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Autore: ethelincabbages    28/03/2011    7 recensioni
Missing-moment da Mai Nata. Nulla importa davvero. Nulla importa davvero. Niente. Né Ted, né la sua fidanzatina bionda, né gli strilli di Hugo, né una stupida tartaruga defunta. “Al,” richiamò l’attenzione del più scompigliato di tutti i cugini Weasley: stava misurando i vecchi Bolidi di allenamento dei suoi zii col cuginetto Freddy. “Ho trovato Persefone”affermò semplicemente, senza intrallazzi, senza altre parole, senza mezze vie. Al alzò gli occhi verso Chris, poi intercettò la scatoletta di legno. Una smorfia di dispiacere, e tristezza, e senso di colpa, e forse rabbia gli attraversò i bei lineamenti.
Fanfiction classificatasi quarta al One Week Contest - Queen Music! indetto da zuzallove sul Forum di EFP
*Angst. Molto angst.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Fanfiction classificatasi quarta al One Week Contest – Queen Music indetto da zuzallove e vincitrice del Tear Award.

 

Fossi in voi, io leggerei il testo con questo sottofondo musicale: http://www.youtube.com/watch?v=ucot-V9WuxY


Il segno di Persefone

 23 Agosto 2014 – Ottery St. Catchpole, Devon

“Che fai, Persefone? Ti nascondi?” Povera Persefone. Sperava ancora di godere un po’ di pace, all’ombra di un faggio, nel suo bel guscio arancio-nero. “Be’, potremmo provare a nasconderci insieme.” Chris si lasciò andare contro l’albero, proprio accanto alla piccola fossa della tartaruga di Albus. “Magari non ci trovano,” sospirò, non sperandoci affatto. Persefone - diciassette centimetri di scuti colorati, rapiti direttamente dalla campagna salentina, dove un certo Teddy Lupin e una certa famiglia Potter avevano passato il mese di Luglio - e Chriseys - centosessantasette centimetri di adolescente dagli occhi verde-oro, seriamente infastidita dalla ‘genuina vivacità’ della sua famiglia allargata – spesso si ritrovavano a fuggire insieme le chiacchiere senza fine del piccolo Hugo o gli scherzi di James.

“E’ ridicolo, no?” chiese all’animaletto come se questi potesse davvero risponderle, come se sapesse cosa brulicava nel suo cervello. Ridicolo era dover passare forzatamente un pomeriggio alla Tana, perché l’aveva deciso Hermione. Ma perché Hermione doveva sempre decidere tutto? Chris aveva solo voglia di far compagnia alla mamma, non le importava svagarsi coi bambini, non le importava di essere stanca e particolarmente irascibile. Voleva solo prendersi cura di sua madre malata.

“Siete buffe, voi tartarughe.” Chris si permise di accarezzarle la ‘schiena’, chissà se le tartarughe sentivano le carezze sui loro gusci? “Sempre a girovagare per il vostro territorio, ignorando beatame-” La frase le morì stranamente in bocca, quando si accorse che Persefone non aveva mosso né una zampetta, né un occhietto, né nulla durante tutta la durata del suo piccolo monologo. “Ehi, non è un po’ presto per andare in letargo?” Scherzò amaramente mentre la prendeva in mano. Le tartarughe, quando vanno in letargo, si nascondono nel carapace e cercano riparo sotto terra: Persefone aveva la testolina e le zampette, flaccide e immobili fuori dal corpo.

Uno strano magone le risalì su per la gola, e due lacrime le solleticarono gli occhi: “Dai, stupida testuggine.” La punzecchiò: nessuna reazione. “Come faccio a dire ad Al una cosa del genere?”

Raggiunse immediatamente la bacchetta che aveva in tasca: “Reinnerva!” La luce blu dell’incantesimo percorse tutto il corpicino dell’animale, e Chris si ritrovò per un attimo a credere che ce l’avrebbe fatta, che era stata solo una sciocca e frettolosa impressione. Durò solo un attimo.

