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Autore: Muffins    23/03/2011    1 recensioni
appena la vidi capì subito che cosa sarebbe diventata per me, la stessa cosa che aveva provato àedward anni prima con Bella. lei sarebbe diventata la mia cantante la mia metà. l'amo da subito nonostante sia un vampiro sento il mio cuore riaccendersi, sento le sue emozioni e sapere che sono io a fargliele provare no perhcè la sto manipolando con il mio potere ma perchè tutto quello che prova per me è reale. ti prego non ti fermare continua a provare quello che provi, ti prego continua a far battere il tuo cuore per me e io sarò il angelo custode..per sempre..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Jasper era molto premuroso nei miei confronti, lo era sempre stato ma adesso lo era ancora di piu, non perdeva


minuto per ricoprirmi di attenzioni o per domandarmi come stavo.


non eravamo ancora tornati a Forks, avevamo bisogno di un po di tempo per noi, per il nostro futuro.


ci mancava la nostra famiglia, sentivamo la mancanza di tutti ma un po di tempo per noi ci avrebbe fatto recuperare i


mesi persi per colpa mia.


fuori pioveva, come tutta la settimana anche se Jasper non usciva da quando eravamo arrivati - da quanto tempo è che


non mangi - gli domandai una sera osservando i suoi occhi scuri, sapevo l'effetto che gli faceva adesso che ero di


nuovo umana, sapevo quanto soffrisse l'avevo provato in prima persona ma tutte le volte si rifiutava. una sera vidi che


era arrivato all'estremo, al limite della sopportazione -basta adesso vai a caccia o torniamo a Forks - gli ordinai,


sapevo che a quella minaccia si sarebbe piegato - ok capo - disse facendo il saluto mentre si avvicinava a me - vado e


torno amore - mi baciò a stampo e sparì nel giro di pochi secondi.


ero rimasta sola, non proprio. presi il cellulare e mandai un messaggio a Bella, non so quanto altro tempo avrei


resistito senza vederle ma dovevo ammettere che questa situazione mi piaceva, Jasper era dolcissimo e il servizio in


camera era ottimo, cosa volevo volere di piu?.


mi sdraiai nel letto e in poco tempo mi addormentai. mi svegliai quando sentì il letto abbassarsi - Jasper.. - mi girai


cercandolo al mio fianco ma non c'era - salve Bella addormentata - una donna scura di pelle con vestiti logori era ai


piedi del letto, i suoi occhi erano rossi, avevo paura? ma che cosa mi succedeva? io non avevo mai avuto paura di un


vampiro, perché ora si? - che cosa vuoi? - dissi a denti stretti mentre speravo che Jasper rientrasse da un momento


all'altro -volevo vedere chi aveva conquistato il cuore del mio generale - il suo generale? ma chi si credeva questa?


alzai il collo come un serpente, Jasper era mio e di nessun altro - hai paura - affermò alzandosi e avvicinandosi a me


mentre indietreggiavo sul letto - faccio questo effetto a tutti - disse sorridendo, metteva i brividi, la sua bellezza non era


paragonabile alla mia, i denti bianchi brillavano alla luce della luna che trafiggeva i vetri -me lo hai rubato - disse


estraendo un pugnale lucente come i suoi denti - avrai la punizione che meriti - no, non farlo avrei voluto gridarle, non


fare del male alla mia bambina, lei non c'entra niente, ti prego ma le parole vennero meno - Jasper torna da me - alzò


il pugnale ma non lo sentì trafiggermi lo stomaco dove doveva essere, una specie di barriera rosa si era frapposta tra


me e il coltello salvandomi, salvandoci.


- che succede ? - ero avvolta da questa specie di bolla di sapone ma robusta come il diamante - Maria - Jasper, amore


mio, era tornato ma Maria si dissolse come polvere lasciandoci di nuovo da soli.


mi alzai di scatto dal letto per rifugiarmi nelle sue braccia mentre la barriera spariva - Alice, possibile che come ti


lascio un momento sola, Alice? - stavo di nuovo piangendo, ma perché ? ah già ero incinta, sbalzo di ormoni.


- v-voleva uccidermi - balbettai tra le lacrime - l'ho visto - - è stata la bambina - dissi aggrappandomi alla sua maglia


- a fare cosa? - - a salvarmi, ha creato, so che sembra ridicolo ma ha creato una barriera che ci ha avvolte - era


+decisamente preoccupato, non solo per il ritorno di Maria ma per i miei ultimi deliri mentali.


