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Autore: Lady Gardenia    21/03/2011    3 recensioni
A Hogwarts non ci sono solo buoni o solo cattivi o solo professori. Ci sono anche tutti gli altri. Quelli a cui non importa proprio nulla delle battaglie di Potter contro Voldemort e che anzi sperano proprio che si sia inventato tutto. Gente che non è solo buona nè solo cattiva, persone che hanno cose più importanti a cui pensare. Come i gufo, il quidditch e...i ragazzi
Due grinfondoro e una serpeverde: tre amiche e croniste d'eccezione che raccontano la loro straordinaria esistenza normale!
Probabilmente, pensò Martha con un sorrisetto, le quotazioni dell’eroe di Grifondoro erano scese di qualche tacca dopo la faccenda del Torneo Tremaghi.
Lei non aveva un grande interesse negli avvenimenti dell’anno precedente, si limitava a sperare che Voldemort non fosse davvero tornato e che Potter si fosse inventato tutto. In ogni caso non provava simpatia per quei tre per motivi molto più futili. Potter giocava troppo all’eroe tragico, la Granger era una secchiona insopportabile (nonché orrenda!) e Weasley era semplicemente un povero tonto. Comunque erano Grifondoro, e lei li rispettava (più o meno).
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Ottobre- parte 1

I gemelli Weasley erano popolari nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts più o meno dal terzo giorno del loro primo anno, quando erano riusciti a sgraffignare dalle cucine un’intera teglia di sorcetti al cioccolato proprio sotto il naso aguzzo di Argus Gazza. La loro fama, anno dopo anno, non aveva fatto che aumentare, scagliandoli di diritto nell’empireo delle ‘canaglie della scuola’. Nulla aveva però mai eguagliato l’ammirazione fanatica degli studenti dopo il fuoco d’artificio della festa di Ron.

Ragazzi di qualunque casa, sesso ed età inseguivano i due eroi nel corridoio anche solo per stringere loro la mano, e chiunque fosse a caccia di qualche minuto di notorietà non doveva che asserire di averlo visto con i propri occhi. Era dal Calice di Fuoco che un evento non provocava tanto scompiglio nella scuola. Per le prime due settimane del mese di ottobre, praticamente non si parlò d’altro. I professori dovettero aumentare il carico dei compiti per riportare la concentrazione degli studenti sulle materie scolastiche.

L’unico a non godere della notorietà che gli era stata imposta era il povero Ron Weasley, che ormai aveva le orecchie perennemente rosse e camminava come se volesse sprofondare nel pavimento. Harry e Hermione gli facevano inutilmente scudo col proprio corpo, ma non potevano ripararlo dalle malefiche prese in giro dei Serpeverde e dalle loro mirabili interpretazioni di Ron col didietro in fiamme. Perry il Tassorosso giurava e spergiurava di aver visto il fuoco d’artificio con i propri occhi e ne faceva una patetica imitazione a chiunque avesse cinque minuti da perdere, quindi praticamente sempre a se stesso. Imitava, e rideva da solo come un idiota.

Hilary, Martha ed Eleanor avevano come tutti riso, poi si erano rapidamente disamorate all’argomento ‘fuoco Weasley’ per concentrarsi sul ben più interessante tema ‘Eric Avery’. Il ragazzo, infatti, preso coraggio ai famosi provini, sembrava cercare sempre più spesso la compagnia di Hilary. Ogni tanto le si sedeva accanto a mensa, faceva qualche battuta di spirito a suo beneficio e stava meno per conto suo. Quando Hilary era in gruppo con gli altri Serpeverde, aveva preso ad unirsi a loro. Clarice, sua sorella, si era detta certa che solo se Hilary gli fosse piaciuta si sarebbe comportato così e sembrava incoraggiare l’unione.

