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Autore: Kate_88    29/03/2011    18 recensioni
Il grande errore di Mamoru era stato quello di sottovalutare Usagi, ritrovandosi a pagare le conseguenze di tutti i suoi sbagli.
Poggiato alla ringhiera, da lontano osservava la sua ragazza parlare con un altro ma nei suoi pensieri c'era qualcosa, come un campanello che lo avvertiva che Usagi non era più la sua ragazza.
Aveva fatto uno sbaglio o forse uno più grande di tutti gli altri.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 3 – L'aiuto di un genitore

 

 

 

Mamoru s'era addormentato quando ormai sorgeva il sole e poco dopo Usagi decise d'alzarsi, abbandonando quel futon e carezzandosi il collo bollente dove quel ragazzo era passato.

Se da una parte c'era la felicità di sentirsi cercata, da un'altra amare lacrime scendevano facendola nuovamente sentire sporca.

Non aveva la minima fiducia in lui, non pretendeva d'averla e non poteva sapere se mentre era lì, qualche altra ragazza attendeva il suo ritorno a casa.

Si chiuse per un po' in bagno mentre al piano di sotto avvertiva i rumori causati dalla madre che preparava la colazione.

Rannicchiata contro la porta del bagno, accese il cellulare che aveva portato con se.

« Ehi Mako chan... »

« Usa ma stai piangendo? Ma dove sei sparita? »

« Tranquilla sto bene. Sono con Mamoru dai suoi genitori. »

« Cosa? Quindi avete fatto pace? Dai Usa, visto? Tutto s'è sistemato! »

« No non è così. Io non credo sia giusto continuare con questa farsa con Hiroki. Mamo s'ingelosisce solo quando tiro in ballo Hiroki, per il resto non s'interessa a me. Gli da fastidio se un altro mi sfiora ma lui pensa solo a quello, non gli interesso realmente io. »

Usagi continuava a piangere, stringendo le gambe con una mano mentre l'altra reggeva il telefono senza troppa forza.

« Ehi Usa... io non credo in quel che dici. Ascoltami, avverto Hiroki che non se ne fa più nulla però tu non abbatterti. Davvero Usa, io non riesco a sentirti così. Sai bene che non sono proprio una fan di Mamoru ma sono certa che lui sia l'unico a poterti rendere felice. Non voglio sentirti piangere, non deve farti piangere. Per favore, goditi questi giorni con lui e non piangere più. Promesso? »

Usagi tirò un po' su con il naso, asciugò le ultime lacrime e mugugno in segno d'assenso alle parole di Makoto.

« Grazie Mako chan e scusati con Hiroki da parte mia. Poi quando torno gli parlerò. »

« Tranquilla. Hiroki era a conoscenza di tutto. Non rovineremo la nostra amicizia. Siamo un bel trio. »

« Si è vero. Mako ti saluto ora e scusami per lo sfogo. »

« Di niente. Buona vacanza. »

Usagi chiuse la chiamata e rimase un po' in quella posizione, stringendosi e chiudendosi.

I rumori nella casa aumentavano e qualcuno bussò anche alla porta del bagno.

« Occupato. » mormorò Usagi con la voce un po' tremante.

« Usa – chan tesoro stai bene? »

La Signora Chiba provò ad aprire la porta che tuttavia era chiusa a chiave.

Usagi s'alzò di corsa e si controllò il volto allo specchio asciugando le lacrime che ancora uscivano.

Sospirò e deglutì prima di aprire la porta e sfoggiare un piccolo sorriso.

« Mi scusi. Scendo giù ad aiutarvi con la colazione. Mamo chan è già sveglio? »

« Ah grazie Usa – chan! Vai pure giù, ci penso io a svegliare Mamoru. Una volta che è qui a casa non voglio perdermi queste occasioni. »

Usagi sorrise e scese al piano di sotto canticchiando, cercando di mantenere quella maschera di serenità che minuto dopo minuti costruiva sul suo volto.

La signora Chiba attese che Usagi fosse al piano di sotto per entrare nella stanza di Mamoru e richiudere dietro di se la porta.

Il ragazzo dormiva a pancia all'aria a petto nudo, con la coperta del futon tutta sfatta.

La madre aveva uno sguardo severo sul volto mentre s'avvicinava al ragazzo. Lo osservò per un po' e quando questo si mosse appena tossendo, mise un piede sul petto del ragazzo premendo sulla cassa toracica.

« Ahi ma che...? »

Mamoru si svegliò di soprassalto, trovando la madre che premeva ancora con il piede contro il suo petto.

