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Autore: __siddy__Lol    26/03/2011    2 recensioni
"Quando non vorrai essere solo, va in compagnia di te stesso."
Essere me Mirtilla, nessuno lo vorrebbe; sfigata, secchiona, un fiasco con i ragazzi, la solita storia. Se poi ci mettete di mezzo mia madre e la sua oramai storica cotta per lo sceriffo capo Swan e un'amico strampalato che ama follemente la foglia di quest'ultimo beh fatevi delle domande. In tutto questo ci sono di mezzo io, innamorata del ragazzo sbagliato, avente una vita e una madre svampita sbagliata...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Capitolo 2

 

Cena, con contorno di ameba.”

 

 

Quando suonò il campanello un brivido mi corse per tutta la mia povera schiena

 

da ottantenne. Beh starsene sdraiate ventiquattro ore su ventiquattro sul divano a

 

poltrire come una barbona non aiutava di certo. Mia madre respirava a fatica

 

dall'eccitazione, io invece per l'ansia. Non volevo stare seduta a tavola con

 

l'ispettore capo Swan e la sua tenera(fin troppo) ed innocente figlioletta; mi dava

 

fastidio anche le sua misera presenza, con i suoi silenzi rotti da qualche risposta

 

a domande futili da parte di mia madre con deboli ed inudibili sussurri. Mi irritava

 

anche la sua vocina insulsa, non era gelosia, era antipatia e fastidio. Fastidio perché

 

si stava prendendo tutte le mie “amicizie”, e cosa più importante il ragazzo che

 

amavo. Jake è stato il mio primo amore, appena avevo incrociato i suoi occhioni

 

neri e solari, mi aveva subito ammaliato. Eravamo amici da una vita, praticamente

 

eravamo cresciuti assieme, a parte per il fatto che era più piccolo di me di

 

un annetto scarso; poi arrivò lei, Bella e tutte le mie sicurezze andarono a farsi

 

fottere. Arrivava ogni estate, la madre la smollava dal padre causa nuovi amori e

 

nuovi attrezzi( sapete tutti cosa intendo) da provare. E fu così che Jacob, dalla

 

più tenera età rimase folgorato da quella ragazzina timida e taciturna. Io ero

 

diventata il terzo incomodo, anche se i nostri vecchi ci obbligavano a giocare

 

assieme, mi sentivo fuori posto. Beh chi può capire la psicologia di una dodicenne

 

in piena fase ormonale? Sfido chiunque. Ero diventata schiva e perché no anche

 

antipatica, la presenza della piccola Bella mi infondeva troppa tristezza. Poi una

 

settimana fa venne ad abitare qui, esatto proprio a Fork, la madre aveva trovato

 

un galletto da ravanare ogni sera e così figlioletta dal cuore innocente si era

 

rifugiata dal padre. Quale luogo migliore? Non cercava neanche di fare amicizia,

 

dovevano essere gli altri a relazionarsi con lei, era anche maleducata. Ma veniamo

 

di nuovo a noi, naturalmente fui io ad aprire la porta e lo spettacolo che mi si

 

parò davanti mi raggelò il sangue nelle vene. Charlie con un mazzo di rose rosse in

 

mano, Bella che faceva la civetta vergognosa con un'invitato di troppo alias Jake.

 

Avrei voluto piangere, strappare i capelli a quella gallina e castrare senza pietà

 

quel sottospecie di ragazzino ciuccia...ah lasciamo perdere va! La mia rabbia salì

 

ancora di più quando mia madre accettò le rose con fare civettoso e salutò

 

calorosamente l'ameba che arrossì come un pomodoro maturo; Charlie gli sorrise

 

gentile “- Salve Mirtilla, ciao Violet!”-

 

Come avrete ben capito avevamo degli strani nomi in famiglia, tuttavia non mi ero

 

mai lamentata del mio nome, aveva un non so che di strano ma carino allo stesso

 

tempo. Bella e Jacob mi salutarono con un cenno e io mi sentii morire; Jake aveva

