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Autore: JiuJiu91    31/03/2011    6 recensioni
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. Quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda dentro di te. [Friedrich Nietzsche]
Le gemelle Spencer vivono su binari paralleli: Maggie è esuberante, goffa e maldestra, perennemente intenta a collezionare figuracce, mentre la riservata Therese è una studentessa modello, saggia dispensatrice di consigli e ottima strega. Destinate a non incontrarsi mai, se non si fossero trovate intrappolate, assieme, in un piano molto più grande di loro, divise tra Bene e Male. Sempre che Bene e Male esistano ancora, quando i Buoni sono pronti a tutto pur di vincere la guerra e i Cattivi non sembrano poi così cattivi.
In un Mondo Magico in cui non è più tutto bianco o tutto nero si intrecciano storie d'amore e di guerra, d'amicizia e di fratellanza, di alleanze e di tradimenti. In tutte le sfumature che preferite.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Ed eccola, infine, la verità.

Tutte le domande che vi siete fatti in questi (quasi) quattro anni, ed anche quelle che non vi siete fatti, avranno finalmente risposta.

Questo capitolo è stato nella mia mente per anni e l'ho riscritto decine di volte ma sono abbastanza soddisfatta della versione definitiva. Naturalmente, aspetto i vostri pareri!

Buona lettura!


LA VERITÀ SIEDE SULLE LABBRA

DEGLI UOMINI MORENTI


Tentammo lo stesso di aprire la porta, con metodi più o meno magici e tutti ugualmente inefficaci. Non che non ci fidassimo di zia Tracie, ma si sa che la speranza è l'ultima a morire.

Appurato che la porta era invalicabile, cominciammo ad esaminare le altre stanze, sperando di trovare una via d'uscita.

Eravamo riuscite a liberare mani e piedi a zia Tracie ed a curale le ferite e l'avevamo accompagnata, sorreggendola io da una parte e Therese dall'altra, nell'ultima stanza in fondo al corridoio, in modo che potesse supervisionare i Cuccioli che nel frattempo si erano addormentati.

  • Maggie! Corri! Vieni qua! - la voce di Therese mi raggiunse mentre cercavo di calcolare quanto ci sarebbe voluto perchè la parete crollasse se avessimo procurato un foro nella pietra e ci fossimo scavate un tunnel verso la libertà.

La raggiunsi in tutta fretta. Therese guardava con un sorriso trionfante una feritoia che si trovava appena sotto il soffitto.

  • Tirami su, fammi vedere se dà sul giardino come dovrebbe – mi ordinò Therese.

Mi piegai, aspettandomi che lei volesse salire a cavalcioni sulle mie spalle.

  • Sei una strega, Maggie, tirami su con la magia! - sbottò lei.

  • Ah, giusto. - annuii – Wingardium Leviosa! -

Therese si sollevò spinta dalla mia bacchetta. Ero io a guidarla, col braccio, verso la stretta apertura che si apriva poco sotto il soffitto.

  • Proprio come sospettavo – commentò – Riesco a vedere il parco di Hogwarts -

  • Peccato che nessuna di noi possa passare di lì. - le feci notare – Se non, forse, Justin – soggiunsi.

  • Possiamo allargare l'apertura – mi ricordò lei.

  • Possiamo far saltare in aria la parete – proposi, improvvisamente speranzosa.

  • No, non possiamo rischiare che ci crolli tutto addosso. Staccheremo una pietra per volta. - decretò Therese.

  • Ma ci vorranno millenni per farlo! - protestai – A che serve essere una strega se non si possono fare magie quando servono. -

Rimasi col braccio alzato ad aspettare che Therese allargasse il buco staccando una pietra per volta finchè non cominciai ad essere attraversata dai crampi. Le proposi di fare scambio e lei accettò di buon grado. Mi sollevò con l'incantesimo di levitazione e mi trovai a volare ad un paio di metri dal suolo.

Mi aggrappaia alla feritoia, sentendomi girare la testa.

