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Autore: Sake and Cola    24/03/2011    3 recensioni
"Gia! Ci saranno anche Misaki, e Ozora! E Ishizaki, e-"
"Taki il tuo entusiasmo non solo è fuori luogo, ma è anche inquietante."
"..scusa, capitano."

Kojiro preferirebbe restare a casa, Ken teme spiacevoli incontri, Hikaru odia il caldo e Taki è l'unico entusiasta, come al solito. Gli altri poi, quelli insopportabili, meglio non nominarli proprio.
Eppure nel ritiro della nazionale ad Okinawa niente sara' come ci si aspetta.
Te lo ricordi?
Tiravamo sassi contro le onde finchè non ci facevano male le mani, aspettando che il sole sorgesse.
Di quei giorni c'è una cosa che mi manca, più di tutte.
Che bastava davvero poco per renderci felici...
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Kojiro Hyuga/Mark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Te lo ricordi?
Tiravamo sassi contro le onde finchè non ci facevano male le mani, aspettando che il sole sorgesse.
Di quei giorni c'è una cosa che mi manca, più di tutte.
Che bastava davvero poco per renderci felici...



Il ritiro era sempre stato, per Kojiro, evento scatenante di sentimenti contrastanti di amore ed odio allo stesso tempo.
Il potersi impegnare per migliorare le proprie abilità e dimostrare a tutti il suo valore gli faceva certamente gola, ma il solo pensiero di rivedere (e addirittura convivere!) con personaggi del calibro di Tsubasa Oozora, Hikaru Matsuyama e compagnia bella lo atterriva ed irritava al punto tale che la sua smania di protagonismo perdeva nettamente punti rispetto alla voglia di restare a casa.
Senza contare il fatto che senza di lui, Naoko, la sua sorellina appena entrata nella fase preadolescenziale, avrebbe corso il rischio di essere facilmente avvicinata da qualsiasi ragazzo della zona.
E questo non era proprio ammissibile.

Eppure, di lì a qualche ora dalla partenza, mentre preparava il borsone controvoglia, si ritrovò a sorridere.
In fondo Okinawa era la sua patria e negli ultimi tempi gli eccessivi impegni lo avevano tenuto lontano dalle sue spiagge dorate e dal suo sole cocente.
Gli mancava.
Gli mancavano dannatamente quei giorni sadici, stremanti, durante i quali dava fondo a tutte le sue forze, nei cui il suo maestro e guida spirituale, il mr. Kira, lo sottoponeva ai peggio esercizi, al limite dell'umana sopportazione, pur di renderlo “la tigre” che secondo lui doveva essere.

Le ore spese coi suoi compagni, i suoi amici, quelli veri, a sognare un futuro radioso, a guardare il mare accarezzare la spiaggia, senza stancarsi mai.
Senza neanche dormire, a volte.
Per un attimo un guizzo di gioia attraversò il suo viso, e in quello stesso attimo si rese conto che avrebbe preso la cosa con positività se questo significava rivivere quei momenti, anche solo per un po'.
"Sembra che tu non veda l'ora di partire, capitano" esordì Ken irrompendo nella stanza.
 "Ops, non ho bussato, ti ho beccato in un momento intimo" ridacchiò alludendo al ghigno beato di Kojiro, gettando il suo borsone in un angolo e prendendo infine possesso della sedia.
L'altro scosse il capo, riprendendo a piegar calzini, da dove si era interrotto "Devo dire ai miei fratelli di non farti entrare se non col mio permesso..." ghignò pomposo "...beh, sono estatiato perchè non vedo l'ora di vedere la faccia di Oozora che cercherà di presentarmi il suo nuovo amico di cuoio, lo ammetto."
Ken sorrise e sfiorò con le dita una foto della Toho incorniciata sulla scrivania dinanzi a lui.
Abozzò un sorriso "E' passato molto tempo, eh capitano? Il Mister ci spremeva come limoni ma noi eravamo felici...non ci faceva neanche mangiare!"
A Kojiro si illuminò lo sguardo “Però ci costringeva a bere fino a quando non crollavamo su quel sudicio pavimento!”
Scoppiarono a ridere fragorosamente.