- amore, forse. forse è meglio se torniamo, Carlisle forse può spiegarci tante cose - annuì, si tornare a Forks era la


cosa migliore, loro non sapevano ancora niente, dovevano sapere cosa stava succedendo.


così il giorno dopo partimmo per tornare a casa pensando ad un modo per dire tutto sembrare di essere usciti da un


manicomio.


in un paio di orette, troppo poche fummo davanti la grande casa, quanto mi era mancata. ad accoglierci c'erano tutti e


dopo averci accolti a braccia aperte ci accomodammo in sala dove prendemmo a spiegare tutto.


- un bambino? - sibilò Rosalie, ma cosa le prendeva? Non era da lei, era sempre felice, eravamo amiche, forse anche


di piu sorelle. la sua reazione mi ci fece rimanere male - una bambina - la corresse Jasper guardandola male, lui


sapeva cosa stesse provando ma poi Rosalie si alzò scusandosi e salendo le scale - Rose - anche Emmett si alzò


seguendo la moglie - sono contenta per voi - disse Esme alzandosi dal fianco del marito per abbracciarci - insolito -


Carlisle era pensieroso ma si alzò comunque per farci le sue congratulazioni - mi piacerebbe fossi tu a seguirmi - a


quella proposta gli brillarono gli occhi.


quando salimmo in camera nostra domandai a Jazz il perchè della reazione di Rosalie - ignora Rosalie come faccio io-


era arrabbiato, appoggiato contro il muro mentre guardava la luna nel cielo . mi alzai incavolata anche io perchè


dovevo ignorarla? era come se fosse una sorella per me, mi alzai dal letto furibonda e mi frapposi tra lui e il vetro


- perchè ti comporti così Jazz ? - aprì la bocca senza dire niente e poi tornò a guardare la luna - lascia perdere - - non


lascio perdere - urlai - lo vuoi sapere davvero ? - era un sfida la sua?, io non perdo mai -è gelosa, gelosa di te, gelosa


di me, di tutto - disse chiudendo gli occhi e incrociando le bracci al petto. gelosa? ma perchè dovrebbe esserlo - non


ci arrivi? - scossi la testa - Alice - la sua rabbia sembrava scemata tutta in un colpo, appoggiò la fronte alla mia -


Rosalie desidera con tutto il suo cuore un bambino Alice, adesso che noi lo avremo si è sentita come dire, ferita - da


cosa, non l'ho chiesto io di rimanere incinta -si ma - - Rosalie è fatta così, quando cominciai ad uscire con te, al liceo si


opponeva - perchè non me ne aveva mai parlato prima? - oppure quando ti salvai a tre anni -sussultai a quella frase,


già. già badava a me quando ancora non sapevo della sua esistenza. - non volevo che..- - che cosa, che scappassi da


te? - e adesso perchè urlavo - ti sembravo il tipo di ragazza che scappa perchè la sorella del suo ragazzo la odia? -


- Amore io non te l'ho mai detto perchè credevo non fosse importante - - importante per te - perchè litigate? ci


voltammo verso il centro della camera da letto, era ancora lei, nostra figlia. aveva gli occhi lucidi - Jasper, la.. - - si la


vedo - perchè litigate? domandò di nuovo, Jasper si spostò dal mio fianco andando verso di lei, sembrava così vera,


reale e invece ancora non c'era, ma potevamo distinguerla molto bene non come le prime volte - non stiamo litigando -


si inginocchiò davanti a lei per guardarla meglio negli occhi azzurrissimi, gli posò una mano sulla testolina


arruffandole i capelli, era li, non scompariva come le altre volte davvero? mi avvicinai anche io e mi appoggiai alla


spalle di Jasper . le sorrisi. entrambi non sapevamo bene come comportarci con lei, era nostra figlia ma non


sapevamo da dove iniziare.


rimanemmo per molto tempo in silenzio, fu Rosalie ad interrompere quella strana atmosfera che si era creata, ci


mettemmo composti, Rosalie entrò mentre la bambina scomparve di nuovo.


- scusate, ho interrotto qualcosa? - domandò un po imbarazzata notando il silenzio che si era creato - no, tranquilla - le


sorrisi benevola mi rispose con un sorriso ma Jasper non sembrava del mio stesso avviso,uscì dalla stanza scostandola.


- spero non si sia arrabbiato con te - la feci entrare e chiusi la porta, ci sedemmo sul letto e iniziammo a parlare del piu


e del meno.