 

occhi solo per Bella. Con una maschera d'indifferenza feci accomodare gli ospiti

 

in sala da pranzo, addobbata a festa per la “grande” occasione. Non ce la facevo

 

più a sopportare questa situazione così con una scusa mi rifugiai in bagno. Lì

 

mi sfogai un poco, le lacrime solcavano lente il mio viso, mi guardai allo specchio

 

e quello che vidi non mi piacque per niente. La matita sbavata lasciava segni

 

indelebili sulle mie guance arrossate dal pianto, i miei occhi erano rossi e spenti.

 

Dovevo ricompormi e in fretta

 

-” Mirtiiii la cena è pronta! Forza sbrigati”-

 

Mia madre urlò dalla cucina e io mi spaventai a morte, maledetta!

 

-Ok mamma arrivo subito-”

 

Non ci misi molto a ridarmi una nota decente al viso e così scesi nel mio inferno

 

personale.

 

 

 

La cena procedeva in silenzio, rotto dai bisbiglii di quei due inetti, e dalla voce

 

di mamma che parlava sotto voce con Charlie. Avevo notato un nuovo feeling

 

fra di loro, per fortuna, mi ero stufata dei continui lamenti di mia madre, prima si

 

mettono insieme e meglio è. Dopo la cena, Charlie aiutò a sparecchiare mentre noi

 

ragazzi ci spostammo in salotto; Jake naturalmente fece come a casa sua e accese

 

la televisione, io lo fulminai con lo sguardo ma lui mi fece la linguaccia dandomi

 

un buffetto sulla guancia. Io mi sedetti sulla poltrona davanti a quei due

 

- Allora Bella come mai ti sei presa la briga di trasferirti nel posto più umido

 

degli stati uniti?-” domandai con una punta i acidità che notò solo Jake. Lei

 

balbettò una risposta del tipo “- Beh, perchè mia madre aveva bisogno di stare

 

da sola con il suo nuovo marito”- tradotto “ Mia madre non voleva una figlia

 

ameba fra le palle e voleva ravanarsi in santissima pace il suo nuovo super-figo

 

maritino”; quanto sono simpatica

 

- Beh mi sembra un'ottima ragione, dimmi conosci da molto Jake?”-

 

dissi lanciando al sottoscritto un'occhiata glaciale

 

- Beh veramente ci siamo conosciuti ieri ma ci giocavo anche da piccola e se non

 

sbaglio c'eri anche tu giusto?-”

 

 

-Sì c'ero anch'io, facevamo le torte di fango-”

 

E dopo questa mia uscita l'animata conversazione by Bella l'ameba finì lì.

 

Jake continuava imperterrito a guardarmi strano e con un velo di pentimento, bravo

 

stronzetto pentiti pure tanto non ti perdonerò mai. Poi si udirono delle risatine,

 

mia madre stava salutando con un bacio Charlie, io e Bella ci guardammo, io

 

con una faccia disgustata lei invece era felice.

 

- Su Bells è ora di andare-” benedetto Charlie. Bella mi salutò con un cenno

 

io feci lo stesso, invece Charlie mi diede un'abbraccio goffo e bofonchiò un ciao;

 

non era male quell'uomo. Mia madre accompagnò alla porta i due e Jake ne

 

approfittò per portarmi su in camera. Si chiuse dietro la porta e pronunciò la

 

fatidica frase “- Mi vuoi spiegare che cosa cazzo ho fatto?”- e ora???

 

 

Ragazze, ecco a voi il secondo capitolo, come vedete Mirtilla è troppo presa dal nostro Jake e chi non lo sarebbe?! :Q____

 

Ok apparte gli sbavi dell'autrice, ringrazio  Gizzmo95  per la bellissima recensione e voi sbattete un po' le vostre ditine sulla tastiera e scrivete una recensione! ù___ù mi fareste mooolto feliceeeee.

 

Un abbraccio, Siddy

 

  
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