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Autore: niky94    24/03/2011    3 recensioni
Ciao a tutti, sono pronta per ricominciare a scrivere il tanto atteso sequel di : xXx LA MIA PICCOLA PRINCIPESSAXxX spero tanto che questo sequel non vi deludi e che vi possa piacere e interessare allo stesso modo che vi ha appassionato diciamo il numero uno,i personaggi non mi appartengono quelli reali e che quelli inventati sono frutto della mia fervida immaginazione la storia non è scritta a nessun scopo di lucro fatti e persone reali indicate sono puramente casuali, ed ora non vi stresso più ma vi lascio a questa lunga storia un bacione vostra Je : BUONA LETTURA!
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti miei cari lettori, mi scuso in anticipo per il mostruoso ritardo, spero che durante la mia assenza non vi siate dimenticati della vostra cara Niky94 xD , vabbè apparte questo volevo ringraziare ovviamente chi ha recensito, i quali potranno trovare la risposta dell'autore sulla recensione lasciata, dopodiché volevo ringraziare infinitamente tutti coloro che hanno letto questo primo capitolo facendomi visita anche senza lasciare nessuna traccia di loro xD li ringrazio davvero di cuore e spero che il primo capitolo li possa aver soddisfatti.
In seguito volevo ringraziare  :  - Baby_Princess e - Debbuz , per aver aggiunto questa storia tra i preferiti e ovviamente anche : Marty483 e Veri_995 per aver aggiunto tra i seguiti.

Bene pensando di aver finito con i ringraziamenti, ora  vorrei lasciare al secondo capitolo di questa lunga storia un bacione a tutti e  BUONA LETTURA! ( rammendo che i personaggi reali non mi appartengono e le situazioni, paesaggi e personaggi sono frutto della mia fantasia " puramente casuale"  , la storia non è scritta a nessun scopo di lucro .)


Ps: chiedo umilmente scusa nel caso ci fossero errori di battitura



                                                                                  CAPITOLO 2






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Ciao, io sono Alessandra     >>     sorrise la bionda non appena vide il bacino della ragazza poggiarsi sulla sedia dell'enorme banco vuoto accanto al suo

<<     ciao     >>      rispose Jessica diffidente, mentre adornava il banco color nocciola con  le sue cianfrusaglie personali, ovvero: astuccio,diario, libri, quaderni e chi più ne ha più ne metta, solo Dio sapeva quanta roba vi era dentro quell'enorme cartella grigia , sembrava un pozzo senza fondo, avete presente la magica borsa di Mary Poppins? ecco, la sua cartella era colma di accessori o quant'altro.

Dopo aver riempito il banco oramai suo fino alla fine di quell'anno scolastico che si prospettava alquanto arduo, sparì immersa nel suo mondo dietro la custodia rossa delle grafite.

<<     Non è molto socievole    >>     le sussurrò all'orecchio destro Elisabetta , mentre osservava il comportamento di quella fanciulla silenziosa

<<     forse è timida     >>     bisbigliò in risposta Alessandra

<<     sarà... a me convince assai poco ! ...     >>     esclamò la mora incrociandosi le mani sul petto.

Elisabetta, la sua migliore amica, non aveva tutti i torti , l'adolescente appena arrivata in quella piccola classe composta da circa 14 persone - con Jessica compresa-  non appariva  cordiale, era ammutolita, non dava l'impressione di cercare nuove amicizie, se ne stava lì, sul suo banco, con il mento poggiato sui polsi come un cane da guardia , chiusa nel suo mondo parallelo, cosa mai potesse girarle in quella testa scura? che cosa attirava la bionda ad osservarla nei suoi minimi movimenti?  Alessandra la osservava mentre gli occhi nocciola della giovane erano vitrei sulla signorina Mordrik  che spiegava cose dell'altro mondo, cose incomprensibili, mentre faceva danzare quel gessetto bianco sulla lavagna scura.



