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Autore: Seagullgirl    24/03/2011    2 recensioni
Chissà come sarebbe stato Eclipse se fosse arrivata improvvisamente a Forks la cugina di Bella? Se Jacob non fosse stato innamorato di Bella, ma soltanto il suo migliore amico, come lei desiderava?
E se questa misteriosa cugina avesse un segreto? Se tra lei e Jacob nascesse qualcosa che va oltre l'amicizia?
Se siete curiosi, andate a leggere!
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'E se...'
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Eeeecccoooomiiiiiiiiii ^.^ pensavate che vi avrei lasciate in pace? Purtroppo no... XD
Dunque. Voglio innanzitutto ringraziare tutti quelli che mi seguono e sopratutto che mi recensiscono. Non sono molti, ma spero che aumenteranno :) Grazie a tutti.
Poi volevo annunciarvi che questo cappi è molto importante per me, perchè ci sarà una sorpresa.... capirete poi! ^.^ vi prego commentate, è molto importante per me!
Buona lettura!







Mi svegliai nella mia stanza, ancora accoccolata contro il petto di Jake. Sorrisi ad occhi chiusi. Avevo percepito subito il suo profumo, lo sentivo accanto a me.

« Buongiorno » mugolai stiracchiandomi. Lui allentò la presa su di me, dandomi modo di muovermi. Dopo essermi rigirata varie volte per sgranchirmi lo abbracciai di nuovo, posando il viso sul suo petto caldo. « Buongiorno » ridacchiò lui.
« Mmm » mugolai stringendolo più forte. Poi mi spinsi più su con i piedi, fino ad arrivare all’altezza del suo viso.
Con una gamba gli circondai i fianchi, un po’ per stringerlo a me, un po’ per sgranchirla. « Dormito? » domandai con disinvoltura.
« Sì. Fortuna che tu non russi ».
« Ehh. Lo so, sono perfetta anche mentre dormo » dissi ironica.
Rise. « E modesta, soprattutto » aggiunse.
« Certo » risposi con una linguaccia.
Mi ci voleva un po’ di ironia quel giorno, mi ci voleva proprio.
Mancavano solo quattro giorni alla battaglia, ma soprattutto mancavano solo poche ore alla consegna dei diplomi.
Le mie amiche avevano avuto la fortuna di diplomarsi molto prima di me, tutte con ottimi voti. Alla cerimonia sarebbero stati presenti anche i miei genitori, che erano venuti apposta da NY, lasciando il loro amato lavoro.
Alice ovviamente mi aveva imposto anche stavolta il suo aiuto per trucco, acconciatura e vestiti. Non che a me dispiacesse, s’intende, solo che quando ero nervosa – come quella mattina – mi era difficile stare ferma, specialmente per ore. E Alice ci avrebbe messo un’era glaciale per prepararmi.
D’altro canto il mio sacrificio – che poi, intendiamoci, non era affatto un sacrificio a parte il dover stare seduta e ferma – era d’aiuto sia a Bella che alle ragazze. Infatti Ali aveva rinunciato a preparare anche loro, una vittima gli bastava. E la vittima ero io.
« Devo essere da Ali alle tre » mugolai alzandomi dal letto.
« Ma la cerimonia non è alle cinque? » chiese Jake. Io annuii facendo una faccia teatrale, come ad evidenziare il fatto che avrei dovuto essere torturata per due ore.
Lui capì al volo la mia espressione e scoppiò a ridere.
« Bè, allora è meglio che vada » si avvicinò per salutarmi.
« Arriva puntuale » lo ammonii. I miei genitori finalmente l’avrebbero potuto conoscere. Ero tesa anche per questo. Anche se gliene avevo già parlato sapevo che sarebbero stati critici, come sempre. Ma non m’importava.
Quel pomeriggio lo passai tutto da Alice, non potei nemmeno vedere i miei genitori, che probabilmente erano da Charlie a fargli milioni di domande sul mio conto.
Finalmente, dopo un’attesa infinita, arrivammo a scuola.
Devo ammetterlo, quando scesi dalla Posche gialla canarino e tutti si girarono a guardare me e Alice mi sentii una diva.
La cerimonia fu molto veloce rispetto a come me la immaginavo.