Com’è facile illudersi, Chriseys.

Si tirò in piedi e staccò un rametto dall’albero, per poi trasfigurarlo in una piccola scatola di legno, grande abbastanza per contenere i diciassette centimetri di Persefone. Non c’era più niente di buffo in quella tartaruga. Morta.

 È morta, Chriseys. È così che succede. Si muore. E morirà anche lei. Ti sei sporcata l’anima, inutilmente.

Girò attorno alla Tana, puntando dritto alla porta d’ingresso, ignorando la voce che le pizzicava le orecchie e il cervello. Sua madre non avrebbe fatto la fine di Persefone. Sua madre sarebbe guarita. Aveva rischiato tutta se stessa per salvarla. Il mondo avrebbe ricominciato a ruotare.

Si auto-impose una nuova vocina, la propria: “Carry on, carry on. As if nothing really matters” canticchiò. Tira avanti. Tira avanti. Come se nulla importasse davvero. Perché nulla importa davvero.

I bambini – tanti Weasley e qualche Potter - si rincorrevano tra le erbacce e gli gnomi da giardino, Ted e Victoire tornavano or ora da chissà quale angolo nascosto, mano nella mano. Chris non seppe evitare la stretta alla bocca dello stomaco e al cuore nel vederli così felici.

Nulla importa davvero. Nulla importa davvero. Niente. Né Ted, né la sua fidanzatina bionda, né gli strilli di Hugo, né una stupida tartaruga defunta. “Al,” richiamò l’attenzione del più scompigliato di tutti i cugini Weasley: stava misurando i vecchi Bolidi di allenamento dei suoi zii col cuginetto Freddy. “Ho trovato Persefone”affermò semplicemente, senza intrallazzi, senza altre parole, senza mezze vie. Al alzò gli occhi verso Chris, poi intercettò la scatoletta di legno. Una smorfia di dispiacere, e tristezza, e senso di colpa, e forse rabbia gli attraversò i bei lineamenti.

Non avresti dovuto prenderla per poi lasciarla andare, così tanti giorni. Non avresti dovuto prenderla affatto. Le hai rubato l’habitat, le hai strappato una casa, l’identità, e poi ti sei scordato di lei. E lei se ne andata. Chris non diede voce a nessuno di questi pensieri, mentre tutti i bambini accorrevano a vedere la tartaruga morta – “Era brutta!” affermò James, “Era stupida” confermò Dominique.

Chris abbandonò il campo e la scatoletta tra le mani di Al, Ted aveva già preso la situazione sotto il suo controllo da Prefetto, che, chissà perché, quando si trovava tra i bambini veniva sempre fuori.

Un forte senso di nausea le invase lo stomaco e i sensi. Aveva solo voglia di tornare a casa. L’immenso cortile della Tana le sembrava d’un tratto troppo piccolo, troppo angoscioso. Voleva sono andare via.

Interruppe la divertita discussione tra Harry, Ron e la piccola Lily sulla torta al cioccolato della signora Weasley, avvertendo il cognato della sua decisione di tornare a casa. Il suo volto pallido e stranito convinse Ron che lasciarle usare la Metropolvere in quel momento non era cosa saggia.

“Chris, sei sicura di stare bene?” si premurò di chiedere Harry, appena un secondo prima che scomparissero.

No. Per niente. Non rispose. Lasciò che Ron la conducesse nel crack della Materializzazione Congiunta.

--

23 Agosto 2014, Wilton Road, London

“Sta bene?” chiese, prima ancora che Hermione alzasse gli occhi verso di loro.

Sua sorella emise un grosso sospiro, cercando di formulare una risposta decente. “Così.” Né bene. Né male. Sta morendo. “Sta giocando a carte con Rose. Volevano restare sole.”

“Posso?”

