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Autore: LisaStew    29/03/2011    0 recensioni
Ciao a tutti, io sono Lisa.
Essendo una fan sfegatata di Kristen Stewart, ho deciso di scrivere storie su di lei, basandomi sulla realtà. I capitoli perciò parleranno di Kristen ma anche della coppia Robsten.
Ecco, volevo dire che non sempre scriverò capitoli collegati fra loro, ma anche storielle singole. Detto ciò, buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Kristen.-

 

7 Giugno 2010, California.

 

Erano appena le otto quando aprii gli occhi quella mattina.

Non volevo ammetterlo, ma ero agitata. Quella sera gli Mtv Movie Awards mi aspettavano.

E io ero nel panico!

“Ok Kristen, non fare la stupida. Non hai nessun motivo per agitarti così”.

Feci un bel respiro e mi alzai. Mentre raggiungevo il bagno, continuavo a ripetermi che ero una stupida cagasotto. Senza motivo! In doccia mi scervellai cercando di capire cosa esattamente mi teneva in ansia. Ma non riuscivo a capire.

Mi asciugai in fretta, infilandomi i jeans e la t-shirt appoggiati nel letto.

Avevo i capelli bagnati e tutti arruffati. Ma non avevo nessuna voglia di asciugarli decentemente, perciò presi un elastico e li legai in una coda alta.

Presi il cellulare e tutte le mie cianfrusaglie, poi uscii chiudendomi la porta dietro.

L'ascensore era occupato, che strazio. Ero al quarto piano e non avevo la minima voglia di scendere dalle scale. Aspettai con pazienza per alcuni minuti, ma niente.

Allora iniziai a chiamare l'ascensore schiacciando furiosamente i bottoni e mandando a quel paese quel povero cretino che c'era dentro.

Dopo ben cinque minuti, la porta si aprì. Con mia grande sorpresa, mi trovai davanti un idiota per eccellenza, il mio idiota preferito.

“Oh, ma guarda chi si vede! Hai tenuto occupato l'ascensore per dieci minuti! Da dove venivi, da sottoterra?”

“Buongiorno Kristen.” Ignorò completamente la mia provocazione.

“Si, ciao Robert. Ora vado a fare colazione, quindi se devi uscire... Aspetta, dove vai con le valigie?” Ero confusa. Lui non aveva la stanza in questo albergo.

“Vado nella mia stanza, ovviamente.” Mi sfoderò un sorrisino strano, ironico e fottutamente bello, poi uscì dall'ascensore prima di restarne intrappolato dentro.

“Ehi ehi, aspetta. Non me la dai a bere. Dove vai esattamente?”

Cominciavo ad insospettirmi.

“Mmmh, seguimi.”

E lo feci. In pratica stavo ritornando da dove ero venuta. Ecco! Ora lo so! Ha prenotato una stanza vicino alla mia! Ero sul punto di dirgli che avevo capito, quando qualcosa attirò la mia attenzione. Stavamo camminando nel corridoio che portava anche alla mia stanza, ma avevamo superato tutte le porte possibili e più vicine alla mia. Cercai di ricordare se per caso davanti alla mia stanza ce ne fosse un'altra. Ma no, non c'era, ne ero sicura.

“R..Robert... Non ci sono altre stanze qui oltre la mia.. Il corridoio è finito! Dormi in sgabuzzino per caso?”

Sorrise della mia frase ironica, ma non rispose.

No, aspetta un'attimo..

“Rob, non mi dirai mica che..” Indicai lui e poi la mia stanza.

“Oh, ci sei arrivata finalmente! Lascio correre solo perchè è mattina presto, altrimenti mi sarei preoccupato! Ahaha!”

Scoppiai a ridere al suono della sua risata contagiosa.

“Quindi d'ora in poi questa non sarà più la mia stanza, ma la nostra!” Si, mi piace. Eccome se mi piace!

“Eeesatto Stewart, complimenti. Hai vinto un premio!”

Mmmh, premio eh.. No. Ritornai immediatamente alla realtà, che era già bella di suo.

“Ah bene signor Pattinson, si accomodi prego.”

“Grazie mille signorina. Gentilissima.”

Subito dopo gli feci la linguaccia, scemo di un Robert.

“Allora, sappi che qui ci sono due armadi, e per tua fortuna uno è libero. Sistema pure le tue cose, la stanza è abbastanza grande.”

“Ok, perfetto.”

Lo guardai mentre sistemava i suoi vestiti nell'attaccapanni. Era bellissimo. Troppo bello.

