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Autore: _Arthur_    22/03/2011    1 recensioni
Nato il primo per creare quanto il secondo per distruggere, si disse poi di loro, e la storia che ne seguì fu per quelle terre un capitolo degno del più fantasioso cantastorie.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-fermati! Dove corri? Rouge!- Veronica stava inseguendo il Rosso già da alcuni minuti quando poi lo vide fermarsi di scatto, appena vicini al cancello della città. Si girò verso di lei con quel furore che lo aveva animato già da alcuni minuti di corsa. - ora tu ti fermerai qui, nella tua casa, non ti muoverai di li! se non tornerò entro mezza giornata tu dovrai dimenticarmi senza venirmi a cercare! Hai capito?- c’era una serietà schiacciante in quelle parole. Non vi erano risposte adatte anche se Veronica aveva una miriade di domande che le passavano per la testa. Accennò ad un debole e poco convinto assenso con la testa e fece seguire questo segno ad un veloce bacio.

- ti rivedrò?-

- spero di non dover rischiare, infondo – E il ragazzo lo sperava veramente, sperava di non dover scontrarsi ancora con lui.

- Con chi ce l’hai, Rouge? – La ragazza si era lasciata sfuggire una lacrima, che ora dalla sua guancia rifletteva il sole del pomeriggio – ce l’hai con il mondo? Sai che il mondo non ne risponderà; ce l’hai con un uomo? Gli uomini sono fallaci, ricorda, non affidabili; ma se ce l’hai con te stesso, se davvero ce l’hai con te stesso, allora in fondo una speranza di poter ravvivarsi c’è. Si sveglierà, il tuo cuore, e sarà come la primavera: vorrò essere li con te quel giorno! Dovrai, allora, trasformare il mio pianto in un sorriso, Rouge, promettimelo!- Il ragazzo non ci riuscì, non riuscì a dire “Te lo prometto”. Non era così in pace con se stesso da poterlo fare. Se ne andò, senza nessun’altra parola, verso i fuochi, ma non quelli del sole.

La radura, circondata da una faggeta, era un posto bellissimo; difficile trovarne uno così spazioso, racchiuso dentro una foresta. Cal aveva scelto quel luogo perché era quasi magico, o almeno, lo aveva scelto tanto tempo prima quando, proprio li, era riuscito per la prima volta a creare un fiore. Ora invece lo aveva raggiunto solo per convenienza. Era il luogo adatto per poter lanciare quei fuochi in aria che, ne era certo, avrebbero fatto arrivare li il suo nemico. Era il luogo adatto per mascherare le sue trappole ed era un luogo estremamente adatto per nascondersi e far confondere. Cal attendeva, trepidante, al centro, ogni rumore della faggeta era trasformato dalla sua mente in un passo, ogni luccichio in qualcosa che scompariva. Ma non aveva intenzione di lasciarsi vincere dai suoi stessi nervi.

I suoi occhi guizzarono per un momento in un angolo e fece un sorriso, o almeno quel ghigno poteva essere scambiato come tale.

- ce ne hai messo di tempo! – non stava sussurrando al vento, sebbene esso lo stesse ascoltando, ma al suo nemico, che era appena sopraggiunto.

- non ho voglia di giocare con te! – Rouge uscì allo scoperto con quelle parole. Non aveva neanche alzato un braccio, neanche pensato di distruggere alcunché. Solo stava nuovamente fissando quel biondino come già gli era già successo. Riusciva a vedere la tensione dei suoi nervi, e si meravigliò di non provarla per niente; poteva comprendere l’odio che lo rodeva, ma in lui, questa volta, non ce n’era traccia. Fu allora, nell’istante in cui Cal stava alzando il suo braccio per attaccare, che il rosso guardò nei suoi occhi e per la prima volta vi si specchiò.

Fu un attimo, quasi un lampo, e Rouge si ritrovò appeso, con quattro corde, una per ogni braccio o gamba, ad alcuni alberi. Cal lo stava osservando, come in attesa di un contrattacco.

- cosa attendi? – La voce del biondo era incrinata dalla rabbia – spezza queste corde se davvero sei così forte!-

- Non ho intenzione di farlo! -  Finalmente Rouge aveva capito ciò che gli era stato detto: quanto valeva vivere una vita così?

- Ti sei visto? – Riprese – guardati! Cosa sei diventato? Ti credi puro e pacifico ma ora cosa mi vorrai fare? La tua ottusità non ha limiti. Forse, quel giorno nel campo, avevi ragione: ho sbagliato, e tanto anche, ma l’ho riconosciuto! Tu invece ti sei perso, e non te ne vuoi rendere conto! Chi è più saggio: chi sbaglia ma sa di averlo fatto o chi giudica e poi cade nel medesimo errore? Non ti attaccherò, non combatto con gli stolti-

Cal non credeva a ciò che sentiva, l’uomo di fronte a se, colui che era crudele, e aveva rapito sua madre gli stava facendo la morale??

La sua rabbia esplose, non sapeva il perché l’altro non voleva far scomparire quelle corde ma lui non aveva intenzione di attendere oltre e così evocò un coltello.

- - - - - - - - - 

SI!!!!
finalmente l'ho finito!
no seriamente scusate il madornale ritardo!.... un periodo del cavolo è stato questo... e la scuola e i concerti.... da ImPaZzIrE. Comunque eccomi qua, i due cari fratelli-diversi, poi, non mi hanno dato tregua un attimo... perciò posto alle 10 di sera!!
va bien...un saluto a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate!!!!
BuonCiao!
_Arthur_
  
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