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Autore: Stella Di Mezzanotte    25/03/2011    6 recensioni
Nella Londra Ottocentesca, un nobile e una cortiggiana vivono un rapporto d'amore difficile. Divisi tra amore e odio Edward e Bella affronteranno una società difficile e un sentimento che non sono disposti ad accettare.
Cosa succedera? Come si conosceranno e ameranno un Nobile ambito e una povera cortigiana?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.

Proust

 

 

Capitolo due

 

 

Distrattamente passavo due dita sul mento, come facevo sempre quando ero pensieroso. Ascoltavo distrattamente la lettura del pomeriggio, che si teneva in biblioteca. Mia madre mentre lavorava a maglia ascoltava rapita le parole della sua dama di compagnia che leggeva uno dei suoi libri preferiti. Cercava sempre di coinvolgermi in questi momenti, fin da quando ero un bambino ma spesso riuscivo a trovare una scappatoia da quell’impegno. Ogni volta mia madre faceva finta di credere a tutti quegli impegni che puntualmente mi inventavo e mi lasciava con un sorriso indulgente, ma quella volta non me l’ero sentita di inventare scuse, perché mi sentivo in colpa per ciò che avevo fatto la sera prima.

Contrariamente a ciò che avevo detto a Sophie, non ero tornato affatto presto ed era notte fonda quando sprofondai nel mio letto.

Tutta colpa di quella cortigiana…

Un lieve sorriso increspò le mie labbra e fermai il movimento lento e cadenzato delle mie dita sul mento. Il suo pensiero mi distraeva, il suo ricordo mi torturava e non riuscivo in nessun modo a fare uscire quegli occhi languidi e quelle labbra sensuali dalla mia testa.

Come era riuscita in pochi attimi a rimanere indelebile nella mia mente?

<< Edward, caro, sei distratto. >>

Non mi ero accorto che Trecy, la dama di compagnia di mia madre, aveva smesso di leggere e ora entrambe mi guardavano con curiosità.

<< Sì, mamma, mi dispiace. >>

Esme posò il suo lavoro a maglia dentro un cesto di vimini posto al lato della sua poltrona rossa di velluto e dopo aver fatto un cenno a Trecy, si alzò e si diresse verso di me. 
Non ebbi il coraggio di guardarla in viso, dato che sapevo che non avrei resistito a quello sguardo carico d’amore e comprensione che puntualmente mi faceva vuotare il sacco, così osservai con finta attenzione Trecy riporre il libro nella grande libreria e infine uscire silenziosamente dalla biblioteca.

Le mani di mia madre mi accarezzarono piano i capelli e io sospirando alzai lo sguardo su di lei.

<< Tesoro, sai che puoi dirmi qualunque cosa, vero? >>

Mi sporsi con un sorriso e le presi una mano, ancora tra i miei capelli. Le baciai le nocche con grande affetto e lei mi sorrise di rimando.

<< Lo so, mamma. Tuttavia ciò che veramente mi preme è scusarmi con voi. Sono stato un vero ingrato e oltremodo maleducato ad abbandonare la festa che avete organizzato ieri sera. >>

<< Ti ho già perdonato. Come al solito. >> aggiunse con una lieve forma di sarcasmo.

Sospirai ancora e mi alzai dalla poltrona. Misi le mani in tasca, spostando lievemente la giacca che indossavo e mi avvicinai alla finestra. Osservai i domestici fare avanti e indietro per l’ingresso della villa portando bagagli di ogni genere. I Baroni Owen per partecipare alla festa di ieri erano dovuti venire quasi due giorni prima e ora si stavano preparando a partire.

<< Spero solo che farai le tue scuse a Meredith, la figlia dei Baroni. >>

Chiusi gli occhi brevemente e sospirai.

<< Certamente. >> dissi semplicemente, mentre i miei pensieri prendevano tutta un'altra direzione.

Ricordi della sera prima non accennavano a lasciarmi in pace. Ci eravamo osservati a lungo ma nulla di più. Lei era tornata ad appoggiarsi al parapetto e a guardarmi ogni tanto con la coda dell’occhio. L’avevo imitata, scordandomi per un attimo la mia abilità con le parole.

Avevo subito capito che era molto giovane e sentivo l’irrefrenabile desiderio di stringerla a me e di portarla via da quel posto.

Sentii a mala pena la porta della biblioteca che si chiudeva e ricordai il suono della sua voce, dolce e incredibilmente sensuale al tempo stesso.

 

<< Desiderate la mia compagnia, signore? >>

<< In questo momento il mio unico desiderio è continuare a guardarvi. >>

Lei rise, una risata ammaliante che irretì i miei sensi come il canto della più dolce delle sirene.

