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Autore: Asteria_90    22/01/2006    7 recensioni
(…) Un’ombra avanza nella notte. Bacchetta alla mano. La vittima non fa in tempo a vedere il volto del suo assassino. Giace già a terra. Così come era apparso nell’oscurità, il carnefice scompare lasciando solo l’ennesima traccia di morte. (…)*** Storia come sempre auror ma credo che ci sarà anche molta azione oltre al classico (ed essenziale^^) romanticismo. La dedico a tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto... [LA FICTION, PER UN PO', NON VERRA' AGGIORNATA]
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao ragazzi, come state

Ciao ragazzi, come state? Sono tornata con una nuova ff. Non so se sia un bene o un male: lascio a voi il giudizio!!

Allora tanto per inquadrarla un attimo…siamo in un ipotetico sesto anno. Preannuncio già da adesso che sarà un tantino diverso da quello di HP6. La mia coppia preferita è Harry/Hermione, quindi sarà totalmente discordante.

Ok, adesso vi lascio alla lettura…incrocio le dita sperando che sia decente ^__^

Dimenticavo prima di iniziare, in base al nuovo regolamento: Tutti i personaggi di questa ff non sono miei ma di proprietà di J. K. Bowling.

 

 

 

Tutto sembrava calmo, nessun rumore o persona sospetti. Niente di niente.

Solo quiete, forse troppa.

Fu allora che vide qualcosa: sangue, morte, dolore.

Poi più nulla o meglio…

Un soffitto con intonaco vecchio e una lampadina che vi pendeva.

Solo una stanza del numero quattro di Privet Drive.

 

Un incubo, di nuovo…Quanto ne aveva avuti ultimamente? Ormai era diventata un’abitudine; non c’era stata una notte in cui non si era svegliato sudato e impaurito, o meglio terrorizzato. Ma questa volta era stato tutto più vero, più realistico.

Le altre volte aveva visto e sentito, ma ora gli sembrava di essere stato addirittura toccato.

Il suo cuore stava ancora battendo all’impazzata quando eccolo, di nuovo…

Un urlo.

Gli ci volle un po’ per capire che la voce era un’altra, diversa da quelle che tante notti lo avevano tormentato. Era un’altra, probabilmente crudele quanto quella, ma senza dubbio meno spaventosa.

Zia Petunia che gli urlava dalla porta della sua camera di andare a preparare la colazione.

Harry era rimasto immobile nella sua posizione, la stessa di quando si era destato: stava seduto sul bordo del letto ormai troppo piccolo per lui, ma al riconoscimento della voce della zia non riuscì a fare a meno di lasciarsi andare di nuovo giù e tirare un sospiro di sollievo.

Si sentiva un po’ idiota…

Poi, come era solito fare tutte le mattine, si lavò e vestì per poi scendere nell’enorme salotto di casa Dursley.

 

 

Era tutto come sempre, o meglio era la l’abitudine dei due mesi passati ogni anno in quella casa.

 

“Porta qui la colazione” disse Zio Vernon.

 

“Vai a prendere il giornale” squittì sua zia.

 

“Un momento! Non posso mica sdoppiarmi!”

 

A quelle parole l’intera famiglio sussultò, aveva detto la parole magiche senza rendersene conto.

 

“No, no certo che non dovrai sdoppiarti, caro, aspetteremo un momento anzi…Dudley, tesoro, vai tu a prendere il giornale per favore?”

 

Il ragazzo paffutello che fino a poco prima era stato intento a divorare quanti più cornetti al cioccolato poteva, ubbidì non senza sbuffare.

 

Aveva appena preso il quotidiano dalla cassetta della posta in giardino, quando vide che c’era qualcos’altro, una busta stranamente indirizzata a suo cugino. I suoi amici di solito gli mandavano lettere usando quegli strani pennuti fin troppo intelligenti.

Fu in quel momento che gli venne in mente un’idea: perché non sbarazzarsi della lettera? Vendicarsi almeno un po’ delle minacce degli ultimi cinque anni e del suo sentirsi superiore.

C’era solo una cosa da controllare: il mittente. Non avrebbe rischiato di fare una cosa del genere, se a mandarla era stata quella stupida scuola di cui non aveva mai imparato il nome. Si ricordava fin troppo bene quando sei anni fa gli era spuntata una coda da maiale…

Così girò la lettera e vide scritto, con una grafia sottile e obliqua, un nome: Hermione Granger. (di chi poteva essere se no? Nd Harrydipendente).

Ok, non c’erano problemi, poteva farlo. Non sapeva chi fosse la ragazza ma di certo non un insegnante…nessun sigillo.

