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Autore: MaTiSsE    27/03/2011    6 recensioni
Bella Swan era una giovane, felice e normalissima adolescente. Edward Masen il suo dolcissimo, splendido ragazzo.
Fin quando qualcosa di oscuro non viene a separarli, distruggendo il loro sogno d'amore.
Edward scompare il giorno del diciassettesimo compleanno di Bella da Forks, piccola cittadina in provincia di Washington.
Dov'è finito Edward?
Come vivrà Bella la sua esistenza senza di lui?
Riusciranno mai a ritrovarsi?
E se questo accadesse, come andranno le cose tra i due?
Leggete per scoprirlo! :)
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più libri/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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nuovissima 21
CAPITOLO 20
Ovunque Sei


(POV BELLA/ ALLISON)











POV BELLA


Desideri del thè, cara? Oppure caffè?"
"Nulla, Esme....Grazie."
"Oh...Ne sei sicura?"

Studiai con attenzione il bel volto di Esme Cullen, quei suoi tratti tanto gradevoli alla vista, quell'espressione così dolce ed amichevole. Speranzosa, oserei dire, mentre mi offriva da bere.
E mi parve una vera offesa rifilarle un secco "no".

"Ehm...ok...vada per il caffè..."
"Perfetto!" - Annuì compiaciuta.

Edward, accanto a me, rise di gusto.

"Trovi sia impossibile rifiutarle qualcosa, è vero?"

Lo guardai sorridendo imbarazzata.

"Più o meno..."
"Lo so. E' lo stesso effetto che fa a me ogni volta....Esme è davvero la mamma perfetta..."


Toccò il dorso della mano di sua madre e la bella vampira ricambiò con uno sguardo colmo d'amore. Si trattava di una scena estremamente dolce e per un breve momento mi parve davvero che Edward ed Esme fossero madre e figlio tanto marcati ed evidenti erano la complicità e l'affetto tra loro. A dirla tutta, mi si strinse il cuore ritrovando, in quell'immagine così intrisa d'amore, lo stesso sentimento e la medesima devozione che aveva unito Edward alla sua prima madre. La mia dolce Elisabeth.

"Avanti, Edward! Non mettermi in imbarazzo!" - Esme ammonì suo figlio, scuotendomi dai miei tristi pensieri, ma ancora rideva versandomi il caffè in una piccola tazza di finissima porcellana bianca.
La osservai attentamente: bordata d'oro, luccicava boriosa sotto la luce artificiale del salotto; sul davanti vi era dipinta, con estrema maestria, una scenetta di vita campestre.

"Porcellana del XVIII secolo. Apparteneva alla collezione privata della regina Maria Carolina."  - Chiarì Carlisle quasi leggendomi nel pensiero. Evidentemente avevo sogguardato quella tazzina con troppa curiosità ma era piuttosto chiaro che si trattasse di un pezzo molto antico e di notevole valore. Era impossibile non ammirarla.

"Ma...Maria Carolina?" - Balbettai - "La..."
"Regina di Napoli, consorte di Francesco IV di Borbone e sorella della più sfortunata Maria Antonietta di Francia. Sì, proprio lei." - Annuì ridacchiando. Con molta probabilità l'espressione dipinta sul mio volto doveva essere fonte di una notevole ilarità giacchè, a breve distanza da me, udii chiaramente anche la risata di Edward ed Alice. Più uno scampanellio melodioso che una risata vera e propria, a dirla tutta.

"E' un po' troppo per te, Bella?" - Suggerì Edward prendendomi in giro.
"Beh no...non è questo...Ecco...a ...a dir la verità...Oh, per piacere, riprendetevi questa tazza! Ho troppo paura di farla cadere, imbranata come sono! Non ci sarebbe un....bicchiere di plastica, per esempio?"

Esme proruppe in una risata altrettanto fragorosa e tuttavia mi venne in soccorso rapidamente, protendendosi verso di me. Afferrò la tazzina dalle mie mani tremolanti ed immediatamente la sostituì con un bicchiere decisamente più prosaico e meno fragile.

"Scusatemi ma...francamente sono un impiastro! E non mi sembrava il caso di esibire le mie doti di distruttrice così platealmente."
"Perdonami tu, mia cara. Non volevo metterti in imbarazzo..."

"Esme ha questa fissa della perfetta padrona di casa, Bella! Non farci caso!" - Scherzò Alice facendo l'occhiolino a Carlisle.
"Oh sì! Forse ho davvero esagerato..."

Edward riprese a ridere allegramente. Era un piacere per il cuore rivederlo seduto accanto a me, felice, spensierato, come tanti anni prima.
Gli sorrisi, poggiando la mano sul suo ginocchio, prima di voltarmi di nuovo verso Esme.

Il cuore ebbe un sussulto quando percepii la mano di Edward ricambiare la mia stretta.

"E...Esme, non hai esagerato...E' un servizio molto bello...Solo che.."
"Che?" - Fece Alice.
"Ecco... non capisco...Come fate ad averlo voi?"

"Domandalo a Carlisle..." - Gracchiò Esme, un vago accenno di disappunto le vibrava nella voce.

Lanciai un'occhiata interrogativa ad Edward che mi rispose sorridendo e facendo spallucce.

"Umane o vampire, voi donne siete tutte uguali!...Tanto per intenderci...mia madre è gelosa!"
"Non è questione di gelosia, Edward..."
"All'epoca non eri neanche nata, mia cara...." - Intervenne Carlisle, bisbigliando sornione.