Quel pomeriggio di metà ottobre, le tre amiche stavano impegnando proficuamente l’ora di Divinazione sviscerando ben bene l’argomento anziché leggere inutilmente i fondi del tè. “Insomma”, esclamò per la decima volta Hilary, “sono praticamente certa di piacergli, il che, lo ammetto, è lusinghiero, però non sono poi così sicura che lui piaccia a me…

Martha sospirò “Perché no? È carino, dolce e non sembra un imbecille come sua sorella. Cosa c’è che non ti sta bene in lui?”

“Proprio questo! È troppo perfetto, credo. Quella delle storie d’amore romantiche sei tu, non io!! Io voglio una sana vicenda di sesso!”

Ssst!”, sibilò Eleanor vedendo varie teste girarsi di scatto verso Hilary.

La Cooman alzò lo sguardo dalla linea della fortuna di Lavanda Brown e puntò i suoi enormi occhi sognanti sulle tre amiche “Ragazze… quanta passione nei vostri discorsi. Deduco che la Vista si sia impossessata di una di voi… ciò mi rende più che lieta…” La professoressa, in un frusciare scintillante di scialli, veli e perline, fluttuò attraverso la propria classe-salotto, tra le risatine degli altri sudenti, e raggiunse con grazia Hilary, Martha e Eleanor. Le tre si scambiarono occhiate interrogative, chiedendosi cosa diamine le avrebbero raccontato. La Cooman si acciambellò su un pouf molto grasso “Allora, mie giovani profetesse, cosa avete Visto? Chi, di voi tre, ha avuto il nobile privilegio di Vedere?”

Hilary prese la parola con aria ispirata “Io, professoressa, nella tazza di Eleanor. È…è stato…oh, Eleanor, è stato orribile!”

L’amica sgranò gli occhi, e la professoressa posò una mano scarna su quella di Hilary “Oh, figliola mia, non avere paura di rivelare. Il futuro è un dono prezioso, anche se infausto, e so quale gravoso compito sia possedere la Vista! Io sono qui per aiutarti e guidarti! Allora, cosa hai Visto?”

Hilary mantenne il tono mistico, divertendosi follemente. Era sempre stata una buona attrice. Sbarrò gli occhi e allungò una mano tremante “Ho visto…Eleanor…lei…in…in un lago di sangue…oh! Eleanor! Farai una morte orribile!” riprese il suo tono normale “Ecco non ho visto altro.”

La Cooman afferrò la tazza di Eleanor, mentre Martha rideva sotto i baffi “Permetti cara?” La scrutò per qualche istante e poi trionfò “Meraviglioso! Splendido! Signorina de Lonval, le possiede una Vista prodigiosa! Venti punti assegnati a Serpeverde!”

Hilary sorrise soddisfatta, come i pochissimi compagni di Casa che avevano scelto di frequentare quel corso inutile. I Grifondoro, al contrario, scossero la testa, disgustati dalla palese presa in giro di Hilary. La Cooman battè qualche colpetto poco convinto sulla mano di Eleanor “Coraggio, piccina. Meglio saperlo prima, no? Per prepararsi psicologicamente al dolore lancinante e micidiale!” Eleanor annuì con aria falsamente dolente. La Cooman improvvisamente artigliò la mano di Martha “Vediamo cosa posso predire a lei, carina, visto che sembra avere così tanto da ridere.”

La ragazza si irrigidì “Ma, prof, non stavo ridendo…

“Silenzio! La parola potrebbe perturbare la Vista.” Per cinque minuti buoni, la Cooman rimase concentrata sulla mano sinistra di Martha, bofonchiando di tanto in tanto fra sé e sé. Finita la sua analisi, pronosticò “Bene bene, ragazza mia, ha di che stare allegra, non c’è che dire. Quello che temi non si avvererà, le carte a tuo favore il destino cambierà”, concluse soddisfatta.

Martha le rivolse uno sguardo interrogativo “Cioè?”

