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Autore: xCharlized    22/03/2011    1 recensioni
"Cos'è che ti porta a uccidere la gente?"
"Vuole davvero conoscerla quella cosa che mi ci porta, signor Oghwell?"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva passato una sola notte in cella, ma le sembrava fosse passata un 'etarnità. Per questo appena si ritrovò con il naso fuori dalla porta fece un lungo e profondo respiro.
"non mi merito questa libertà"
Le due guardie quasi la spinsero fuori per poi voltarsi velocemente e chiudersi la porta alle spalle.
Hel si passò la mano sul corpetto sistemandoselo, poi sistemò un attimo i capelli e a testa alta prese a camminare verso casa sua.
La sua dimore, o come la chiamava lei "il suo paradiso infernale", si trovava poco fuori da Rederna, la città in cui si trovava, e dove aveva sempre vissuto.
Per arrivare palazzo del consiglio infatti, la mattina del giorno precedente aveva rubato un cavallo, e adesso per tornare a casa a piedi ci sarebbe stata minimo l'intera mattinata, se non di più.
Quando entrò in piena città le strade erano semipiene.
Probabilmente nessuno l'avrebbe riconosciuta, ma comunque cercò di non farsi notare.
Adesso quello di cui aveva bisogno era un passaggio.
Da lontano, vide in fondo alla via un lurido carretto parcheggiato trainato da un asino che trasportava fieno.
Quando lo raggiunse trovò un bambino che non poteva avere più di 12 anni con le redini in mano.
"Ciao" lo salutò la ragazza mostrando un sorriso a 32 denti.
il ragazzo rispose timidamente "Salve signora"
"Dove arrivi con tutto il carro?"
"Fino al lato ovest della città, prima del bosco"
"oh è perfetto, ti dispiace darmi un passaggio? E' proprio oltre il bosco che devo andare, e non ci arriverò mai a piedi" continuò lei con un tono quasi maliconico.
"c..certo, non c'è problema"
I due partirono, Hel si coricò sul morbido fieno e si godette il viaggio fissando il cielo che quella mattina era di un azzurro intenso.
"no, non  me la merito questa libertà"
poi però, cedette alla stanchezza e si lasciò avvolgere dal sonno.


"Signora..? Signora?"
Hel si sentì scuotere un braccio. Il sole gli ferì gli occhi.
"Io sono arrivato" disse con timore il giovanetto.
Hel scese sbadigliando dal carretto usando come appoggio la testa del bimbo.
"Grazie ragazzo" disse senza rivolgergli uno sguardo.
Poi scomparì tra gli alberi di quel bosco fittissimo.
Amava tanto quella casa perchè oltre a lei e la natura non c'era nessuno. Appena la vide da lontano al centro di quel piccola radura spontaneamente le scappò un sorriso.
Era molto piccola, alcune parti del tetto stavano per crollare; pensava spesso di ripararlo, ma non lo faceva mai.
Entrando si tolse subito gli stivali e si diresse nel suo letto che quella volta le sembrava comodissimo.
Preferiva non guardarsi intorno e si portò il lenzuolo fino a sopra la testa.
Adesso voleva solo addormentarsi, sperando di non risvegliarsi mai più.
In quella casa del resto c'erano alcune cose che le facevano rimpiangere di essere ancora viva.
  
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