Dal canto mio li osservai divertita e sorpresa: della famiglia Cullen, sinora, avevo quasi sempre afferratto soltanto il loro lato "vampiresco". Certo, in linea di massima mi erano toccati esclusivamente gli aspetti positivi della loro particolare natura, ma in ogni caso non avevo mai potuto constatare quanto, per molti versi, somigliassero ad una vera, normale famiglia di umani. Si amavano, indiscutibilmente, scherzavano tra loro, si prendevano in giro. Probabilmente litigavano anche. Questo lato di loro mi era stato nascosto; francamente lo trovai adorabile.

"Nata o non nata era innegabile che ti piacessero le attenzioni della regina..."
"Maria Carolina trovava estremamente affascinante mio padre, all'epoca, Bella...Tanto da insistere per regalargli uno dei pezzi più preziosi della sua collezione...La famiglia Cullen si trascina questo cimelio da secoli..."

Mi cascò la mascella.

"Cioè...Lei...Tu...Carlisle, sei stato alla corte del re di...Napoli?"
"Sì...Beh, è' stato tanto tempo fa, Bella.."
"Millesettecentoottanta. Giusto, Carlisle?"
"Giusto, figliolo." - Il dottor Cullen sorrise, compiaciuto. - "All'epoca vivevo ancora in Italia, cercando di convincere i Volturi a piegarsi allo stile di vita "vegetariano". Ma non ci fu verso di far cambiare loro idea. Comunque, Carolina era una donna deliziosa, checché se ne dica..."

Esme colpì Carlisle all'addome, con una gomitata. Alice rise.

"I Volturi?" - Mormorai io, dal canto mio. Qualcos'altro aveva catturato la mia attenzione. - "Chi sarebbero?"
"In teoria si tratta della nostra casata reale. In teoria perchè hanno deciso da soli di attribuirsi tale status. Vivono a Volterra, in Italia. Grandi estimatori delle arti e delle scienze, agiscono anche da giudici, preoccupandosi che la legge venga rispettata." - Spiegò Alice con estrema serietà.
"Quale legge?"
"La più importante: impedire che gli umani vengano a conoscenza del nostro mondo."

Mi si bloccò il respiro.

"Desumo....desumo quindi che sia voi che io abbiamo infranto la legge..."
"Press'a poco" - Rispose Alice con un sorriso. - "Ma non preoccuparti. Non lo scopriranno."

Annuii poco convinta.

"Perchè.... non vivi più con loro, Carlisle?"
"Perchè non riuscivo ad accettare il loro stile di vita. Ai Volturi piace cibarsi di sangue umano, la mia idea di nutrirci esclusivamente di sangue animale era per loro inconcepibile."
"Noi ci consideriamo vegetariani, Bella..." - Intervenne Edward cingendomi le spalle con un braccio. Annuii.
"... Cosicchè" - Continuò Carlisle - "... dopo un po' decisi di abbandonarli. Un vero peccato. Sono avidi di potere e spesso senza scrupoli, ma posseggono menti eccelse. La loro adesione a questo nuovo stile di vita avrebbe significato molto per il nostro mondo.."
"Non pensiamoci più Carlisle..." - Mormorò dolcemente Esme all'indirizzo di suo marito che strofinava il mento tra pollice ed indice, pensieroso.

"Già....non pensiamoci più. Anche perchè abbiamo qualcos'altro cui pensare. Giusto Bella?"
"Sì, Alice..."
"Quando vi ho visti arrivare qui in gran fretta mi sono preoccupata. Voglio dire, siamo felicissimi di averti qui, in casa Cullen...Ma è piuttosto tardi per un'umana e presumo non si tratti soltanto di una visita di cortesia...E' così?"
"Presumi bene, Alice. Abbiamo un problema..."
"Victoria? Non devi preoccuparti per quello. Teniamo costantemente d'occhio lei ed il suo clan...Non saranno un pericolo ancora per molto...E per quanto riguarda Keira..."
"Appunto...Keira...Ed Allison..."
"Non capisco. Cosa c'entra la tua amica adesso?"

Abbassai lo sguardo, visibilmente turbata. Edward mi tolse dall'imbarazzo, prendendo la parola: sapeva certamente quanta fatica mi costasse dover in primis ammettere a me stessa, ed in seguito confessare a terze persone che la mia migliore amica mi avesse, sotto un certo punto di vista, tradito.

"Allison è partita stamattina presto. Apparentemente per tornare a Vancouver. In realtà è sparita, non è rintracciabile da quasi venti ore ormai. Ma in compenso ha lasciato degli scritti in giro per casa di Bella dove fa intendere piuttosto esplicitamente di essere a conoscenza del nostro segreto."

"Oh no...questa non ci voleva..." - Mormorò Esme sedendosi accanto a noi, sul divano.

Alice mi guardò perplessa ma evitai il suo sguardo. Mi costava fatica anche rivelarle l'assurda ed immotivata infatuazione di Allison nei confronti di Jasper, il suo fidanzato. Evidentemente Edward doveva essere del mio stesso avviso giacché non proferì parola a riguardo.

"E' difficile per un'umana arrivare ad una simile conclusione. Cerchiamo sempre di dare quanto meno possibile nell'occhio ed Allison non ci ha frequentato a tal punto da scoprirci.."
"In realtà credo vi abbia...spiato.." - Suggerii.
"Certo, ma è stata aiutata da qualcuno. Non si spiega altrimenti. Non voglio sottovalutare l'intelligenza della tua amica, Bella, ma è davvero impossibile che abbia fatto tutto da sola.." - Intervenne Carlisle.
"Quindi. Chi potrebbe averla indirizzata? Victoria forse? Del resto sua sorella Keira è parte del suo clan, adesso. Magari ha scoperto anche dell'esistenza di Allison e vuole trascinarla con sè.."

