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Autore: Stella Di Mezzanotte    16/03/2011    5 recensioni
Nella Londra Ottocentesca, un nobile e una cortiggiana vivono un rapporto d'amore difficile. Divisi tra amore e odio Edward e Bella affronteranno una società difficile e un sentimento che non sono disposti ad accettare.
Cosa succedera? Come si conosceranno e ameranno un Nobile ambito e una povera cortigiana?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Per un istante le nostre vite si sono incontrate...le nostre anime si sono sfiorate. 
Oscar Wilde

 

 

Capitolo Uno

 

 

Le danze si aprirono al suono della musica, i maggiordomi passavano ai lati dei tavoli con piatti d’argento sui quali erano poggiati alti calici ricolmi di vino e numerose donne di corte parlottavano tra loro nascondendo il viso con i loro ventagli coloratissimi e ricchi di merletti, mentre sedevano su dei divani posti agli angoli della sala.
Con un sospiro mi appoggiai ad un alta balaustra, vicino ad una finestra che dava sul ricco giardino della casa.

Naturalmente i miei genitori avevano organizzato un’ altra delle loro feste ed avevano invitato i baroni Owen, forse sperando che mi sarei finalmente interessato della loro unica figlia, che in questo momento volteggiava insieme ad un conte di poco conto e mi lanciava sguardi a volte timidi a volte vogliosi quando ballando si avvicinavano a me.
Sorrisi e inarcai un sopracciglio all’ennesima sua occhiata. Era una bella ragazza, con capelli lisci e neri e due occhi di un azzurro molto acceso, ma non m’interessava minimamente. Ero stufo delle continue pressioni da parte di mio padre di prendere moglie, proponendomi addirittura la mia migliore amica. Le volevo molto bene ma non volevo prenderla in moglie. In realtà non ne volevo nessuna, per quanto belle e intelligenti fossero, non volevo accasarmi e far sperperare dalla mia compagna tutto il mio denaro, così preferivo di gran lungo dilettarmi con le belle cortigiane che erano sempre pronte a farmi compagnia durante la notte.

<< Duca, mi concede questo ballo? >>

Abbassai lo sguardo su una dama molto bella, dai capelli neri, ricci e molto lunghi, acconciati alla perfezione con delle forcine.

<< Con piacere >>

Le porsi il braccio che lei artigliò con le sue dita in una presa ferrea. 
Volteggiammo per qualche minuto e notai senza sorpresa che quella dama mi osservava con fin troppo desiderio.
Ci fermammo quando la musica cambiò e feci per congedarmi, quando lei mi si parò davanti intenzionata a non lasciarmi andare.

<< Resti un po’ con me Duca Cullen. >>

<< Solo pochi minuti, poi ho degli impegni improrogabili. >> mentii per levarmela presto di torno. 
Era sempre la stessa storia, tutte cercavano di coinvolgermi in qualche modo, senza sapere che per mio stile avvicinavo io stesso le donne che mi “ interessavano “ ma queste di certo non erano 
 possibili future mogli per il sottoscritto.

<< Pochi minuti saranno sufficienti. La vostra compagnia è talmente una rarità che me li farò bastare. >>

Sbattè le palpebre un paio di volte, forse in un gesto a suo dire seducente e io la guardai con un sopracciglio inarcato, mentre uscivamo nel giardino.
La sera era ormai scesa e l’aria era fresca e frizzante. Osservai le stelle, punti luminosi nel cielo privo di nubi e mi rasserenai di colpo. Era sempre stato il mio spettacolo preferito.

<< Allora… cosa mi dite di voi, Duca? Siete così giovane e bello, eppure nessuna bella donna sembra riuscita a far breccia nel vostro cuore. >>

Dritta al punto, pensai divertito. Mi fermai e la osservai attentamente. Era indubbiamente bella con quegli occhi di un verde acceso che contrastavano con i suoi capelli scuri. Aveva un viso delicato e un fisico piuttosto attraente.

<< Potrei chiedere a voi la stessa cosa. Siete una donna di raffinata bellezza. >> le sussurrai seducente.

<< Siete un adulatore, Duca. >> sussurrò di rimando.

<< Solo sincero >> ribattei con un sorriso.

Riprendemmo a camminare affiancati, fin quando non mi ricordai di una cosa importante.

<< Perdonate la mia leggerezza, non ho chiesto neppure il vostro nome. Posso rimediare? >>

Le presi una mano tra le mie e lei arrossii leggermente.

<< A voi si perdona tutto, Duca. Il mio nome è Cheryl Oleman. >>

<< Un nome dolce quanto voi. >>

Le feci un leggero baciamano e poi mi allontanai.