- come ci si sente?- era una sensazione bellissima e difficile da spiegare, non sentivo ancora niente ovviamente per


quello era ancora presto ma sentivo che qualcosa stava cambiando dentro di me.


i giorni passavano e poco a poco Rosalie e Jazz si riappacificarono e ben presto tornarono i gemelli piu affezionati


del mondo.


secondo Carlisle dovevo essere al terzo quarto mese e la pancia cominciava a farsi vedere, Jasper era orgoglioso di


quella pancia che solo lui poteva avere, gli unici vampiri ad avere un figlio.


ci passava le ore a contemplarla ed parlare con la nascitura - non vediamo l'ora di conoscerti - poi mi baciava


dolcemente - scusa amore - lo scansai di fretta e corsi in bagno, per la prima volta mi venne la nausea, aprì la tazza del


wc e dopo il conato non vomitai ma delle leggere bolle si sapone si librarono nell'aria - amore tutto bene? - mi si


avvicinò e mi aiutò a rimettermi in piedi - si tutto bene - ok, adesso cominciavamo a preoccuparci sul serio, ogni tanto


appariva e questo poteva essere normale ma a Carlisle non avevamo detto tutto, come quella notte della visita di


Maria.


così scendemmo nel suo studio decidendo di raccontargli tutto, gli dissi che Maria aveva provato ad uccidermi per


vendicarsi ma che non ci era riuscita perchè si era creata una barriera tra me e il pugnale, poi gli dissi che certe volte ci


appariva e che adesso vomitavo bolle di sapone.


- stupefacente - disse incrociando le dita e portandosele alla bocca - è una cosa grave papà - gli domandò Jazz


mentre mi stringeva la mano - non lo so ragazzi, per quel che ne so io voi siete i primi, non so se questo sia normale -


ci rattristammo entrambi - potremmo chiedere ad Eleazar, lui saprà qualcosa - lo chiamò immediatamente e ci disse


che l'indomani sarebbe venuto.



il giorno dopo arrivò puntuale come aveva detto, quando arrivò lo facemmo accomodare sul divano, io non lo avevo


mai conosciuto ma lo conoscevo di fama.



gli raccontammo tutto anche a lui e anche lui sbarrò gli occhi, disse che era incredibile, come se non ce lo fossimo


sentito dire in questi ultimi giorni.


- stupefacente, potresti alzarti - mi alzai e seguì tutte le sue indicazioni sotto lo sguardo vigile e attento di Jasper.



- quanto tempo hai detto di averlo scoperto? - mi domandò senza smettere di osservare la pancia - direi, nemmeno un


mese fa - rispose Jasper per me - direi che sei al quarto, forse quinto - cosa? già così avanti? questo spiegherebbe la


pancia già così grossa i miei attacchi di sonno o di fame o di incredibile bisogno di affetto ma non pensavo


mancassero solo quattro mesi al parto,io non ero ancora pronta.


direi che tra meno un mese conoscerete la bimba - cosa?- esclamammo in coro - sei sicuro Eleazar? - - mi sono mai


sbagliato amico mio, la crescita dei vampiri è molto piu veloce rispetto a quella degli umani - - in che senso? -


domandai tornando tra le braccia del mio amore, un altra crisi di bisogno di affetto e contatto fisico - mia cara Alice, i


vampiri si sviluppano molto in fretta e in pochi anni raggiungono l'età adulta - disse semplicemente - 17 o 18 -


aggiunse invece Jasper -volete dire che nel giro di non so tre anni circa avrà la nostra età? - ero scioccata, la mia


bambina che avrà la stessa età mia e di Jasper nello stesso momento, ci scambieranno per fratelli e non per una


famiglia composta da un padre e una madre, e inconsapevolmente cominciai a piangere.


- per quanto riguarda lo"scudo" definiamolo così e le bolle è ancora presto, devo vederla per identificare il suo


potere -.


una volta in camera spiegai perchè non facevo altro che piangere nell'ultimo periodo.


nella notte ebbi un incubo, Maria che ci stava torturando, tutti compreso la mia bambina.


mi svegliai di soprassalto sperando di trovare Jasper al mio fianco ma non c'era, non c'era nessuno, erano andati a


caccia e non sarebbero tornati prima dell'alba, mi misi a sedere sul letto e guardai fuori, c'era la luna che splendeva


nel cielo e illuminava tutto il bosco non riesci a dormire? - no- mi sarei dovuta trattenere e non mostrare le mie


debolezze, non davanti alla mia bambina. io che avrei dovuto essere sempre forte per lei - ho paura - confessai ,


stringendomi le gambe al petto per quanto la pancia me lo permettesse hai paura del buio? si sedette accanto a me e


mi guardò con occhi curiosi, splendidi come quelli che dovevano essere di Jasper.