Un fremito mi percorse la schiena: non potevo neanche lontanamente pensare di veder trasformare la mia Allison nella stessa creatura folle e sanguinaria in cui si era mutata Keira. Avevo un'altra immagine di lei, così dolce, buona e solare e tale immagine non si sposava affatto con aggettivi disgustosi come "crudele" oppure "omicida".
Edward comprese il mio turbamento, abbracciandomi più forte.

"Lo escludo" - La voce di Carlisle mi apparve piuttosto sicura. - "Victoria l'avrebbe uccisa. Ne sono certo. Si è creata una nuova amica e lì finisce il suo gioco, non ha certo bisogno di formare un esercito. E' opera di qualcun altro. Ne sono convinto."

Il silenzio calò su di noi soltanto un istante. Pochi minuti dopo, infatti, dei passi concitati provenienti dall'ingresso mi indussero a voltarmi in direzione della porta, sussultando. Fortunatamente avevo già provveduto a farmi sostituire la tazzina in porcellana, altrimenti l'avrei mandata certamente in frantumi. Ero troppo tesa.

"Stai calma, mia cara" - Mi tranquillizzò Esme, carezzandomi la spalla. - "Sono soltanto gli altri di ritorno dalla caccia..."
"Sì, ma c'è qualcosa che non va.." - Aggiunse Edward alzandosi di scatto dal divano. Lo seguii con lo sguardo, preoccupata.

Dalla porta del salotto vidi sbucare la testa bionda di Jasper ed istintivamente arrossii al pensiero della mia Allison infatuata di una creatura così distante, assolutamente eterea, assolutamente differente da lei. Non riuscivo a trovare nessuna affinità tra l'amica solare, disordinata e confusionaria che avevo conosciuto io e quel giovane così perso in un passato chissà quanto lontano. Molto più di Edward, Jasper mi appariva chiaramente come una creatura della notte. Ma forse questo accadeva perchè Edward costituiva comunque una presenza intima, familiare ed amorevole, seppur diversa, per certi versi, rispetto al passato  mentre suo fratello rappresentava poco più che uno sconosciuto per me.

Cercai di non pensarci oltre. Non sarei stata comunque in grado di fornire una risposta adeguata al riguardo.

"Un'altra vittima?"
"Sì, al confine." - Assentì Jasper. Dietro di lui venivano, a testa bassa, il ragazzone di nome Emmett e la bionda Rosalie. Trasalii alla sua vista: sapevo di non esserle simpatica.

Scattai in piedi.

"Che succede Edward?"
"Il clan di Victoria, Carlisle. Continua a fare strage di turisti. Dobbiamo fermarli prima che la situazione degeneri. Non possiamo permettere che uccidano altri innocenti."

Un groppo salì alla gola, stringendola.
Non mi ero mai sentita così vulnerabile. O forse sì. Certo che in quel momento mi mancava decisamente la lucidità necessaria per ricordare di aver vissuto tempi peggiori; quando si è costretti ad affrontare situazioni spiacevoli quelle passate, al confronto, sembrano bazzecole.

"Bella, sta' tranquilla. Risolveremo tutto."

Alice mi strinse tra le braccia, prima che potessi cedere sotto il peso di mille preoccupazioni. Sentivo le gambe tremolanti come gelatina. Soltanto l'idea di poter rivedere il bel viso di Edward stretto tra le mani crudeli e sanguinolente di quelle vampire psicotiche mi dava il  capogiro.

"Come....farete? Sembrano così forti!"
"Ce la caveremo!" - Mi fece l'occhiolino.

"Non siamo certo dei novellini. Non ci coglieranno di sorpresa. E siamo in sette, quindi in maggioranza." - La voce di Rosalie giunse splendida e scontrosa, come sempre. - "Li faremo fuori tutti."
"E' così, mia cara. Quindi non preoccuparti, andrà tutto bene."

Annuii, ancora poco convinta.

"Edward, ma tu..."

Lo afferrai per la manica della camicia.
Volevo intendere: "...Ma tu sei convinto di essere in grado di lottare contro di loro?", però non me la sentivo di esporre così apertamente le mie preoccupazioni. Tuttavia Edward fu in grado di anticiparmi, benchè non potesse leggermi direttamente nel pensiero. Probabilmente non ne aveva neanche bisogno, mi conosceva fin troppo bene.

"Non c'è problema, amore. Sono due anni ormai che mi alleno con Jasper, so cavarmela."


Amore.


Mi sorrise, di quel suo sorriso sghembo, adorabile. Mi sentii confortata all'istante.

"D'accordo."

"Cioè, fatemi capire..." - Esclamò qualcuno a poca distanza da me. Un vocione simpatico, dal piglio sicuro. - "Il nostro fratellino non è più single e nessuno mi dice niente?"

Emmett.

"Emm, che c'entra adesso..."
"Eh no fratellino! C'entra sempre! Queste sono cose serie, cavolo!"
"Emmett per piacere..."
"Cioè, tornerai ad avere una vita..."
"EMMETT! Mio Signore, sta' zitto per una buona volta!" - Tuonò infine Edward, visibilmente irritato.