***



<<     Bill, puoi andare tu a prendere Alessandra a scuola oggi?     >>      domandò Tom Kaulitz al fratello gemello , il quale si stava ingozzando come un maiale di caramelle  gommose, spaparanzato sul divano bianco  in pelle posto nel salotto Kaulitz , con la televisione accesa , le luci spente e le finestre oscurate in modo da non farvi penetrare i raggi del sole primaverile

<<    affermativo     >>      rispose il cantante con la bocca pieni di orsetti verdi ,  inalzando la mano candida mostrando al gemello il pollice bislungo e accuratamente smaltato, Tom liberatosi di quel pensiero e sicuro che Alessandra sarebbe tornata a casa con Bill se ne tornò in camera sua a comporre qualche nuovo pezzo per la band  .

<<     ... Chio mella... chicchina sasodaro cola... mella chicchina     >>      Cristina si avvicinò al divano in pelle dove era sdraiato lo zio Bill  e cominciò a mormorare parole storpiate a causa della sua tenera età , picchiettando la sua esile manina sullo  stomaco coperto dalla maglietta nera del cantante

<<     mella dietto , mella chicchina     >>     diceva la piccina indicando la scodella tra le mani di Bill colma di orsetti e vermicelli gommosi

<<    sei piccola tu per le melle , vai a trovarti un fidanzato!      >>      esclamò il leader tenendo la  cucciolotta lontana da sè e dalle caramelle  con l'enorme piede  privo di scarpe , coperto da lunghi calzini bianchi

<<     chicchina no titantato! chicchina melle     >>     protestò contrariata  la bimbetta bionda gonfiando le guance  rosee e poggiando le minuscole manine scure sui fianchi

<<      sono mie le melle  tu no, altrimenti ti fa male il pancino e poi ti vengono i vermi !      >>

<<     chicchina pam pam dietto    >>    lo minacciò la piccola persistente

<<   ma perchè non ti trovi un lavoro?    > >     le domandò in seguito mentre si portava alla bocca un coccodrillo rosso

<<     Chicchina scosca, chicchina  pam pam cuvetto dietto Bubillo!     >>      esclamò Cristina inferocita,  come un toro alla vista del colore rosso si avventa sul  torero così la bimba prese la rincorsa e si lanciò a peso morto sul bel cantante .

<<    Lasciami, lasciami!     >>     strillava Bill dimenandosi come un agnellino tra le grinfie della mannaia , mentre la piccola lo mordeva con foga

<<     chicchina no lascio dietto, chicchina  ahm , ahm gambette dietto !    >>     esclamò Cristina uscendone vittoriosa di quell'assurda azzuffata .

<<    Piccola canaglia!     >>       esclamò Bill con gli occhi lucidi - per via del dolore dei denti di Cristina che si erano affondati nella sua carne. lasciandoli disegnato " l'orologio" -  se avesse sbattuto le palpebre sicuramente lacrime salate gli sarebbero sgorgate dai suoi occhi truccati di nero

<<    chicchina vince!    >>     sghignazzava quella piccola peste con la scodella di caramelle stretta tra le braccia.




***



Due ore erano passate , e al posto della signorina Mordrik , era comparso un ometto piccolino, dagli occhietti verdi e i capelli corti, biondi ; la forma fisica non era nelle sue ambizioni, di fatti  da sotto la camicetta azzurra e fin troppo stretta  faceva capolino il panciotto tondo.

Alessandra era sempre là, seduta al suo banco, con la mente traboccante di pensieri ,ad osservare Jessica  : più la osservava e più la odiava.

Non sapeva spiegarsi nemmeno lei il motivo di quell'odio che era nato in due ore, ma più la fissava e più vedeva che quella ragazza aveva un'aria così egocentrica fin troppo piena di sè

<<     che hai da guardarmi?    >>     le domandò la ragazza sentendosi in soggezione, aveva troppi occhi puntati addosso, manco fosse la nuova miss mondo

<<     nulla ..    .>>    rispose titubante Alessandra


<<    e allora perchè mi fissi?    >>     chiese nuovamente la giovane corrugando la fronte e inalzando il sopraciglio destro

<<    gli occhi sono fatti apposta per guardare non trovi?    >>     le rispose  l'altra a tono, mentre il professore Pancrew  spiegava la letteratura inglese

<<     certo, ma non bisogna abbondare troppo su una cosa , ti ricordo che il troppo stroppia     >>

<<     io guardo chi e cosa mi pare, non sei mica tu  proveniente da chissà quale posto sconosciuto a dirmi cosa devo o non devo fare è chiaro?     >>

