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Autore: ronnie_93_    21/03/2011    0 recensioni
“Come ti senti?” “Bene.” La sua bocca tremò, e le lacrime scorsero impetuose per le guance pallide di Sakura. Lui le mise una mano sul viso. La ragazza si stinse a lui. “No, non è vero… sto malissimo!” “Su piccola…” “Sasuke, sono un fardello, solo un peso inutile per te! Perché non mi lasci? Perché non mi uccidi?” “Perché non posso smettere di amarti, Sakura.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: Da te non me l’aspettavo

Sakura era rimasta a bocca aperta. Tante volte, nei suoi miraggi notturni
) aveva sognato che lui le dicesse tutto ciò ma non aveva mai creduto che potesse accadere davvero. Stentava a crederci.
“Sasuke-kun, io… io… non so che dire.” Poi sorrise, lei sapeva benissimo cosa doveva dire. Aveva aspettato quattro anni e quello era il momento.
“Sasuke-kun, ti amo anch’io.” E tentò di avvicinarsi al lui per baciarlo.
Sfiorò quelle labbra morbide come petali di rosa, poi cominciò a baciarlo appassionatamente, con sempre più passione, sempre di più.
Mise le sue mani dalle lunghe dita nei capelli corvini di lui. Cominciò ad accarezzarglieli. Lui la strinse a se e la coccolò, cingendole la vita con le braccia.
Un rumore, uno scricchiolio. Qualcuno stava salendo le scale.
Presto sarebbe stato nella stanza.
“Devo andare.” Disse lui.
Sakura annuì in silenzio, ma prima che lui uscisse dalla finestra lei gli schioccò un bacio sulla guancia. Lui le sorrise e poi uscì. Lasciando Sakura di nuovo sola.
Lei riappoggiò la testa al cuscino e si lasciò cadere in un sonno profondo, respirando il profumo dell’Uchiha nell’aria.
Intanto, lì fuori dalla porta, Naruto si aggirava come un fantasma. Con una candela in mano. Voleva accertarsi che Sakura stesse bene.
Aprì la porta e attraverso la flebile luce del lume, vide che finalmente Sakura dormiva tranquilla. Il busto di lei si alzava e abbassava in modo regolare , segno che riposava tranquillamente. Lui, non resistette alla tentazione di baciarla. Si avvicinò, sempre di più e posò le sue labbra su quelle delicate come ali di farfalla di Sakura.
Lei, lo abbracciò e continuò a baciarlo.
“sei già tornato amore, non resisti un minuto senza di me, vero Sasuke?” disse lei.
Sasuke.
Uchiha Sasuke.
Il Traditore Uchiha Sasuke.
Naruto si staccò subito.
Sakura aprì gli occhi.
“che c’è amore?” poi, solo poi vide la chioma bionda del ragazzo e capì. Per l’ennesima volta aveva rovinato tutto. Quello non era Sasuke, il suo Sasuke. Quello era Naruto.
“E’ stato qui. Vero?” disse Naruto con quel tono freddo e distaccato che non gli si addiceva per niente.
Sakura annuì, stava per piangere. Era una stupida. Naruto, sarebbe corso dall’hokage a raccontare tutto. Li avrebbe traditi. Una lacrima scese e percorse la sua guancia sinistra, raggiungendo le altre sulle candide coperte.
Naruto, posò il suo sguardo sulla luna. Non poteva tradirli, dopotutto lui era il suo miglior amico.
“Non lo racconterò a nessuno, tranquilla. Sarò muto come una tomba.” Disse il biondo. Sakura, si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Lo guardò e sorrise, poi si alzò dal suo morbido giaciglio e la abbracciò, posando il mento sulla spalla di Naruto.
“Grazie.”


Il sole si alza maestoso su Konoha. I suoi raggi illuminano i ciliegi in fiore alle porte della città.
Attraverso le sottili tende di seta filtra una luce flebile, ma abbastanza forte da impedire a Kakashi di dormire. Aprì l’unico occhio libero dal coprifronte e sbadigliò. Con fare assonnato buttò l’occhio sulla radiosveglia.
7.42
Diavolo!
Mise le calze di cotone e uscì dalla stanza.
Bussò alla porta della stanza di Naruto.
“Naruto farai meglio a svegliarti lo sai che Tsunade non tollera ritardi e abbiamo tre minuti per vestirci e prepararci!” disse alla porta, urlando.
“Uffa! Arrivo sensei.”disse il biondo sbadigliando rumorosamente.
Kakashi salì le scale, bussò alla porta di Sakura.
“Sakura, è ora di alzarsi!” disse aprendo un pelo la porta.
“Oh? Sì, scusi sensei. Adesso mi alzo.”
Kakashi Si sedette su un gradino della scala e sospirò.
Circa due minuti dopo Sakura uscì perfettamente lavata e vestita.
Poi disse con un’espressione lievemente accigliata:
”c’è qualche problema Kakashi-sensei?”
“No. Perché?”
“e’ che mi sembra, ecco… così… preoccupato.”.