  • Non guardare di sotto – mi ordinò Therese – Guarda solo quelle cazzo di pietre -

Mi imposi di non farmi prendere dal panico. Quella sera avevo vissuto esperienze molto più traumatiche di starsene a volteggiare a due metri da terra, dopotutto.

  • Ma non potrei avere almeno una rete di sicurezza? - domandai – O dei cuscini? -

  • Le pietre, Maggie! - ripetè mia sorella.

Sollevai lo sguardo. Davanti a me c'era un'aquila scura con il becco appuntito e tutta l'aria di volermelo infilare negli occhi. Tirai un grido lancinante.

  • Che diavolo c'è adesso? - sbuffò Therese

  • Perchè non mi hai detto dell'aquila? - cercai di riportare il mio respiro alla normalità, quando vidi che l'animale non si era scomposto al mio urlo e non sembrava volermi attaccare.

  • Quale aquila? - chiese Therese, stupita.

  • L'aquila nera che c'è qui sopra. - risposi spazientita.

  • Non c'era nessuna aquila nera – ribattè Therese.

Tornai a guardare meglio l'animale, dalla testa alle zampe. Alla zampa destra, lo vidi solo allora, era legata una fialetta che recava un bigliettino scritto in una grafia che avrei riconosciuto ovunque.

  • Credo l'abbia mandata Tom – dissi ed allungai le mani verso la zampa dell'animale.

Temevo si sarebbe ribellato, invece lasciò che staccassi la boccetta senza opporre resistenza e solo a quel punto arretrò, stiracchiandosi le ali.

Mia sorella mi fece atterrare delicatamente sul pavimento e venne verso di me, invitandomi ad aprire il biglietto.


Andrà tutto bene.


Solo quelle tre parole, scritte con mano ferma e decisa.

  • Beh, non è di certo un aiuto molto utile – commentai – Un'aquila ed un bigliettino. -

  • Forse l'aiuto utile è qui dentro – Therese indicò la fialetta.

Gliela porsi e lei la mosse su e giù, esaminandola con attenzione.

  • È un ricordo – diagnosticò.

  • Dici che dovremmo guardarlo? - le chiesi.

  • L'avrà mandato perchè lo guardassimo – osservò lei.

  • Ma se arrivassero gli Aurors mentre noi siamo nel ricordo? - ipotizzai.

  • Farò un incantesimo Gnaulante al corridoio. Se arriverà qualcuno lo sapremo – decretò Therese.

Mentre lei biascicava formule in corridoio, io evocai un pensatoio e vi rovesciai il ricordo.

  • E la feritoia? - dissi ancora – è la nostra via d'uscita -

  • Forse questo ricordo ce ne suggerirà una migliore. - suggerì Therese.

  • Il tuo ottimismo è irritante – sorrisi, imitando la sua voce isterica, e ci tuffammo insieme nel pensatoio.


Il ricordo si svolgeva in una stanza piccola, poco illuminata, con la carta da parati scrostata dalle pareti che riconobbi subito essere la Stamberga Strillante.

Tom sedeva sulla poltrona logora sulla quale l'avevo trovato io ma dava le spalle alla porta. Calato su un foglio, stava scrivendo qualcosa.

Dei passi rimbombarono nella tromba delle scale ed una figura femminile comparve sulla soglia. Era magra e slanciata, sebbene non fosse particolarmente alta, ed aveva lunghi capelli biondi.

Fece un passo avanti e la luce la investì in pieno rivelandone l'identità..

Non mi stupii di vederla lì, un mese e mezzo dopo la sua presunta morte. Avevo già assistito ad una resurrezione quella sera, ormai non lo trovavo più così improbabile.

Non si stupì neppure Tom. Anzi, sembrava quasi che la stesse aspettando. Si alzò in piedi e le andò incontro, sorridendo.

  • Daisy Miller – la salutò, educatamente.

  • Lord Voldemort – rispose lei, sprezzante.