~

"Ma come Capitano, non sei contento di rivedere la tua fidanzatina?"
Ken scansò il borsone che Kojiro, prontamente, gli tirò appresso.
Era una di quelle giornate pigre e tiepide, ed il tragitto che li separava dalla stazione sembrava non finire mai.
"Taki e Kazuto dovrebbero essere già in stazione" osservò Kojiro cercando di ignorare l'infelice domanda di poco prima. Gli lanciò un'occhiata fugace, dato che camminavano fianco a fianco.
"....e, dato che me l'hai chiesto, no. Non sono contento, né tantomeno ho intenzione di rivedere Akamine Maki, se proprio ci tieni a saperlo".
Ken sollevò un sopracciglio "La tua timidezza mi intenerisce" commentò sarcastico.
"Non è timidezza, è la verità" mugugnò il capitano, con una punta di irritazione nel tono della voce.
Lo sorpassò di qualche passo, come a volerlo scansare.
"e mi sembra che ne abbiamo già discusso abbondantemente in passato" tagliò corto.

Non voleva essere così duro.
Se ne accorse troppo tardi.

L'argomento Maki era stato sempre fonte di grandi sfottò da parte dei suoi compagni di squadra.
Da quando aveva, ingenuamente, raccontato del loro primo incontro e da quando lei aveva iniziato la sua opera di stalkeraggio, telefonandogli anche più di una volta al giorno, inviando lettere orlate di cuoricini ed addirittura presentandosi ad un paio di partite, mettendono nell'imbarazzo più totale.
Che lei avesse una cotta per Kojiro l'avevano capito anche i muri, e tutti scherzavano sul fatto che al Capitano la cosa provocava una enorme vergogna.
Solo che era successo qualcosa di inspiegabile quando, dopo un paio di giorni di prese in giro, Ken iniziò ad ammusonirsi in maniera del tutto insolita. Quando aveva provato a parlargli eran finiti a litigare e la cosa non gli aveva fatto per nulla piacere.
Kojiro quindi lo prese come un avvertimento, per questo da allora, quando vedeva che i compagni la nominavano con troppa frequenza, tagliava subito corto.

Sospirò pesantemente e si fermò a pochi passi da lui.
"Idiota, lo sai in ritiro che ci vengo solo per riabbracciare i miei amiconi Ozora, Misaki e compagnia bella, quindi spicciati altrimenti perdiamo il treno ed il mio povero cuore diventerebbe fragile come quello del mio adorato Misugi se non siamo lì entro stasera a far finta di esser felici di rivederli"
Ken fece una smorfia divertita e accellerò il passo, raggiungendolo.

~

Il tragitto da Tokyo ad Okinawa si protrasse lento e noioso. Il treno era stracolmo, Takeshi troppo eccitato all'idea di rivedere i suoi compagni di squadra per essere compagnia gradita in quel momento, Kojiro e Kazuto ad un certo punto si infervorarono riguardo uno schema di gioco che secondo uno sarebbe stato letale contro gli avversari, secondo l'altro inutile.
Quando raggiunsero la stazione di Okinawa era ormai tarda sera, le strade erano quasi deserte.
La differenza di temperatura era così evidente che giunsero alla sede del ritiro in una pozza di sudore.
"Ragazzi! Siete qui, finalmente!" la voce squillante e colma di ottimismo di Tsubasa li raggiunse, scendendo le scale dal dormitorio, seguito da alcune teste nella penombra che si affacciarono dalla balaustra.
"Oh...Ozora. Buonasera” gli si rivolse Ken, cordiale “è da molto tempo che non ci vediamo, sembri in forma".
A Tsubasa brillarono gli occhi. Kojiro, sbruffò pesantemente "Sì, certo, ci sei mancatissimo, ora vado a dormire" e li sorpassò entrambi.
"E' stanco" mimò Ken a Tsubasa facendo una smorfietta come a volersi scusare, seguendo il suo capitano nella stanza che avrebbero diviso.

“Perchè te la prendi?”
“Perchè non dici nulla? Quando dicono quelle cose...”
“Perchè non sono vere.”
“Se non lo fossero glielo diresti. Che lei non è la tua ragazza.”
“A me non interessa che lo pensino”
“Non.....dovrebbe. Dovrebbe interessarti. Pensaci.”


Nel buio della stanza, Kojiro sbirciò la finestra, posato di lato.
Il mare era calmo. Il rumore sottile col quale le onde sfregavano sulla sabbia era addirittura ipnotico.
Sincronizzò mentalmente quel rumore al respiro di Ken.
Chiuse gli occhi e, lentamente, si addormentò.
   
 
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