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Autore: ChaserKatieBell    21/03/2011    8 recensioni
Crescendo, ho imparato a sopportare la stanchezza per gli allenamenti, le sconfitte a Quidditch, i gemelli Weasley con tutte le loro diavolerie, la pignoleria di Angelina Johnson, il vizio di Alicia Spinnet di metter bocca su tutto, le sgridate della McGrannit prima e quelle del capitano dei Puddlemere poi e mille altre cose. Ma una cosa son certo che non imparerò mai a sopportare: Katie Bell, quando decide di farmi infuriare.
Per motivi personali, la storia non sarà aggiornata per un po'. Ho comunque intenzione di riprenderla al più presto.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3

La volta che Katie Bell mi salvò la vita



“You wanna know what can really tear you apart?
I’m going out to the barn, will I never stop in pain?
I’m going out to the barn, to hang myself in shame.”*

“Non conosco la canzone, ma non mi sembra molto allegra.”
“NON È molto allegra.”
“Quando mai è allegro, il nostro capitano?”
“Amen fratello. Il dittatore è sempre depresso o incazzato. Non conosce altri stati d'animo.”
“Ma secondo voi vuole davvero suicidarsi?”
“Certo che vuole davvero suicidarsi. Non credo voglia impiccarsi, però.”
“Che altro potrebbe fare, nella doccia?”
“Affogarsi.”
“Nella doccia? Mica è una vasca.”
“Ti assicuro che è possibile, Alicia. C'è quasi riuscito, in passato.”
“Sì, appunto, quasi. Dunque non c'è bisogno di preoccuparsi. Già sono incavolata per la sconfitta, non ho alcuna intenzione di perdere tempo aspettando che Oliver rinsavisca e restare digiuna.”
“Sono d'accordo con Alicia, andiamo a mangiare.”
“Cosa cosa cosa, Kitty-Kat? Tu non devi essere d'accordo con lei. Devi essere d'accordo con noi.”
“Ben detto, Forge! Se ci tradisci saremo costretti a rinnegarti.”
“Ma piantatela! Se davvero volete aiutarlo, fatelo, invece di restare qui a dire idiozie.”
“Angie cara, amore della mia vita, perché dovremmo essere sempre noi a soccorrerlo?”
“Non siete sempre voi a soccorrerlo, io l'ho fatto un centinaio di volte.”
“Ma a noi è toccata l'ultima! Ricordi, amore caro? Prima di Natale, quando voleva gettarsi giù dagli spalti?”
“Questo solo perché era colpa vostra! Ci avevate avvelenate tutte e Oliver non poteva continuare gli allenamenti con mezza squadra in infermeria!”
“Ma...”
“E non chiamarmi amore caro!”
“D'accordo tesorino”
“Piantala Fred!”
“Piantatela tutti e due! Io ho fame, andiamo a mangiare!”

Finalmente.
Ogni tanto Katie serve a qualcosa. Di colpo si zittirono tutti (Fred e George non di loro spontanea volontà, direi, considerato il “silencio” sussurrato da Alicia, che dubito avrebbe avuto ragione di lanciarlo a qualcuno diverso da loro).
Ero davvero irritato – è mai possibile che una persona non possa nemmeno covare pensieri suicidi in santa pace?
Ma io dico, un po' di rispetto per l'altrui sofferenza no, eh?
Questa non era nemmeno una partita qualsiasi. Dopo aver perso questa partita siamo fuori dai giochi, maledizione!
“Non siamo fuori dai giochi, piantala di fare il melodrammatico.”
Rimangio quanto detto poco fa.
“Non eri andata a cena, tu?”
“I gemelli non la smettevano di agitarsi nemmeno una volta rimasti senza voce. Siamo stati costretti a tirare a sorte per decidere chi dovesse correre in tuo aiuto.”
“Non ho bisogno di aiuto.”
“È quello che ho provato a dire anch'io, ma non è servito a niente.”
“Quindi sei stata tu la fortunata, eh?”
“No, è uscito Harry.”
“E allora che ci fai tu qui?”
“Ha avuto un attacco di panico. Mi ha incrociato in corridoio dopo cena e mi ha praticamente spinto qui al posto suo. Sai, ha messo su lo sguardo sono-il-bambino-sopravvissuto-non-puoi-dirmi-di-no.” Annuii. “Capisco. Sei riuscita a mangiare, quindi?”
“È ancora lontano il giorno in cui mi lascerò morire di fame per te, Baston.”
E chi te lo chiede, mi domando.
Per me, potevi anche andartene a dormire dopo mangiato. Io stavo benissimo qui, in questa doccia, a bocca aperta, ad aspettare che l'acqua riempisse ogni centimetro del mio corpo...

