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Autore: Diana924    23/03/2011    2 recensioni
Caterina d'Aragona, prima moglie di Enrico VIII, ormai a Cambridgeshire ripensa alal sua vita, dall'infanzia dorata in Spagna alla plumbea Inghilterra
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Regine e Amanti-Inghilterra'
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Quando arrivai in Inghilterra il re volle subito vedermi, sebbene le usanze imponessero il contrario. Arthur era di bell’aspetto, ma fragile, mentre suo fratello minore il principe Enrico era più vigoroso.

Sposai Arthur e dopo partimmo per il Galles, dove era stato mandato da suo padre Enrico VII affinché imparasse a diventare un buon re.

Non ci fu nulla tra noi, e l’ho detto a mio marito nell’intimità, l’ho ribadito in tribunale per quella sciocca causa di divorzio, e lo sosterrò fino alla morte. Io non sono mai stata la moglie di Arthur, mai. Siamo stati sposati, ma lui non mi ha mai reso sua moglie.

Arthur morì poco dopo, non so bene di che malattia, e io mi ritrovai sperduta in Paese di cui conoscevo appena la lingua.

Lo seppellirono a Worcester, e io rimasi in Inghilterra, in attesa.

Mio padre mi aveva scritto che dovevo rimanere, e obbedì.

Enrico VII, dopo che la regina Elisabetta di York passò a miglior vita, mi scelse come sua futura moglie, ma mio padre inorridì giustamente e si rifiutò di concedermi, la vedova del figlio del re, a Enrico.

Alla fine fu stabilito che avrei sposato Enrico, la differenza d’età non era di certo d’ostacolo, né la parentela, sarebbe bastata una dispensa papale, che arrivò puntualmente.

A provvedere al mio matrimonio, e anche dopo, fu Margaret de Beaufort, la nonna di mio marito. Enrico VII aveva tergiversato per anni, tanto ché ci sposammo solo nel 1508, quando lui era già morto, non prima.  Poco tempo dopo fu Margaret de Beaufort a lasciarci, facendo giurare a suo nipote che avrebbe protetto Fisher. Ma quando mio marito mi ha ripudiata ha fatto uccidere anche quel sant’uomo. Hanno buttato la sua testa nel Tamigi e ha lasciato il suo corpo alle intemperie. Fischer era stato fatto cardinale, e lui l’ha fatto uccidere, come ha fatto uccidere Thomas More e chiunque abbia tentato di ricondurlo alla ragione.

Enrico, che Iddio perdoni i tuoi gesti, tutti, sia quelli contro di me che quelli contro la Chiesa.

   
 
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