Capitolo 2
“Cena, con contorno di ameba.”
Quando suonò il campanello un brivido mi corse per tutta la mia povera schiena
da ottantenne. Beh starsene sdraiate ventiquattro ore su ventiquattro sul divano a
poltrire come una barbona non aiutava di certo. Mia madre respirava a fatica
dall'eccitazione, io invece per l'ansia. Non volevo stare seduta a tavola con
l'ispettore capo Swan e la sua tenera(fin troppo) ed innocente figlioletta; mi dava
fastidio anche le sua misera presenza, con i suoi silenzi rotti da qualche risposta
a domande futili da parte di mia madre con deboli ed inudibili sussurri. Mi irritava
anche la sua vocina insulsa, non era gelosia, era antipatia e fastidio. Fastidio perché
si stava prendendo tutte le mie “amicizie”, e cosa più importante il ragazzo che
amavo. Jake è stato il mio primo amore, appena avevo incrociato i suoi occhioni
neri e solari, mi aveva subito ammaliato. Eravamo amici da una vita, praticamente
eravamo cresciuti assieme, a parte per il fatto che era più piccolo di me di
un annetto scarso; poi arrivò lei, Bella e tutte le mie sicurezze andarono a farsi
fottere. Arrivava ogni estate, la madre la smollava dal padre causa nuovi amori e
nuovi attrezzi( sapete tutti cosa intendo) da provare. E fu così che Jacob, dalla
più tenera età rimase folgorato da quella ragazzina timida e taciturna. Io ero
diventata il terzo incomodo, anche se i nostri vecchi ci obbligavano a giocare
assieme, mi sentivo fuori posto. Beh chi può capire la psicologia di una dodicenne
in piena fase ormonale? Sfido chiunque. Ero diventata schiva e perché no anche
antipatica, la presenza della piccola Bella mi infondeva troppa tristezza. Poi una
settimana fa venne ad abitare qui, esatto proprio a Fork, la madre aveva trovato
un galletto da ravanare ogni sera e così figlioletta dal cuore innocente si era
rifugiata dal padre. Quale luogo migliore? Non cercava neanche di fare amicizia,
dovevano essere gli altri a relazionarsi con lei, era anche maleducata. Ma veniamo
di nuovo a noi, naturalmente fui io ad aprire la porta e lo spettacolo che mi si
parò davanti mi raggelò il sangue nelle vene. Charlie con un mazzo di rose rosse in
mano, Bella che faceva la civetta vergognosa con un'invitato di troppo alias Jake.
Avrei voluto piangere, strappare i capelli a quella gallina e castrare senza pietà
quel sottospecie di ragazzino ciuccia...ah lasciamo perdere va! La mia rabbia salì
ancora di più quando mia madre accettò le rose con fare civettoso e salutò
calorosamente l'ameba che arrossì come un pomodoro maturo; Charlie gli sorrise
gentile “- Salve Mirtilla, ciao Violet!”-
Come avrete ben capito avevamo degli strani nomi in famiglia, tuttavia non mi ero
mai lamentata del mio nome, aveva un non so che di strano ma carino allo stesso
tempo. Bella e Jacob mi salutarono con un cenno e io mi sentii morire; Jake aveva
occhi solo per Bella. Con una maschera d'indifferenza feci accomodare gli ospiti
in sala da pranzo, addobbata a festa per la “grande” occasione. Non ce la facevo
più a sopportare questa situazione così con una scusa mi rifugiai in bagno. Lì
mi sfogai un poco, le lacrime solcavano lente il mio viso, mi guardai allo specchio
e quello che vidi non mi piacque per niente. La matita sbavata lasciava segni
indelebili sulle mie guance arrossate dal pianto, i miei occhi erano rossi e spenti.
Dovevo ricompormi e in fretta
-” Mirtiiii la cena è pronta! Forza sbrigati”-
Mia madre urlò dalla cucina e io mi spaventai a morte, maledetta!
“-Ok mamma arrivo subito-”
Non ci misi molto a ridarmi una nota decente al viso e così scesi nel mio inferno
personale.
La cena procedeva in silenzio, rotto dai bisbiglii di quei due inetti, e dalla voce
di mamma che parlava sotto voce con Charlie. Avevo notato un nuovo feeling
fra di loro, per fortuna, mi ero stufata dei continui lamenti di mia madre, prima si
mettono insieme e meglio è. Dopo la cena, Charlie aiutò a sparecchiare mentre noi
ragazzi ci spostammo in salotto; Jake naturalmente fece come a casa sua e accese
la televisione, io lo fulminai con lo sguardo ma lui mi fece la linguaccia dandomi
un buffetto sulla guancia. Io mi sedetti sulla poltrona davanti a quei due
“- Allora Bella come mai ti sei presa la briga di trasferirti nel posto più umido
degli stati uniti?-” domandai con una punta i acidità che notò solo Jake. Lei
balbettò una risposta del tipo “- Beh, perchè mia madre aveva bisogno di stare
da sola con il suo nuovo marito”- tradotto “ Mia madre non voleva una figlia
ameba fra le palle e voleva ravanarsi in santissima pace il suo nuovo super-figo
maritino”; quanto sono simpatica
“- Beh mi sembra un'ottima ragione, dimmi conosci da molto Jake?”-
dissi lanciando al sottoscritto un'occhiata glaciale
“- Beh veramente ci siamo conosciuti ieri ma ci giocavo anche da piccola e se non
sbaglio c'eri anche tu giusto?-”
“-Sì c'ero anch'io, facevamo le torte di fango-”
E dopo questa mia uscita l'animata conversazione by Bella l'ameba finì lì.
Jake continuava imperterrito a guardarmi strano e con un velo di pentimento, bravo
stronzetto pentiti pure tanto non ti perdonerò mai. Poi si udirono delle risatine,
mia madre stava salutando con un bacio Charlie, io e Bella ci guardammo, io
con una faccia disgustata lei invece era felice.
“- Su Bells è ora di andare-” benedetto Charlie. Bella mi salutò con un cenno
io feci lo stesso, invece Charlie mi diede un'abbraccio goffo e bofonchiò un ciao;
non era male quell'uomo. Mia madre accompagnò alla porta i due e Jake ne
approfittò per portarmi su in camera. Si chiuse dietro la porta e pronunciò la
fatidica frase “- Mi vuoi spiegare che cosa cazzo ho fatto?”- e ora???
Ragazze, ecco a voi il secondo capitolo, come vedete Mirtilla è troppo presa dal nostro Jake e chi non lo sarebbe?! :Q____
Ok apparte gli sbavi dell'autrice, ringrazio Gizzmo95 per la bellissima recensione e voi sbattete un po' le vostre ditine sulla tastiera e scrivete una recensione! ù___ù mi fareste mooolto feliceeeee.
Un abbraccio, Siddy