Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Butler    23/03/2011    7 recensioni
Sanji fissò con astio lo spadaccino che camminava davanti a loro. Innumerevoli bottiglie e nemmeno un segno di cedimento.
Ma se era per questo, nemmeno lui barcollava. Il trucco non era reggere bene l'alcool, ma essere dannatamente bravi a fare finta di essere sobri.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'Autore: sono due anni che non pubblico °-° e non in senso figurativo... questa è un po' vecchia, ma non avevo voglia di tenerla a marcire nel pc XD
risale al periodo in cui era uscita la puntata di Sanji sull'isola dei... quelli. Si. Avete presente. Volevo rendergli un po' di giustizia
Dedicata a Rowena °3° a cui, anche se non capisco proprio il perchè, piace Sanji XD
Invece, se dovete dare la colpa a qualcuno per il mio ritorno, datela a Little Snorky. è tutta colpa sua! XD

Infine: io, purtroppo, non possiedo nessuno dei personaggi di questa storia. è tutto di Oda, e lo invidio un sacco per questo!


Gli girava la testa: quella sera avevano festeggiato, anche se non si ricordava esattamente cosa. Ma, probabilmente, era per il fatto che ogni sera c'era qualcosa per cui festeggiare.
Quella prima avevano brindato a Zoro e alla sua prima notte completamente insonne da che lo conoscevano.
Quella prima ancora a Nami e i suoi primi cento Berry dati in beneficenza.
Oggi sicuramente a qualcosa di simile, ma non era sicuro di cosa fosse.
Sbuffò una nuvoletta di fumo: sicuramente non era il suo primo giorno di astinenza da sigarette. Quello se lo sarebbe ricordato.
Nami camminava di fianco a lui, le guance arrossate e il passo incerto. Per un secondo una serie di pensieri poco raccomandabili cercarono di sfondare la barriera delle buone maniere, ma non ci riuscirono.
Sanji fissò con astio lo spadaccino che camminava davanti a loro. Innumerevoli bottiglie e nemmeno un segno di cedimento.
Ma se era per questo, nemmeno lui barcollava. Il trucco non era reggere bene l'alcool, ma essere dannatamente bravi a fare finta di essere sobri.
Non era proprio un campione, ma nemmeno l'ultimo degli stronzi. Bastava camminare dritto e non dire cose troppo strane; serviva solo un po' di concentrazione.
Gli venne in mente una frase che aveva sentito da uno dei cuochi del Baratie, particolarmente dedito alla bottiglia.
“Non sei totalmente ubriaco, finché riesci a stare sdraiato sul pavimento senza dovertici aggrappare.”
Forse ora capiva cosa intendesse dire.
Respirare a fondo e sentire il cervello far presa sui pensieri, solo allora si poteva parlare.
Niente frasi su quanto la navigatrice fosse carina quando era brilla, almeno non ad alta voce.
Dopo qualche secondo Zoro si fermò e si guardò intorno e, dopo essersi sincerato che gli unici nelle vicinanze fossero il cuoco, idiota, e la navigatrice, strega, annunciò, quasi solennemente:
- Prendo una scorciatoia. – poi si infilò a tutta velocità in una via laterale.
Sanji sgranò gli occhi, realizzando che, forse, tutte quelle bottiglie qualche segno lo avevano lasciato.
Nami alzò un braccio e aprì la bocca per richiamarlo, ma sbuffando, rinunciò. Era troppo stanca per preoccuparsi: In un modo o nell’altro, il cretino se la sarebbe cavata.
Ricominciò a camminare, cercando di concentrarsi sull’atto di mettere un piede davanti all’altro.
Lei  reggeva l’alcol divinamente, ma quella sera il suo fisico doveva essersene dimenticato. La testa le girava, quasi il suo cervello non riuscisse a stare dietro ai suoi occhi, per non parlare del sonno.
Improvvisamente andò a sbattere contro la schiena di Sanji, che si era bloccato nel mezzo della via.
La cosa non fece decisamente bene al suo senso dell’equilibrio; fu come se qualcuno avesse dato una bella spinta al suo mappamondo mentale e lo avesse fatto ruotare di trecentosessanta gradi.
Non appena fu sicura di poter aprire gli occhi senza vomitare sulla camicia del suo compagno, si azzardò a sbirciare cosa stesse succedendo.
Davanti a loro, a pochi metri di distanza, c’erano quattro persone. Due di loro avevano una spada, uno un fucile e il quarto un grosso bastone.
Il che significava che, di lì a qualche secondo, la nottata si sarebbe chiusa in bellezza.
- L’oste ci aveva detto che quel sedativo avrebbe stroncato anche un rinoceronte, com’è che questi se ne vanno in giro come se niente fosse? – disse uno dei quattro, che sembrava l’incrocio tra una rana pescatrice e un orango, e probabilmente aveva preso i geni peggiori da entrambe le specie.
Cacciatori di taglie.
Ora Sanji capiva perché Zoro avesse fatto quell’uscita di scena così poco naturale. Probabilmente aveva pensato che i cacciatori avrebbero seguito lui, dato che aveva la taglia più alta.
- Il bastardo deve averci fregato, ma poco importa. A noi è toccata la preda facile.
Quindi, qualcuno lo aveva effettivamente seguito. Poveri loro.
Nami si mise una mano sulla fronte, come diavolo avevano fatto a farsi drogare? Chopper avrebbe dovuto sentire l’odore del narcotico a chilometri di distanza. Poi si ricordò che il piatto tipico di quel posto era il curry: le spezie probabilmente avevano messo al tappeto l’olfatto del piccolo dottore.