<<     stai calma bambina , non agitarti , e volgi i tuoi begli occhietti blu sul professore che sta spiegando     >>

<<     i tuoi genitori non ti anno insegnato l'educazione? tua madre non ti ha mai insegnato il rispetto altrui? e tuo padre? tuo padre era troppo impegnato per occuparsi dell'educazione e dell'istruzione di sua figlia?      >>      le disse in ton odi sfida, a denti stretti, a quelle parole il cuore di Jessica si arrestò provocandole una fitta d'odio contro quella ragazzina  viziata che si trovava davanti ma anche una fitta di puro dolore , quasi creando uno squarcio su quel muscolo cardiaco grande quanto il suo pugno, quelle parole  taglienti facevano male , facevano più male di  quel morso ricevuto sul braccio destro all'età di 11 anni, più male di 1000 coltellate inferte  in luoghi vitali

<<    taci    >>    strillò la mora, gli occhi iniettati di odio profondo , come se all'interno di quei piccoli occhi color caffè ci fossero scintille ardenti di un fuoco acceso pronto a devastare tutto, la bocca incurvata in una smorfia di disprezzo e le mani serrate in pugni violenti che più stringeva , più le unghie si affondavano nella sua tenera carne.

<<    Taci ! tu non sai nulla di me! nulla è chiaro?     >>     urlò  le lacrime amare di una continua sofferenza aveva preso il sopravvento su lei, quelle lacrime che per anni aveva cercato di nascondere , quelle lacrime che ogni volta che cadevano dai suoi occhi tetri le graffiavano il volto

<<    che c'è questo caos?     >>     intervenne il professore

< <    mi disturba...     >>    tentò di difendersi la bionda

<<    fuori,  tutte e due!    >>     esclamò Pancrew irritato , mostrando con l'indice voluminoso e  corto l'uscio della porta

<<    io non ho alcuna intenzione di uscire dalla classe !     >>     esclamò Alessandra incrociandosi le braccia al petto

<<     e invece tu e la tua amichetta uscite entrambe    >>     disse l'ometto alzandosi in piedi per via della sua bassa altezza con tono autoritario .

Le ragazze furono costrette ad obbedire ed insieme si trovarono in quel corridoio deserto e silenzioso, che da lì a non molto si sarebbe riempito di studenti e professori per consumare l'intervallo

<<    dove vai?    >>    le chiese Alessandra

<<     che strano, sento una voce, ma non vedo nessuno     >>      disse la mora mentre si asciugava gli occhi, odiava farsi vedere piangere, per lei piangere era sinonimo di debolezza, e lei era forte, si credeva forte o meglio doveva essere forte

<<    smettila di fare la bambina !     >>

<<    smettila di strami addosso!     >>





***




<<     Che cosa stai facendo Zio Billy?    >>      chiese Francesca  varcando la porta della cucina e buttando a peso morto la cartella bluastra che poco prima teneva sulle spalle , era appena rientrata da scuola, era uscita un'ora prima perchè mancava la professoressa di scienze

<<     riso soffiato per  il pranzo    >>      rispose il leader  mentre estraeva dalla busta trasparente, ovvero la confezione del riso in scatola, un chicco impercettibile di riso  alla volta , portandoselo dinanzi alle labbra che sporgendosi in avanti assumevano una forma tipo cuore, facendone uscire dell'aria - dalle labbra- in seguito poi  dopo averci soffiato sopra li posava in una ciotola verde accanto alla busta trasparente.

<<    Riso soffiato?    >>    fece eco Francesca sgranando gli occhi nocciola

<<      si, mia cara Beatrice, riso soffiato , a quanto vedo sei sorda come tuo padre, fatti un giro in centro ampli fon , la vita ti parla !     >>

<<      Non mi chiamo Beatrice zio, quante volte te lo devo dire?    >>     sbottò Francesca irritata, era stufa di sentirsi chiamare da suo zio con quel nome, erano 13 anni che vivevano insieme a ancora lui si ostinava a chiamarla a suo piacimento

<<     se ti chiami così non è un problema mio     >>

<<      io mi chiamo Francesca! ... effe,erre a,enne,ci,e,esse,ci,a ... Francesca!  F-R-A-N-C-E-S-C-A ... Francesca chiaro?     >>     esplose la ragazzina facendogli lo spelling  di ogni minima lettera che componeva il suo nome

<<    si, Beatrice, si     >>     rispose l'altro  mentre soffiava un altro degli innumerevoli chicchi di riso .

