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Autore: Iky93    25/03/2011    3 recensioni
Ho pensato di creare una raccolta di scene e missing moments dalla prima stagione raccontati dal punto di vista di Damon, mettendo in risalto i suoi pensieri e le sue impressioni; è la mia prima fanfic, quindi siate clementi.
"Credevo ci fosse una speranza. Speravo che in Damon, da qualche parte, nel profondo, ci fosse ancora qualcosa di umano, di normale, ma mi sbagliavo. Non è rimasto niente di umano in lui, nè bontà, nè gentilezza, nè amore. Solo un mostro, che deve essere fermato"
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Entro in camera portando con me la bottiglia di whisky. È il momento di brindare.
Ho depistato i cacciatori di vampiri, ho festeggiato il compleanno del mio fratellino regalandogli una buona dose di dolore e nel fare ciò sono riuscito anche a nutrirmi in modo soddisfacente.
Devo dire che è stata davvero una grande serata per i vampiri di Mystic Falls.
Mi complimento con me stesso per la mia vittoria e mi porto alla bocca il dolce liquido ambrato.
Dopo aver ucciso, il particolare più difficile da scordare è l’espressione che la tua vittima ha nel momento in cui si trova di fronte alla morte. Può essere spaventata, con le labbra diafane spalancate in un grido di terrore, oppure tranquilla, rassegnata.
È facile guardare il vuoto sguardo accusatore di un cadavere sconosciuto, soprattutto se si è soddisfatti e a stomaco pieno. Ma non è più così semplice quando a morire è una persona con cui si aveva un rapporto. Anche se questo rapporto era mantenuto da odio e sfiducia, le difficoltà attraversate insieme vengono sempre a galla alla fine.
È per questo che non sono soddisfatto di aver ucciso Lexi Branson.
Era una puttanella odiosa, da anni si divertiva a minacciarmi e a stuzzicarmi ad ogni sua visita. Moltissimo tempo fa avevamo avuto una sorta di relazione. Io volevo divertirmi e lei si sentiva sola, immagino, eravamo costretti ad una surreale convivenza forzata a causa dei soliti noiosissimi problemi di Stefan, così per circa una settimana ci eravamo dati alla pazza gioia. Non si era mai perdonata quel momento di debolezza, per questo ogni volta che mi trovavo nei paraggi diventava oltremodo acida. Bisticciare con lei era comunque un piacere, era acuta e sapeva sempre replicare alle mie prese in giro.
Mi piaceva Lexi, non volevo che morisse, davvero.
Ma era necessario.
Ucciderla era il modo più veloce per allontanare i sospetti da noi.
E poi lei non avrebbe mai lasciato Stefan nei guai, a sottostare alle mie minacce. Una sola parola da parte di mio fratello e mi avrebbe dato la caccia fino a quando uno dei due non si sarebbe fermato. Probabilmente lei, con un paletto nel cuore.
Sarebbe finita così comunque.
Non potevo permettere che qualcuno intralciasse il mio “piano diabolico”, non stavolta. È troppo importante, più di chiunque.
Comunque dopo più di trecento anni di vita quella sciocca non può certo lamentarsi di essere morta troppo giovane. Anzi ha vissuto fin troppo direi. Non è così grave.
Solo che stavolta ho il presentimento che il suo sguardo tornerà a tormentarmi più del solito.
Verso ancora qualche dito di liquore nel bicchiere e subito lo bevo. Il bruciore alla gola che mi provoca è estremamente piacevole.
Penso che mi ubriacherò, quando si è ubriachi è più facile tenere a bada i ricordi.
Ne ho un’infinità di ricordi, su Lexi.
Avevamo un accordo, io e lei, un tacito compromesso: doveva prendersi cura di Stefan, al mio posto. Tenerlo fuori dai guai, impresa non semplice. Nel corso dei decenni, più di una volta ci eravamo scontrati di fronte all’esigenza di salvarlo, da sé stesso e da altri.
Lei era la migliore quando si trattava di mio fratello. Non mi sarei fidato di nessun altro per tirarlo fuori dal baratro in cui stava sprofondando la sua anima.
Lexi riusciva sempre a farlo ragionare, e solitamente riusciva anche a far arrabbiare me..
Anche nei suoi ultimi secondi è riuscita ad infastidirmi, quella arrogante biondina, perché quando l’ho uccisa la sua espressione non era né di rabbia, né di paura, né di odio.
Nel suo sguardo c’era solo una tristezza infinita. Voleva che io la compatissi anche in quell’occasione, voleva perseguitarmi con i suoi occhi da cerbiatta braccata.
Quell’insopportabile sotuttoio aveva già deciso di scocciarmi anche dall’aldilà. Sempre pronta a ricordarmi di essere più forte, più simpatica e più furba, con quel sorriso sbarazzino sulle labbra carnose.
Giocherello distrattamente con la bottiglia, facendo ondeggiare la pregiata bevanda al ritmo dei ricordi.
All’improvviso percepisco la presenza di Stefan alle mie spalle, percepisco il suo disappunto. Non ha tutti i torti, dopotutto ho ucciso la sua migliore amica.
Mi giustifico con tono annoiato, evitando di guardarlo apertamente. L’ultima cosa che voglio è che cominci una delle sue ramanzine adesso.
-Ti avevo detto che me ne sarei occupato.-
Deve ricordare che l’ho fatto solo per il nostro bene, e la famiglia viene prima di tutto.