<< Il tempo passato in vostra compagnia è davvero volato Miss Oleman, ma adesso… >>

<< Adesso il Duca passerà il resto del suo tempo con me, non è vero Edward? >>

Una voce ben conosciuta m’interruppe e io mi voltai con un sorriso verso la bellissima donna che mi si stava avvicinando. I lunghi capelli biondi e mossi le scendevano sulle spalle e sulla scollatura del vestito elegante che indossava. I suoi occhi azzurri mi guardavano complici e io allungai una mano per prendere la sua.

<< Vi aspettavo con ansia. >> mormorai divertito.

<< Oh, ne ero certa. >>

Cheryl osservava il nostro scambio di battute quasi irritata.

<< Vogliate scusarmi… vi auguro una buona serata. >>

La giovane Oleman andò via fulminando con lo sguardo  Sophie.

<< Un'altra delle tue vittime, mio caro Duca. >> disse divertita, schiacciandomi l’occhio.

<< Naturalmente… per fortuna la mia migliore amica tiene a bada queste scocciatrici. >> dissi, stringendole la mano che ancora tenevo tra le mie.

Sophie era una ragazza molto bella ed elegante, ambita da molti nobili di tutte le età. Da anni i nostri genitori speravano che le cose tra noi cambiassero e che ci sposassimo ma così non sarebbe stato.
Ci conoscevamo fin da bambini ed eravamo inseparabili.

<< Certo, sono molto gelosa lo sai. >> mormorò dolcemente.

<< Non hai motivo di esserlo, nessuna può competere con te. Sarai sempre la donna più importante della mia vita. >> dissi sicuro.

<< Non dirlo, Edward, potrei crederci davvero. Ti voglio molto bene, lo sai, ma presto arriverà una bella donna e tu ti dimenticherai di me. >>

La sua voce triste mi sorprese e mi affrettai a raggiungerla, dato che mi aveva superato e stava passeggiando per il giardino.

<< Sophie, non mi dimenticherò mai di te. >>

La fermai, prendendola per le spalle e guardai i suoi incredibili occhi azzurri.

<< Lo prometti? >> disse con la sua voce da gatta, che tanto faceva impazzire gli uomini.

Dovevo ammettere che Sophie mi piaceva, ma le volevo bene come ad un amica e nulla di più.

<< Lo prometto. >>

Le baciai la fronte e quando quel breve attimo di tensione fu allentato, parlammo di cose futili e spettegolammo sugli ospiti della serata, come facevamo sempre.
Stare con lei mi faceva stare bene e non avrei mai rinunciato alla sua compagnia.

<< I tuoi genitori saranno molto delusi, per non parlare dei Baroni Owen. La loro figlia non ti staccava gli occhi di dosso. >>

<< Già. >> risposi sovrappensiero.

Eravamo quasi rientrati in sala ma a me non andava per nulla. Vidi mio fratello Emmett alle prese con la contessa Rosalie Hale, una bella bionda che si lasciava ancora desiderare da lui, anche se era chiaro che era molto interessata, e mia sorella Alice da tempo infatuata del fratello di Rosalie, Jasper. 
Sorrisi, osservandoli. In realtà ero stato adottato molto piccolo, dopo la morte prematura dei miei genitori a causa di una brutta malattia che colpì entrambi, ma li sentivo davvero come i miei fratelli, così come consideravo Esme e Carlisle i miei genitori.
In quel momento stavano parlando animatamente con la famiglia dei Conti Hale. Sia Alice che Emmett gli stavano dando grandi soddisfazioni. Gli Hale erano una famiglia nobile molto conosciuta, quindi non potevano che essere entusiasti se c’erano delle così buone prospettive di unione con loro in futuro.

Io ero l’unico che nonostante dovesse a loro molto di più rispetto ai miei fratelli, non era riuscito a soddisfarli. Sapevo che loro mi adoravano lo stesso ma più volte ero stato tentato di prendere una delle qualunque donne che mi proponevano pur di accontentarli.
Solo che avevo la grande fortuna di avere una madre come Esme, che capiva subito quando non desideravo qualcosa e mi tranquillizzava sempre, dicendomi che avrebbe trovato la donna giusta per me.

Sentii una mano sulla spalla e mi ricordai della presenza di Sophie al mio fianco.

<< So a cosa stai pensando, Edward. La tua famiglia ti ama e sono certa che troverai presto la donna della tua vita. >>

Le sorrisi sinceramente e le cinsi la vita con un braccio.