La buttò direttamente nel cestino del quartiere. Metodo rapido e veloce.

 

“Ma quanto ci metti tesoro?”

 

“Eccomi mamma!”

 

“Perché ci hai messo così tanto?” chiese il ragazzo con la cicatrice.

 

“Non riuscivo a trovare il giornale” (certo che potevi inventarti una scusa migliore! Nd harrydip)

 

Fatto sta che da quel giorno Dudley Dursley divenne alquanto disponibile ad aiutare Harry nelle faccende domestiche…

 

 

**********

 

Erano le 12 del mattino e Harry stava come sempre seduto sul suo letto a rileggere per la settantesima volta “I magnifici sette”.

Non aveva molto da fare, straordinariamente aveva già terminato i compiti.

Sentiva già la voce della sua migliore amica rimbombargli in testa: “Ma perché non leggi qualcosa di più costruttivo visto che questo lo sai a memoria? Non so qualcosa come…Maghi e streghe famosi del XV secolo o Trasfigurazione avanzata…”

Si, sicuramente, se l’avesse visto, avrebbe detto così.

Un sorriso gli si aprì sul volto, ma svanì immediatamente al pensiero che in questo momento lei era alla Tana, con Ron.

Avevano invitato anche lui ma Silente l’aveva pregato di restare dai Dursley almeno per un po’.

Avrebbe potuto andarci, ma solo nel mese di agosto. Questo era già cominciato ma nessuno dei due si era fatto più vivo.

Gli balenò in mente un pensiero: “ e se a loro non importasse più nulla di lui? In fondo sicuramente se la stavano spassando anche da soli, no?

Non poteva essere…

Erano passati troppi anni e se avessero voluto sbarazzarsi di lui l’avrebbero già fatto. Ci doveva essere un altro motivo…”

Un sentimento mai provato si stava facendo strada dentro di lui. Qualcosa chiamato gelosia.

 

 

 

Il calendario della sua camera ormai segnava il 15 agosto ma nessuno si era ancora fatto vivo.

Non solo non l’avevano invitato alla Tana ma non aveva più ricevuto loro lettere.

 

Di nuovo la stessa situazione che si era verificata al secondo anno: nessuna notizia, niente di niente.

 

A dodici anni aveva paura che la loro amicizia fosse solo apparenza ma ora lo sapeva, qualcosa era andato storto.

Ma ciò che faceva più male era ignorare cosa combattere. Si sentiva così dallo scorso giugno quando aveva saputo della profezia.

Lo stesso dolore al petto, un uguale groppo allo stomaco…

 

Era stanco di tutte queste situazioni…

Anche se più volte il suo umore sembrava aver toccato il fondo, non si era mai sentito così abbattuto.

In una parola solo, abbandonato al suo destino che gli aveva designato una via troppo appuntita per lui.

 

 

 

 

Toc, toc, toc

 

 

“ La cena Potter! Noi usciamo, andiamo a vedere la recita di Dudley”

 

Al di là del vaporoso grembiule di Zia Petunia intravide il ragazzetto vestito di tutto punto, in giacca e cravatta.

Suo padre gli stava sistemando il fiocco.

 

“ Non guardarlo con quella espressione da ebete” grugnì Zio Vernon “ Tuo cugino ha raggiunto e raggiungerà traguardi che tu con i tuoi pazzi amici nemmeno puoi immaginare”

 

“ Hai detto bene! Sinceramente non mi sogno nemmeno di farmi addobbare come un albero di natale dai miei genitori per andare su un palco a fare la figura dell’imbecille” pensò Harry, ma non lo disse. Non valeva la pena replicare.

Aveva voglia solo di stare solo e per una volta la sorte l’aveva aiutato.

 

Già la sorte…

 

**********

 

Intanto alla Tana…

 

 

 

“In missione per l’Ordine, Lupin?” chiese una donna dai capelli rossi.

 

“Missione speciale, Molly! Andiamo a sottrarre Harry dalle grinfie dei Gabbani”

 

“Oh, sarà qui per cena? Chissà quanto avrà fame! L’anno scorso mi sembrava di vedere i suoi occhi infossati e per di più proprio nei momenti sbagliati. Dovrebbe mangiare molto di più, sta crescendo e…”

 

“Tranquilla Molly credo che due settimane della tua cucina lo rimetteranno in sesto come si deve. Dove sono gli altri?”

 

“Ron e Ginny dovrebbero essere di sopra a giocare a scacchi ed Hermione li sta guardando. Ultimamente quella ragazza è sempre soprappensiero. Non che abbia mai parlato molto ma di recente mi sembra più silenziosa”

 

Credo che sia preoccupata per Harry. L’altro giorno sono entrato in camera sua e ho visto tutte sue foto sopra il comodino.” Spiegò Lupin.

