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Autore: Gae8989    23/01/2006    11 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se Harry Potter fosse un film dell'orrore? Sarete immersi nelle più classiche situazioni da film horror e ricordate, come dice la locandina di "Scream", chi urla muore, e in questa storia spero di farvi morire dal ridere!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 6

Capitolo 5 – Ginny ne sa una più del diavolo…

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E ora lei era pazza di turno. Aveva fatto lo scambio di peso con Harry… perché così doveva essere. Quando Hermione aveva raccontato l’accaduto, sembrava aver capito che in quella casa succedevano cose strane, proprio come diceva il piccolo paranoico. E ora che Harry non era più il pazzo di turno toccava a lei, Ginny. Harry subito aveva creduto alla versione di Hermione, non alla sua… del resto, quasi se lo aspettava. Lo scettico sembrava essere Ron: non appena Hermione aveva proposto di andare via dalla casa, subito le aveva detto di NO! Sembrava irritato dall’idea… non sarebbe tornato alla Tana, stavano bene lì dove stavano e per quanto lo riguardava si era trattato di una coincidenza. Hermione non aveva avuto il coraggio di rispondere e Harry… beh, Harry era assorto nelle sue meditazioni del piffero. Non le importava se adesso la credessero svitata… era tutto regolare e sapeva anche perché Ron non voleva abbandonare Baskerville’s Hunt…

“Gae.” Fece Ginny, mentre era adagiata sul letto.

“Vogliamo finirla con queste sequenze introspettive?”

“Ma, Ginny…” fece l’Autore.

“Shhh! Non c’è bisogno che tu faccia la mia analisi psichica.”

“Guarda che so quello che sto facendo, non ti preoccupare, perché nessuno…”

“Basta, Gae. Lascia che le cose proseguano nel loro ordine e non soffermarti sulla mia mente, altrimenti chiama Raffaele Morelli e Paolo Crepet, e di’ loro di completare questa storia.”

“Ok, calmati però. Non vorrai diventare come Harry, spero.” E sparì.

Si accese una sigaretta. Poi il letto cominciò a muoversi, oscillando avanti e indietro.

“Che palle!” sussurrò a denti stretti.

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“Harry, Harry, svegliati! Devi venire assolutamente a vedere Ginny. Quella mattina Hermione era entrata di corsa nella camera di Harry, estremamente preoccupata.

“Che c’è?” fece Harry mezzo assonnato. Hermione era fuggita via dalla stanza. Lui la seguì in camera di Ginny. Qui c’era anche Ron. Aveva gli occhi sbarrati. Quando Harry rivolse gli occhi verso il letto ne capì il perché. Ginny era inchiodata al letto da delle salde catene e si agitava convulsamente. Emetteva strani suoni gutturali.

“Ma cos’ha?” fece Harry sbalordito.

“Stamattina ero venuto a chiederle se aveva visto le mie mutande in giro e l’ho trovata che si agitava mentre il letto ballava.” Rispose Ron

“Ballava?”

Proseguì Hermione: “L’ho incatenata con un incantesimo. E poi mi ha vomitato in faccia.”

“Cosa?”

“E dice di essere il diavolo.”

“Ma non è che si è fumata qualche canna in più?” suggerì Harry.

“Anch’io l’ho pensato.” Disse Ron.

“Sì, ma è diverso. E’troppo esagitata.”

Harry si voltò a guardarla. Ora tirava fuori la lingua e la muoveva grottescamente in tutte le direzioni, leccandosi le labbra. Poi, le si avvicinò e disse: “Ciao, io sono Harry Potter.”

“E io sono il diavolo! Ora liberami da queste catene.” Rispose Ginny.

“Se sei il diavolo perché non le puoi far sparire da solo?”

“Troppo volgare come prova del mio potere, mio caro Potter.”

In quel momento un cassettino del comò accanto al letto si aprì. Subito dopo si richiuse.

“Sei stato tu?” chiese Harry.

“Sì. Mirabile dictu, non trovi?”

“Parli latino?” Hermione si accese in quel momento.

“Ego te absolvo.” Disse Ginny.

“Perché tu conosci il latino?” chiese Harry a Hermione.

“Se tu avessi letto STORIA DI HOGWARTS, lo conosceresti.” Rispose Hermione acida. Poi chiese a Ginny: “Quod nomen mihi est?” qual è il mio nome?

Il demone rispose esplodendo in una roca risata: “Puttana!”

In quel momento Ron prese Hermione di scatto e disse con voce tonante: “La troia è mia! Lasciala stare è mia!” poi lasciò la presa.