Dietro di lui, Rose scuoteva la testa, decisamente imbarazzata, mentre Alice ed Esme se la ridevano beatamente a poca distanza da me.

Poichè avevo compreso fin troppo bene cosa volesse insinuare Emmett con quella sua frase non completata, desiderai di sprofondare per chilometri sotto terra. Era un argomento piuttosto imbarazzante, a dirla tutta; considerando che l'idea di un nuovo approccio fisico con Edward non mi avesse ancora neanche sfiorata nel privato, affrontarla così pubblicamente non aiutava certo la parte timida ed impacciata di me a defilarsi con tranquillità.

E tutto sommato non riuscii ad arrabbiarmi con quel ragazzone bruno. Piuttosto mi persi nel guardare quelle straordinarie fossette che gli si erano disegnate agli angoli della bocca mentre rideva di noi  e sorrisi di rimando, sorpresa che un vampiro potesse apparirmi tanto umano. Tanto giocherellone e spensierato, quasi infantile. Questi non sono, di norma, aggettivi attribuibili ad una creatura tanto leggendaria. Spostando lo sguardo su Edward, poi, incontrai un'espressione indecifrabile, a metà tra l'incollerito e l'imbarazzato. Anche lui, come me. E fu allora che scoppiai anche io in una grossa risata, piegandomi addirittura sulle ginocchia.

Quel ragazzone era riuscito a farmi passare la paura, l'ansia, i brutti presentimenti, i dispiaceri. Tutto in un solo istante.

Edward si voltò, lentamente, nella mia direzione, agitando un pugno in aria e guardandomi sconcertato.

"Bella, che...?"

Ma non risposi, continuando a ridere fino alle lacrime.

"Credo che Bella trovi Emmett molto simpatico!" - Esclamò Alice di tutta risposta.

Ed allora percepii due grandi braccia cingermi la vita. Mi aggrappai alle spalle di Emmett, ancora ridendo, mentre mi costringeva ad una capriola in aria.

"Emmett! Emmett mettimi giù! Ho le vertigini!" - Ma ancora ridevo.
"La mia sorellina! Sei davvero simpatica! Ed allegra! Meno male, così Edward smetterà di avere sempre quel muso lungo!"

Quando mi poggiò in terra, faticai non poco nel trovare di nuovo l'equilibrio. Edward mi fu accanto in un attimo; alzando gli occhi su di lui incontrai uno sguardo dolcissimo, di nuovo calmo. Ritrovai il sorriso che amavo e mi aggrappai a lui con più foga.

Avrei superato qualsiasi cosa, con lui accanto.

Dopodiché, abbracciai con lo sguardo tutti i presenti, come già avevo fatto una volta, in passato. Quel giorno in cui Alice mi aveva confessato che la sua era una famiglia un po' speciale. Una famiglia di vampiri.
Molte cose erano cambiate, da allora. E gli occhi con cui li osservavo adesso non erano più quelli di un tempo. Per fortuna. Osservai a lungo e con attenzione il viso così dolce di Esme, l'espressione divertita di Alice, il sorriso sincero di Emmett, lo sguardo bonario di Jasper e Carlisle. E mi sentii a casa, straordinariamente, nonostante non si trattasse propriamente di una casa normale.

Unica nota stonata restava la bella Rosalie che, ferma e rigida in un angolo del grande salotto, stentava persino ad alzare il suo sguardo su di me.

Chissà perchè mi odia tanto.

"Edward, perchè non accompagni Bella a casa, adesso? Gli umani a quest'ora dormono e temo che anche la nostra bella ospite sia molto stanca...Non è così, tesoro?"
"Sì, Esme."
"Bene. Andate allora. E Bella, stai tranquilla..."
"Penseremo a tutto noi! Allison compresa!" - Alice terminò la frase di Esme mentre Jasper le si avvicinava guardandola perplesso. Io non ressi di più il discorso giacché sentire il nome della mia amica pronunciato dalla sua "rivale" in amore mi procurava un senso di malessere.

Salutai tutti agitando la mano.

Fuori, all'ingresso, Edward - che non aveva smesso per un attimo di tenermi la mano - si voltò protendendo le braccia verso di me.

"Allora? Pronti per tornare a casa?"
"Prontissimi."

Gli saltai in spalla, in maniera non propriamente disinvolta.

"Tieniti forte scimmietta!"
"Preferirei koala..."
"Non ti piacciono le scimmie?" - Mi rispose quasi serio.
"Sì. Ma i koala mi piacciono di più..."
"Siamo diventate puntigliose...."
"...Affatto. E comunque, se penso di spaventarmi con questi sui avvertimenti sappi che caschi male. Ormai mi sono abituata alla tua velocità inaudita..." - Risposi fintamente risentita.

Le mie ultime parole famose.
Edward mi guardò con il suo sorrisetto sghembo, una strana luce di sfida negli occhi.

"Ne sei certa....scimmietta?"

Conscia di ciò che mi attendeva, strinsi più forte la presa intorno alle sue spalle.

"S...Sì...Vai!"

Esaudì immediatamente il mio desiderio.
Partì in gran fretta e ridendo smodatamente giacché le mie arie da eroina coraggiosa durarono lo spazio di un secondo: iniziai ad urlare come una forsennata, infatti, appena cominciò la nostra folle corsa per i boschi di Forks.





POV ALLISON


"Ti piace sul serio quella roba che stai mangiando?"

Diedi un morso rapido al panino caldo che la cameriera mi aveva servito da poco.
Hamburger, insalata, patatine. E maionese, ovviamente.

