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Autore: TheBlazer    30/03/2011    1 recensioni
Prima di diventare un esperto Domadraghi e il Campione della Lega di Johto, Lance deve pur essere stato un ragazzo come tutti gli altri... o forse no? Cosa significa lo strano marchio che gli segna la mano fin dalla nascita? Chi è la misteriosa figura che di quando in quando gli appare in sogno, ammonendolo di stare in guardia da un certo "Disertore"? Un dono senza precedenti scorre nel sangue di Lance, un dono magnifico e terribile allo stesso tempo. E ora che un Male antico come il mondo si prepara a sciogliere le sue millenarie catene, il compito di fermarlo spetta proprio a Lance, ad una giovane e coraggiosa ricercatrice di nome Reason Elm e a N, un enigmatico ragazzo dagli insoliti poteri. Ma tra maschere e verità, confessioni e segreti non detti, per il nostro Domadraghi non sarà facile distinguere gli amici dai nemici... (LanceXOC?, NXWhite)
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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-La Cacciatrice di Shiny-


E' stato un sogno, solo un dannatissimo sogno.
Era quello che Lance continuava testardamente a ripetersi, ma una microscopica parte di lui era convinta che fosse stato ben più di un semplice sogno. Come poteva definirla, una specie di... visione? Un contatto extrasensoriale? Una seduta spiritica? Tantissimi medium sostenevano di poter comunicare con le anime dei defunti, ma lui non vi aveva mai prestato realmente attenzione: preferiva le cose più concrete, quelle che si potevano toccare con mano, non quelle balle spirituali. E poi, la Sagoma con cui aveva parlato era sembrata tutt'altro che defunta... un po' vecchiotta, forse, ma certo non defunta.
Lance si massaggiò la nuca. Più ci pensava, meno ci capiva.
Si era alzato all'alba e camminava ormai quattro o cinque ore. I profili taglienti delle montagne svettavano tutto attorno a lui, indorati dalla luce ancora debole dei raggi del sole. Macchie di pini argentati s'arrampicavano tra i crepacci e i frastagliati bordi pietrosi, tendendo le loro fronde verde pallido come mani in offerta. Il cielo limpidissimo e le gentili folate di vento promettevano una giornata magnifica, ma Lance era pronto ad ogni evenienza: conosceva bene il clima capriccioso della dorsale, e già in un paio di occasioni gli era capitato di ritrovarsi fradicio fino all'osso per qualche tempesta improvvisa. Se i suoi calcoli erano corretti, comunque, sarebbe giunto alla Via Gelata nel giro di un paio d'ore. Per quanto si sforzasse, di tanto in tanto il suo pensiero tornava immancabilmente a Sandra. Si chiedeva quando l'avrebbe rivista, se davvero avrebbe dovuto scontrarsi con lei per la medaglia di Ebanopoli. Chissà, magari prima o poi si sarebbe accorta di lui...
Un rombo lontano lo fece tornare sulla terra. Lance si guardò attorno, e dopo alcuni secondi li individuò. Dapprincipio furono solo due ombre indefinite, simili a sfere di polvere, poi pian piano le loro sagome divennero più nitide e infine si mostrarono per quello che erano. Una coppia di Graveler. Rotolavano come enormi palle da bowling lungo il fianco del monte denominato Dente di Charizard, sollevando ciottoli e nubi di polvere giallastra.
La cosa non avrebbe turbato particolarmente Lance (i Graveler erano tutt'altro che rari, in quella zona) se non fosse stato per due dettagli: uno, l'improvviso senso di pericolo che gli strinse lo stomaco, e due, il fatto che quelle creature stavano puntando proprio nella sua direzione.
Il ragazzo si fermò, con la mano che già correva alle pokeball.
I Graveler terminarono la loro corsa a poche braccia di distanza da lui e si sollevarono sui piedi possenti. Attorno a loro pulsava un'aura oscura, malevola. I loro bulbi oculari, di un rosso impossibile, fissavano Lance come morendo dalla voglia di farlo a pezzi.
- E pensare che i Graveler normalmente si tengono alla larga dagli uomini - mormorò Lance tra sé e sé. - Che diavolo hanno questi...? -
Uno dei Graveler muggì e corse verso di lui, agitando scompostamente le braccia, subito imitato dal suo simile.
- Vai, Dragonair, Protezione! -
Il suo fidato Dragonair apparve in un lampo di luce rossa e si pose di fronte a lui con fare difensivo. Non appena i Graveler si lanciarono in avanti, una barriera trasparente come una bolla di sapone scintillò a mezz'aria e li spedì violentemente indietro, scaraventandoli ad una decina di metri di distanza. I due Pokemon di roccia atterrarono con un tonfo sonoro, che risuonò in un'eco ferrigna per le valli ed i crepacci.
- Bene così, amico, adesso stendili del tutto con un bell'Idropulsar! -