Ginny disse: “Scusa, Weasley, c’è stata un’interferenza e ti ho posseduto per un attimo. Mi riferivo a questa porcella qui!”. La cosa – Ginny girò la testa su se stessa e si rivolse nuovamente a Ron: “Lo sai cosa ha fatto la stracciacazzi di tua sorella?”

Stavolta fu Ron a vomitare.

Il demone si girò verso Harry e disse: “Ho qui tua madre, Potter, vuoi lasciarle un messaggio? Vedrò di farglielo recapitare.”

“Cosa?”

“Sì, lei è qui. Lo sapevi che la tua mammina se la faceva con Sirius Black? Adesso si sono ricongiunti!” ed esplose in una risata agghiacciante. In quel momento Harry perse il controllo e si avventò addosso a Ginny, cominciando a prenderla a schiaffi: “Brutta stronza! Come osi insultare mia madre! Tu… tu…”

“Ohhhh! E basta!” stavolta la voce non era quella del demone, ma quella della solita, vecchia Ginny: “Harry, potevi dirmelo che volevi fare sesso estremo prima di legarmi. E voi due, cosa fate lì? E’finito lo spettacolo.”

“Ginny, sei di nuovo tu.” Fece Hermione, sollevata.

“Ma certo che sono io, chi credevi che fossi, Madre Teresa di Calcutta forse?”

“Oh, poverina, non sa cosa dice. Non se ne ricorda…” disse Hermione, premurosa.

“Ricordarmi che cosa? Potreste spiegarmi?”

“Ginny,” esordì Harry, “tu sei stata appena posseduta dal diavolo.”

“Ma che cazzo dici? Sentite, qualche volta ho il sospetto che siate voi a drogarvi e non io.”

Harry alzò gli occhi al cielo e disse: “Gae, per piacere aiutami.”

In quel momento una luce fortissima illuminò la stanza e i presenti udirono la musica di JESUS CHRIST SUPERSTAR.

“Vi piace la musica di accompagnamento, ragazzi? Stavo pensando anche all’Alleluia di Haendel, però questa è molto carina.”

“Senti, qui la questione non è la musica di accompagnamento, ma le cose strane che accadono.” Disse Hermione con una lieve nota d’isterismo.

“Oh, qualcuno qui si sta scaldando… e non è Harry!” fece l’Autore, ironico “Hermione, non c’è bisogno che fai così. Non è successo niente.”

“Niente?” esclamò Harry “Ginny è stata appena posseduta dal diavolo.”

“Ascolta, io sono l’Autore, se vuoi vado a chiamare Benedetto XVI e gli chiedo di accertare il caso, ma mi pare che non ci sia motivo di andare a scomodare il Papa in persona, va bene?”

“Gae” intervenne Ginny, “non ti preoccupare di loro. Per me puoi anche andare.”

“No, aspetta…” fece Harry.

“Harry, per piacere nun me scassà o’ cazz!” poi si rivolse a Ginny “Questa dovrebbe piacerti come musica d’uscita.” E in quel momento sentirono tutti il motivo di My Sharona mentre la luce svaniva

“Ma è assurdo…” disse Hermione “Ron, smettila!”

Ron canticchiava: “My, my, my, my, my, uhhhhhh… m-m-m-my Sharona!”

“Ron, basta!”

“Oh, ma che cazzo vuoi?” fece Ron, irritato

“Scusa, tua sorella è stata posseduta dal diavolo, e tu canti e balli?”

“Hermione, conosco Ginny, può darsi che ci stia prendendo per il culo.” Bisbigliò in tono concitato.

“Ma…” fece per dire Harry.

“E poi, anche se fosse stata posseduta dal diavolo, ora è tornata in sé. Sentite, la cosa sta iniziando a farmi innervosire perciò smettetela di fare i paranoici del cazzo.”

“Ron, stai rischiando una notte senza sesso.” Lo minacciò Hermione.

“Brava, ecco il tuo modo di risolvere le faccende: 'Niente sesso, Ron!' stai diventando patetica, Hermione!” e uscì fuori dalla stanza, sbattendo la porta.

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Adesso si è fatta imbonire dalle puttanate di Harry, certe volte pensava che la miglior cosa fosse proprio… ah, lasciamo perdere…

Ron scese in cucina.

“Lloyd, fammi un martini.” Disse.

Lloyd gli preparò il martini.

“Oh, sì, bravo Lloyd. Sei l’unico che mi capisce qui.”

Lloyd lo ringraziò.

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“Oh, Harry, io non lo capisco!” Hermione era sempre più nel panico, ma Harry era immerso in uno dei suoi silenziosi pensieri.

“Hermione, una cosa è certa: questa non è una casa come tutte le altre. Forse già in passato sono accadute cose strane.”