Una cena ipocalorica, tanto per intenderci. Ma avevo una fame incontrollabile, mi importava davvero meno di zero delle calorie e dei grassi animali, in quel momento. Non riempivo il mio stomaco con qualcosa di decente da almeno dieci ore e, benché il nervosismo non avesse contribuito molto ad aumentare il mio appetito, il mio corpo aveva cominciato a reclamare autonomamente un pasto caldo. I borbottii poco invitanti del mio apparato intestinale si erano spenti in un batter d'occhio appena inghiottito il primo boccone.

"Sì, mi piace davvero Tanya. Ma potrebbe piacermi di più se non mi sentissi costantemente osservata."
"Oh! Scusa..." - Fece lei ritraendosi appena.

Certo, per una vampira l'alimentazione umana doveva costituire qualcosa di assolutamente disgustoso, nella migliore delle ipotesi. E come tutte le cose disgustose doveva essere certamente anche una notevole fonte di curiosità.
Decisi di non prendermela più di tanto.

"Scusami tu. Quando ho fame divento suscettibile..."
"E' anche colpa mia .." - Sorrise - "Ti guardavo con troppa insistenza, dev'essere fastidioso."

La osservai, occhieggiando bonaria, tanto per farle capire che era tutto ok.
Era bella Tanya. Con quei capelli così lunghi, così mossi, biondo - rossicci. Un colore indefinibile e delizioso.
Ed ancora, quella curva così perfetta del viso, l'ovale morbido, le labbra piene atteggiate in una perenne smorfia di dolcissimo disappunto.
L'avrei anche trovata gradevole se il pensiero costante di lei che tentava di sottrarre il ragazzo alla mia migliore amica non me l'avesse resa, a prescindere, intollerabile. Ma tant'è, in fondo la stavo aiutando in quest'impresa ingloriosa ed avevo ben poco da far polemica.

Infilzai una foglia d'insalata sfuggita al panino, addentandola più con nervosismo che con gusto.

Un gruppetto rumoroso di ragazzini ci passò accanto schiamazzando. Più distanti da noi un papà cercava di convincere la sua bambina a lasciar mangiare in pace la mamma. Ma la piccina non voleva saperne. Strillava e strepitava protendendo le braccine verso la donna che, rassegnata, continuava ad imboccarsi con una mano e carezzare la figlioletta con l'altra.
Mi si strinse il cuore a quella scena: mia madre non mi aveva mai coccolata, neanche sfiorata con le dita.
Benchè portassi il suo cognome, e non quello di mio padre, benché fossi nata dalle sue viscere, ero stata nulla per lei.

D'improvviso quello scadente pub nel centro di Tacoma divenne insopportabile.

"Va tutto bene? Hai una faccia strana, Allison."
"Sono stanca..." - Mentii.

Tanya assentì.

"Lo capisco. Appena avrai finito di porterò in albergo, così potrai riposarti."
"Quali sono i piani, Tanya?" - Sbottai d' un tratto. Mi guardò un tantino sorpresa.
"Oh...beh. Come ti ho già detto ho tutta intenzione di sincerarmi prima dello stato delle cose..."
"E se non fossero andate come previsto, Tanya? Come intendi comportarti? Io ho fatto tutto quanto mi avevi chiesto..."
"Lo so, lo so. Certo non ho intenzione di punirti nel caso il piano fallisca miseramente. Vorrei soltanto fare il punto della situazione, tutto qui.."
"Ricordati che io mi sono già sacrificata troppo per la tua assurda causa. Capisco che l'amore che ti lega ad Edward sia importante per te ma io ho....tradito la persona cui voglio più bene a questo mondo..."
"Più di Keira?"

Mi bloccai di botto, rischiando di morire soffocata dal boccone andato di traverso.

"Coff! Coff....Questo è un colpo basso, Tanya!"

Rise della mia faccia stravolta.

"Scusami. Non era mia intenzione farti soffocare!"

Bevvi un lungo sorso d'acqua prima di tornare a parlare.

"Keira è mia sorella. Sorella, capisci? E' un concetto importante per me. E' tutto ciò che mi rimane di una famiglia disastrata. E so che tu sei in grado di trovarla. Hai sensi più sviluppati, puoi carpire informazioni più rapidamente di me e di chiunque altro. Sappi che, se non fosse stato per questo piccolo particolare, non avresti mai ricevuto il mio aiuto."

"Apprezzo la tua schiettezza. E comunque ti capisco. Anche io ho delle sorelle che amo infinitamente."

Cercai di figurare, davanti ai miei occhi, le bellissime sorelle di Tanya. Perchè doveva essere obbligatoriamente bellissime, come lei.
Non le conoscevo. Tanya era l'unica, del suo clan ad aver frequentato il college a Juneau. Il resto della sua famiglia se ne era rimasto placidamente a Denali, nella propria residenza, senza instaurare alcun tipo di contatto con noi miseri umani.
L'idea di sorella, nel frattempo, mi indusse ad un ulteriore riflessione. Più che altro ad un ricordo doloroso. Quello della mia piccola Keira che, a tre anni, mangiava la minestrina standosene seduta gioiosamente in braccio a me. Che di anni ne avevo solo quattro in più a lei.
Mi si strinse il cuore, di nuovo.