« Brutto idiota, razza di deficiente. Parla piano perchè altrimenti ti lascio a digiuno per tutti questi giorni! Che cavolo hai fatto ad Usagi eh? »

« Ma che stai dicendo? Guarda che va tutto ben... »

« Ma dimmi un po', dopo tutti questi anni, mi prendi per una scema? Ti ricordo che t'ho cresciuto e cambiato il pannolino quando te la facevi addosso! »

« Ma dobbiamo parlare dei miei pannolini? Potresti togliermi il piede da dosso? »

« Possiamo anche parlare dei pannolini ma voglio parlare di Usagi! Davvero pensi che sia scema mh? »

« Non penso tu sia scema mamma, credo di esserlo io che appena sveglio non ti capisco! »

Mamoru si stava innervosenso ma sbuffò arrendendosi alla madre.

« Usagi stamane ha pianto. Se le può asciugare quanto vuole le lacrime ma non sono cieca e non sono stupida. Guarda che lo so che è un bel po' che non state più insieme perchè ho un figlio cretino e scemo! »

« Eh? Ma che...? »

« Senti ma davvero hai scambiato i tuoi genitori per scimmie? Volevo vedere quanto tiravi avanti con questa farsa. La mamma di Usagi sa quello che è successo. Per sbaglio ha letto il suo diario. Ora non credo sia necessario che Usa sappia questa piccola cosa, ma voglio sapere da te, dopo esserti comportato come un cerebroleso, hai intenzione di tornare con lei o no? »

Mamoru si sentiva imbarazzato e anche un verme.

I genitori sapevano tutto e se già si sentiva sporco nei confronti di Usagi ora quella sensazione lo attraversava anche guardando in faccia la madre.

La madre tolse il piede dal torace del figlio che si mise a sedere sul futon, osservando la madre come lo sguardo di un bambino che aveva appena rubato una fetta di torta in cucina.

« Senti un po'. Questa vacanza forzata l'abbiamo organizzata con la mamma di Usagi perchè è sicura che tra te e Usagi è ancora tutto in ballo. In più quando ripartirete, papà vuole dirvi una cosa, ma tu ci vuoi tornare con Usa? »

« Mamma io so di aver fatto una cavolata. Non me lo dimenticherò mai quel giorno e la paura che ho avuto quando inseguendendola mi sono accorto che era come un corpo senza anima, però per quanto io la voglia con me, lei ha un altro. »

La signora Chiba inarcò un sopracciglio piuttosto perplessa ed era sul punto di replicare quando entrò Usagi senza bussare.

« Oddio scusate! La colazione è pronta. Visto che non scendevate mi sono permessa di finire di preparare. »

« Grazie Usa chan! Sei stata un amore! Io ero qui a controllare che Mamo chan non avesse fatto la pipì a letto. Ricordi che l'ha fatta fino ai sei anni... »

« Mamma! »

Mamoru s'alzò in piedi ma la cosa più bella di quel risveglio fu vedere la faccia sorridente di Usagi, sincera e dolce, divertita dai modi della madre.

Arrossì osservando quella ragazza e come in un colpo di fulmine avvertì battiti accelerati al petto.

Usagi incrociò lo sguardo di Mamoru e arrossì quando il ragazzo mormorò: « Buongiorno. »

« Ah buongiorno Mamo chan. »

« Senti Usa, visto che tua madre ci ha chiamato per sapere come stai, ci ha detto che tu giovedì avrai il recupero d'inglese. Ecco avevamo pensato che, essendo periodo d'esami non è un problema se restate fino a mercoledì sera, no? Oppure Mamo chan con la sua macchinina potrà portarti giovedì mattina a scuola. »

« Io non vorrei dare disturb... »

« Ma quale disturbo! Tu stai tranquilla e Mamoru! Ti ordino di aiutare Usagi in inglese che se non passa ti do tutte le colpe. »

Puntò il dito contro il ragazzo che annuì osservando di nuovo Usagi che si mostrava a metà tra il divertito e l'imbarazzo.

 

A tavola i quattro commensali ridevano tranquillamente ed Usagi in quella situazione sentiva il cuore leggero.

In quei momenti tutto sembrava normale e se incontrava lo sguardo di Mamoru arrossiva come fosse la prima volta.

La mattina aveva pianto, nessuno le toglieva dalla testa quelle idee che aveva su Mamoru e forse iniziava a considerare che la cosa migliore fosse proprio dire la verità su tutta quella farsa che aveva ideato con Makoto.