La professoressa ammiccò “Non vuole che ne parli a voce alta, signorina Sheridan, tesoro. Bene, ragazzi, devo con rammarico annunciarvi che il nostro tempo di oggi ahimè si è concluso. Suggerisco al signor Potter di guardare attentamente dove mette i piedi. Vedo una possibile frattura. Grazie a tutti voi. Oh, e per la prossima volta voglio che leggiate almeno tre fondi di tè e mi facciate una relazione dell’esperienza. Grazie e arrivederci!”

I ragazzi scemarono via dalla classe con le solite risatine che le lezioni della Cooman suscitavano. Eleanor scosse la testa “Che leccaculo che sei, Hilary!”

“Oh, insomma, non sapevo cosa inventarmi! Voi ve ne stavate lì come due mummie, cosa avrei dovuto fare secondo te?”

Martha rincarò “Si, intanto ti sei beccata venti punti!”

Hilary alzò le spalle “Meritatissimi, direi. Piuttosto, chissà cosa intendeva la pazza con la sua profezia per te. Cos’è che temi, Lyx?”

“Ma avrà tirato a indovinare come al solito, figurati!”

Eleanor era pensierosa “Però aveva un’aria piuttosto convinta…

“La stessa aria convinta di Hilary mentre prediceva la tua morte, ti pare affidabile?”

“Non saprei, dopotutto lei è una Veggente! Insomma, se Silente l’ha assunta un motivo ci sarà!”

Hilary scoppiò a ridere “Da quando in qua credi alla Cooman, Eleanor? Martha, la stiamo perdendo. Troppo studio, è uscita di senno. Tra un po’ si metterà a leggere il Cavillo…

Eleanor si offese “Vi detesto, non me ne lasciate passare una!”

Martha le battè amichevolmente una mano sulla spalla “Che ti aspetti? Siamo le tue amiche, mi pare ovvio…

Hilary sbadigliò “Ho fame! Quanto manca alla cena? Ho tempo per una sigaretta?”

Martha le lanciò uno sguardo di disapprovazione “Si, hai tempo per avvelenarti a piacere…

“Allora vado a fumarmene una in pace. Venite con me?”

Eleanor scosse la testa con rammarico “Devo ancora finire un saggio per Piton…vorrei dedicargli una mezz’ora prima di cena…

Le amiche alzarono gli occhi al cielo “Questa di Pozioni sta diventando una mania, sei preoccupante!”, commentò Martha.

Eleanor scrollò le spalle con aria eloquente “T. dico solo questo. T.”

“Ma se l’hai già recuperata!”

“Non importa! Ora ho A, di media, è inaccettabile!”

Hilary ironizzò “Veramente è A-ccettabile, per essere precisi!”

“Che spiritosa!”

, la nicotina mi chiama. Voi brave bambine andate a studiare per Pitonuccio nostro, ci vediamo dopo nella Sala Grande.” Con il suo solito passo elastico la Serpeverde si allontanò.

 

Rispetto al banchetto di inizio anno, il brusio che pervadeva la Sala Grande sembrava essersi attenuato gradualmente. Esaurita la serie di aneddoti, avventure e tragicommedie di cui i ragazzi dovevano a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e mettere al corrente i propri amici dopo la separazione estiva, le conversazioni erano diventate sempre più pervase di quella stanchezza diffusa ch, dopo una massacrante giornata in classe, ti fa venire più voglia di riempirti la bocca di patate che di usarla per parlare.