<< Guardarmi… gli uomini lo fanno spesso. >> disse languida

<< Lo immagino. >> risposi seccamente, mentre un leggero fastidio s’insinuava in me.

<< No, non lo immaginate. >>

Fui colpito dal suo repentino cambio di tono. Adesso sembrava quasi irritata. Tuttavia mi distrassi non appena lei si risollevò e si avvicinò a me.

<< Siete bello. >> mi sussurrò a pochi millimetri dalle labbra, facendomi inghiottire un paio di volte a vuoto.

<< Non quanto voi. >> le sussurrai di rimando.

Stavo per poggiare le mie labbra sulle sue, ma lei si ritrasse con un sorriso mellifluo.

<< Avete tante donne? >> chiese sorridendo e girandomi lentamente intorno.

Cercai di riprendermi per poterle rispondere. Che domande erano quelle?

<< Molte. >> risposi con un sorriso.

<< Certo… siete un uomo dolce oltre che bello. >>

Ritornò davanti a me e piegò leggermente il viso di lato, facendo cadere i suoi lunghi e bellissimi capelli mossi su una spalla.

<< Non ne sarei così sicuro. >> pronunciai divertito.

Allungai una mano verso i suoi capelli e ne strinsi alcune ciocche tra le dita.
Lei s’irrigidii appena e io lo notai.

<< Solo un uomo dolce come voi potrebbe rivolgersi a me con così tanta educazione. >>

Stavo per ribattere che anche lei mi sembrava avere una buona educazione ma poi ricordai che era di certo una cortigiana. Non poteva essere altrimenti. Tuttavia questo non pregiudicava nulla. Lei non era come le altre, lo sentivo.

<< Sono educato solo con chi lo è con me. E voi lo siete. >>

Sorrise sinceramente e io non vi trovai nessuna traccia della malizia che aveva usato prima.

<< Mi sono sbagliata. Siete solo ingenuo. >>

Sfuggì alla mia presa, facendomi ammutolire.

Ingenuo?

<< Non lo sono… a proposito come vi chiamate? >>

<< Voi? >> mi chiese subito.

<< Edward Cullen. >>

Si avvicinò a me di nuovo e allungando le mani sul bavero della mia giacca si sollevò sulle punte per cercare di essere alla mia altezza.

Con un mezzo sorriso le afferrai la vita e la sentii fremere sotto il mio tocco.

<< Vi rivedrò Edward Cullen? >>

Non mi dette il tempo di rispondere che appoggiò le sue labbra sulle mie. A quel contatto il mio cuore perse qualche battito.

Il nostro contatto durò poco ma bastò per farmi perdere la testa. La sentii scivolare lentamente dalla mia presa per poi sparire in un anfratto buio.

 

 

<< Duca, i Baroni stanno per andare via. >>

La voce di una domestica mi fece quasi trasalire, strappandomi violentemente dai ricordi della sera prima.

<< Arrivo. >> borbottai.

Uscii dalla biblioteca e scesi le scale che conducevano all’ingresso. Vidi i miei genitori parlare con i Baroni e Meredith, con indosso un capello elegante sui capelli, vicino alla carrozza.

<< Mio caro Edward, purtroppo dobbiamo salutarci. >> disse non appena la raggiunsi.

<< E’ così e mi dispiace molto. >> mentii ad arte.

<< Ne sono sicura. >>

Mi sorrisi e cominciò a sventolarsi con il piccolo ventaglio che fin ora aveva tenuto tra le mani.

<< Meredith, sono mortificato per ieri sera, ma un amico aveva bisogno del mio aiuto. Non ho saputo dire di no. >>

<< Non preoccupatevi Duca. Siete sempre così gentile, sempre pronto a curarsi dei bisogni degli altri. >>

Sì, soprattutto quelli delle donne… pensai divertito.

<< Sono sicuro che avremo modo di rifarci. >>

Lei mi porse la mano che io baciai appena.

<< Lo spero. >> sospirò deliziata.

Le sorrisi ancora e dopo aver salutato anche i Baroni mi avviai alla stalla per prendere il mio cavallo.

<< Jordan. >>

<< Duca, prendo subito il vostro cavallo. >>

Annuii allo stalliere e lo aspettai, fin quando il mio bellissimo cavallo nero come la notte non apparse al di fuori della stalla.

Presi le briglie e lo portai lentamente fuori. Avevo bisogno di fare una passeggiata e schiarirmi la mente.

Montai sul cavallo e mi diressi al di fuori della città, verso le campagne.