"Allison..." - Mormorò improvvisamente Tanya, con tono solenne - "...voglio che tu sappia, in ogni caso, che quel che stai facendo non è assolutamente crudele o ingiusto, nei confronti di Bella. E' vero, ho i miei interessi in questa faccenda. Voglio Edward, lo amo. Ed anche se finora non mi ha mai ricambiata, io ho fiducia in un nostro futuro insieme. Tu sai quanto possa essere assolutamente totalizzante l'amore, come sentimento..."

Deglutii a fatica. Se si riferiva al mio platonico amore per Jasper...Beh, sì. Sapevo quanto potesse essere assolutamente difficile da gestire. Ed irrazionale. E scorretto, nei confronti di Alice. Ma non riuscivo a sopprimerlo.

"....Ma sappi" - Continuò - "...che Bella è in continuo pericolo, nel nostro mondo. E' una fragile umana, il suo sangue è dolce e può richiamare molti della mia specie che non vivano da vegetariani. Edward passerebbe la sua eternità a proteggerla dal pericolo e Bella non farebbe altro che scappare. Da quel che ho potuto scoprire, a Forks, ultimamente, si è insediato un clan piuttosto sanguinolento e ti assicuro che la continua vicinanza di Isabella ai Cullen potrebbe causarle più facilmente un incontro con gente poco gradita..."

"Un attimo! Che stai dicendo? Isabella potrebbe essere in pericolo?!"
"Non necessariamente. Ma considera che, andandosene liberamente in giro con Edward, è decisamente più facile che possa incontrare altri vampiri, nomadi, per esempio. Oppure i membri di questo nuovo clan. Pare si tratti di individui piuttosto cruenti. Perchè deve rischiare la sua vita quando potrebbe tranquillamente godersi la sua semplice esistenza da umana? Ragiona..."

Cominciai a sudare freddo. Io me ne ero beatamente infischiata di tutto, lasciando Forks in gran fretta. Ed alla fine venivo a scoprire che la mia più cara amica, che da quel luogo non si era smossa, poteva essere in pericolo.

"Quanti sono questi vampiri, Tanya?"
"Oh, non lo so! Ho ascoltato di sfuggita una conversazione tra mia sorella Kate e Carlisle. Sappiamo che c'è in giro un clan pericoloso ma ignoriamo il numero dei componenti o le loro identità. I Cullen si sono limitati a chiederci aiuto nel caso la situazione dovesse degenerare, ma sono fiduciosa...E dovresti esserlo anche tu."

Feci una smorfia di disappunto.

"...E la faccenda è, in ogni caso, molto più complicata. Dovrei parlarti dei Volturi, per esempio. Ma adesso non ne ho voglia. Senza contare che Edward avrà diciotto anni per l' Eternità. Cosa farà Bella? Invecchierà e morirà accanto ad un giovane bellissimo e perfetto? Dirà che si tratta di suo nipote, quando sarà ormai anziana? Non sono compatibili, Allison. Non più. Quindi, per piacere, cerca di non darti troppe colpe. Anche io, al posto tuo, avrei agito allo stesso modo."

Chi o cosa fossero i Volturi adesso, proprio non m'importava. Avevo il cervello in fiamme ed anche l'effetto benefico del panino aveva cominciato a venire meno.
Più ascoltavo le parole di Tanya, più mi convincevo di essermi comportata a dovere, più mi rendevo consapevole che tutto, tutto fosse sbagliato.

Avevo tradito Bella? O la stavo aiutando?
E questi nuovi vampiri che si aggiravano per Forks? Avrebbero costituito davvero un pericolo per la mia amica?

"Tanya, sono stanca. andiamo in albergo, per piacere." - Mormorai infine, esausta.
"Ti accompagno immediatamente."
"E tu? Non hai bisogno di...."
"...Riposare? Io?"
"Oh, giusto. Tu non dormi mai."
"Ne approfitterò per andare a caccia. E domani vedremo di combinare qualcosa per tua sorella, magari ci sposteremo a Seattle."

Annuii.

Tanya pagò rapidamente il conto. Uscendo dal pub mi scontrai con una cameriera persa nei suoi pensieri. Non molto giovane, trascurata ma bella e dai grandi occhi azzurri, biascicò le sue scuse timidamente mentre recuperava il blocco delle prenotazioni caduto sul pavimento.

"Non importa, si figuri..." - Le risposi rapida. Nello stesso istante il mio occhio cadde sul cartellino che teneva appuntato al petto.

"Annie",diceva. Doveva chiamarsi così.
Deglutii a fatica con una strana sensazione di ansia nello stomaco, prima che Tanya mi trascinasse via da quel luogo così insolito.



*


Poco più di un'ora dopo mi ritrovai nel letto inospitale di un alberghetto carino e curato nel centro di Tacoma.
Tanya aveva pensato proprio a tutto e certo non potevo lamentarmi della mia sistemazione, ma il letto di casa Swan, così piccolo ed oltretutto diviso con Bella mi era parso per molti versi molto più confortevole. Forse perchè l'avevo condiviso con la mia migliore amica, spendendo tante notti nel confidarci i nostri pensieri e le preoccupazioni del nostro cuore e dormendo abbracciate. Forse perchè aveva colmato il vuoto della mia anima il calore sincero di quel suo abbraccio notturno. Non avrei saputo dirlo. Fatto sta che, adesso, in quel letto più grande, ero sola. Ed avevo freddo.

Sola di nuovo. Nulla era cambiato. Quantomeno, all'istituto, Suor Maria la notte passava in dormitorio a controllarci e mi lasciava sempre una carezza.

Invece ora non c'era più nessuno.