Il raggio acquatico li colpì in pieno prima ancora che potessero rialzarsi. Con un ululato di dolore, i Graveler rotolarono via, mentre le gocce d'acqua corrodevano come acido il loro corpo di ruvida roccia.
Soddisfatto, Lance accarezzò il collo sinuoso del suo Dragonair. - Ci vuole ben altro per preoccuparci, vero? Mi chiedo solo cosa gli sia preso, a quei due, per attaccarci senza motivo. -
Stava per richiamare Dragonair, quando su di loro si stese un'ombra gigantesca. Il fulmineo drago azzurro spinse prontamente via il suo allenatore, e la massiccia coda dell'Onyx s'abbatté a vuoto sul terreno, facendolo tremare. L'enorme serpente di roccia s'inarcava su di loro, oscurando il cielo con la sua spaventosa mole. Il suo sguardo, come quello dei Graveler che l'avevano preceduto, lampeggiava di un rosso sanguinario.
Lance aggrottò la fronte. Cosa stava succedendo, ai Pokemon della dorsale?
- Dragonair, di nuovo Idropulsar! - ordinò, e un secondo getto d'acqua sferzò l'aria come una frusta. L'Onyx emise un sordo boato di dolore, ma non cedette: anzi, si torse verso Dragonair e fece per colpirlo con il suo corno di roccia.
Ma Lance non era considerato una promessa del Clan per niente.
- Extrarapido! -
Dragonair slittò via dalla traiettoria dell'Onyx, ora sbilanciato in avanti, e si portò alle sue spalle, assestandogli una potente frustata con la coda. L'Onyx cadde riverso a terra, però si sollevò nuovamente e si volse con uno scatto.
- Presto, Idropulsar! -
Ma prima che Dragonair potesse lanciare di nuovo il suo raggio d'acqua, l'Onyx sferrò un velocissimo Rocciotomba: nel giro di pochi istanti, il corpo del drago azzurro fu imprigionato tra pesanti pareti di pietra bruscamente sorte dal terreno e chiusesi su di lui come una tenaglia mortale. Solo la testa e la coda si dimenavano a vuoto, nel vano, frenetico sforzo di liberarsi. L'Onyx sollevò la coda, accingendosi a schiacciargli il cranio.
- No! - gridò Lance, ma alla sua voce se ne sovrappose subito un'altra, chiara e argentina: - Beautifly, Paralizzante! -
Un velo di polvere smeraldina calò improvvisamente sull'Onyx, e il serpente di roccia s'immobilizzò, come congelato. Sopra di lui volteggiava un Beautifly, un grazioso Pokemon farfalla. Lance lo fissò stupefatto: non solo quella creatura era tipica di Hoenn, ma al contrario dei suoi simili (bianchi e neri, con macchie gialle sulle ali) questo aveva un corpicino sui toni del beige e del castagna e grandi ali nere screziate di vermiglio.
- Gigassorbimento, ora! -
Il Beautifly si levò alto e sollevò la testa, come prendendo un grosso respiro. Luminose particelle di energia vitale si rilasciarono dal corpo già indebolito dell'Onyx, stroncandolo definitivamente, e fluttuarono verso il piccolo Pokemon farfalla, che le aspirò con avidità. L'Onyx si accasciò a terra con un rumore simile ad una slavina. Con il loro poderoso creatore messo al tappeto, gli effetti del Rocciotomba si sciolsero, liberando Dragonair dalla sua prigione di pietra.
- Dragonair! - Lance si precipitò accanto a lui. Le lisce spirali azzurre erano percorse di graffi e abrasioni, ma il drago non sembrava gravemente ferito. Il suo allenatore gli toccò la guancia con la mano, così preso dall'ansia e dal sollievo da non notare il luccichio argenteo che ora accendeva il marchio sul suo palmo. - Grazie al cielo non ti sei fatto niente, per un attimo mi sono davvero preoccupato. -
Dragonair alzò il capo, fissando qualcuno alle sue spalle. 
- Ehi, state bene? -
Lance si voltò. Dietro di lui era comparsa una ragazza all'incirca della sua stessa età, sui sedici o forse diciassette anni. Attorno al suo bel viso a cuore spiovevano lunghissimi capelli castani, lisci come spaghetti, che ricadevano fino alla vita in una lucente cascata bronzea. Sotto la giacchetta aperta s'intravedeva un'aderente maglia azzurra, dallo scollo a V, e sotto una gonna a mezza coscia. Alle mani portava mezziguanti che le coprivano solo il mignolo e l'anulare, e legata alle spalle aveva una sacca elasticizzata blu elettrico. Scarpe da ginnastica bianche e rosse (parzialmente coperte da scaldamuscoli arrotolati al ginocchio) completavano l'abbigliamento.
- Sì, grazie dell'aiuto - borbottò Lance, richiamando Dragonair nella sua pokeball. Non sapeva chi fosse quella tipa, tuttavia verso di lei provava già uno strano misto di gratitudine e risentimento, perché, se da un lato aveva salvato il suo Dragonair, dall'altro aveva indubbiamente infangato la sua reputazione di Domadraghi. Cos'avrebbe raccontato, una volta che fosse tornato ad Ebanopoli? Che se era vivo lo doveva ad un insignificante Pokemon insetto?
