Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: suzako    25/01/2006    7 recensioni
<< Insomma, non prendiamoci in giro, Moony! Tutti odiano Peter Minus, tutti detestano quel suo modo di fare arrogante e saccente! E per di più in realtà alle volte è un gran fifone! >>
<< Ma è pur sempre nostro amico, no? >>
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Le giornate ad Hogwarts era pervase da una calma apparente e un insano allarmismo in quel periodo, in contrasto con in giorni chiari, dal cielo terso, che si susseguivano lentamente, come su nulla fosse mai destinato a succedere.
Eppure, succedevano cosa. Giorno dopo giorno un numero sempre maggiore di studenti scrutava ansioso la prima pagina della Gazzetta del Profeta, ogni minimo accenno ai Mangiamorte era ritenuto segno che la fine era vicina, e ogni omicidio compiuto rendeva l’incubo più reale.
Le lezioni procedevano come sempre, niente apparentemente era cambiato, eppure quando la nostra mente vagava altrove, cullata dalla voce monotona del professor Ruf, sempre più spesso si fermava là, in quel limbo oscuro di teschi e serpenti che sapeva di Morte e Paura.
Tutti sapevano, nessuno parlava.
E alle volte succedeva. Non solo sui giornali, non solo in posti lontani, ma qui, in mezzo a noi.

I bagagli vicino all’entrata. Quell’inusuale trambusto lungo i corridoi, quel viavai di studenti e professori verso l’uscita annunciava che le vittime non erano solo i morti: e un altro studente, per paura o per lutto, stava lasciando la scuola. Qualcun altro era stato colpito, il terrore si diffondeva, strisciando come un serpente, e già nelle aule si potevano incontrare i Mostri di domani… le Vittime del presente… Gli Eroi del futuro.
Eppure, il sole continua a sorgere, eppure Hogwarts è ancora qua, troppo reale, troppo intoccabile perché il pericolo riesca a giungere alle orecchie di tutti.
Fingere di non sapere.
Scoprire.
Morire.
Vivere.

Sala comune dei Grifondoro.
La porta si apre cigolando, ma alle volte non è necessario alzare gli occhi per vedere.

<< Ehi Remus… >>, esordì un ragazzo magro e occhialuto verso l’amico seduto su una poltrona scarlatta, con un enorme libro in mano.

<< No James, non ti faccio copiare Difesa contro le Arti Oscure. >>, borbottò lui in tutta risposta

<< Ehhh? Ma che dici, quello l’ho già copiata da Bert…Cioè, l’ho già fatta! Volevo chiederti un’altra cosa… >>
<< No, non ho ancora fatto Aritmazia, e… No, non credo che Lily Evans uscirà con te in un futuro poco prossimo. >>, disse lapidario Lupin.

<< Ah. >>

<< Piuttosto… >>

Alle volte la porta si apre cigolando, alle volte sbatte rumorosamente, alle volte resta chiusa. Per sempre.
Sirius Black fece irruzione nella sala con la solita noncuranza, e se avesse potuto state certi che avrebbe sfondato la porta, a spese della povera Signora Grassa.

<< Prongs! Moony! Avete letto…? >>, esclamò animatamente

Lo sguardo di James si incupì. Remus alzò immediatamente lo sguardo dal libro, pur rimanendo sulla poltrona davanti al camino spento dove stava.

<< E’ morto… qualcuno? >>, disse in un soffio.

<< No, non ancora…Ma è stato visto il marchio nero ad Hogsmade. >>

James trasalì, Remus spalancò gli occhi, e per poco non gli cadde il libro.

<< Non è possibile! Se c’è quel marchio vuol dire che in qualche modo, qualcuno… >>, il ragazzo con gli occhiali parlò tutto d’un fiato, prima che la voce gli morisse all’ultima parola: non voleva dirlo.

<< Non hanno trovato nessuno. >>, sentenziò Sirius.

