Allora, per chi non lo sapesse ho già pubblicato 3 cose:
- In Bilico : sempre una ff basata su Twilight, che avrà il Sequel. Questa storia è a Rating ARANCIONE ed è COMPLETA!
- In Trappola : altra ff su Twilight, sono tutti umani. La storia è a Rating ROSSO e ci sono sono quattro capitoli, più la Prefazione, perciò è IN CORSO!
Primo Capitolo
In
un paesino poco conosciuto dello Stato di Washington, Forks, viveva una
giovane
ragazza. La fanciulla era povera, riusciva a stento a guadagnare i
soldi per un
po’ di pane. Era sola al mondo. La sua famiglia perse la vita
in un tragico
incidente automobilistico quando lei aveva solo cinque anni.
Isabella,
così si chiamava. Anche se per tutto il paesino, per tutti
gli amici lei era
semplicemente Bella. Ma come si usava dire, il nome era anche una
garanzia, in
quanto la giovane fanciulla era davvero bellissima. I suoi lunghi
capelli
castani, sembravano morbide onde marine, che le ricadevano fino a
metà schiena.
Gli occhi, color del cioccolato più scuro, trasmettevano
vitalità, sincerità e
dolcezza. La sua carnagione, piuttosto chiara, le dava lucentezza.
Era
cresciuta in orfanotrofio, Bella, ma ora che aveva compiuto 18 anni era
stata
costretta ad andarsene. Viveva da sola. In una piccola casa che stava
cadendo a
pezzi. Non poteva permettersi altro.
<<
Ehi Bella! >> la chiamò un ragazzo piuttosto
robusto. Capelli corti scuri
e occhi quasi neri. Molto abbronzato.
<<
Ciao Jake >> rispose timidamente la fanciulla
<<
Cosa ci fai da queste parti? >> domandò il
ragazzo.
<<
Sono venuta a fare un po’ di spesa…
>>
<<
Vedo >> rispose Jacob << sembrano piuttosto
pesanti queste borse,
vuoi una mano per portarle? >>
<<
Non vorrei rubarti del tempo. Ce la faccio >> sorrise
timidamente, Bella.
<<
Ma quale tempo rubato? >> disse, scoppiando a ridere, il
ragazzo <<
dai, dammi quei sacchetti! >> la dolce fanciulla glieli
porse e tra
qualche chiacchiera di paese e qualche divertente battuta, giunsero a
casa.
Non
aveva mai baciato nessuno.
Si
sfiorò le labbra con le dita. Quanti libri aveva letto?
Quanti film aveva
visto? Adorava quelli d’amore. Poco le importava se alla fine
i due
protagonisti morivano o vivevano felici e contenti. Lei voleva vivere
l’amore
di quei personaggi. Quell’amore così vero che ti
entra dentro e non ti fa
capire più nulla. Ti fa dimenticare, perfino, chi sei. Ma
quelle erano solo
favole, pensò tra sé e sé. La
realtà era diversa.
Se
stesse vivendo in un libro, non sarebbe un’orfanella con
pochi soldi in tasca.
Sarebbe Isabella Swan, figlia del Capo della Polizia e moglie. Si,
perché nella
sua fantasia, nel suo mondo, i suoi genitori sarebbero ancora vivi e
innamorati. Saprebbe cosa vuol dire amare ed essere amata. Conoscerebbe
tutti i
piaceri e le sofferenze, fondate, che questo sentimento provoca. Ma
quello era
solo un sogno…
Decise
di aprire gli occhi, Bella, mettendosi a ripulire la sua casa e poi
preparare
qualcosa per cena.
Alcune
ragazze di Forks, che Bella conosceva in quanto frequentavano il Liceo
insieme,
le chiesero di andare fuori a mangiare un boccone.
All’iniziò tentennò, non
sapendo se fosse riuscita ad arrivare a fine mese così. Ma
decise di fare una
pazzia e di accettare. Dopotutto anche lei meritava un po’ di
svago, no?
Si
trovava alla Bella Italia, poco fuori Forks. Precisamente a Port
Angeles. Passò
una bella serata: divertente, tranquilla. Non si aspettava
però di restare a
piedi.
Jessica,
così si chiama una delle ragazze, abitava nel quartiere
più ricco della città.
Totalmente dalla parte opposta rispetto a quello in cui risiedeva la
casa di
Bella. Non volendo fare tutto il giro, Jessica, così la
lasciò a metà strada.
Si sentiva presa in giro, Bella.
Cammina
svelta nell’oscurità di quella notte. Spaventata
dal fatto che qualcuno, o
qualcosa, potesse uscire fuori dal buio. Si sentiva osservata.
Quando
vide un’ombra muoversi nei cespugli iniziò a
correre. Fece pochi passi però.
Inciampò nei suoi stessi piedi e si sentì
afferrare la caviglia da una mano.