Fu per questo che, poco prima che venissero serviti i dolci, il professor Silente non fece alcuna fatica ad ottenere il silenzio dai suoi studenti. “Miei cari amici ed amiche… so che siete tutti in attesa di una bella fetta di dolce, così tenterò di essere breve. Secondo il calendario comune, tra poco più di due settimane sarà la festa di Halloween… secondo però strani calcoli cabalistici che sinceramente spiegarvi sarebbe lungo e noioso, sarà l’anniversario della nascita delle anime dei nostri quattro, amati fondatori. Ovviamente non abbiamo festeggiato questa ricorrenza ogni anno perché i compleanni delle anime non seguono lo stesso schema di quelli delle persone… ma sono sicuro che la professoressa Cooman sia più idonea di me a tenere un seminario sull’argomento. Comunque, io e il consiglio docenti ci siamo riuniti e abbiamo deciso di festeggiare degnamente questo avvenimento, ragion per cui la notte di Halloween si terrà una gran ballo nella Sala Grande.”

Questo annuncio scatenò una sorta di ovazione. Tutti ricordavano l’incredibile divertimento del Ballo del Ceppo l’anno precedente, e l’idea di un nuovo ballo non poteva che deliziarli tutti, dal primo all’ultimo. Ma Silente non aveva ancora finito “Non è tutto, signori, lasciatemi finire. Ho insistito affinchè questo ballo sia memorabile, così…si terrà in maschera! Maschera obbligatoria, non fate i furbetti. Vi suggerisco di darvi subito da fare per reperire i costumi…e per invitare le dame, ovviamente, capito giovanotti? Bene, ora possiamo gustarci una bella fetta di torta…” concluse il preside risedendosi con aria sorniona.

Fu ovviamente la serata in cui più torte finirono sprecate, visto che nessuno degli studenti aveva più in animo di mangiare. Strilli di gioia pervadevano la sala insieme a cupi mormorii di disperazione del tipo “E io cosa mi metto?”

Eleanor apparteneva a quest’ultima categoria “E io cosa mi metto?”

Martha le fece eco “Perché, io? Uffa, ma proprio in maschera? E comunque questo sistema delle coppie è pessimo. Chissà perché quelli che mi invitano ai balli non mi piacciono mai.”

“Non che ci siano stati poi tanti balli fino ad ora…”

La voce nasale e squittente di Lavanda Brown si intromise nella conversazione “Immagino che visto che è una festa in maschera possiamo anche mettere gonne molto corte…nessuno ci dirà niente, no?”

Calì gemette di rimando “Devo proprio mettermi a dieta e liberarmi di questo flaccidume sulle cosce…

Immancabile giunse la replica di Lavanda “Ma che dici? Tu sei magrissima! Che dovrei dire io?”

Martha e Eleanor si scambiarono occhiate perplesse. Martha si alzò “Io direi che possiamo anche andare in un posto più tranquillo a parlare… chiamiamo anche Hilary?”

Eleanor lanciò uno sguardo timoroso al tavolo dei Serpeverde “Chiamala tu, per favore…a quest’ora non mi voglio avvicinare a Draco, sono struccata, spettinata e stanca.”

Martha alzò gli occhi al cielo “Patetica…

“Anche! Quindi ti prego, vacci tu!”

Con uno sbuffo infastidito, Martha raggiunse il tavolo. Il tono della conversazione non sembrava molto diverso da quello delle Grifondoro, con la differenza che lì nessuna si definiva grassa e tutte pensavano solo a come mettere in risalto i loro già splendidi (secondo il loro discutibile parere) corpi. Hilary stava discutendo fitto con Eric Avery, che si interruppe quando vide Martha accanto alla sua sedia e le rivolse un’occhiata fulminante. Martha si ritrasse impercettibilmente “Scusate…scusa, Hilary, io ed Eleanor stiamo andando…ehm…volevo solo chiederti se ti va di raggiungerci!” Martha si morse la lingua. Odiava aver usato quel tono servile, ma l’occhiataccia di Avery l’aveva alquanto raggelata. Ora continuava a fissarla.

Hilary sorrise “Stavo finendo di parlare con loro…magari ci vediamo domani?”

Martha recuperò la sua baldanza. “Come vuoi. Allora buonanotte.”