  • Trovo che il biondo ti doni molto – commentò Tom – ma continuo a preferirti bruna. Le brune mi sono sempre piaciute, fin dalla giovinezza. -

Trovai quel discorso decisamente inadatto alle circostanze e dovette pensarlo anche Daisy perchè ridacchiò, senza gioia.

  • Non sembri stupito di vedermi – osservò.

  • Tutt'altro. Mi chiedevo quando saresti arrivata. Solo qualche minuto fa avresti trovato qui il tuo fedele amico Piton. Peccato. - mormorò.

  • Ho imparato qualcosa da te, alla fine. - sorrise Daisy.

  • Era il comodino, vero? - domandò Tom.

  • Cosa? - fece lei, per prendere tempo.

  • L'Horcrux, era il comodino? - precisò lui.

  • Come l'hai scoperto? - volle sapere Daisy.

  • Nessuna persona sana di mente si porterebbe un comodino avanti e indietro da Hogwarts alla sua casa a Londra se non avesse un inestimabile valore. E direi che l'immortalità ha un inestimabile valore. - sorrise Tom.

  • Ottimo spirito d'osservazione – concesse Daisy – Abbiamo entrambi progettato dei piani infallibili, eppure uno di noi due fallirà questa sera. Uno solo può vincere. -

  • So che è poco cavalleresco da parte mia – esordì Tom – Ma credo di avere vinto. -

Daisy Miller scoppiò a ridere.

Non era la risata sciocca da gallina di Glenda, ma una risata fredda e metallica, da cattivo di un film poliziesco.

  • Cosa te lo fa credere? - domandò Daisy, sarcastica.

  • Il fatto che tu non abbia capito che il mio piano è cambiato, ora. - rispose Tom – Il mio piano, da un po' di tempo a questa parte, è far sì che il tuo piano si realizzi il più in fretta possibile, senza intoppi. -

Daisy sgranò gli occhi.

Io e Therese facemmo altrettanto.

Mi domandai se si trattasse di un ben riuscito bluff o se Tom stesse dicendo sul serio.

  • Come sarebbe a dire? - fece Daisy, vistosamente confusa.

  • È molto che non credo più nella causa – cominciò Tom – Ma ho continuato a difenderla perchè speravo in questo modo di salvare le persone che amavo, speravo di riuscire a proteggerle vincendo questa guerra. Poi, però, un mese fa o poco più, ho scoperto che tu sapevi degli Horcrux e che il piano tuo e di Silente era molto più articolato di quanto immaginassi. A quel punto ho capito che avevi già vinto e che l'unica cosa che mi restava da fare era cercare di rendere quest'agonia il più breve possibile e chiederti pietà. -

  • Tu vuoi la mia pietà? - ripetè Daisy, sorridendo.

  • Oh, non per me. Io non la merito e non la voglio. Non ho la minima intenzione di prolungare le mie sofferenze. Convivere con il rimorso, giorno dopo giorno, è lacerante. Voglio che finisca. Voglio che le voci nella mia testa tacciano. Voglio riposarmi, dopo tutta la fatica che ho fatto. - sospirò – Ma, prima di andarmene, voglio assicurarmi che i miei cari non siano coinvolti. -

Daisy Miller gettò uno sguardo alla finestra, come per monitorare la situazione fuori e calcolare approssimativamente quanto tempo aveva per le chiacchiere.

  • Non era mia intenzione coinvolgerli – disse, infine – Il piano ci è sfuggito di mano. -

Tom la guardò, in attesa, invitandola a continuare.

  • Voglio sapere la verità. Non chiedo altro. In cambio ti do la mia vita. - disse Tom, in un soffio.

Trattenni il respiro, aspettandomi che Daisy estraesse la bacchetta e lo uccidesse, ma non accadde.

L'Auror si sedette sulla poltrona sfondata e si prese la testa tra le mani.

  • Ma è una storia lunga – protestò.