Arrivai alla conclusione che ero decisamente troppo fortunata a condividere la stanza con lui, sapendo che milioni di teenagers morivano dalla voglia anche solo di vederlo.

“Ecco, ho finito.” Mi sorrise. “Ti va se andiamo a fare colazione da qualche parte?”

“Oh, si, muoio di fame!”

“Perfetto allora.”

Dopo aver chiuso la porta, prendemmo l'ascensore.

“Beh, spiegami la novità della stanza!”

“Mmmh, in pratica ero stanco di stare solo. Spero non ti dispiaccia!”

“NOO assolutamente.”

Ok, avevo esagerato con l'entusiasmo, perciò sorrisi timidamente.

Tempo due secondi, e scoppiammo a ridere tutti e due!

“Ok, ehm, bene.”

Io e Robert eravamo molto amici, migliori amici per precisare. Passavamo gran parte del tempo a dire cavolate e a ridere come i matti! Soprattutto alle interviste!

DING.

Arrivati.

Robert lasciò le chiavi alla reception e mi chiamò.

“Kristen, puoi venire qui un attimo?”

“Si, dimmi Rob.”

“Tu dovresti avere due chiavi, giusto? Bene, ora ho dato le mie al signore qui e tu mi dai una delle tue.”

“Perfetto, tieni!” “Ah, Rob, ti aspetto fuori.”

Mi fece un cenno di assenso e si rivolse gentilmente all'uomo baffuto incaricato a gestire le chiavi. “Bene, tutto apposto allora, grazie mille.”

Pochi secondi dopo era già fuori accanto a me.

“Andiamo qui nel bar accanto a fare colazione, ok?”

“Certo, per me va bene. Ho una fame!”

“Dai dai, non ti lamentare sempre che sei grassa.”

“Coooosa, grassa? Come ti permetti brutto...”

Lo pizzicai sul fianco e gli diedi una pacca in testa.

In compenso lui rideva a squarciagola.

“Io non riderei se fossi in te, ho ancora in serbo la mia mossa segreta.”

“Ahahah, Kristen, mi fai paura!”

“Sbruffone, chi ti credi di essere?” Ridendo gli pestai con forza un piede.

“Ahiahi, fa male!”

“Lo so, vuoi ancora?”

Si avvicinò delicatamente al mio viso, nonostante fossimo in un bar con altra gente, e sussurrò piano al mio orecchio. Io intanto avevo i brividi dalla testa fino alla punta dei piedi.

“Ti conviene tenere il tuo entusiasmo per stasera Kristen.”

Feci una smorfia, tenendo a bada i brividi e il cuore.

Mi calmai solo per bere il cappuccino, sperando di non fare qualche danno per l'agitazione.

Poi lui si alzò e andò a pagare, quindi uscimmo dal piccolo bar.

Non mi accorsi nemmeno che eravamo già arrivati alla stanza. Quando parlavo con lui il tempo volava.

“Allora Stewart, vedo che sei abbastanza in agitazione per stasera eh?”

“Mah, sai com'è. Foto, domande, premiazioni varie..”

“Poi siamo candidati in varie categorie se non sbaglio.” Pronunciò la frase con un tono strano, quasi per prendermi in giro.

“Rob, arriva al punto.”

Stavamo già ridendo, e non so per quale motivo. Ma finché lui non la smetteva di sorridere come un'ebete, io non riuscivo a fermarmi.

Poi però si fece serio. Eravamo seduti sul lettone, ma lui iniziò ad avvicinarsi sempre più.

Io mandai giù, e mi tornarono i brividi.

“Sai, siamo candidati anche in una certa categoria...” O mio dio. Quando mi parla sottovoce così io divento matta.

“Ehm, si lo so..” Sorrisi, sempre più in tensione.

“E se vinciamo.. sai..” Mi sorrise anche lui, sempre più vicino al mio volto.

Aspettò una mia qualsiasi reazione, ma io ero immobile. Il mio cuore batteva forte, lo sentivo.

Diio Robert, baciami, baciami, altrimenti lo faccio io.

No, non ce n'era bisogno. Un secondo dopo mi baciò. Fu un bacio forte e molto piacevole.

Certo, lui bacia alla grande. Gli arruffai i capelli, e lui mi lasciò fare.

Non so dire quanto durò il bacio, so solo che smettevamo solo per respirare.

Poi, per mia sfortuna, la magià finì e lui, appoggiato con la testa sul mio petto, iniziò a raccontarmi una delle sue cazzate fatte con Tom, tanto per ridere un po'.

Non mi ricordo quanto tempo passò, fatto sta che ci addormentammo tutti e due, nonostante fosse pieno giorno.

 

-Continua...

  
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