<< Mentono! Non è possibile che quel marchio sia lì senza che sia successo niente, non è possibile! E se non è ancora successo, presto o… >>

<< Sono vicini. - mormorò Remus interrompendolo. – E’ una minaccia, o un segnale, un avvertimento. Hogwarts è protetta ma loro sono qui. Sono ovunque. >>

James lanciò un’occhiata a Sirius.

<< Già, mi chiedo se i miei genitori… >>

<< Lo sapresti, Sirius. >>

<< No che non lo saprei! Ormai sono… fuori. Non faccio più parte della famiglia, e comunque non lo direbbero a uno sporco traditore del suo sangue frequentatore di sudici ibridi e mezzobabbani…! >>, concluse il ragazzo con un sorriso amaro, ma sempre divertito. Amava particolarmente quella definizione, e usava dirla spesso con orgoglio, soprattutto davanti a qualche serpentesco parente.

<< Beh, è quello che volevi, no? >>, replicò James serio.

<< Prongs, cazzo, certo che è quel che volevo! Ma che vuol dire, se quei bastardi fanno qualcosa, qualunque cosa, ci vado in mezzo anche io e… e anche… >>, sbuffò improvvisamente irritato, e si zittì prima di dire qualcosa che potesse compromettere la sua dignità.

<< Adesso dateci un taglio e state calmi. Vi ricordo che non possiamo fare niente. >>, sentenziò Remus.

<< Già, non possiamo fare niente. >>, assentì James spazientito, andandosi a sedere su una poltrona vicina a quella dell’amico.

<< E’ frustrante. >>, acconsentì Sirius.

<< Ehi, ma Peter lo sa? >>, chiese a sorpresa Remus

<< Peter? E che gli importa, tanto la sua famiglia è purosangue. Non si interessa mai di queste cose, poi, lo sapete. >>, ghignò Sirius.

<< Mah, secondo me andrebbe comunque informato, in fondo siamo suoi amici. >>

<< Già, i suoi unici amici. >>, affermò James distrattamente.

<< Beh, adesso non esageriamo… >>

<< Insomma, non prendiamoci in giro, Moony! Tutti odiano Peter Minus, tutti detestano quel suo modo di fare arrogante e saccente, come se fosse chissà chi! E per di più in realtà alle volte è un gran fifone! Pensa che a Pozioni… >>

<< Ma non è mai fuggito alla stamberga strillante, o davanti al Platano Picchiatore. >>, disse Remus semplicemente.

<< Io non credo che Peter sia cattivo, o cos’altro, però non vi è mai capitato di pensare che stesse con noi solo per… Oh insomma è una stronzata da dire però… >>

<< Vuoi chiamarla “fama riflessa”? >>

<< Beh, sì, è quel che volevo dire. Pensaci, nonostante si lamenti sempre ci segue ogni volta fuori da scuola, cerca di ingraziarsi i professori ma di certo non si lamenta quando io o Sirius facciamo qualche stupidaggine, ci segue sempre e comunque, ma lui non è così, non è mai stato un vero “malandrino” e non lo sarà mai, credo. >>

<< Beh, è pur sempre nostro amico, Prongs. >>, gli disse Sirius.

<< Non volevo metterlo in dubbio… >>

<< Secondo me, è semplicemente diverso. Peter è timido, e può darsi che si sia avvicinato a… tutti noi per quel che dite, ma secondo me se non si è mai tirato indietro il motivo un altro. Forse non è un “vero” malandrino, ma se vorrebbe esserlo… Che c’è di male? E chi siamo noi per giudicare? >>

Cadde un pesante silenzio sui tre ragazzi. Sirius, che fino a quel momento aveva ostinatamente guardato per terra, sollevò appena lo sguardo verso Remus, che però era ritornato apparentemente al suo libro, anche se i suoi occhi erano fissi su un punto, e non accennavano a scorrere la pagina.
James Tamburellava nervosamente le dita sul sedile della sua poltrona, fissando molto interessato i piedi di Sirius, che stava in piedi di fianco a lui. Si scambiarono tutti e tre un’occhiata significativa.