Lui le sorrise da sotto la maschera nera.
“Sensei! Sakura-chaaaan! E’ ora di andare, credo!” la voce stridula di Naruto risuonò dalla tromba delle scale.
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“COSA?”
Orochimaru era fuori di se. Come aveva potuto Kabuto farsi scappare un ragazzino di sedici anni? Dopotutto era un ninja esperto.
“Signore, sono desolato ma… è scappato.” Disse alquanto intimorito Kabuto. Sapeva dove era capace di arrivare Orochimaru pur di ritrovare Sasuke.
“Ah, ma se ne pentirà! Se non posso averlo io non lo avrà nessuno.” disse il sennin, poi fece segno a Kabuto di portargli un oggetto accuratamente avvolto in un panno cremisi. Una sfera di cristallo.
“bene, adesso basta solo un suo capello, qualsiasi cosa sia di Sasuke e questa piccolina ci dirà dove si trova quel maledetto.”
Kabuto schioccò le dita e un uomo accorse subito.
“Và nella stanza di Sasuke e trovami un suo capello.”
L’altro si limitò ad inchinarsi. Trenta secondi dopo era nella sala del trono e dalla sua mano pendeva un capello corvino, l’uomo lo consegnò ad Orochimaru poi salutò e sparì come era apparso.
Orochimaru fece segno a Kabuto di avvicinarsi, poi cominciò ad armeggiare con la sfera poi posò il capello sulla sfera di cristallo e mormorando parole indecifrabili, levò la mano sulla palla.
Subito quella, mostrò l’immagine di Sasuke. Stava seduto sulla riva di un fiume. Nella foresta prima di Konoha. Fissava il cielo terso, sospirando di tanto in tanto, un lieve sorriso era impresso sulle sue labbra.
“mmh, interessante. Davvero interessante Kabuto. Sembra quasi… felice. Che sia capitato qualcosa? Beh, noi lo scopriremo.”disse il sennin mentre un ghignò di pura malvagità infettava il suo volto. Pronunciò qualche strano incantesimo e la sfera riprodusse gli eventi della sera prima.
“Bene, a quanto pare il nostro piccolo Sasuke, si è innamorato. L’unico a sapere che lui è stato a Konoha, oltre a Sakura, è Naruto. Quindi Kabuto, che ne diresti se facessimo una visitina al nostro caro amichetto?”
Il giovane annuì. Poi, inchinandosi, sparì dalla stanza.
Kabuto corse per le vie di Oto. Veloce come un fulmine, scavalcò una bancarella del mercato, rimasta sulla strada.
Sto arrivando Konoha.
Dopo tre ore esatte, Kabuto vide erigersi il villaggio della foglia davanti a se.
Il tramonto rendeva i fiori di pesco bellissimi. Erano appena sbocciati ed un gradevole aroma si diffuse nelle sue narici. Si nascose dietro ad uno dei due peschi.
Strano, neanche una guardia. Che ingenui! E se fosse una… trappola?
Senza pensarci troppo scavalcò le mura e si infiltrò nel villaggio.
Troppo facile. Speriamo solo non sia uno di quei subdoli trucchetti del Quinto Hokage. Quella donna ne sa una più del diavolo.
Corse a lungo fin quando non giunse all’appartamento del gruppo 7.
Trovò tutto chiuso. Avanzò silenziosamente nella casa, passando attraverso al muro con una tecnica insegnatali da Orochimaru.
 Aprì la porta della stanza, che intuì essere quella di Naruto, con un calcio e con sua grande sorpresa lo trovò disteso nel letto a riposare.
“Sakura-chan, sei tu?” disse il biondo girando la testa. Appena vide chi si trovava davanti ebbe un tuffo al cuore.
“Kabuto? Tu, maledetto…” e detto questo afferrò la fondina dei kunai estraendone uno.
“Calmati, non sono qui per combattere. Ti devo chiedere un favore.”
“Umpf! E cosa ti fa pensare che io te lo conceda?”
“E’ per Sakura.”
Il biondo rimase pietrificato. Sakura? Che diamine centrava Sakura?
“Parla, cosa vuoi?”
“Dì all’Hokage quello che hai visto la notte scorsa.”
“No, mai.”
“Pensaci. In fondo per te è solo una liberazione. Con Sasuke fuori dai piedi, Sakura potrebbe essere tua.”
“Non mi interessa questo, la farei solo soffrire ulteriormente. Comunque verrebbe a sapere che sono stato io e mi ucciderebbe.”
“Tu? Farla soffrire? E pensa quanto ha patito la piccola Sakura a causa di Sasuke. Quante notte insonni a pensare a lui: Dov’è ora? Sta bene? Che starà facendo? Quante volte l’hai vista piangere e dire che lo rivoleva accanto a sé? Quante volte l’hai vista pregare Dio di riportarlo a casa sano e salvo? Quante volte l’hai vista invocare la morte pur di stare con lui? Eh, quante?”
Naruto abbassò lo sguardo. Kabuto aveva ragione.
“D’accordo. Ma ad una condizione. Non toccherai Sakura nemmeno con un dito.”