Lui come avrebbe reagito?

C'erano tanti pensieri bui nella sua mente e doveva frenare il suo cuore che tendeva sempre verso quel ragazzo.

Usagi sorrise.

In quella miriade di pensieri sorrise godendo di quella colazione così corposa e calorosa.

La torta al limone era rimasta e anche quella alla fragola.

Usagi le osservava entrambe, indecisa su quale prendere finchè non decise di allungare la forchetta su quella alla fragola incrociando quella di Mamoru.

« Mh? »

Usagi osservò Mamoru arricciando le labbra e per un attimo sembrava quasi d'essere tornati ai vecchi tempi.

Ogni volta che andavano a trovare i genitori o quando ai tempi Mamoru viveva ancora con loro, ogni volta che a tavola Usagi era indecisa su una fetta di torta, puntualmente incrociava la forchetta con Mamoru.

C'era quasi una telepatia tra di loro che spingeva i ragazzi a desiderare l'ultimo pezzo di quel dolce.

« Quella alla fragola era mia » affermò Mamoru che tentava di spingere via la forchetta di Usagi.

« A te i dolci non sono mai piaciuti tanto. »

Usagi cercava di spingere via la forchetta di Mamoru.

« La tua preferita è quella al limone. »

« La lascio per merenda. »

« Io invece la voglio mangiare ora »

« Per favore Mamo chan... »

Usagi sfoderò il suo sguardo dolce e tenero accompagnato dalla voce appena tremula.

I genitori assistevano alla scena rischiando di scoppiare a ridere finchè Mamoru non cedette a quello sguardo e lasciò l'ultima fetta di torta a Usagi.

Resistere a quello sguardo era impossibile, specie per un ragazzo innamorato.

Usagi viziata come una bambina, mangiò l'ultima fetta di torta alla fragola, osservando Mamoru per un attimo con uno sguardo di complicità.

« Su Mamoru aiutami a sparecchiare! » esclamò la madre alzandosi dal tavolo e andando in cucina raggiunta dal marito.

Usagi anche si alzò, iniziando a prendere i piatti.

« Usako ci penso io dai, mamma ha detto a me di sparecchiare. »

« Non credo ti ucciderà se ti aiuto. »

Per un attimo Usagi lo guardò e sfumò ogni tentativo di apparire fredda.

« Allora ti farai aiutare in inglese per ringraziarti dell'aiuto. »

« Davvero, non c'è bisogno. Gli esami sono facili di solito. »

« Si ma io voglio aiutarti Usako. »

Mamoru sorrise e con la scusa di prendere i bicchieri a tavola si chinò un po' baciandole la fronte.

La ragazza arrossì piacevolmente accaldata a causa di quei momenti. Iniziò a camminare verso la cucina, fermandosi ad ascoltare involontariamente i discorsi dei coniugi Chiba.

« Usagi è proprio la ragazza perfetta per Mamo chan! » mormorò il Signor Chiba.

« Si è vero. A vederli a tavola prima erano così belli. Chissà se un giorno ci daranno dei nipoti. »

« Secondo me da quei due può nascere solo una bella bambina. Maschi non se ne parla. »

« Bè c'è tanto tempo per pensarci. Usa chan è ancora piccolina ma sono certa che i loro bambini saranno davvero piccoli uragani. »

I coniugi sorrisero e Usagi sospiro attenendo per entrare in cucina.

Mamoru l'aveva raggiunta e aveva ascoltato tutta quella conversazione e in quel momento le carezzò il capo mormorando: « Sicuramente golosa »

Usagi osservò Mamoru tuttavia era piuttosto interrogativa avendo perso il filo logico di quella frase.

 

In una mattina assolata di primavera che tendeva all'estate, studiare era l'ultimo dei pensieri di Usagi che tuttavia prese i libri ed andò a sdraiarsi su un telo nel giardino di quella villetta.

I coniugi Chiba erano impegnati in diverse attività dentro la casa mentre Mamoru stava prendendo gli ultimi libri per aiutare Usagi.

Osservarla baciata dal sole con il vento che muoveva i suoi codini, era uno spettacolo unico, raro ed oro per i propri occhi.

Non solo era il ritratto del bacio e dell'innocenza ma aveva i contorni della sensualità e della passione avvolti dalla fragilità di quel piccolo essere.

Si fermò ad osservarla mentre sfogliava svogliata le pagine di un libro, fotografando nella mente l'immagine di quella donna che aveva perso e che voleva riconquistare.