Mi girai e rigirati più volte, ritrovandomi intrappolata nelle lenzuola troppo fredde.
Mi angosciava il ricordo degli occhi azzurri di quella cameriera e non avrei saputo spiegarmi il perchè. Forse era quel nome stampato sul cartellino a costringermi ad un continuo sussulto. Annie era un nome molto comune per tutti; per me era solo il nome di mia madre.
Sospirai, focalizzando la mia attenzione su qualcos'altro nell'attesa che il sonno venisse a donarmi un po' di ristoro. Ero stremata e tuttavia faticavo a scivolare tra le braccia di Morfeo.
Chiudendo le palpebre per l'ennesima volta, mi ritrovai davanti il volto dolcissimo di Bella. Quei suoi occhi così scuri, così luminosi persino nel grigiore di un giorno qualunque, a Forks.

E se qualcuno le avesse fatto davvero del male?
E se questi temibili vampiri di cui Tanya mi aveva parlato si fossero materializzati scegliendo proprio Bella come nuova vittima del loro appetito?
Forse Edward avrebbe potuto salvarla. Ma se, dopotutto, le sciocche insinuazioni che le avevo ficcato in testa avessero sortito l'effetto sperato da Tanya, cosa sarebbe accaduto?

"Magari Bella a quest'ora ha già litigato con Edward....Ed è...è sola. Se qualcuno la trovasse?"

Sentii il cuore spiccare un salto. Dal petto direttamente in gola. Le pulsazioni delle carotidi si fecero pressanti, rapide ed il sangue fluì al cervello provocandomi un capogiro. D'improvviso mi parve tutto più chiaro; d'improvviso immaginai la mia Bella in pericolo e pensai che la colpa fosse stata soltanto mia.

"L'ho lasciata da sola...L'ho lasciata..."

Che fare adesso?
Come rimediare?

Allontanai le lenzuola, volando letteralmente giù dal letto.
Mi mossi rapida per la stanza, senza combinare nulla di serio. Erano le quattro del mattino. Mi sedetti di nuovo sul letto, poi mi rialzai, aprii le ante dell'armadio, le richiusi con un calcio. Infine, mi fiondai alla valigia, tentata di accendere quel maledetto cellulare e sentire la voce di Bella, finalmente.

Ma erano le quattro del mattino. Magari a quell'ora se la stava soltanto dormendo beatamente mentre io ero preda dei miei scrupoli da traditrice.
Sbuffai, indecisa sul da farsi.

"Oh avanti! Io ho cominciato questo casino ed io lo risolverò! Al diavolo Tanya e tutto il resto!" - Sbottai infilando di nuovo in valigia le poche cose che avevo tirato fuori.

Sapevo cosa dovevo fare. Tornare a Forks.
Certo, era tutto assolutamente stupido e folle. Ero venuta via da quel posto neanche un giorno prima. Ma non sapevo nulla di questo nuovo clan di vampiri ed ignoravo quanto l'esistenza di Bella potesse essere in pericolo. Non sapevo cos'avrei fatto esattamente ma qualcosa mi sarei inventata.

Anzi...

"Andiamo Ally. Sai a chi chiedere aiuto." - Pronunciai solennemente e decisamente convinta mentre, arrancando col borsone da viaggio, mi defilavo infine silenziosamente da quella stanza d'albergo.



POV BELLA

"Edward...." - Borbottai piano, riemergendo da un sonno spezzettato e poco riposante.
"Sono qui" - Rispose immediatamente.

Riaprii a fatica gli occhi, tastando con le mani il suo petto liscio e freddissimo. Allungai le braccia, circondandogli la vita e lui strinse maggiormente la presa su di me.

"Certo che dormi pochissimo, Bella..."

Assentii con un versetto incomprensibile.

"Da molto tempo..." - Biascicai.
"Immagino che un po' sia stata colpa mia...Prima eri un vero e proprio ghiro..."
"No.....è un'abitudine ormai.." - Mentii per non farlo sentire responsabile. Ovviamente era dall'epoca della sua scomparsa che non mi riusciva più di riposare a dovere ma certo non gliel'avrei confessato con il risultato esclusivo di farlo sentire una specie di carnefice.

Mi costrinsi ad aprire totalmente gli occhi ritrovando il miracolo del suo volto meraviglioso e pensai che non potesse esserci buongiorno migliore.

"La mia Bella....Buondì..."
"Buongiorno...Sei stato qui tutta la notte?"
"Tutta la notte, che paroloni! Hai dormito così poco....Al massimo cinque ore...Sono le otto, adesso, e Charlie è già fuori."
"E' passato di qui?"
"Sì..." - Rispose sorridendo - "Mi sono nascosto bene però, non mi ha visto...Tranquilla!"

Risi anch'io, ormai completamente sveglia. Poi, pensandoci, mi rabbuiai nuovamente.

"E' per quei turisti vero?"
"Già....Credo sia stato chiamato d'urgenza e non è l'unico. Poichè è accaduto al confine sono state coinvolte anche autorità non locali. Sono tutti preoccupati per questo fantomatico animale che si aggira nei boschi ammazzando gente."

Sospirai, preoccupata.

"Bella..." - Mormorò Edward, carezzandomi il viso - "Andrà tutto bene. Stai tranquilla...."
"E per Allison? Che cosa faremo?"
"Pian piano troveremo una soluzione per tutto. Non crucciarti, ti prego..."
"Non hai detto nulla ad Alice...Di quel che prova Allison per Jasper, intendo..."