Non che fosse una buona scusa, si erano fatti fregare come se fossero stati dei novellini, ma per lo meno spiegava il perché si sentisse così male. D’un tratto, come se il suo corpo avesse preso coscienza della situazione, le sue gambe divennero molli e il suo cervello chiuse i battenti.
Sanji riuscì appena in tempo ad evitare che cadesse, poi la adagiò a terra con gentilezza, calcolando ogni singolo movimento.
La testa aveva cominciato a girargli più forte, ma non aveva nessuna intenzione di darlo a vedere.
Cercò di concentrarsi su qualcosa che lo mantenesse lucido, un ragionamento facile da seguire.
No, immagini di donnine nude non facevano sicuramente al caso suo, non in quel momento almeno, quindi cercò di scacciarle dai suoi pensieri; optò per la rabbia.
Avevano drogato Nami, i bastardi, e ora lei era sotto la sua responsabilità.
In realtà li avevano drogati tutti, ma erano futili dettagli.
Rufy era già rientrato alla nave con gli altri e Zoro probabilmente stava dipingendo di rosso qualche parete, nelle sue stesse condizioni.
Era solo.
I quattro gli saltarono addosso come un solo uomo, smentendo la leggenda metropolitana secondo cui i cattivi attaccano uno alla volta, e il biondo prese un profondo respiro.
Piegati. Trova un appoggio. Equilibrio. Ruota. Colpisci.
L’appagante sensazione della rotazione che si smorzava, quando il suo piede incontrava il naso o l’orecchio dell’avversario.
Sanji si fermò, cercando di obbligare la sua visuale a fare lo stesso.
Sputò la sigaretta e strinse i denti, i quattro cacciatori stavano cercando di tirarsi in piedi, e questo lui non poteva permetterlo.
In un’altra situazione si sarebbe preso il suo tempo, magari un paio di sigarette. Ora però non aveva assolutamente un minuto da perdere, e, soprattutto, non era dell’umore giusto.
Non che non avessero mai provato ad avvelenarli, succedeva più spesso di quanto fosse umanamente logico, ma un conto era provarci, un altro era riuscirci.
Loro ci erano riusciti e questo lo mandava in bestia; o per lo meno mandava in bestia la parte di lui che non era occupata a cercare di rimanere stabile.
Inspirò di nuovo a fondo.
Trova la stabilità. Senti il terreno sotto i piedi. Salta. Atterra. Colpisci.
Fuori uno, due e tre. Il cuoco si girò di scatto, in tempo per vedere che il quarto si stava avvicinando a Nami, con il fucile imbracciato.
- Eh no. Proprio per niente.  – disse, mentre spiccava un balzo e atterrava, con meno grazia possibile, sulla schiena del cacciatore di taglie. Poi, con un calcio lo spedì contro la parete della casa vicina.
Probabilmente ci mise un po’ più forza di quanta sarebbe stata necessaria, perché l’uomo passò direttamente dall’altra parte, lasciando un buco nel muro che di comico aveva solo la forma.
Qualcuno urlò e le luci delle finestre cominciarono ad accendersi una dopo l’altra.
Fantastico, pensò Sanji, davvero fantastico.
Scosse la testa, solo per pentirsene qualche secondo dopo. Si chinò e sollevò Nami, ben attento a non toccare nulla che non si dovesse toccare: sarebbe stato vergognoso. Comodo, magari, ma decisamente vergognoso. Drogato o no, aveva dei principi.
Dopo aver velocemente fatto mente locale, cominciò a correre, concentrandosi su ogni singolo passo. Non era proprio il caso che gli abitanti si mettessero tra i piedi, non nella situazione attuale.
Dopo qualche minuto e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, qualche svolta sbagliata, riuscì a raggiungere la nave. Sgranò gli occhi, quando vide Zoro che correva nella stessa direzione.
Aveva macchie rosse sulla maglietta, ma quasi sicuramente non era sangue suo. Sembrava stare addirittura troppo bene, a parte il leggero barcollio.
- Hai fatto in fretta… - commentò il biondo,sospettoso, convinto che qualcosa non tornasse.
L’altro si strinse nelle spalle, cominciando a salire lentamente la scaletta.
-Mi è bastato andare a nord-est. – disse.
Sanji per poco non lasciò cadere la cartografa.
Nord-est!?
Gli ci volle qualche secondo per capire che, effettivamente, la nave si trovava a nord-est del punto in cui si erano divisi, e in quel momento Nami rischiò di nuovo di fare un viaggio in direttissima verso il terreno.
Cristo, forse avrebbero dovuto drogarlo più spesso.


La mattina dopo, la nave era silenziosissima. Un po’ perché alcuni dei suoi inquilini stavano ancora dormendo e un po’ perché la restante parte si sentiva come se qualcuno stesse cercando di aprirgli il cranio con un cuneo.
Si erano dovuti allontanare in fretta e furia, per evitare un altro attacco.
Sanji si passò una mano sulla fronte, guardando il sole sorgere su una giornata che sarebbe stata da dimenticare.
- Di un po’, - disse, rivolto allo spadaccino, il cui colorito era solo vagamente più scuro di quello dei suoi capelli – dov’è il Nord?
L’altro lo guardò storto, ma, troppo stanco per replicare, alzò un braccio e indicò il sud.
Sanji si strinse nelle spalle, l’effetto della droga doveva essere passato, almeno quella era una buona notizia.
Poi fu come se il mondo fosse esploso: Rufy si era svegliato.
Contro ogni logica, il capitano sembrava in ottima forma.
- Sanji! Ho fame! Voglio dei cosciotti fritti!
Il cuoco si prese la testa tra le mani, il mal di testa improvvisamente ai massimi storici.
Dietro di lui, sentì distintamente qualcuno vomitare oltre il parapetto.
Dio, pensò, che qualcuno lo droghi…



  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Butler