Se ne andò impettita, maledicendo tutte le Serpi Venefiche dalla prima all’ultima, e marciò fuori dalla sala. Aveva i nervi a fior di pelle.

“Ehi, che è successo?”

“è successo che sono tutti degli stronzi quelli lì, Eleanor, dal primo all’ultimo!”

“Hilary ti ha trattata male? Perché non è venuta?”

Martha si sedette rabbiosamente su un gradino “Ha detto che voleva finire di parlare con i suoi amici serpi. Peggio per lei! Comunque quell’Eric Avery è una pessima persona, davvero insopportabile.”

Eleanor cascò dalle nuvole “Ma se avevi detto che ti sembrava carino e simpatico! Che cosa ha fatto?”

“Non mi sono mai sbagliata tanto su una persona. Ho interrotto la sua conversazione con Hilary, gli ho anche chiesto scusa. Avresti dovuto vedere con che occhi perfidi mi ha guardato. Ti giuro, una cosa mai vista. È quasi peggio degli sguardi di Clarice, perché è più subdolo!”

Eleanor tentò di calmarla “Ma sei sicura di non aver frainteso? Magari non ce l’aveva con te, magari era arrabbiato per motivi suoi, non so…

“Mi fissava!”

Vabbè…allora forse hai ragione. Ma è un Serpeverde, che ti aspetti? Tanto mica lo frequentiamo, noi, no?”

Martha fece una piccola pausa “No. Ovviamente no.”

Eleanor sorrise “è allora che ti importa? È solo un Serpeverde in più da detestare, no? Uno più uno meno…

Martha annuì tristemente “Si. Peccato, però. Una gli dà il beneficio del dubbio e invece niente…tutti uguali…

 

Hilary si era resa conto che qualcosa non andava. Le sue amiche Grifondoro erano adorabili, ma una cosa non la sapevano proprio fare: fingere. Ok, la sera prima non le aveva raggiunte, ma che diavolo! Sapevano perfettamente che lei aveva anche altri amici, oltre a loro, non poteva lasciarli perdere solo perché loro schioccavano le dita. La sera prima era stata impegnata, ecco. E quanto la facevano lunga, quel giorno, tra musi lunghi e arie sussiegose!

Nell’intervallo dopo pranzo, Hilary decise che si era stufata del loro silenzio di protesta. Le raggiunse con ampie falcate e affrontò la questione senza inutili mezzi termini “Basta tenermi il broncio, per favore.”

La reazione fu prevedibile “Scusa? Noi non ti stavamo affatto…

Hilary tagliò corto “Tenendo il broncio eccetera eccetera. Sentite, siamo amiche da troppi anni per fare ancora ricorso a queste frasette di circostanza. So esattamente qual è il problema. Vi siete stranite perché ieri sera non vi ho raggiunte, ma stavo parlando, sarebbe stato scortese prendere e andarmene, no?”

Martha la guardò nervosa “Non è tanto quello, te lo dico sinceramente. È più che i tuoi amici sono degli stronzi colossali, che guardano come se puzzasse chiunque non ritengano al loro livello.”

Sepeverdiano livello.” Precisò Eleanor. Hilary inarcò le sopracciglia “Non vi sembra di esagerare? O meglio, lo so che a volte possono sembrare un po’ snob…

“Signore e signori, l’eufemismo dell’anno!”

“Oh, insomma. Quello che è. Ma l’avete sempre saputo, diamine, stiamo qui dentro da cinque anni! Cos’è successo ancora?”

Martha ed Eleanor si guardarono “Non dire che non te ne sei accorta!”

Hilary si spazientì “Di cosa?”

Martha esplose “Ecco, lo vedi? Sei come loro! Precisa identica! Una delle tue migliori amiche viene maltrattata sotto i tuoi occhi e tu neanche te ne accorgi!”

“Per Merlino, ma chi ti ha maltrattato!”