“Suppongo che a te non dirà di andar via.” Scherzò. Com’era differente, Hermione. La forte, Hermione. La coraggiosa, Hermione. La roccia su cui si appoggiavano tutti gli altri, ottimista e resistente. Era a pezzi, Hermione. Anche se cercava di nasconderlo. “Cos’hai fatto al braccio?” Solo ora si era accorta della fascia sul suo polso. Era davvero un’altra Hermione.

“Ho trovato Persefone sotto un albero.” Una verità che ne copriva un’altra. La sua fasciatura sul polso era più vecchia di due ore, risaliva almeno a due giorni, ma Herm non l’aveva notata, e Chris non avrebbe lasciato che se ne accorgesse ora.

“Persefone, la tartaruga di Al?”

“Morta”come se questo rispondesse alla domanda della sorella. Chris vide Herm tremare leggermente, e immediatamente dopo, cercare di nascondere il proprio turbamento. Era lo stesso turbamento che aveva travolto lei quel pomeriggio. Era irrazionale e sciocco. Ma era reale.

Entrarono in camera della mamma.

Spossata ma sorridente. Ecco come Rosie rendeva la nonna. La bimba agguantava il bel mazzo di carte francesi nel cassetto del comò, prendeva posto ai piedi del letto e bisticciava con la nonna, che fingeva di non saper giocare a Ramino per lasciarla vincere, fino a quando non erano entrambe troppo stanche per continuare.

Spossata ma sorridente. Ecco come si presentava Sarah Granger agli occhi delle sue figlie e di sua nipote. Un sorriso, che era uno spettro, un’ombra sbilenca di quello che era stato in passato, in un viso scavato, su di corpo gracile – troppo, troppo magro.

Stava morendo. Ed era inutile nascondersi dietro occhi appannati dalle lacrime, dietro promesse di Magia Oscura, che a nulla valgono se non a rovinare l’anima di chi la pratica. Il taglio sul polso sinistro di Chris era solo una colpa inutile – Respiro d’Anima, un filtro che fin dal nome non prometteva bene. Ma Chris l’aveva cercato, da quando Herm l’aveva nominato per sbaglio, l’aveva voluto, l’aveva preparato e praticato: un rito oscuro per salvare sua madre. Una stella di sangue, sul polso sinistro, ora, era il marchio della sua vana speranza e della sua anima macchiata.

Chiacchieravano. La capacità di sua madre di portare avanti una discussione, anche nei momenti più impensabili, la sorprendeva sempre.

“Rosie, perché non vai con papà a riprendere Hugo?” La voce placida di Hermione la riportò al presente, lasciandola correre via dai suoi pensieri. I toni che Herm usava con Hugo e Rosie l’avevano sempre affascinata, erano gli stessi che usava con lei da bambina, che cercava di usare ancora adesso; gli stessi di sua madre.

Si somigliavano molto. Loro non se ne accorgevano ma Chris non poteva fare a meno di annotare ogni volta le loro somiglianze – il modo in cui tiravano indietro i capelli, prima di far qualcosa di importante; il modo in cui alzavano le sopracciglia quando qualcuno faceva perdere loro la pazienza; l’innata forza d’animo che Chris invidiava loro; la loro capacità di tirare avanti in ogni più sbaragliata situazione, sempre a vedere i lati positivi. Dettagli. Erano sciocchi dettagli che rendevano Hermione e Sarah molto più simili, e Chris molto più diversa.

Tu sei diversa, Chriseys. Molto diversa.

Zitta. Avrebbe urlato. Ma non c’era modo di farla stare zitta sul serio, quella voce.

“Mamma, ti spiace se apro il piano?”

Hermione s’illumino alla sola richiesta, e Sarah, in egual misura, sembrò riacquistare un po’ di colore – spossata felicità, ecco di cosa la riempiva la sua famiglia. Non chiedeva altro in quel momento. “No, amore. Suona. Per me.” Quasi un sogno, tant’era fragile e stanca la sua voce.

Is this the real life? Is this just fantasy? Caught in a landslide, no escape from reality.