“Il dottor Lecter ne potrebbe sapere qualcosa.” Suggerì la ragazza.

“Già. Domani andrò a parlare con lui.”

“Ehi” fece Ginny, “avete intenzione di lasciarmi in catene per tutto il giorno? Muovetevi, prima che mi trasformi nell’Incredibile Hulk!”

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Capitolo 6 – Una chiacchierata con Lecter

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Ron quella notte non riuscì a dormire. Verso mezzanotte e mezza scese dal letto e si diresse nella cucina, dove Lloyd sembrava che quasi lo aspettasse. Si fece due bicchierini di Vodka e ritornò in camera da letto. Quando Hermione lo vide entrare, gli chiese: “Dove sei andato?”

“Oh, sono andato… a lavarmi i denti.”

“Su, vieni qui, tesoro.” Fece lei con il classico tono da sono-una-gatta-in-calore, e Ron la baciò. Dopo qualche istante la ragazza si scostò da lui, dicendo: “Amore, che dentifricio usi? Il tuo alito sa di alcool… Hai forse bevuto?” e qui il suo tono divenne quasi inquisitorio. Ron non aveva voglia di fare discussioni… diciamo che aveva quasi voglia di prendere Hermione per un braccio e… invece disse: ”No, e adesso dormiamo.” La preoccupazione di Hermione cresceva di giorno in giorno: prima a Harry, poi a lei, poi a Ginny… Ron poteva essere il prossimo e, in tutta franchezza, il suo atteggiamento non la convinceva affatto. Quel pomeriggio era salita su in camera per prendere delle cose e aveva notato sulla scrivania dei fogli ricoperti da quella che sembrava la calligrafia di Ron. Sui fogli si ripeteva la stessa frase: “Il mattino ha l’oro in bocca.” Che cosa significava? Era possibile che il suo trottolino amoroso du-du-da-da-da stesse diventando pazzo? E nemmeno Ginny ci scherzava. Sperava che Harry avrebbe portato delle risposte convincenti, una volta andato a parlare con Lecter.

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Quella mattina Harry trovò Ginny in salotto a guardare la televisione.

“Ginny, io esco. Vado qui dal dottor Lecter.”

“Vai, e ucciditi, allora.” Fece lei di nuovo in tono demoniaco.

“Cosa?” esclamò preoccupato, ma Ginny esplose in una risata, e capì che stava scherzando.

Va in cerca di risposte, pensò Ginny, si sente come se fosse il protagonista di un thriller o di un horror… dovrebbero dirglielo che non si chiama Hercule Poirot…

“Gae” disse Ginny.

“Che c’è?”

“Devo usare l’occlumanzia per nasconderti i miei pensieri? Ti ho detto che non ho voglia di sequenze introspettive.”

“Ma aumentano la suspense, ragazza mia!”

“Ho l’impressione che tu ti stia prendendo troppo sul serio! Lo sai che questa è una parodia, non un romanzo di Patricia Cornwell.”

“E tu, Ginny, non sei Aldo Busi e qui non siamo ad AMICI LIBRI, è chiaro?”

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“Oh, quale inaspettato piacere, signor Potter.”

“Il piacere è mio, dottore.”

Lecter fece segno a Harry di entrare. Il dottore fece fare una breve visita della casa all’ospite inatteso.

“Sa, dottore, quando l’altra sera ha chiesto a Ron, Hermione e Ginny di venire a cena non mi sentivo tanto bene e…”

In quel momento intervenne l’Autore: “Chiariamoci subito, ragazzi. Questa non è la classica visitina di cortesia. Harry è venuto qui per ben altro. Siccome questi convenevoli sono un po’ noiosi e i miei lettori in questo momento staranno pensando che devono andare ancora a pagare l’I.C.I., andiamo al sodo. Quindi Harry, di’ al dottor Lecter quello che gli volevi chiedere.” Poi aggiunse tra sé e sé: “Forse Ginny ha ragione… se non intervenivo io qui, sai che palle!”

“Che cosa intendeva dire l’Autore, signor Potter?”

“Ecco, signore, la verità è che nella nostra casa stanno accadendo cose strane dal secondo giorno che siamo qui.”

“E perché si è rivolto a me?” chiese Lecter.

“Ecco, mi domandavo se lei sapesse se in passato siano già accadute cose strane da queste parti.”

“Io sapevo che sarebbe giunto il momento di mettervi in guardia, ma a quanto pare avrei dovuto agire prima. Diciamo che sono anni che in quella casa accadono cose strane. Persino i Babbani credono sia stregata.”

“Davvero?” fece Harry, con il solito tono da beota incredulo.

“Ma, su, mi dica cosa succede.”

E così raccontò tutto quello che era accaduto in quei giorni. Lecter ascoltava avidamente.