Essa era ruvida, grande. Sudata. Cadde a terra e si trovò
sovrastata da un
uomo.
<<
Isabella, ciao >> sputò l’uomo. Il
suo odore sapeva di alcool, era
ubriaco.
<<
Billy. Cosa vuole? Si sposti! >> tutti in
città sapevano quanto pazzo
fosse quell’uomo. Non aveva una bella reputazione. Ma si sa,
a volte le voci
sono solo voci. Altre volte, invece…
<<
Ma come siamo carine, Isabella. Tornavi a casa? E come mai tutta sola?
>>
<<
Mi lasci andare subito! >> urlò la ragazza,
completamente impaurita.
Terrorizzata.
<<
Perché fai così? >> chiese lui,
alzandole la gonna e cominciando a
risalire su lungo la coscia, coperta solo da un leggero paio di calze.
<<
Mi lasci! Non mi tocchi! Aiuto! Aiuto! >>
<<
Sta zitta! >> gridò l’uomo
schiaffeggiandola. Le tappò la bocca e la
trascinò
via dalla strada. Lontano, nel bosco.
<<
Mi lasci! Cosa vuole farmi? >> urlò,
piangendo, Bella
<<
Non è chiaro? >> la schernì lui. Di
tutta risposta, la giovane, gli sputò
in pieno viso e cominciò a correre, senza meta.
<<
Maledetta sgualdrina, vieni qui! >> la riprese e
cercò di abusare di lei,
mentre la ragazza si dimenava, piangendo. Urlava, mordeva, graffiava.
Combatteva fino allo sfinimento delle sue forze per opporsi a quella
tortura.
Perché era romantica Bella, e non era contemplato nei suoi
sogni perdere la
purezza in quel modo.
<<
Cosa diavolo è stato? >> disse
l’uomo distraendosi un attimo, ma quel
poco che bastava a finché Bella riuscisse a scappare. Si
bloccò, però, quando
sentì un ringhio gutturale provenire poco lontano da dove si
trovavano. Che
fosse un orso? Oppure un lupo? Le domande le morirono in gola quando
vide
spuntare due enormi occhi verdi. Se pur quell’essere non
aveva nulla di umano,
i suoi occhi non avevano nulla di animalesco. Sembravano tristi,
inespressivi.
E al momento furenti.
<<
No, fermati! >> urlò lei << non
ucciderlo!
<<
Non fargli del male? >> ringhiò la creatura
che le si parò davanti. Le
zanne erano lunghe e affilate, così come gli artigli. Era un
misto tra un Lupo
Mannaro e un Leone enorme << come puoi dire una cosa del
genere? Quello
non è un uomo! Violentare una ragazzina lo rende un rifiuto!
>>
<<
Ma se lo ucciderai non sarai migliore di lui! >> rispose
lei << ti
prego >>.
<<
Intanto è scappato >> disse
<<
Perché ridi? >> chiese
<<
Sai che quando sbuffi le tue narici fanno uno strano giochetto?
>>
<<
Tu sei tutta matta >> disse, cominciando a camminare nel
bosco.
<<
Perché? >> chiese lei, seguendolo
<<
Perché? Hanno quasi tentato di violentarti e hai lasciato
fuggire quel tipo…
>>
<<
Domani vado a denunciarlo >> rispose subito
<<
D’accordo. Ma vogliamo parlare del fatto che stai seguendo un
mostro? >>
<<
Tu non sei un mostro >> rispose lei. C’era
sincerità nelle sue parole, ma
soprattutto nei suoi occhi. Lo sapeva lei e lo percepiva lui.
<<
Ah non sono un mostro? E queste? >> sorrise, mostrando le
zanne <<
e questi? >> sventolò gli artigli davanti al
volto della giovane <<
per non parlare del… >>
<<
Ehi! Frena! Ti assicuro che ho conosciuto parecchie persone che erano
molto più
umane di te, fisicamente, ma erano dei grandissimi… ehm hai
capito. E loro non
avevo né zanne, né artigli, né
criniera, né… >> Bella
inclinò la testa,
fissandogli il posteriore << ma è una coda
quella? >> e tentò di
toccarla.
<<
Ehi! >> disse
<<
Ehi, ciao! >> disse, entrando nell’enorme casa
che si trovava al limitare
della boscaglia << ci sei? >>
<<
Ciao Bella >> le rispose
<<
Certo! Oh ma forse ti dispiace… >> disse
triste << sono troppo
invadente, scusami. Non tornerò più
>> fece per andare, ma la bloccò.
<<
No, no. Figurati! Mi piace la tua compagnia >> disse
<<
Veramente no >> rispose << sono sola al
mondo >>
<<
Anche io >> rispose
I loro occhi si
incrociarono. Cioccolato e menta fresca. Entrambi i loro cuori ebbero
un
fremito, che nessuno riuscì a comprendere. Restarono tutta
la notte in quella
stanza a parlare, raccontandosi le loro vite.