 

“Andiamo, non ci avevi rassicurati che anche se non rispondeva alle lettere stava bene? Guarda che se mi hai tenuto nascosto qualcosa…Io mi fido dell’istinto di quella ragazza e…”

 

“Calmati santo cielo! Harry sta bene. Tonks ha scoperto che il gabbano più piccolo gettava le lettere nella spazzatura, per questo non ci ha risposto.”

 

“Il babbano non gli faceva ricevere le lettere? E Silente che si fidava di quegli esseri! Aveva chiaramente detto alla donna…com’è che si chiama?…

Non è importante…Comunque doveva far recapitare i messaggi a Harry. Quella maledetta posta gabbana! Tutti questi problemi non ci sarebbero stati se avessimo usato il metodo tradizionale. Un solo gufo è più affidabile di cento gabbani messi insieme!”

 

“Hai ragione ma non potevamo purtroppo. Avremmo dovuto solo andarlo a prendere prima ed è esattamente quello che faremo tra poco. Abbiamo allontanato da casa tutta la sua allegra famigliola, non ci va di discutere con loro.”

 

“Ma non meritano una lezione? Sono quasi sedici anni che torturano un povero ragazzo e ora addirittura buttar via le sue lettere!”

 

“Oh andiamo Molly, si è trattato solo di una ragazzata, non essere così tragica! Comunque se proprio è necessario lascerò involontariamente cadere un po’ di caramelle Tutti-i-gusti +1 al vomito. Sai ho sentito dire che il ragazzo è molto goloso…Ne ho collezionate abbastanza, i miei compagni me ne davano sempre almeno tre al giorno quando ero ad Hogwasts…sapevano che mi piacevano…Avevo pensato di mollarle a Ron ma nemmeno lui sarebbe così stupido, qui ci vuole l’intelligenza di un babbano! Però non provare a dirmi che non è geniale…tutto contemplato, no?”   rispose ridendo l’ex professore e ben presto anche mamma Wesley si lasciò andare a un momento di pace che non accadeva da tempo.

 

Sentendo sua madre ridere così di gusto, quel ragazzo lentigginoso di Ron Wesley scese le scale seguito dalle due ragazze, visibilmente arrabbiato.

 

“Cosa diavolo avete da ridere?”

 

“Oh niente Ronald! Ridiamo della tua stupidità! Tu piuttosto, cosa hai fatto?” chiese Lupin

 

“E’ furioso perché Ginny l’ ha battuto a scacchi!” spiegò Hermione.

 

“Bè non è una novità. Da sempre tua sorella è stata più brava di te, non vale la pena litigare ancora” specificò la madre.

 

Purtroppo la sua risposta non ebbe l’esito sperato.

Qualche mese fa suo figlio avrebbe fatto una di quelle battute per sdrammatizzare, ma questa volta non fu così…

I suoi occhi non erano più quelli di un ragazzo di sedici anni ma di un uomo ormai. Mollò un ceffone a Ginny ad uscì di casa sbattendo la porta.

Quelli che erano rimasti si guardarono in faccia e improvvisamente capirono che, non solo fuori l’atmosfera era cambiata, ma molte cose erano diverse proprio lì,  fra di loro.

Improvvisamente Hermione si sentì di troppo e blaterando una scusa andò al piano superiore, proprio mentre Lupin si decideva a smaterializzarsi davanti al numero quattro di Privet Drive.

 

 

**********

 

 

Gli altri erano già lì.

 

“Non ti smentisci mai, vecchio Lupin. Ultimo come sempre.”

 

“Scusate, ho dovuto passare alla Tana per recuperare queste” e mostrò un sacchetto enorme pieno di caramelle rigorosamente color ocra scuro.

 

“Bella pensata amico, se pensavi che ti avremmo aiutato a smaltire la scorta di dolci che noi stessi ti abbiamo regalato, credo che ti sbagli!”

 

“Non preoccuparti Moody, neanche tu sei così cretino! Sono per il coginotto (^___^) di Harry. Un piccola vendetta.”

 

“Oh bè se dici che ci cascherà…”

 

 

brr brr brr

 

Un uomo avvolto da un lungo mantello nero si materializzò davanti al piccolo cancello del numero quattro di Privet Drive: Severus Piton.