- forse - sai cosa faccio quando ho paura del buio cosa faccio? scossi la testa vieni scese dal letto e sorridendo mi


tese la mano la presi sicura che non mi sarebbe successi niente di male.


mi ritrovai in una stanza luminosa piena di giochi e peluche vengo sempre qua quando ho paura mi guardavo attorno


sperduta, ogni pezzo della stanza era ricoperto di peluche mentre a terra, il pavimento era ricoperto da un tappetto di


gomma con i numeri colorati puoi venire qua quando hai paura disse sorridendo - grazie - .


mi svegliai e trovai Jasper, il tempo era come al solito, brutto e questo permetteva a Jasper di uscire di casa -


Buongiorno amore - mi sollevai e lo baciai mentre lo sentivo ridere contro le mie labbra - ci siamo svegliate bene oggi


vedo - sorrisi anche sdraiandomi sul letto e portandomelo dietro - Alice - il suo tono ammonitorio però tradiva


l'espressione che si era creata sul suo volto - uffa sono due settimane che non esco di casa- assunsi un tono


sconsolo mentre facevo gli occhi dolci cercando di convincerlo - non voglio farti del male - mi tappò la bocca con un


bacio prima di che potessi ribattere - la bambina Alice, non sono un uomo normale - alzai un sopracciglio - infatti, sei


un pazzo - mi baciò di nuovo, lo vedevo quanto costasse anche a lui dirmi di no, ma per la sicurezza della bambina


decidemmo di astenerci - un pazzo che allora mi porterà a fare shopping - mi alzai scostandolo afferrando la borsa


tirando fuori le innumerevoli carte di credito.


sospirò ma prese comunque le chiavi della macchina, non sapeva dirmi di no.


- amore bisogna comprare le cose per la bambina - dissi tutta esaltata sul sedile della macchina mentre il mio amore


guidava - nessuno ti fermerà amore - disse, solo io sapevo quanto odiasse fare shopping con me - tutine, vestitini


ciucciotti eccetera - ero al settimo cielo - non so quanto le tutine e i vestitini possano reggere amore, cresce a vista


d'occhio, insomma solo due settimane fa abbiamo scoperte di diventare genitori e sembri gia al quinto mese - quindi


niente tutine.


arrivammo a seattle e ci buttammo, Jasper mi seguiva come un cagnolino portando le borse mentre tutti si giravano a


guardarci, la commessa di un negozio facendo la mano morta con Jasper si azzardò a dire che sicuramente sarà


bello come il padre, il bambino.


punto primo è una bambina, punto secondo ci ho messo del mio anche io e punto terzo detesto ammetterlo ma era


vera, una goccia d'acqua con Jasper.


lo presi per un braccio e lo trascinai fuori dal negozio - possiamo pure tornare - dissi acida camminando avanti a lui per


le vie affollate - Alice, non ti sarai mica offesa? - non gli risposi camminai senza badare a lui quando davanti a me, ad


una decina di metri vidi Maria sorridere in mezzo alla folla, il suo ghigno malefico che saltava dal mio volto alla pancia


mi bloccai di botto impietrita e incapace di fare un passo - tesoro che succede - mi domandò scontrandosi contro di


me - Maria - dissi continuando a guardare il posto dove ancora mi fissava - io non vedo nessuno - la cercò con lo


sguardo ma non la trovò.


- vieni - mi prese per mano e ci allontanammo dalla folla, posò le borse nella macchina e mi riprese per mano - c'era


davvero Jazz - mi sentivo un idiota perchè volevo credere che ci fosse davvero, se non c'era tanto meglio.


- tesoro, io non so ciò che hai visto però - ci fermammo e mi fece voltare verso di se - penso che la tua paura ti stia


condizionando troppo - posò le mani sulle spalle. forse era la mia paura che potesse succedere qualcosa alla bambina


mi terrorizzava - che ti prende Alice? - domandò avvertendo il mio senso di paura - ho paura Jazz- mi buttai tra le sue


braccia, tremavo ma non di freddo - vuoi tornare a casa? - mi domandò stringendomi mentre mi calmava con il suo


potere.



tornammo a casa e mi sentì meglio, protetta da tutto il resto, da Maria - devo parlare con Carlisle - dissi salendo le


scale.



spiegai la situazione sembrava capirci poco anche lui però fece comunque un ipotesi - potrebbe essere, e dico


potrebbe che tu provi le stesse emozioni e sensazioni che prova la bambina - sembrava plausibile - se ha paura tu hai


paura, se si sente triste ti sentì così anche tu - ero quindi collegata con la mia bambina.

stavamo uscendo quando Carlisle ci chiamò - ragazzi, non preoccupatevi è tutto normale - disse sorridendoci incoraggiante.


   
 
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