-fermati! Dove corri?
Rouge!- Veronica stava inseguendo il Rosso già da alcuni
minuti quando poi lo
vide fermarsi di scatto, appena vicini al cancello della
città. Si girò verso
di lei con quel furore che lo aveva animato già da alcuni
minuti di corsa. -
ora tu ti fermerai qui, nella tua casa, non ti muoverai di li! se non
tornerò
entro mezza giornata tu dovrai dimenticarmi senza venirmi a cercare!
Hai
capito?- c’era una serietà schiacciante in quelle
parole. Non vi erano risposte
adatte anche se Veronica aveva una miriade di domande che le passavano
per la
testa. Accennò ad un debole e poco convinto assenso con la
testa e fece seguire
questo segno ad un veloce bacio.
- ti rivedrò?-
- spero di non dover
rischiare, infondo – E il ragazzo lo sperava veramente,
sperava di non dover
scontrarsi ancora con lui.
- Con chi ce l’hai,
Rouge? – La ragazza si era lasciata sfuggire una lacrima, che
ora dalla sua
guancia rifletteva il sole del pomeriggio – ce
l’hai con il mondo? Sai che il
mondo non ne risponderà; ce l’hai con un uomo? Gli
uomini sono fallaci,
ricorda, non affidabili; ma se ce l’hai con te stesso, se
davvero ce l’hai con
te stesso, allora in fondo una speranza di poter ravvivarsi
c’è. Si sveglierà,
il tuo cuore, e sarà come la primavera: vorrò
essere li con te quel giorno!
Dovrai, allora, trasformare il mio pianto in un sorriso, Rouge,
promettimelo!-
Il ragazzo non ci riuscì, non riuscì a dire
“Te lo prometto”. Non era così
in pace con se stesso da poterlo
fare. Se ne andò, senza nessun’altra parola, verso
i fuochi, ma non quelli del
sole.
La radura, circondata
da una faggeta, era un posto bellissimo; difficile trovarne uno
così spazioso,
racchiuso dentro una foresta. Cal aveva scelto quel luogo
perché era quasi
magico, o almeno, lo aveva scelto tanto tempo prima quando, proprio li,
era
riuscito per la prima volta a creare un fiore. Ora invece lo aveva
raggiunto
solo per convenienza. Era il luogo adatto per poter lanciare quei
fuochi in aria
che, ne era certo, avrebbero fatto arrivare li il suo nemico. Era il
luogo
adatto per mascherare le sue trappole ed era un luogo estremamente
adatto per
nascondersi e far confondere. Cal attendeva, trepidante, al centro,
ogni rumore
della faggeta era trasformato dalla sua mente in un passo, ogni
luccichio in
qualcosa che scompariva. Ma non aveva intenzione di lasciarsi vincere
dai suoi
stessi nervi.
I suoi occhi
guizzarono per un momento in un angolo e fece un sorriso, o almeno quel
ghigno poteva essere scambiato come
tale.
- ce ne hai messo di
tempo! – non stava sussurrando al vento, sebbene esso lo
stesse ascoltando, ma
al suo nemico, che era appena sopraggiunto.
- non ho voglia di
giocare con te! – Rouge uscì allo scoperto con
quelle parole. Non aveva neanche
alzato un braccio, neanche pensato di distruggere alcunché.
Solo stava
nuovamente fissando quel biondino
come già gli era già successo. Riusciva a vedere
la tensione dei suoi nervi, e
si meravigliò di non provarla per niente; poteva comprendere
l’odio che lo
rodeva, ma in lui, questa volta, non ce n’era traccia. Fu
allora, nell’istante
in cui Cal stava alzando il suo braccio per attaccare, che il rosso
guardò nei
suoi occhi e per la prima volta vi si specchiò.
Fu un attimo, quasi un
lampo, e Rouge si ritrovò appeso, con quattro corde, una per
ogni braccio o
gamba, ad alcuni alberi. Cal lo stava osservando, come in attesa di un
contrattacco.
- cosa attendi? – La
voce del biondo era incrinata dalla rabbia – spezza queste
corde se davvero sei
così forte!-
- Non ho intenzione di
farlo! - Finalmente
Rouge aveva capito
ciò che gli era stato detto: quanto valeva vivere una vita
così?
- Ti sei visto? –
Riprese – guardati! Cosa sei diventato? Ti credi puro e
pacifico ma ora cosa mi
vorrai fare? La tua ottusità non ha limiti. Forse, quel
giorno nel campo, avevi
ragione: ho sbagliato, e tanto anche, ma l’ho riconosciuto!
Tu invece ti sei
perso, e non te ne vuoi rendere conto! Chi è più
saggio: chi sbaglia ma sa di
averlo fatto o chi giudica e poi cade nel medesimo errore? Non ti
attaccherò, non combatto con gli stolti-
Cal non credeva a ciò
che sentiva, l’uomo di fronte a se, colui che era crudele, e
aveva rapito sua madre gli stava
facendo la morale??
La sua rabbia esplose, non sapeva il perché l’altro non voleva far scomparire quelle corde ma lui non aveva intenzione di attendere oltre e così evocò un coltello.
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SI!!!!finalmente l'ho finito!
no seriamente scusate il madornale ritardo!.... un periodo del cavolo è stato questo... e la scuola e i concerti.... da ImPaZzIrE. Comunque eccomi qua, i due cari fratelli-diversi, poi, non mi hanno dato tregua un attimo... perciò posto alle 10 di sera!!
va bien...un saluto a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate!!!!
BuonCiao!
_Arthur_