<<      Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.

I' cominciai :  <<     poeta volentieri,
 parlerei a quei due che'nsieme vanno,
e paion si al vento esser leggeri     >>.

Ed elli a me: <<     Vedrai quando saranno
più presso a noi ; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno    >> .

Si tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: <<    Oh anime affannate,
venite a noi parlar, s'altri nol niega !    >> .

Quali colombe dal disio chiamate ....     >>      Cominciò a recitare il cantante lasciando la povera Francesca sconvolta.

" Ora si collega tutto"  pensò la ragazzina mentre ascoltava  il canto quinto della divina commedia recitatole dallo zio , ora capiva perchè continuava a chiamarla Beatrice, e all'interno del  cervello della bambina apparve un immagine bizzarra : suo zio Bill vestito con una camicetta bianca infilata all'interno dei pantaloni scuri ed eleganti , la giacca abbinata accuratamente ai pantaloni scuri , con pochi capelli  brizzolati attorno alla nuca semi stempiata, un cravattino rosso ben annodato attorno al collo candido, e le palpebre perfettamente pulite senza alcun velo di trucco coperti da grandi e spessi occhiali neri , tra le mani una ventiquattrore color castagna e sotto l'ascella una pila di temi sgrammaticati da correggere .

A quell'immagine dello zio Bill professore Francesca scoppiò in una fragorosa risata, e come darle torto , voi vi sareste mai immaginate Bill Kaulitz, il chitarrista dei tokio hotel oramai  trentatreenne , che all'età adolescenziale aveva fatto impazzire il mondo con la sua voce melodica e pulita? no , ho i miei dubbi su questo.

<<    Che hai da ridere Beatrice?     >>      le domandò lo zio , la risata della fanciulla lo aveva distratto dal suo " intelligente lavoro"

<<    nulla...   >>    rispose con un ghigno la ragazzina

<<     e comunque per la millequattrocento ventesima volta, io mi chiamo Francesca...    >>     lo informò

<<      hai presente Paolo e Francesca della divina commedia di Dante? nel quinto canto? quella che stavi recitando tu poco prima?    >>     le chiese la giovinetta, lo zio annuì 

<<     ... Siede la terra dove nata fui
sulla marina dove'l po discende
per aver pace coi seguaci sui.

Amor,ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e'l modo ancor m'offende.

Amor,ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che,come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense      >>.
Queste parole da lor ci fuor porte.      >>  

Riprese a recitare il leader con tanta passione su quell'amore illegale che così si può definire.

<<      Esatto zio Bill ed io mi chiamo come Francesca della divina commedia, non come Beatrice la ragazza più che altro la donna di cui si era invaghito       >> intervenne poi la tredicenne sperando che così il cantante avrebbe imparato una volta per tutte il suo nome, che poi pensandoci bene non era poi così difficile da pronunciare, d'accordo forse era lungo ma non impossibile da dire o da ricordare.

<<      Bill, non per qualcosa, ma hai visto che ore sono?    >>    Domandò Tom irrompendo nell'enorme cucina

<<     1544...    >>

<<     esatto, sono le 15.44 ! e sai a che ora esce la bambina o meglio la ragazza da scuola? alle 15.00     >>

<<     1545...1546...1547...    >>     continuava Bill mettendo i chicchi di riso nella ciotola uno alla volta dopo averli soffiati, senza dare ascolto alle parole del gemello iracondo

<<     ma cosa stai facendo?    >>     gli chiese con gli occhi sgranati il musicista

<<    il riso soffiato    >>    rispose scocciato per la seconda volta Bill

<<    il riso soffiato?     >>

<<     si vede che siete parenti voi due !    >>     esclamò il cantante scuotendo la testa sotto gli occhi increduli del gemello , il quale si prese il capo tra le mani sconsolato , nel suo cervello rimbombava sempre la solita frase: "   ma che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?! "  il chitarrista sapeva che quell'essere pazzerello di suo fratello non sarebbe mai cambiato, persino nella tomba avrebbe fatto rizzare i capelli in testa ai vermi - quali non hanno manco i capelli e questo è da tenere in considerazione- giunti fino alla sua bara per mangiarvi le sue carni ormai morte .