“E dacci un taglio, Oliver!”
“Come, scusa?”
“Stavi zitto da troppo tempo.”
“E con ciò?”
“Avevi ricominciato con i pensieri suicidi.”
“I miei pensieri sono affar mio, Bell!”
“Non se ti ammazzi con me qua fuori, Baston. Se poi ti trovano morto pensano che sia stata io ad annegarti – non sarebbe nemmeno un'ipotesi tanto campata in aria, sanno tutti che risvegli istinti omicidi nei tuoi giocatori.”
Non provai neanche a risponderle, non ne valeva la pena.
“Hai intenzione di uscire da là dentro, prima o poi?”
“Mi piacciono le docce lunghe e riposanti.”
“Dubito che questa sia chissà quanto riposante. E comunque sei là dentro dalla fine della partita.”
Evitai di nuovo di commentare.
“La partita è finita alle sette e mezza” sottolineò “ed ora sono le...” immagino che stesse controllando sull'orologio, la pignola “...le nove e dieci.”
“Anche questi sono affari miei, Katie.”
Oltre la tendina della doccia si sentì solo uno sbuffo, di quelli che nessuno immaginerebbe mai che possano uscire da una cosetta piccina come Katie. Come ne tirava fuori almeno una ventina di volte durante ogni riunione tecnica, in pratica.