<< Cosa farei senza di te? >>

<< Non devi pensarci, perché non sarai mai senza di me. >>

Il mio sguardo si fece serio e ci osservammo in silenzio per lunghi minuti. Avevo a volte la sensazione che per Sophie rappresentassi qualcosa di più di un amico. Lei era davvero bella e meravigliosa ma non pensavo a lei come a una moglie.

<< Ti voglio bene, Sophie. >>

Lei non rispose ma abbassò lo sguardo, con un mezzo sorriso. L’abbracciai e le baciai i capelli, mentre lei stringeva le mani sul mio petto.

Fu lei la prima ad allontanarsi dall’abbraccio e mi sorrise teneramente.

<< Avevi davvero qualche impegno? >> domandò curiosa.

<< Non saprei… penso che uscirò per una passeggiata. >>

Lei scosse il capo, ben sapendo in cosa consistevano le mie passeggiate ma quella volta non avevo secondi fini!

<< No, sul serio stavolta. >>

<< Capisco… in effetti ti conviene scappare, anche se non sarà un gesto elegante nei confronti dei Baroni. >>

<< Tornerò prima che finisca la festa. >>

<< Farò finta di crederci. >> ribattè subito.

Risi e dopo averle accarezzato la guancia con una mano, mi avviai dall’altra parte del giardino ed uscì, inoltrandomi nella città.

Londra era meravigliosa, aveva quel fascino elegante e misterioso che la rendeva unica e speciale. Io ero nato in America ma Esme e Carlisle, nativi anch’essi americani, si erano trasferiti ormai da molti anni a Londra, così anch’ io ero giunto lì e non potevo che esserne felice. Chicago mi mancava, ma ero molto piccolo quando ero andato via e avevo pochi ricordi legati ai miei veri genitori.

Camminai a lungo per i marciapiedi, incrociando uomini e donne ben vestiti, carrozze che procedevano lungo le strade e le insegne luminose dei vari boudoir.

Procedetti lungo la strada principale fino ad arrivare alla piazza più importante di Londra, Trafalgar Square. Adocchiai il locale dove alle volte andavo con alcuni amici e decisi di passarci. 
Non appena entrai, notai senza sorpresa che Jonathan era seduto al suo solito posto. Nell’ultimo tavolo, vicino alla porta del retro. Stava bevendo da un grosso boccale di birra e lo raggiunsi senza che lui se ne accorgesse. Gli detti una pacca forte sulla spalla, facendolo trasalire. Scoppiai in una risata fragorosa quando lo vidi sputare fuori la birra dalla bocca e tossire convulsamente. Mi sedetti accanto a lui e lo guardai con ancora un sorriso vittorioso sulle labbra.

<< Edward, maledizione, vuoi uccidermi? >> sbottò cercando di portare la respirazione ad un livello normale.

<< Mio caro amico ti ho semplicemente reso il favore. >>

A quelle parole ridemmo entrambi.

<< Accidenti, me l’ avevi promesso e ci sei riuscito! >>

<< Mantengo sempre le promesse. Quella volta sono stato il divertimento di tutto il locale. >>

Jonathan era un ragazzo incredibile. Ci conoscevamo fin da bambini e nonostante fossimo due uomini di ventisei anni non rinunciavamo a quegli scherzi che avevano caratterizzato la nostra infanzia.

<< Ah! Che tu sia maledetto! Amico, mi stavo godendo una birra dopo una giornata massacrante e sei arrivato tu a rovinarmi tutto! >>

Tuttavia mi sorrise e si appoggiò allo schienale della sedia su cui era seduto.

<< Allora… stavi facendo una passeggiata eh? >>

Scossi il capo con un sorriso e lo guardai eloquente.

<< Hai boicottato una festa in tuo onore a quanto vedo! Non sarà colpa di Janet vero? >>

Oh no! Janet era una donna di trent’anni, sposata con un uomo di sessanta, che pensava solo a ubriacarsi tutte le sere. 
Ero a dir poco stufo di sentire tutte le sue lamentele e i suoi piagnistei, eppure alle volte mi faceva pena. Era una donna dalle forme prorompenti… forse troppo e amava la mia compagnia, quindi spesso la sera quando il marito non c’era mi implorava di farle “ compagnia “ per non rimanere sola.

Beh di sicuro non mi dispiaceva farle compagnia, ma fuggivo quando capivo che ricominciava con una delle sue crisi. Ecco… io non volevo una moglie neppure per questo. Sarebbe stata a piangere, a pregarmi di stare con lei tutto il tempo? Ah no, io ero uno spirito libero. Odiavo le restrizioni.

<< Per carità, Janet no! Che tu ci creda o no sono uscito per prendere un po’ d’aria >>

<< Sì,certo. >>

<< No, Jonathan sul serio! Perché non mi credete? >> chiesi sbuffando.