<<     Ti spiacerebbe adesso andare a prendere la bambina per favore?     >>     gli domandò  il chitarrista mostrandogli l'enorme orologio dorato sul suo polso, indicandogli l'ora con la punta dell'indice .

<<      Vodafone: messaggio gratuito, il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile, la preghiamo di richiamare più tradi, grazie e arrivederci      >>      fu la risposta di Bill imitando la voce femminile che ti avverte quando non è possibile contattare una persona.

Gli occhi di Tom si ridussero in due fessure, avrebbe voluto incenerirlo con la forza del pensiero e poi  buttarne via le ceneri nel water della toilette di casa Kaulitz, quell'uomo era irritante!

<<    Bill !    >>

<<     Vodafone: il cliente da lei chiamato non può rispondere, la preghiamo di richiamare più tardi, grazie e arrivederci      >>

<<    Bill     >>    strillò Tom imbestialito, le mani  posate sui fianchi , gli occhi iniettati di sangue , mancava soltanto del fumo grigio che fuori usciva dalle sue narici , ma il gemello non parve spaventato anzi, continuava a soffiare e contare chicchi di riso .

Così il musicista prese il suo nuovo cellulare di ultima generazione , compose il numero del gemello e aspettò che egli a 5 passi di distanza da lui rispondesse.

Il telefono cellulare del cantante prese a cantare a squarciagola, distrattamente l'uomo portò la mano della tasca dei jeans scuri, estrasse l'apparecchio  e se lo portò all'orecchio

<<     pronto sono Bill Kaulitz con chi ho il piacere di chiacchierare?      >>

<<      brutta testa di rapa che non sei altro muovi il culo e vai  a prendere Alessandra a scuola      >>     urlò tutto ad un fiato la voce che era distante da lui pochi passi .




***





<<     Ma perchè non viene nessuno ?    >>     si chiedeva allarmata la bionda dinanzi all'enorme cancellone grigio della scuola

<<     si sono scordati di te?    >>     le domandò la mora con un ghigno malvagio

<<      ma perchè non te ne vai  a casa?    >>     le chiese la ragazza in risposta

<<      perchè io non ho una casa e sto aspettando esattamente come te che la mia tutrice  mi venga a prendere ...    >>     rispose con voce flebile l'altra

<<    e poi non sono affari tuoi!    >>     riprese Jessica , non voleva mostrarsi deboli dinanzi a quella bambina viziata , che per volontà del fato si trovava ancora insieme a lei,come se  Dio volesse che quelle due ragazze stessero insieme per chissà quanto tempo ancora.

Una macchina lussuosa nera , dai vetri scuri comparì sotto i loro occhi, bloccando i loro frivoli battibecchi adolescenziali, Jessica rimase a bocca aperta, non aveva visto tanto lusso in vita sua

<<    finalmente    >>     sbuffò spazientita  Alessandra riconoscendo l'automobile

<<    sono i tuoi genitori?    >>     le chiese la mora  

<<     no è mio zio    >>     rispose acida l'altra, allontanandosi dal marciapiede grigio e dirigendosi verso la vettura

<<     Bubo! ci voleva così tanto ? sai che ore sono?      >>     esplose Alessandra con il viso paonazzo dalla rabbia, era stanca, stressata arrabbiata, aveva avuto una giornataccia  e in quel momento aveva soltanto voglia  di una bella doccia e una bella dormita .

<<     Scusami tesoro ma vedi ho avuto un contrattempo ...     >>     cercò di difendersi l'uomo, Jessica osservava la scena incredula,  lo zio di quella ragazza era Bill Kaulitz? proprio quel Bill Kaulitz? il cantante della sua band preferita? quel cantante che con la sua canzone "  don't jump"  era riuscito  a farla uscire dalla depressione dopo la morte della sua mamma adottiva? quel cantante che pur essendo 17 ani più grande di lei aveva fatto breccia nel suo cuore?  la macchina sfrecciò via come una freccia scoccata da un arco, la ragazza mora era ancora là con la testa appoggiata sul muro giallastro e traeva le sue conclusioni : " sto di certo sognando " .



CONTINUA






  
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