardava decisamente male. Vicino a Mattia la
moglie di Davide che sembrava pienamente a suo agio in quella famiglia. Forse
c’era abituata al marito fuori di testa che non voleva stare vicino a lei, ma
ad un’altra. A quanto pareva la prendeva sul ridere e poi si vedeva che la Ila
e Davide andassero d’accordo come amici e se anche solo Davide avesse provato
ad allungare le zampe, c’era Simo pronto all’attacco. Quindi non bisognava
preoccuparci.
Buonasera! O tra un po’ dovrei
dire buonanotte, ma va bè. Mi sono persa un po’ via tra le nuvole (sono così
tenere e coccolose *_* ok, sono scema xD) e quindi sto postando adesso, alle
dieci e passa di sera. Ho pensato di postare direttamente domani, ma poi ho
pensato che non volevo farvi aspettare. =)
Allora, questo è il primo
capitolo dei 4 che poi andranno a formare la giornata di Natale. Questo è dal
punto di vista di Ary che ci racconta tutta la mattina, dalla preparazione più
chiamata a Fede per l’ultimo, all’arrivo al ristorante.
Be, non c’è molto da dire.
Ah
sì, chiarisco una cosa.
Ila e Ary stanno cercando in un qualche modo di far fidanzare Fede,
solo che
lei non ne vuole sapere. Volevano farle conoscere Lorenzo, un
amico di Simo ed
Edo, un ragazzo simpatico, carino e con la testa a posto. Ila e Ary non
l’hanno
mai conosciuto, ma si fidano del giudizio dei loro ragazzi. Tutti e
quattro
hanno organizzato degli appuntamenti, ma Fede non si è mai
presentata perché, a
detta sua, non voleva un ragazzo, non volevo avere degli appuntamenti
al buio,
ma questa non è la verità. Lei si è sempre
lamentata di voler una storia seria,
ma non ha mai trovato il ragazzo giusto, Ila e Ary in un qualche modo
stanno
cercando di farglielo conoscere, ma lei non capisce niente. -.-
Questa cosa l'avrei spiegata meglio nella storia che avrei dovuto
scrivere, il seguito di questa, ma che poi alla fine ho deciso di non
scrivere. In quella storia avrei spiegato meglio tutto, ma poi ho
deciso di non scriverla più, o meglio, di non pubblicarla. =)
Ma alla fine Fede è ceduta e
dovrà andare all’ultimo con loro *_* Va be, poi per quel capitolo dovrete
aspettare un pochino, prima deve finire il “lungo” Natale. xD
Ringrazio tutte le persone
che continuano a leggere e recensire la storia, che l’hanno inserita nelle
seguite, preferite e ricordate. Davvero grazie a tutte *_*
Alla prossima ^_^