Sospirò anche lui.

"Sarebbe inutile, Bella. Un pensiero in più per il quale non c'è soluzione. Al di là del fatto che potrebbe scatenare la gelosia di Alice, deconcentrandola" - Quasi rise - "...comunque non ne ricaveremmo un bel niente. Contro l'amore, seppur platonico, non si può combattere."
"E' vero..." - Confermai.

Reclinai la testa sulla spalla di Edward, accucciandomi di nuovo contro di lui.

"Oggi sarai con me tutto il giorno?" - Mormorai.
"Sì, se lo vuoi..." - Mi rispose scostando una ciocca bruna dal viso.
"Certo che lo voglio...Ma deve far piacere anche a te...."
"Sciocchina!" - Rise -  "Secondo te non sono assolutamente felice di poter trascorrere del tempo con te? Abbiamo così tanto da recuperare! Anche se..."
"Anche se...?"
"...Anche se certe volte mi pare che nulla si sia interrotto. Come se non fossimo mai stati distanti per ben due anni. Ogni volta che guardo i tuoi occhi vedo i nostri pomeriggi lontani e li rivivo come se fosse ieri, nonostante la mia natura avrebbe dovuto cancellare già da un pezzo questo tipo di ricordi. Ma evidentemente il nostro legame è molto più forte di tutto..."

Lo abbracciai stretto.

"E' vero. Come se non ci fosse mai stata alcuna pausa..." - Mormorai, disegnando un cerchio sulla sua pelle liscissima e fredda. Non ricordavo più il dolore e la mancanza, non ricordavo neanche di aver pianto per lui.  - "Ma non durerà per sempre, immagino...."
"Che intendi?"
"Non potrai stare sempre con me..."
"Oh...beh, di tanto in tanto dovrò lasciarti....Abbiamo quattro pericolosi vampiri da neutralizzare e c'è bisogno del mio aiuto...Ma stai tranquilla, me la caverò alla grande e tornerò sempre da te. Magari nel frattempo potrei lasciarti nelle mani di Alice...Mia sorella ha una smodata passione per lo shopping e potresti farle compagnia!"

Feci una smorfia di disappunto piuttosto comica.

"No, lo shopping no!"

Mi rivolse il suo sorriso sghembo.

"Stai cercando di sembrare rilassata. Ma non lo sei. Che c'è ancora, amore?"

Lo guardai con la coda dell'occhio, sospirando. Decisamente mi conosceva fin troppo bene.

"No, infatti. Non sono tranquilla. Pensavo......Sarete costretti ad uccidere anche Keira, appena avrete catturato il clan di Victoria, Edward?"
"Non lo so, Bella.....e' difficile dirti come andranno le cose, come abbiamo intenzione di gestirle....Keira è una neonata totalmente fuori controllo e piuttosto violenta. Ovviamente, semmai si mostrasse disposta al dialogo, potremmo pensarci...E risparmiarla. A dirla tutta neanche a noi fa troppo piacere uccidere nostri simili, Isabella, se possibile evitiamo...Specie in una situazione triste come questa. Keira è la sorella di Allison ed immagino quanto potrebbe essere traumatico per lei scoprirla morta..."

Sospirai, di nuovo, quando Edwad pronunciò il nome della mia amica.

"Edward...."
"Sì?"
"Dove.....Dove sarà adesso Allison?" - Sussurrai stringendomi al suo petto. Avevo bisogno del suo conforto. Soltanto Edward era in grado di donarmi quella sicurezza che non avvertivo più intorno a me.
"Non lo so, amore. Ma la troveremo. Te lo prometto."

Annuii poggiando la testa nell'incavo del suo collo, beandomi di quella sensazione di freschezza che mi inondava il viso.
Volevo credergli, anche se non fosse stata la verità. Volevo credere, assolutamente, che avrei un giorno rivisto il bel viso della mia amica dai capelli rossi.

"Ovunque sei, Allison sappi che...un giorno riuscirò a riabbracciarti." - Promisi infine a me stessa.





Angolo dell'autrice.

Buon pomeriggio, ragazze mie! Eccoci qui con un nuovo capitolo...Francamente non ne sono affatto convinta, non mi piace granché, fors perchè si tratta di un capitolo di transizione, benché piuttosto lungo...Comunque, spero vi sia piaciuto....Non volevo lasciarvi per troppo tempo senza aggiornamenti! A tal proposito vi avviso che il nuovo capitolo verrà pubblicato fra non meno di dieci giorni, forse anche qualcosina in più....Martedì mattina parto per Londra, sto via una settimana (beate vacanze!) per cui non avrò modo di continuare... Ma al mio ritorno tornerò ad aggiornare, quindi non abbiate timore! :)

Allora...come avrete letto c'è una piccola novità...Allison fa già dietro front! E detto così, può significare tutto e niente...A chi andrà a chiedere aiuto? E cosa troverà tornando a Forks? Avrete anche capito che il clan di Victoria sta per tornare...Beh, credo che lo incontreremo nuovamente molto presto quindi tenetevi pronte! :)

Nel lasciarvi vi ringrazio ancora una volta per tutte le vostre belle parole! Grazie a chi legge, segue, preferisce, ricorda e recensisce...Cercherò di rispondervi in serata perchè fra poco torno in farmacia (benedetto turno della domenica :-S)....
Credo di aver detto tutto! Vi saluto con un bacio enorme!

MaTiSsE!

ps: scusate eventuali errori, non ho avuto tempo per rileggere!










   
 
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