- Da queste parti i Pokemon hanno preso a comportarsi in modo strano - osservò lei, avvicinandosi. - Ho tagliato per la dorsale partendo da Kanto, ma laggiù la situazione era perfettamente sotto controllo. Sembra che gli Onyx, i Graveler e i Geodude siano impazziti solo in questa zona. -
Lance la guardò con maggiore attenzione. - Per 'impazziti', intendi quella roba degli occhi rossi e del fatto che aggrediscano la gente a vista? -
- Già. Temo che la loro improvvisa trasformazione non sia affatto naturale. - Il Beautifly beige le si appoggiò con delicatezza su una spalla, battendo le ali di velluto per mantenere l'equilibrio. - A proposito, io sono Reason, Reason Elm di Albanova, e questa è la mia Beautifly. -
- Io mi chiamo Lance, di Ebanopoli. - Di umore leggermente meno cupo, Lance esaminò il Pokemon farfalla. - Non ho mai visto un Beautifly con questi colori, nemmeno nei libri. -
- Infatti è una cosa molto rara. - Reason accarezzò gentilmente la sottile proboscide della creatura. - Ed è proprio quest'alternanza cromatica a renderla così speciale. In sei anni di viaggi, non ho mai trovato nessun altro Beautifly singolare quanto lei, né ad Hoenn, né in nessun altra regione. E' unica, proprio come i suoi compagni. - Con la mano libera indicò l'ordinata fila di pokeball agganciate alla cintura. - Sto facendo una ricerca sui Pokemon di questo genere. In volgo li chiamano Pokemon Shiny, e si dice che crescano più sani e più forti dei loro simili. Voglio scoprire se è vero o no, e quali siano i fattori che causano il mutamento in Shiny, e se ci sono elementi che ne possano favorire la diffusione. -
- Che figata - commentò Lance, sinceramente interessato. - Non ho mai visto uno Shiny, prima d'ora... o meglio, non ne avevo mai visti prima del tuo Beautifly. -
- Non è facile trovarli - ammise Reason. - Il che li rende ancora più affascinanti, perché combinano insieme rarità, bellezza e forza. E' uno dei motivi per cui nei contest vanno pazzi per loro... e, tra parentesi, nei contest di solito mettono in palio delle belle sommette. Non sarebbe male avere qualche soldo in più per finanziare la mia ricerca. - Lo guardò dalla testa ai piedi. - E tu, piuttosto? Sei un Domadraghi, questo è chiaro, anche se del vostro Clan ho solo sentito parlare. E' vero che i ragazzi che vogliono diventare Domadraghi devono trascorrere un'ora intera seduti sotto una cascata in piena notte? -
- Fa parte della seconda prova della Tripletta, ma non è così terribile come sembra... beh, insomma, proprio uno spasso non lo è, però non è neppure insopportabile. -
Per la verità, quella dolente notte di tre anni prima era ancora uno dei suoi incubi più ricorrenti. Impossibile dimenticare il gelo pungente che gli divorava le ossa, o la sensazione che mille spine di ghiaccio gli stessero perforando la carne. 
Reason pareva impressionata dalla rivelazione, e ora lo fissava più apertamente,  come studiandolo. Ad un primo impatto, Lance aveva pensato che avesse gli occhi neri, ma ora che la guardava meglio notò che erano invece di un blu scurissimo, il colore del cielo notturno.
- Comunque, al momento il mio obiettivo è Mogania - si sentì in dovere di aggiungere lui, visto che Reason l'aveva messo al corrente dei propri piani. - Ho intenzione di ottenere tutte le medaglie di Johto ed entrare nella Lega, e dato che ci sono non mi dispiacerebbe spodestare il Campione. S'è tenuto stretto il suo titolo per troppo tempo, credo che sia ora di fargli chiudere baracca. -
Reason lo guardò scettica. - Sono solo belle parole o sei davvero convinto di poter arrivare alla Lega? -
- Non è che sono convinto - ribatté Lance. - Ci arriverò e basta, punto. - 
Reason sorrise, e il Domadraghi seppe di essersi guadagnato la sua approvazione.
- Molto bene, mi piacciono le persone decise. A proposito, signor Campione, visto che anch'io sono diretta a Mogania ti spiacerebbe se ti accompagnassi, almeno per un piccolo tratto? Preferirei attraversare la Via Gelata con qualcuno, anziché da sola, e immagino che un abitante di Ebanopoli la conosca abbastanza bene. -
Lance ci rifletté su. Tutto sommato, la prospettiva non gli dispiaceva.
- Sottolinea quell''abbastanza', affare fatto. -


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Il titolo l'ho parzialmente tratto da 'Butterflies and hurricanes', la canzone dei Muse. Bellissima *.*

Et voilà, Reason, la nostra co-protagonista. Come suggerisce il nome, probabilmente è l'unico personaggio ragionevole partorito dal mio insano cervello. E' ispirata a Leaf/Blue, la protagonista femminile di RossoFuoco/VerdeFoglia (nel videogame) e la ex ladra amica di Red e Green (nel manga).

 Grazie Elettroshock99 e Verox_XVIII per i graditissimi commenti :-)

Bacio,
- Flames

  
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