Quella cortigiana non mi aveva neppure detto il suo nome… pensai divertito. L’avrei rivista? Assolutamente sì, l’avrei cercata ovunque.
Sapevo di non dovermi interessare a una cortigiana ma quella bambina mi stava tormentando.

Sì era poco più di una bambina per me, poteva avere più o meno vent’anni e io a ventotto non potevo andare dietro a queste cose. Piuttosto avrei dovuto pensare ad una moglie.

Quel pensiero bastò a farmi scendere l’umore sotto terra.

<< Ehi! >> dissi sconvolto, quando una mano mi stava quasi facendo volare a terra.

Un cavallo di colore marrone scuro sfrecciò accanto a me e una risata argentina mi fece rilassare di colpo.

<< Sophie! Sei impazzita? >>

<< Eri così pensieroso, mio bel Duca. >>

Scossi il capo con un sorriso e raggiunsi la mia pazza migliore amica che si era fermata ad aspettarmi.

<< Voleva buttarmi giù dal mio cavallo, Duchessa? >> dissi scendendo da cavallo e aiutandola a fare lo stesso

Lei mi schiacciò l’occhio e poi si allungò per baciarmi una guancia.

<< Certo che sì. Sono arrabbiata con te. >>

La guardai colpevole e l’abbracciai nonostante i suoi tentativi di ritrarsi.

<< Avevi promesso, idiota! >>

<< Lo so tesoro ma sono stato trattenuto! >>

<< Lo immagino! Quando la smetterai? >>

<< Mai! >> dissi con fervore, facendola ridere.

<< Allora… chi è stata la fortunata? >>

Mi prese sottobraccio e camminammo un po’ per il piccolo boschetto in cui ci trovavamo.

<< Se te lo dico, non vorrai più vedermi. >>

Si bloccò di colpo e si portò le mani sulle labbra in una finta espressione di tormento.

<< Non sarà mica mia madre! >>

Risi di cuore e le baciai i capelli.

Sophie mi guardò con tenerezza e ricambiai il suo sguardo allo stesso modo.

<< Finalmente ridi, eri così serio. Credo di non averti mai visto così. >>

Persi il sorriso e mi sedetti su un grosso masso.

<< Ieri sera ho incontrato una ragazza bellissima, che non vuole più abbandonare la mia mente. >>

Sophie sorrise e inarcò un sopracciglio.

<< Questa sì che è una novità. >>

<< Non mi posso interessare così a lei. >> ribattei sconsolato.

Lei non parlò per qualche secondo e poi sgranò gli occhi guardandomi allucinata.

<< Edward hai perso la testa per una cortigiana? >>

Il suo tono mi infastidì, così voltai il capo dalla parte opposta alla sua. Dannato codice, perché la legge vietava i rapporti civili con le cortigiane?

Stupido Edward, sei uno stupido.

Mi rimproverai mentalmente. Cosa mi prendeva? Ovvio che un Duca non poteva stare con una cortigiana.

<< Non stai correndo un po’ troppo? >>

Le mani di Sophie mi afferrarono il viso e lentamente lo voltò verso di lei.

<< Forse hai ragione. >>

Ero solo confuso e attratto da quella ragazza, nient’altro…

<< Edward sai che io vorrei solo vederti felice, però… >>

<< Però non posso interessarmi a lei, lo so. >>

<< Che ne sai infondo che tra qualche giorno non penserai più a lei? >> disse con voce accorata.

<< Sophie, sono solo confuso. E’ la prima volta che una donna mi colpisce così tanto. >>

Lei sorrise indulgente e mi abbracciò.

<< Aspetta Edward, magari passerà. Sai cosa impone la nostra società. >>

Annuii distratto e dopo un po’ tornammo ai nostri cavalli. Sophie tornò a casa e io feci lo stesso.

Aspettai con ansia la fine della cena e poi uscii di filato per andare in città. Dovevo trovare quella cortigiana, così andai di nuovo vicino al Tamigi sperando di vederla lì, ma così non fu.

Non sapendo bene dove andare, andai nei vicoli dove di solito stavano le cortigiane, ma quelle erano davvero di basso rango. Sicuramente l’avrei trovata in qualche boudoir.

Entrai in alcuni ma ancora nessuna traccia di lei. Sconsolato decisi che avrei visto l’ultimo e poi sarei tornato a casa con la ferma idea di cancellarla dalla mia mente.

Passai tra tavoli da gioco e divani occupati da uomini ubriachi, fin quando il cuore quasi non mi si fermò nel petto quando la vidi. Era seduta sulle gambe di un uomo di non più di trent’anni. Lui la stringeva forte a sé, forse troppo e lei teneva le mani sul suo petto. Lui le baciava il collo e lei infastidita cercava di allontanarsi.