“Vede, signor Potter, alcune delle cose che mi ha raccontato sono già accadute in passato. Mi ha detto che la sua amica Hermione è stata aggredita da un uomo vestito di nero con una maschera in volto: anni fa, una studentessa Babbana, Casey Becker, e il suo ragazzo, Steve, furono trovati brutalmente assassinati. Sulla scena del delitto fu ritrovato un costume simile.

“E lei mi può assicurare che la signorina Ginny è stata preda di un possibile caso di possessione demoniaca. Anche questo accadde ad una giovane dodicenne di nome Regan MacNeil. I due gesuiti che esercitarono il rito, padre Damien Karras e padre Lancaster Merrin, morirono nel tentativo di salvarla.”

“Quindi sembrerebbe che in questa casa muoiano tutti, o sbaglio?”

“Sì, più o meno è così. Certe persone non mi hanno mai voluto credere quando avvertivo loro del pericolo di quella casa. Come Grady, il custode che la biscugina dei suoi amici aveva assunto.”

“Che cosa gli successe?”

“Perse la testa e uccise le sue due gemelle e la moglie, poi si suicidò.”

“E nessuno prima di me aveva visto una videocassetta che uccide?”

“No, questa mi è totalmente estranea.”

“Sembrerebbe che sulla casa ci sia una maledizione, allora.”

“Sì, ogni volta che qualcuno vi viene ad abitare, ne subisce gli effetti.”

“Quindi noi siamo i prossimi.”

“Sì, e quello che è strano è che tutto ciò sia accaduto in maniera così istantanea stavolta. La maledizione stavolta si è scagliata subito contro di voi… mi stupisco, ecco… che non siate già… morti.”

Harry, d’istinto, fece un classico gesto scaramantico.

“In altre situazioni le consiglierei di scappare di qui, signor Potter, ma stavolta credo sia meglio rimanere qui e affrontare il suo destino. Forse potrebbe esserci un modo per distruggere la videocassetta.”

“Lei saprebbe farlo?”

“Non sia sciocco. Io sono un Magonò, ma conosco la storia di quella casa meglio di chiunque altro… può darsi che in fondo vi sia un nesso tra gli eventi accaduti. Come le ho già detto, pare che alcuni episodi accaduti in quella casa si siano ripetuti. La cassetta potrebbe aver impresso su di sé le memorie di quegli eventi.”

Harry era sconvolto. Certo che ne sa di cose quest’uomo, pensò. Non è che forse porta un po’ di sfiga? Poi, come colto da un’illuminazione celeste, chiese: “Ma la biscugina del mio amico è morta anche lei in situazioni sospette?”

Lecter, per la prima volta, fu colto da uno strano tremito, osservò Harry. Sembrava leggermente turbato. “Oh, una morte terribile… non mi va di parlarne…” disse infine.

“Ma è importantissimo!”

“Oh, che sbadato!” esclamò di colpo, come se fosse stato preso da una scossa elettrica “Devo andare a dar da mangiare al cane! Mi scusi, ho da fare… devo preparagli la sua solita bistecca al sangue. Se succedono altre cose, mi faccia sapere immediatamente.” E lo accompagnò alla porta. Quando fu la richiuse, Harry ebbe la sensazione di sentire uno strano sibilo.

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Harry raccontò tutto a Hermione.

“E non ti ha voluto dire come è morta la biscugina Joanne?”

“No, ha detto che doveva dar da mangiare al suo cane… credo fosse una scusa. Dobbiamo fare attenzione, lui sa molte cose.”

“Senti, Harry, credo che Ron sarà il prossimo. Insomma il suo comportamento mi spaventa.”

“Capirai” intervenne Ginny, “non gli dai tregua. Non puoi pretendere che lo facciate in ogni momento della giornata. E poi con tutto quello che si dice sull’A.I.D.S.! Voi non usate nemmeno i preservativi…”

“Parli tu che sembri Mia Wallace di PULP FICTION!” fece Hermione, che poi riprese ignorando Ginny “E credo che abbia ricominciato a bere… stanotte aveva l’alito che sapeva di alcool.”

“Ah, sarà quello yogurt alla banana.” Disse Ginny.

Ma Hermione non si placava, né tanto meno Harry. Ci voleva un calmante, pensò Ginny, che subito estrasse due siringhe e, senza che i due se ne accorgessero, le somministrò loro.

Ah, adesso se ne staranno lì buoni buoni, senza rompere il cazzo, pensò la rossa.

“Gae, ti va una canna?”

“No, Ginny, non mi drogo.”

“Strano, leggendo le stronzate che scrivi, si direbbe che qualcosa te la fumi.”

  
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