Kabuto sussurrò un “Ma certo” poco convinto
“Perché vuoi che Sasuke muoia? Che ci guadagnate tu e Orochimaru?”
“Non sono fatti che ti riguardano, ed ora addio!”
Disse il ragazzo dalla chioma argentea ed uscì dalla stanza.
Naruto sapeva che quella sera Sasuke e Sakura si sarebbero rivisti e lui doveva chiamare l’Hokage.
Arrivò al palazzo in breve tempo e subito fu accolto da una stupita Shizune.
“Devo vedere Tsunade.”
Fu condotto dalla quinta in pochi secondi.
La donna era letteralmente sommersa dalle scartoffie e stava scrivendo.
“Sii breve Naruto. Ho del lavoro da sbrigare.”
“Io… ho… io so dov’è il Traditore.”
L’Hokage alzò la testa e lo fissò intensamente negli occhi.
“Di chi stai parlando Naruto?”
“S… sa… Sasuke Uchiha.”
Tsunade saltò in piedi come una molla. Afferrò una giacca e uscì dall’ufficio seguita a ruota da Naruto.
“Shizune! Raduna tutti i jonin che riesci a trovare a conducili a…”
“All’appartamento del gruppo 7” concluse naruto per lei.
Shizune annuì vigorosamente.
Usciti dal palazzo si trovarono davanti una dozzina di jonin armati di tutto punto.
“Signori, il Traditore Sasuke Uchiha è stato finalmente localizzato. Adesso, sguainate le spade e correte come il vento verso l’appartamento del gruppo 7, sta volta non ci sfuggirà.”.
E i dodici jonin, risposero come un sol uomo.
“Sì!”
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Sakura, aspettava seduta sul davanzale. Lui sarebbe arrivato tra poco. Era puntuale, lei lo sapeva. Per quell’occasione così importante si era messa il suo vestito più bello. Si era lavata i capelli che risplendevano alla luce pallida della luna. Era molto attraente, anche se sapeva che avrebbe fatto comunque brutta figura vicino a lui, al bellissimo, fantastico, irraggiungibile Sasuke Uchiha.
Eccolo! Scorse in lontananza una figura scura.
Man mano che si avvicinava le sue gote diventavano sempre più rosse.
“Sono qui, piccola. Stasera sei bellissima.” Le disse dandole un bacio sulla guancia paonazza.
“Tu sei sempre bellissimo amore mio.” E dicendo questo cominciò a baciarlo.
Intanto a meno di trenta metri di distanza una squadra di jonin più Naruto e l’Hokage, marciava verso il luogo dove i due innamorati si scambiavano affetto.
I due ragazzi erano ignari che quel momento perfetto sarebbe stato interrotto dalla furia cieca di quattordici ninja. Mancavano dieci secondi e tutto sarebbe finito.
Nove…
Otto…
Sette…
Sei…
Cinque…
Quattro…
Tre…
Due…
Uno…
“Fermo dove sei Sasuke Uchiha! Sei accusato di alto tradimento, qualsiasi cosa tu dirai potrà essere usata contro di te!”
Dodici jonin immobilizzarono il giovane. Mentre l’hokage si avvicinava e gli sollevava il mento.
“Sai, sei ancora più bello di quanto dicono. Bel lavoro Naruto. Portatelo via” E detto questo fece un gesto vago con la mano come per scacciare un insetto fastidioso. I jonin uscirono portando Sasuke allibito con loro.
Naruto tentò di spiegarsi con l’Uchiha ma il moro non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
Kakashi, gli rivolse un commento acido, prima di seguire i dodici jonin fuori dalla stanza.
“Da te non me l’aspettavo proprio Naruto.”
Queste parole colpirono Naruto come una spada. Anzi, in quel momento avrebbe preferito che una spada lo trapassasse da parte a parte.
Sakura era inginocchiata ai piedi di Tsunade, piangendo disperata e pregando l’hokage di no uccidere il suo amore, poi il biondo spostò il suo sguardo su Tsunade, al fianco di Sakura che le accarezzava la testa cercando di trovare un modo per confortarla.
Si sentiva uno schifo. Aveva voglia di aprire la finestra e di buttarsi di sotto, ma non ne aveva il coraggio.
Codardo! Sei tu l’unico traditore. Meriti la morte!
Si avvicinò a Sakura, ma lei lo respinse tirandoli dietro un paio di insulti poco gentili.
Adesso aveva toccato il fondo.
Uscì dalla stanza piangendo, anche se non sapeva per cosa.
Si precipitò giù dalle scale ma quando fu sul punto di uscire venne fermato da Kakashi.
“Resta qui! Hai già fatto troppi guai per oggi.”
Naruto si lasciò sfuggire una domanda
“Lo uccideranno maestro, vero?”
“Faranno un regolare processo, ma il risultato è scontato.”
Naruto, avrebbe preferito essere morto, ora, subito. Senza neanche avere il tempo di esalare l’ultimo respiro o di dire le sue ultime parole.
Da te non me l’aspettavo Naruto.

  
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