 

“Buona sera Sevrus”

 

“Salve. Ancora qui? Secondo gli accordi non avrei soltanto dovuto scortarlo fino al Quartier Generale? Mi aspettavo che fosse già qui, pronto ma a quanto vedo dovrò svolgere anche il lavoro non mio…”

 

“Non sarà necessario. Abbiamo deciso che qui ci pensiamo noi, preferiremmo che tu svolgessi, insomma, quell’altro compito. Tu sai cosa.”

 

Lo sguardo di Piton s’incupì ma, come tutti si aspettavano da lui, rispose con un semplice: “Non mi tirerò indietro. Buona notte a tutti.”

Detto questo si smaterializzò.

 

 

“Su forza, è ora di andare via di qui, qualche babbano potrebbe notarci.”

 

“D’accordo entriamo e speriamo che Harry non ci spari qualche schiantesimo prima di averci visti. Silente ha detto che ultimamente è un po’ irascibile e sospettoso.”

 

“Non posso biasimarlo”

 

“Nemmeno io. Alohomora!”

 

 

 

 

Silenzio totale. Poi dei passi, più di una persona.

Senza pensarci nemmeno, Harry afferrò la bacchetta conservata gelosamente dall’ultimo mese, sopra il suo comodino.

Piano, cercando di non far rumore, si sporse dalle scale per vedere i visitatori.

La reazione non fu esattamente quella che tutti si immaginavano.

 

“Hey Harry! Siamo noi. Siamo venuti a prenderti.” Disse Lupin che l’aveva notato.

 

“Come faccio a sapere che non siete solo mangiamorte venuti per uccidermi?”

 

“Perché Voldermort non avrebbe portato altri assassini con lui ma avrebbe voluto ucciderti di persona e poi non saremmo potuti entrare qui. Protezione speciale di Silente, Harry:”

 

“Nessuno mi ha mai scritto e non vi siete fatti più sentire, nemmeno lui, il famoso Silente.”

 

“Veramente ragazzo mio, ti avremmo mandato una cinquantina di lettere per via babbana ma abbiamo scoperto solo pochi giorni fa che un tuo adorato consanguineo gettava accuratamente tutto nella spazzatura.”

 

“Zio Vernon?”

 

“Oh, no! Il babbano più piccolo, tutto un’idea di tuo cugino.”

 

“Dudley? Giuro che io…ma aspettate un’attimo…perché non mi avete mandato un gufo? Edvige era in gabbia si, ma avrei potuto rimandare indietro lo stesso animale e…”

 

“Ci sono stati dei motivi Harry. Più o meno gravi. Ma non è né il luogo né il momento giusto per discuterne. Quello che conta è che vieni direttamente alla Tana. Ron e Hermione sono già lì. Quindi corri a preparare il baule e vidi di sbrigarti…anzi no! Vengo ad aiutarti io, con un colpo di bacchetta faremo senza dubbio prima.”

 

Detto così Lupin e Tonks lo seguirono in camera  mentre Moody restava a fare la guardia.

 

 

 

“Ecco fatto Harry, dovrebbe esserci tutto. Sbrighiamoci che Molly ti starà già preparando una mega cena, è convinta che tu sia denutrito, e anche Ron e Hermione non vedono l’ora di rivederti. Soprattutto lei, in questi giorni non è stata molto bene…eravamo tutti preoccupati perché non c’erano tue notizie, ma lei senza dubbio era molto scossa.”

 

Il cuore di Harry mancò un battito, era stata male per colpa sua. Però disse semplicemente: “Anche io non vedo l’ora di rivederli.”

 

Così afferrata la passaporta che Tonks gli porgeva, si ritrovarono tutti nell’accogliente cucina di casa Wesley.

 

**********

 

Zona residenziale di Londra…ore 2.30 a.m.

 

 

Un’ombra avanza nella notte. Bacchetta alla mano.

La vittima non fa in tempo a vedere il volto del suo assassino.

Giace già a terra.

Così come era apparso nell’oscurità, il carnefice scompare lasciando solo l’ennesima traccia di morte.

 

 

 

 

 

Allora ragazzi, come va? Spero non sia stato troppo lungo e noioso ma, visto che ho intenzione di scrivere una storia romantica e d’azione, ho dovuto introdurre un po’ le due parti. Vi dò un piccolo squesito…giusto per sapere se mi sono fatta scoprire subito: siete sicuri che l’ombra che uccide sia proprio Voldermort? Fatemi sapere cosa ne pensate…

Anche se l’ ho già fatto ringrazio nuovamente tutti quelli che hanno recensito la mia one-shot e in particolare Herm88 per il sostegno morale. Grazie Ele, spero si non averti deluso stratosfericamente!

 

 

 

 

 

 

 

  
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