Jessica fece il suo discorso, senza grande significato a parere mio, e tutti la applaudirono. Ma credo che avrebbero applaudito anche ad un Dodo in quel momento. Non credo ci fosse nessuno, tra allievi e parenti, calmo, in quel momento. A parte i Cullen, ovvio. Ma solo perché loro l’avevano già vissuto milioni di volte.
Scesa dal palco, con le lacrime agli occhi e il diploma in mano, corsi dai miei genitori, per abbracciarli forte.
« Complimenti topino » mi abbracciò forte mio babbo. A diciotto anni ancora mi facevo chiamare in quel modo. Ma non m’interessava, perché mi piaceva.
« Ce l’hai fatta, Mel. Sei stata bravissima. Sono fiera di te » aggiunse mia mamma, accarezzandomi la schiena mentre ero ancora abbracciata a mio padre. Ero stata promossa con ottimi voti, come desideravano loro e come volevo anche io.
Dopo i loro complimenti fu il turno delle mie amiche, Charlie, Bella, Alice e Edward.
Dopo poco arrivò anche Jake, che presentai ai miei.
Non dissero nulla, ma guardandoli sembrava che gli piacesse.
Ad un certo punto, mentre parlavo con Jake e i miei genitori le mie amiche mi si avvicinarono con dei sorrisetti furbi sulle facce, specialmente Olivia.
« Mel, abbiamo un regalo per te » esordii.
« Un regalo? » le guardai perplessa.
« Per il diploma. Scommetto che ti piacerà » ridacchiò Irina.
Olivia mi prese per mano, portandomi fuori dalla palestra, mentre Irina mi copriva gli occhi con le mani.
Ad un certo punto si fermò. « Puoi aprirli ».
Lentamente sbattei le palpebre. Una figura, davanti a me, appoggiata alla ringhiera, mi guardava sorridente. Il mio cervello ci mise un po’ rendersi conto di chi avevo davanti.
« Ciao, Mel ». Una voce calda, familiare, che portava con sé milioni di ricordi, mi colpì dritta al cuore.
« Luca! » esclamai buttandomi tra le sue braccia. Senza volere, scoppiai in singhiozzi. Lui mi stringeva forte, il suo respiro caldo mi scompigliava i capelli, il suo profumo, simile alla cannella, mi fece piangere ancora di più. Per un attimo non l’avevo nemmeno riconosciuto, tanto tempo era passato. Cinque anni. Cinque lunghissimi anni. L’avevo lasciato che era un ragazzino, l’avevo ritrovato che era un uomo. Nonostante i lineamenti di ragazzo avessero lasciato posto a quelli da adulto, era sempre uguale.
Gli stessi occhi, marroni come i miei, i capelli corti e castani, il sorriso smisurato. Le lacrime continuavano a scorrere sulle mie guance, senza fermarsi. « Luchino… » sussurrai tra il pianto. Pianto di gioia, di felicità. Non lo chiamavo Lucas perché era Italiano, il suo nome vero era Luca, Lucas era la versione
“ internazionale ”. Parlavo piano nel suo orecchio, in italiano.
Lui rideva nervoso e mi accarezzava la schiena.
Ero consapevole del fatto che molto probabilmente stavamo dando spettacolo, ma sinceramente non me ne fregava nulla.
Lui era lì con me. Finalmente tutti quelli che amavo erano lì.
Con riluttanza mi staccai da lui, per guardarlo negli occhi.
Gli diedi due baci sulle guance, lo abbracciai un’ultima volta e poi mi voltai verso le mie amiche, ancora annebbiata dalle lacrime ma con un grande sorriso di gratitudine. Loro mi guardavano con dolcezza. « Grazie. Grazie di cuore » sussurrai. Guardai in particolare Olivia, sapevo che era stata lei a contattarlo. Era l’unica a conoscerlo di persona.
« E’ il più bel regalo di diploma che potevate farmi ».
Corsi ad abbracciarle, tutte assieme.
« Vi voglio bene » mormorai tra le loro braccia.
Finalmente era tutto perfetto.






Note autore:

 Aaaaallora! Visto che Lucas è stato nominato molto poco vi rinfesco la memoria su chi è:
il migliore amico di Mel, quello che ha dovuto lasciare dopo la morte della nonna, che abiatava in un paesino sperduto.... ricordate? Per ulteriori informazioni potete rileggere il capitolo " Festa", nel pezzo che parla del tragitto verso La Push. :)

 

   
 
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