*-*-*-*-*-*

Ero uscito dalla doccia da un bel po', ormai. Mi ero rivestito, asciugato i capelli ed ero lontano da ogni oggetto contundente che avrei potuto usare per togliermi la vita, ma Bell non accennava a lasciarmi.
“Si può sapere che altro c'è?”
“L'ordine è di riportarti sano e salvo in dormitorio. Più precisamente, tra le amorevoli braccia di “Percy caro”, ha detto George.”
“Dovresti smetterla di ascoltare quei due, Katie.”
“Me lo dici dall'anno scorso, Baston. Quando capirai che è inutile? Non mi allontanerò mai da loro, sono il perfetto rimedio ai momenti di depressione. Dovresti frequentarli un po' anche tu.”
“Li vedo già abbastanza agli allenamenti, grazie mille. I miei nervi non reggerebbero uno stress maggiore.”
Katie alzò gli occhi al cielo, ma non rispose.
“Vuoi mangiare qualcosa?” mi chiese.
“Certo che no!” quasi urlai, mi sembrava una cosa talmente ovvia.
“Ehi, non c'è alcun bisogno di aggredirmi così. Le persone normali si nutrono, di tanto in tanto, sai?”
“Non dopo una sconfitta simile, Bell! Maledizione, ma a voi davvero non importa niente?”
Lei si bloccò e mi si mise di fronte. Aveva l'aria un po' smarrita, ma non mi faceva certo pena.
È ovvio che avessimo perso, se al resto della mia squadra non fregava assolutamente nulla di vincere.
E non pensasse che fare faccini dolci da cagnolina bastonata servisse ad addolcirmi.
In quel momento, avrei mangiato lei, non la cena.
“Oliver, abbiamo lavorato tutti tantissimo per preparare questa partita. E sta' pur certo che è dispiaciuto a tutti che sia finita in questo modo. Per la prossima ci impegneremo ancora di più. Ma non puoi certo arrabbiarti con noi se siamo andati a mangiare come ogni altra sera, eravamo distrutti, per Merlino!”
Stavo per dirle che l'essere distrutti non era certo una scusante per la loro insensibilità, e che lavorare tantissimo non vuol dire lavorare al meglio, e che io in fondo ero un pessimo capitano perché non ero stato capace di valorizzare le loro qualità e sfruttarle per vincere la partita, e quindi lei se ne andasse a letto in santa pace che io me ne tornavo nella doccia a finire quello che avevo iniziato, quando sentii un urlo disumano alle mie spalle.
“UN APPLAUSO PER KITTY-KAT CHE CI HA RIPORTATO IL PAZZO DITTATORE SANO E SALVO!”
“Fred, zittisciti o ti mollo all'istante.”
“Ma se non resisteresti cinque minuti senza di me!”
“Credimi, questo mese insieme è stato il periodo più stancante della mia vita.”
“Ma questo perché il pazzo dittatore ci ha fatti lavorare come schiavi!”
“Guarda che io sono qui!” provai ad urlare. Ma figurati se qualcuno, là in mezzo, mi ascoltava.
Al solito.
“Il pazzo dittatore ci fa sempre lavorare come schiavi, Fred. Ormai mi sono abituata. Sei tu che mi distruggi.”
Ma insomma!
“Non sembravi di quest'avviso ieri sera, nel mio bel letto caldo...”
“Di che diavolo stai parlando?”
“Ieri Angie è stata tutta la sera in camera con me, Fred.”
“Grazie di esistere, Alicia.”
“Sempre felice d'essere d'aiuto, cara.”
Ed ecco l'immancabile risata sguaiata di Katie. Sicuramente l'aveva sentita tutto il castello – di lì a cinque secondi sarebbe apparsa la McGranitt e ci avrebbe messo in punizione tutti e avremmo saltato tutti gli allenamenti di quella settimana, e la partita successiva sarebbe andata ancora peggio e...
“E rilassati, Oliver!”
La guardai.
“Come, scusa?”
“Calmati. Un po' di sano divertimento farebbe bene anche a te.”
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“Eri diventato viola. Come minimo stavi pensando che Angie e Fred dovrebbero concentrarsi di più sul Quidditch e meno sui loro problemi personali, e cose di questo tipo.”
“No, pensavo che la tua risata avrà sicuramente attirato l'attenzione della McGranitt, che arriverà e ci spedirà tutti a pulire le coppe vinte dai Serpeverde negli ultimi anni, per i prossimi sei/sette giorni.”
“Hai una notevole tendenza al melodrammatico, Oliver.”
“Meglio io di te che non ti preoccupi mai, Bell. È colpa di questo atteggiamento se abbiamo perso la partita.”
“Adesso ricominci? Ti prego, le mie orecchie sono già abbastanza provate dalla voce di Fred.”
“Ehi! Io sono George!”
“Non sei George, sei Fred.”
“Ma no, io sono Fred!”
“Ma non la perdete mai la voce, voi due?”
“Mai, mon capitain, mai. Noi non siamo delicate donzelle come vossia.”
Ed ecco di nuovo la risata, puntuale come non mai.
E, in fondo, non era poi tanto spiacevole da ascoltare. Anzi. E poi, quando rideva, le scendeva sempre una lacrima dagli occhi chiusi, e le brillava sulla guancia arrossata...
“MA INSOMMA! QUESTA È UNA SCUOLA, NON UN'OSTERIA!”
Cos'è che stavo dicendo?



Ce l'ho fatta di nuovo. Mi sono resa conto che il terzo capitolo era piuttosto breve, quindi mi sono “obbligata” a rivederlo il prima possibile. Il prossimo, però, arriverà fra un po' di tempo – vorrei anche aspettare che la mia beta abbia di nuovo la connessione, perché ho una tendenza ai refusi (e agli erroracci, anche, tipo il passaggio improvviso dalla prima alla terza persona) notevole, quindi il suo aiuto mi serve :D
Ringrazio tutti i commentatori, e chi ha inserito la mia storia tra i preferiti o le seguite! E anche chi ha semplicemente letto, grazie grazie grazie!
Anche stavolta risponderò a tutti gli eventuali commenti, solo che potrebbe volermici un po', sappiate però che è per gli impegni, non per noncuranza! :)
Un abbraccio e alla prossima

Katie

*la canzone è Country Death Song, dei Violent Femmes

  
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