Non ci vidi più. Mi avvicinai a loro e la presi per un braccio, facendola alzare di colpo dalle gambe di quell’uomo.

<< Ehi, guarda che questa l’ho già presa io! >>

Ignorai le proteste di quel farabutto e portai fuori quella dannata cortigiana, mentre lei mi guardava con occhi spalancati.

L’aria fredda della sera sembrò calmarmi in parte. Lasciai la ragazza che mi guardava esterefatta e feci qualche passo, lasciandola indietro.

<< Vieni. >> le dissi con rabbia.

<< No. Cosa vi è saltato in mente? >> disse con voce tremante.

Mi voltai verso di lei, ringhiando di frustrazione.

<< Non ho intenzione di discutere adesso, ragazzina. Seguimi e basta. Sono stato chiaro? >>

La mia voce arrabbiata la fece indietreggiare di qualche passo. Ci osservammo per qualche minuto in silenzio fin quando non m’incamminarmi verso il luogo dove la sera prima l’avevo incontrata. Lei mi seguì in silenzio e quando arrivammo dinnanzi al Tamigi mi voltai di scatto e la presi tra le braccia.

Lei mi guardò spaventata all’inizio per poi cercare di allontanarmi. Ignorai le sue proteste e l’appoggiai con forza al parapetto e la baciai.
Lei tentò ancora di allontanarmi ma ben presto cedette alla forza della mia supremazia.

Finalmente riuscii a fare quello che dalla sera prima desideravo. Con la lingua forzai le sue labbra che si aprirono lentamente. Gemetti non appena accadde e per lunghi minuti non riuscii a staccarmi da lei.

Cosa mi aveva fatto quella ragazza?

<< Edward… >> sussurrò lei allontanandosi per respirare.

La guardai, riempiendomi la vista del suo viso bellissimo. Non riuscivo ad accettare che qualche altro uomo la toccasse o peggio l’avesse ma era assurdo perché lei non sarebbe mai stata mia. Mai.

<< E’ tutta colpa tua se sono ridotto così, bambolina. >> sussurrai minaccioso al suo orecchio.

<< Non so di cosa parlate e ora lasciatemi! >>

Mi allontanai di qualche passo e sorrisi appena.

<< No, non ti lascio. >>

<< Cosa state dicendo? Sono una cortigiana, vengo pagata per quello che faccio, altrimenti come farei a vivere! >> urlò alla fine.

Rimasi immobile a guardarla. Tutto questo era ovvio ma non riuscivo a dire a me stesso di doverla lasciare andare.

<< Dimmi il tuo nome. >>

<< No. >>

La spinsi di nuovo contro il parapetto con forza e lei si lamentò leggermente.

<< Voglio sapere il tuo nome. Lo voglio sapere adesso. >>

La guardai e rimasi ancora una volta affascinato da lei. I capelli scomposti sul viso, il respiro ansimante e gli occhi lucidi.

<< Vi credevo diverso. Siete proprio come tutti gli altri schifosi nobili. >>

Mi dovetti trattenere per non schiaffeggiarla. Non l’avevo mai fatto ma ne avevo il profondo desiderio.

<< Il tuo nome. >> sbottai furioso.

<< Isabella. >> disse con rabbia.

Maledizione! Quella ragazza era indomabile!

<< Il tuo nome mi darà il tormento… Isabella… >> pronunciai sulle sue labbra.

<< Mi volete non è vero? Allora perché tutte queste scene. Vi farò sapere quando sarò libera. >>

Abbassò il capo e fece per andarsene, ma io la presi per un braccio, fermandola.

<< Tu sei libera adesso per me, bambolina. >>

Ebbene i giochi erano iniziati e non sapevo se sarebbero mai finiti.

 

 

 

 

 

*********************************

Ciao a tutti! 
Pensavo che avrei aggiornato prima ma questo capitolo non mi ha subito convinto e non so se sono riuscita nel mio vero intento!

Qui Edward passa dall’essere gentile e affascinato da lei fino a desiderarla con rabbia. E’ una situazione difficile, perché appunto la società di allora vietava unioni del genere.
Naturalmente è ancora presto per questo ma Edward sente che lei è diversa dalle altre donne che ha avuto fin ora.

Bene… cosa ne dite?

Ovviamente il pezzo in corsivo è un Flash-back della sera prima.

Ok, adesso cominceranno i veri problemi! xD

Cosa ne pensate? Cosa fareste al posto di Edward? xD

 

 

  
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