Suona, Chriseys. Suona, che solo questo sai fare bene. Scappa, Chriseys. Scappa, fai quello che fai sempre. Fuggi dalla realtà, fuggi nel tuo cielo di stelle bianche e nere, di suoni cristallini, puliti o sporchi, placidi o furenti, colmi di lacrime o di sorrisi.

Una dopo l’altra le note riscaldarono la stanza, una dopo l’altra. Insieme a formare un ricordo, un perché, un futuro. A scandagliare ogni emozione possibile. Hermione pensò che avrebbe potuto scegliere qualcosa di più allegro, ma Sarah non si levava quel sorriso dalle labbra. E a sua figlia questo bastava.

It's too late, my time has come. È troppo tardi, è arrivata la mia ora.Un verso. Parole risuonarono silenziose e vere nello scorrere della melodia. Parole non pronunciate. Sarah chiuse gli occhi. Con quel sorriso spossato ancora sulle labbra.

Ma la musica continuava.

Suona, Chriseys. Corri in quel mondo che è solo tuo. Riesci a scorgere ancora la differenza? È tutto una stupida balla, Chriseys. Tutto. Anche la tua stessa esistenza.

È morta.

Morta. Come la sciocca tartaruga. Non una parola, non un urlo da parte di Hermione. La sua mano si rifiutava di lasciare quella della madre, così come i suoi occhi si rifiutavano di abbandonare Chriseys.

“Chris …”  chiamò, fragile. Così simile. Così differente.

Ma Chris non ascoltava.

Suona la tua colpa, la tua paura, la tua solitudine. Suona, la tua rabbia. La tua impotenza. Come ci si sente ad essere impotenti, inutili? Vorresti morire, non è così? Insieme a lei. Insieme a Persefone.

Morta. Insieme a Persefone. Le parve quasi facile immaginare la calma del poi; la sicurezza del silenzio, del nulla. Via. Fuori. Finalmente via da questo posto a cui mai era appartenuta davvero. Non strega, non Babbana. Non degna Grifondoro, non abbastanza Serpeverde. Perché tutte le sue paranoie ritornavano adesso?

Perché il vuoto sembrava risucchiarla.

I don't wanna die, I sometimes wish I'd never been born at all. Mai nata. Sarebbe stato tutto molto più semplice se non fosse mai nata. Né paure, né dubbi, né questa agonia immensa.

 “Chris …” Aveva bisogno di braccia a cui aggrapparsi.

Le note sfumarono lentamente sul pianoforte, tra le dita di Chriseys, nelle lacrime. La mano di Hermione le scosse la spalla.

Ecco. Le braccia a cui affidarsi.

 


Nickname: jaybree88
Titolo: Il segno di Persefone
Genere: Malinconico, Triste, Introspettivo
Personaggi principali: Nuovo personaggio (Chriseys Granger), Altro personaggio (Sig.ra Granger), Hermione Granger
Rating: Giallo
Avvertimenti: Angst
Citazione scelta: Is this the real life?
Is this just fantasy? / Carry on, carry on. As if nothing really matters/ I don’t wanna die I sometimes wish I’d never been born at all (Bohemian Rhapsody)
Nda: La one-shot è un missing-moment dalla mia long-fic Mai Nata.

  • Persefone si chiama Persefone perché sì. No – è un richiamo principalmente alla morte, e in secondo luogo al fatto che le tartarughe vanno in letargo per i mesi invernali.
  •   Ho scoperto che il Salento e la Puglia tutta vanno molto di moda come meta turistica ultimamente, non mi è parso assurdo che Harry vi conducesse la famiglia in vacanza.
  • Probabilmente, la scena finale de La prima cosa bella di Paolo Virzì ha influenzato la scena conclusiva della shot.

Ecco il giudizio di zuzallove a cui va il mio ringraziamento più sincero per la rapidità e l’efficienza dei giudizi, oltre che per la possibilità che mi ha dato di scrivere questa storia.