I primi pugni mi colgono veramente di sorpresa. Non è da Stefan aggredirmi in questa maniera.
Forse ho fatto un lieve errore di calcolo. Più che disappunto mio fratello trasuda rabbia.
Mi ci vuole qualche istante per riprendere il controllo, in parte anche a causa del lieve annebbiamento provocato dall’alcol. Quando riesco a staccarmi quella furia di dosso, sono accovacciato a terra e i manici dell’ultimo cassetto del comò sono conficcati fastidiosamente lungo la mia spina dorsale.
Per stasera è meglio evitare di passare alle maniere forti. Dovrei farlo pentire di quest’affronto, ma davvero non ho voglia di portare avanti l’ennesima discussione sulla mia crudeltà e sull’ingiustizia delle mie azioni.
Voglio solo passare la notte a bere e a ricordare una vecchia nemica.
Considerando la sua dieta, devo dire che è davvero straordinaria la forza con cui mi tiene inchiodato al muro,
-Tu non fai niente per nessuno se non per te stesso.-
È una buona frase di apertura per il solito discorsetto. Ora mi dirà che sono un mostro insensibile e vuole che io lasci la città immediatamente altrimenti me la vedrò molto brutta. Non sarà la prima né l’ultima volta che sentirò queste parole. Era proprio questo il sermone che volevo evitare.
Eppure non sembra intenzionato a parlarmi con calma, i muscoli del collo tesi anzi mi fanno intuire proprio il suo desiderio di sfogarsi con i pugni.
Per la seconda volta in pochi minuti il caro vecchio Stefan riesce a stupirmi. Un paletto di legno affilato mi trafigge il polmone sinistro con un dolore acuto.
Constato con sollievo che comunque l’odio per la mia ultima ingiustizia non ha ancora raggiunto il culmine. Se avesse davvero voluto eliminarmi, non avrebbe mai evitato il cuore in maniera così palese.
Respiro ancora, anche se con qualche difficoltà. Il sangue bevuto poche ore fa sta già impregnando la mia camicia firmata. Ho come l’impressione che sarò costretto a buttarla.Parlare è complicato quando le vie aeree sono invase da schegge di frassino ma rinfaccio comunque a Stefan la sua debolezza.
-L’hai mancato-
Può fare il superiore quanto vuole, ma alla fine il fratello vincente sarò sempre io, perché io non mi faccio tanti scrupoli quando si tratta di qualcuno che intralcia il mio percorso.
È solo una fortuna per me che mio fratello abbia un così buon cuore.
-No. Tu mi hai salvato la vita, io risparmio la tua. Così siamo pari. E ora abbiamo chiuso.-
No, forse mi sbaglio. Forse ho passato il segno. Non c’è né pietà, né compassione nella sua voce. Solo un odio inumano. E disprezzo evidente, mentre lascia la stanza.
Dopotutto me lo merito, ho ucciso la sua migliore amica.
Sorrido senza gioia riflettendo su ciò che è appena accaduto. Non mi vendicherò su Stefan stavolta. È stato fin troppo magnanimo.
Lexi al suo posto mi avrebbe trafitto senza esitare. Era anche grazie alla sua ferocia che quella vampira era riuscita a conquistare la mia stima.
Lascio cadere l’appuntito pezzo di legno sul pavimento insanguinato e ritorno barcollando verso la bottiglia di whisky. Afferro il bicchiere con un sospiro e lo riempio un ultima volta. Ho deciso: per stasera non mi ubriacherò, mi lascerò tormentare dalla memoria fino a quando non sarò sfinito.
Mi lascerò colpire da quegli occhi tristi, solo per una notte, solo per poche ore.
Tanto le concedo per affliggermi un’ultima volta.
Alzo un braccio per far tintinnare il vetro su un calice immaginario.
Un ultimo brindisi. Ad Alexia Branson, una donna saggia. 


SPAZIO AUTRICE
Onestamente non sapevo se inserire o meno questo capitolo, ma volevo ricordare in qualche modo Lexi. Lei è stata il primo personaggio di The Vampire Diaries la cui morte mi è realmente dispiaciuta.
La scena è tratta dalla fine dell'ottava puntata, ma ho esaminato il comportamento di Damon riferendomi anche ai flashback della 2x15, in cui si vede Damon che raccomanda a Lexi di aiutare Stefan.
Spero veramente che ciò che ne è uscito non faccia troppo schifo...
Ora passo ai dovuti ringraziamenti.
Allora, intanto un grazie a coloro che hanno inserito la storia fra le seguite, le ricordate e le preferite.
Poi un grazie davvero sentito a coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, perchè mi riempite il cuore di gioia.
Un grazie va anche a tutti i lettori silenziosi, che magari scorrendo queste righe vorranno lasciarmi un commentino.
Infine (last but not least) il ringraziamento più grande va a Butterphil, che non solo ha magnanimamente pubblicizzato la mia FF fra i suoi straordinari lettori, ma mi ha anche sostenuta con i suoi magnifici complimenti, spingendomi a non scoraggiarmi e continuare a scrivere.
A lei vorrei dedicare la mia raccolta.
Giuls, sappi che ogni passo significativo e frase ben scritta è stata creata solo grazie a te. Grazie veramente. ^^
Alla prossima,
-Iky-
   
 
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