Il sole era caldo ma non afoso. Era quel caldo piacevole che caratterizzava la fine della primavera ed anticipava l'estate.

Usagi si concedeva già degli abiti leggeri e quel giorno indossava un fresco abito di cotone con una fascia stretta che si reggeva sui seni senza bretelle e la gonna fino alle ginocchia con delle pieghe create dal vento, verde chiaro con alcune rifiniture rosa, sposandosi perfettamente con quella ragazza dai biondi capelli.

Mamoru pensò di non resistere un attimo in più alla vita di quella ragazza così s'avvicinò sedendo al suo fianco.

« Ti ho portato altri libri... »

« Non bastano quelli che ho? É noioso l'inglese. »

« Ricordi cosa ha detto mamma? Se la prende con me se non passi. Dai abbiamo tanti giorni. »

« Non mi piace l'inglese. »

Usagi sbuffò chinando lo sguardo sui libri ed iniziando a scrivere qualcosa.

« Guarda che stai sbagliando... »

« E perchè? »

Usagi guardò Mamoru piuttosto contrariata e interrogativa sventolando il foglio dove stava scrivendo le risposte.

« Perchè la risposta è la A non la B. »

« Guarda che invece è la B » precisò Usagi indicando il libro.

« Usa chan... la terza persona passata del verbo essere è Was non Were »

« Ne sei proprio sicuro? »

« Usako ma tu in inglese proprio zero? »

« Ehm... »

« Che cavolo fai di solito durante le ore d'inglese? »

Usagi arrossì sbuffando.

« Di solito mi mando i bigliettini con Mako – chan e Hiroki »

« Quel tipo è nella tua classe? »

Il momento di pace che era durato inizialmente andò ad affievolirsi quando Usagi nominò Hiroki.

Mamoru sentì nuovamente il mostro verde della gelosia salire dallo stomaco ed osservò più severo Usagi.

« Si è nella mia classe... »

Usagi si morse il labbro inferiore.

Era il momento ideale per rivelare a Mamoru tutti i suoi dubbi, tutto ciò che derivava dalla sua mancanza di fiducia e il piano che con Makoto aveva ideato, tuttavia notò lo sguardo severo di Mamoru ed abbassò lo sguardo finchè non avvertì la mano di Mamoru che l'afferrava per un fianco.

« Che cosa...? »

« Shhh... per un attimo solo, shhh... »

Mamoru strinse un po' quel fianco e chiuse gli occhi trattenendo tutta quella gelosia che dentro lo divorava, offuscando la lucidità ed avvolgendo il suo cuore.

Tacquero entrambi qualche secondo e tra gli uccellini che fischiettavano e il vento che soffiava muovendo i capelli di Usagi e scompigliando quelli di Mamoru, il ragazzo avvicinò il volto a quello della ragazza.

Le stringeva ancora il fianco attirandola a se e con l'altra mano sposto quei fili dorati che erano i suoi capelli e che il vento metteva tra di loro, liberando così la strada verso quelle labbra rosate, prive di trucco e naturalmente morbide.

Confusa e malleabile sotto la presa di quel ragazzo, Usagi non trovò via d'uscita dal baciò che le diede Mamoru.

Diversamente dalla sera prima però, Mamoru dosò la sua gelosia e le regalò un bacio dolce come forse non aveva mai fatto nella sua vita.

Fu un intenso quadro che racchiudeva i due giovani che inconsapevolmente s'amavano.

Lei forse non riusciva a vedere il vero sguardo di quel ragazzo e lui non riusciva a vedere l'amore che silenziosamente quella ragazza chiedeva eppure, per pochi attimo, con un bacio tutto si fuse così da creare l'unione perfetta fatta di complicità.

Forse un giorno, se il destino li avrebbe assistiti, avrebbero raccontato di quel momento in cui tutti erano confusi eppure da lontano qualcuno scattò una foto, imprimendo su carta quel momento d'amore.
 

 


Il punto dell'Autrice

Anche questo capitolo è giunto alla sua fine.
Spero che la storia vi continui a piacere.
Non mi andava di renderla troppo tragica e quindi la Signora Chiba l'ho trovata adatta alla situazione anche perchè ho sempre immaginato i genitori di Mamoru più euforici rispetto al figlio.
C'è chi magari la può odiare perchè s'intromette così come la Signora Tsukino ma alla fine, la mamma è sempre la mamma e forse è quello che serviva a quel caprone di Mamoru.
Un bacio e grazie a tutti coloro che seguono e recensiscono questa mia storia!


Kate

   
 
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