4° Classificata: Jaybree88 
Totale punti: 46,5/50 
“Il segno di Persefone” 

-Grammatica e sintassi: 8,5/10 
Allora, mi hai chiesto un giudizio accurato e minuzioso, ma devo ammettere di averla valutata più o meno come tutte le altre. Dettagliatamente, ma senza contare nella valutazione le piccolezze infinitesimali (come per esempio il mancato spazio fra una nuova parola e il precedente segno di punteggiatura: l’hai fatto, un paio di volte). Non ho contato nemmeno gli errori di maiuscole o di significato per quanto riguarda il fandom sui cui scriviamo. Babbano, Materializzazione Congiunta, Prefetto e Bolidi vanno maiuscoli. Errato, invece, l’uso dell’incantesimo “Innervo”. Si dice “Innerva”, e si usa per far rinvenire coloro che sono stati Schiantati. Per far semplicemente rinvenire, si usa il “Reinnerva”. Ho cercato appositamente sui libri, per essere sicura. Due errori di battitura: “catrapace” invece di “carapace” e “appoggivano” invece di “appoggiavano”. Tre virgole in meno e una in più, se non ho contato male. Una frase che andrebbe invertita: “Harry si premurò di chiedere”. Dopo il discorso diretto, sarebbe meglio dire “si premurò Harry di chiedere”. Un’ottima grammatica, ad ogni modo, e un punteggio soddisfacente. 
-Lessico e stile: 10/10 
Perfetti. Lessico adeguato in ogni momento e stile adattabile ad ogni situazione. Ho apprezzato molto lo stile fluido, sciolto e ricco della prima parte della narrazione, così come quello secco, breve e incisivo della seconda, la morte di Sarah. Punteggio pieno e tanti complimenti. 
-Caratterizzazione dei personaggi 8/10 
Valutare questo parametro è stato assolutamente complesso. Non potendo valutare l’IC, mi sono dovuta rifare alla caratterizzazione del tuo OC. Che è senza dubbio buona, ottima: il fatto è che non sono riuscita a inquadrarla… so che è normale, non avendo mai letto altro di lei, ma per tutta la durata del tempo ho desiderato di sapere altro di lei, di poter comprendere meglio il suo carattere: immaginerai che, dopo aver letto una cosa del genere, il tuo personaggio mi appaia come tremendamente depresso: eppure sono sicura che dietro c’è una storia, una motivazione, una spiegazione per tutta questa angoscia; Non ti ho dato un punteggio basso, ma spero capirai il perché di quei due punticini in meno. E’ stato davvero difficile, ripeto, valutare un OC così, in poche pagine, conoscendolo per la prima volta; 
-Originalità: 10/10 
Come darti di meno? Non credo di aver mai letto una cosa del genere… Ovviamente gioca a tuo favore l’utilizzo dell’OC, che senza dubbio non è una Mary Sue. L’ho apprezzata molto, questa ragazza. Ho apprezzato il collegamento, insolito, tra la morte di un animale e quella di un caro. 
-Punti bonus per l'inserimento della citazione: 5/5 
Perfetta. Sembra quasi che la canzone sia stata scritta appositamente per questo testo. Nulla da dire, un inserimento perfetto. 
-Gradimento personale: 5/5 
Butto giù l’ultimo giudizio per primo. Non posso che scriverlo a caldo, subito dopo averla letta… E’ angosciante. L’avvertimento “angst” ci sta tutto. Mi è scappata una lacrima… E’ difficile esprimere un giudizio che sia diverso da 5/5. Mi ha scombussolata, seriamente. Depressione. Non intesa come tristezza, ma come malattia. E’ questo che mi ha ricordato. L’ho vissuta, so come ci si sente e, cavolo, l’hai riportata benissimo… Solo questo, ecco. Adesso ho finito di stilare gli altri parametri, e spero che giudizio ti soddisfi! La storia è meritevole, assolutamente, ben scritta e fin troppo realistica. Complimenti, davvero :D

 

   
 
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