“Il tuo innamoratino, Eric Avery! Che c’è, eri così impegnata a fargli gli occhi dolci che non hai neanche visto cos’ha fatto?”

Hilary cadde letteralmente dalle nuvole “Eric? Non l’ho mai sentito dire qualcosa di scortese nemmeno su Perry, e di certo mai su di te, Lyx.”

Martha si attorcigliò rabbiosamente una ciocca di capelli intorno al dito “Non è qualcosa che ha detto. Ma non hai notato come mi ha guardata ieri sera? Come se avessi avuto l’aspetto di Gazza e la voce di Perry, se proprio lo vuoi sapere. Io ero solo venuta a chiamarti, e lui prima mi ha fulminata con lo sguardo e poi ha continuato a fissarmi. È stato umiliante.”

Eleanor sottolineò il resoconto con grandi cenni del capo.

Hilary era perplessa “Non ci ho proprio fatto caso. Forse hai frainteso…vuoi che glielo chieda?”

Martha scosse la testa “Lascia perdere, mi è passata. Non parliamone più. Anche perché se diventa il tuo ragazzo immagino che non potrò odiarlo.”

Hilary alzò le spalle “Il mio ragazzo…bah. Sapete? Forse ho malinteso tutto. Ok, mi parla ed è simpatico, ma non ci ha mai provato nel vero senso della parola. Non mi ha mai detto di vederci da soli o cose così. Forse ha solo deciso di smettere di fare l’asociale.”

Eleanor commentò “Magari non ha ancora trovato il modo carino per dirtelo. Scommetto che ti inviterà al ballo!”

“Improbabile.”

“Ci scommetto quello che vuoi!”

Una luce maligna brillò negli occhi di Hilary “Ok…se non mi invita…tu…inviterai una persona scelta da me e Martha. Ci stai?”

Eleanor aspirò tranquilla dalla sua sigaretta. “Ci sto. Ti inviterà di sicuro, quindi non ho niente da perdere.”

Martha ridacchiò “Oh quanto spero che tu perda, Eleanor! Ci spero da morire! Scusa, Hilary, magari non è una cosa carina da dire…

Hilary alzò le spalle “Te l’ho detto, non mi fa impazzire Eric, è troppo romanticone e bravo ragazzo.”

“Ha parlato la donna navigata…

Hilary fece un sorrisetto “Non ancora…comunque, ragazzi a parte…da cosa vi vestirete voi due?”

Un grosso punto interrogativo si dipinse sui loro visi “Ehm…ehhhh…bò! Non è presto per pensarci?”

Hilary si mise le mani sui fianchi “Il ballo è tra poco più di dieci giorni! Io direi che più che altro è tardi. Poteva anche avvertirci prima, Silente.”

, tu da che ti vesti?”

“Diavoletta. Il mio gruppo ed io faremo tutti i diavoli.”

Martha ed Eleanor si piegarono dal ridere “Tu e chi altro?”

Hilary enumerò “Io, Astoria, Pansy, Clarice, Draco, Blaise, Franck, Andrew…forse anche quel Corvonero amico di Frank, Richard. Ed Eric ha detto che non lo sa ancora. Volete unirvi a noi?”

Le due si lanciarono occhiate orripilante “Neanche per idea!”

Eleanor assunse un’aria sognante “Io ho sempre desiderato vestirmi da Morgana…

Hilary le afferrò le spalle “è un’idea eccellente. Certo dovresti fare qualcosa per quei capelli…

Martha si illuminò “è una vita che voglio provare l’Incantesimo Parruccone! Te li faccio io”

Eleanor sobbalzò “Che cosa? Scordatelo!”

Hilary rise divertita “Splendido! ragazze belle, felice che abbiamo chiarito…ora devo lasciarvi e andare a Magisprudenza…” Con un colpetto di bacchetta la ragazza fece levitare i pesanti codici da magigiurista. Era buffo vederla allontanarsi circondata da libri volanti…

 

   
 
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