<< Crediamo? >>

<< Sì, tu e Sophie. >>

<< Beh, sei poco credibile caro mio! Tu non sai stare senza una donna, da quando ti conosco hai sempre pensato a spassartela e ogni scusa è buona! >>

Sorrisi e mi rilassai anch’ io sulla sedia.

<< Che mi dici di Sophie, invece? >>

<< Che ti devo dire? >> chiesi curioso.

<< Quando la sposerai? >> disse con un sorriso sornione.

<< Oh, non ti ci mettere anche tu. Non sposerò mai Sophie. >>

<< Tra voi c’è un legame speciale, ammettilo! >>

<< Certo, ma è la mia migliore amica e con questo il discorso è chiuso. >>

Non sapevo perché ogni volta quell’argomento mi faceva innervosire. Non ero innamorato di lei come tutti si ostinavano a pensare e non avrei assecondato nessuna delle loro stupide proiezioni mentali.

Mi alzai e feci per andarmene, quando il braccio del mio amico mi fermò.

<< Non te la sarai presa, vero? Stavo scherzando! >>

<< No figurati, solo che voglio fare ancora due passi. Ho promesso a Sophie che sarei tornato prima della fine della festa. >>

<< E ci risiamo… >> disse lui lasciandomi.

Non gli risposi neppure e dopo avergli dato una spinta che quasi lo fece cadere a terra, uscii sentendo le sue risate soffocate dietro di me.
Mi chiusi la porta del locale con il sorriso sulle labbra e ripresi la mia passeggiata.

Respirai a pieni polmoni l’aria fredda della sera e mi incamminai verso il Tamigi. Ci andavo sempre quando volevo stare da solo.
Misi le mani in tasca e osservai distrattamente ciò che avevo intorno. Ero quasi arrivato al parapetto che si affacciava sul fiume, quando mi bloccai sul posto.

Una ragazza bellissima era appoggiata al parapetto e guardava il fiume. Il suo corpo era leggermente inclinato in avanti e io vidi i suoi seni schiacciati dal corpetto dell’abito. Tuttavia questo non era ben fatto o elegante. Avvicinandomi di qualche passo, vidi che era logoro e sporco in alcune parti.

Il suo viso invece era qualcosa di stupendo ed etereo. Nonostante vedessi solo il suo profilo, ammirai quel visino leggermente a forma di cuore, la pelle bianca e candida che stonava con il suo aspetto e la bocca carnosa appena socchiusa.

Sembrava persa nei suoi pensieri e non si accorse nemmeno che ero a pochi passi da lei. Mi misi nella sua stessa posizione, per poterla osservare meglio.

Fu più forte di me e il mio sguardo cadde sui suoi seni, stretti in quella costrizione, che si sollevavano appena con il suo respiro.
Ritornai al suo viso e spostai una ciocca di capelli che con un leggero soffio di vento le era finito tra le ciglia.

A quel contatto si sollevò e mi guardò prima con paura e poi con curiosità.

A quella vista mi sentii quasi male. Di donne belle ne avevo viste ma lei aveva qualcosa di innocente e sensuale al tempo stesso. Se dal suo profilo avevo ipotizzato quanto fosse bella ora ne avevo l’assoluta certezza. Era stupenda ogni oltre limite nella sua semplicità.

Lineamenti gentili e decisi, naso fine e leggermente all’insù, due profondi occhi nocciola e delle labbra che mi attiravano come una calamita.

Era assurdo come quella ragazza che non poteva avere più di vent’anni, in quel suo aspetto trasandato quasi, mi stesse facendo quell’effetto sconvolgente.

Continuai ad osservarla imperterrito, fin quando non la vidi sorridere appena. Venni letteralmente catturato dal suo sguardo, non sapendo che quegli occhi sarebbero diventate le mie catene.

 

 

 

 

************************ 

Rieccoci! Ringrazio tantissimo quelli che mi hanno commentato! Non sapete quanto ne sia rimasta entusiasta quindi spero che mi direte ancora cosa ne pensate, perchè senza di voi tutto questo non avrebbe senso!

Dunque, con questo primo capitolo vediamo un Edward che come tutti i ragazzi non si sente pronto ad avere delle responsabilità importanti, come quelle del matrimonio. Non conosce naturalmente l’amore ma solo il grande affetto per i suoi amici e per Sophie. Lei la rivedremo spesso… quindi fateci attenzione ;-)

Detto questo, aspetto con ansia le vostre impressioni! Per cui, cosa ne dite?

Un bacio!

 

  
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