<< Effettivamente ho detto delle cose assurde… >>, esordì James per rompere il silenzio.

<< Non è corretto: sei stato un gran bastardo, ecco! >>

<< Ah, parli proprio tu, Padfoot?! Devo forse ricordarti quella volta che c’era Evans vicino a noi e tu… >>

<< Stop, stop! Come stronzaggine non c’è nessuno pari a voi due, quindi buoni. E poi spiegatemi perché devo essere sempre io a riprendervi, mica sono la vostra balia… >>

<< Scusa mamma… >>, borbottò Sirius.

In tutta risposta Remus gli affibbiò un calcio negli stinchi. Notevole, tenendo conto che non si era mosso dalla poltrona.

<< Dannato lupastro, ti ci metti pure tu?! Oggi quella troia della McKenzie mi ha riempito di botte perché le ho dato un bidone… >>

<< Soffri in silenzio, sto leggendo. >>

<< Sì, sì, tolgo il disturbo… Prongs, andiamo a vedere dov’è Peter. >>

<< Eeeh? Da quand’è che ti interessa dove sta quando non ti ronza intorno? >>, esclamò James divertito.

<< E piantala. >>

<< Ehi Moony, Padfoot si sente in colpa! >>, riprese a gran voce

<< Non-mi-sento-in-colpa! >>, ringhiò Sirius in tutta risposta, cercando di colpirlo.

<< A cuccia, cagnaccio! >>

<< Ma voi non stavate scendendo in sala grande? >>

><< Sì sì, andiamo! Ciao Moony, a dopo! >>, detto questo, James trascinò un incazzatissimo Sirius fuori dalla sala, lasciando un sorridente Remus ai suoi libri

Quando uscirono, né James né Sirius si accorsero che la porta non era chiusa, ma solo accostata.
Non si accorsero che i quadri, invece di sonnecchiare alle pareti, erano svegli e vigili, come se un gran trambusto fosse già venuto e andato.
Non si accorsero dell’affrettato rumore di passi che ancora rimbombava mentre scendevano le scale, come non si erano accorti che qualcuno aveva aperto quella porta proprio nel bel mezzo della loro discussione.

James Potter e Sirius Black scendevano ridendo le scale, incuranti in quel momento del futuro, dei Mangiamorte e di qualsiasi altra cosa: quale forza del destino avrebbe mai potuto dividerli?
Si sentivano forti, si sentivano uniti e al sicuro. Stavano bene, e nonostante tutto erano esattamente, egoisticamente e stupidamente felici.

Ma James Potter, Sirius Black e Remus Lupin non sapevano cosa li attendeva.
Non sapevano che era già tutto deciso.
Non sapevano che Peter Minus aveva ascoltato tutto quel che si erano detti fino al momento in cui il silenzio era caduto su di loro: per lui quello era il silenzio del disgusto e dell’odio, il silenzio del tradimento e della vergogna.
Era scappato, fuggito per sempre, e non sarebbe tornato mai più.
James e Sirius non potevano sapere che Peter era sempre stato affascinato dal potere, che la sua debolezza, la sua stoltezza gli sembravano svanire in compagnia dei suoi… amici.
Con loro si sentiva in grado di dare il meglio.
Con loro si sentiva bene, prima di quel giorno.

Ma questo, non lo sapranno mai.
E così lasciamo che cerchino Peter in sala comune, lasciamo che James si faccia distrarre da una capigliatura infuocata, che Sirius si fermi a fare l’occhiolino a una bionda Corvonero e che ridano, che scherzino questo giorno, e il giorno dopo ancora, e sempre così, per molto altro tempo.
Non sapranno mai che la loro sorte era stata decisa quel giorno.

 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: suzako