  • Ho tempo. Questa notte è ancora lunga. - decretò Tom.

  • Ho custodito il segreto per anni. - continuò Daisy.

  • Lo porterò con me nella tomba – promise Tom – Fallo per me, per l'amore che devi aver provato per me, almeno una volta. -

Daisy si arrese e cominciò il suo racconto.

  • Sono passati molti anni, ormai, ma forse ricordi ancora la notte in cui uccidesti i miei genitori. Fu la notte prima della morte dei Potter. Era l'alba del giorno di Halloween. Uccidesti loro e mio fratello – sussurrò.

  • Ma dimenticai te – concluse Tom.

  • Io vidi tutto dal piano di sopra. Avevo solo sette anni ma giurai a me stessa che avrei vendicato i miei genitori e mio fratello uccidendoti. Passai gli anni di Hogwarts a studiare tutto quello che c'era da sapere sugli Horcrux. Avevo fatto delle ricerche e scoperto molte cose del tuo passato, per certi versi, ormai, mi sembrava di conoscerti. - proseguì Daisy.

  • Ti sarai rivolta alla collezione di ricordi di Silente – commentò laconico Tom.

  • All'epoca non avevo ancora parlato al professor Silente della mia idea. E, anzi, fui io a dargli alcuni dei ricordi che avevo raccolto nelle mie ricerche. Tuttavia quello avvenne molto tempo dopo. Ero già alla scuola per Aurors e mi ero resa conto che il piano sarebbe stato irrealizzabile se avessi agito da sola, così io e Redastaire ne parlammo a Silente. Era un piano ambizioso: si trattava di scoprire la posizione degli Horcrux e distruggerli tutti prima che tu potessi tornare al potere. - continuò lei.

  • Troppo ambizioso – osservò Tom.

  • Trovò l'appoggio di Silente, però. Anzi, lui aveva già progettato un piano simile. Il giovane Potter all'epoca era al primo anno. Silente disse che avrebbe istruito personalmente il ragazzino perchè andasse in cerca degli Horcrux e li distruggesse per poi farsi uccidere. - raccontò ancora – Lui, ormai lo saprai... -

  • ...è l'ultimo Horcrux, sì. - tagliò corto Tom, incuriosito dal racconto.

  • Non potei che esserne felice. Il mio piano approvato dal mago che più ammiravo e per di più venivo sollevata dallo scocciante incarico di cercare gli Horcrux. A me sarebbe toccato l'onore e l'onere di ucciderti, portato a termine il piano. Conclusi la scuola per Aurors e mi misi a lavorare agli ultimi dettagli. Per conoscere la posizione degli Horcrux, era necessario entrare in contatto con te. Per questo, sfruttammo il diario. Lo avevo visto a casa di Malfoy, nel corso di un'ispezione ministeriale, e tornai a fargli visita, pregandolo di disfarsene. Il mio piano era di coinvolgere una ragazzina che avrei utilizzato come tramite per raggiungerti. Io mi sarei finta un'insegnante alle prime armi, sciocca ed un po' gallina. - continuò.

  • Glenda Rosweth – disse Tom, pronunciando quel nome con un sorriso divertito, come a sottolineare il suo essersi innamorato di un personaggio inesistente, alla stregua del protagonista di un libro, o di un film, o di un porno.

  • Quella primavera avevo scovato una ragazzina che mi sembrava perfetta, in una scuola Babbana di Londra. Therese Spencer, una giovane strega molto dotata, arrivata ad Hogwarts con un anno di ritardo, senza amici, a parte la sua sciocca sorella. Dissi a Malfoy di consegnare il diario ad una bambina rossa, al Ghirigoro. - riprese Daisy.

  • Ma lui sbagliò rossa. - completò Tom.

  • Esattamente – annuì lei – Diede il diario a Ginny Weasley, e il resto è storia. Tuttavia non disperai. Trovai il modo di servirmi comunque di Therese. E, anzi, la sorella scema che si era trascinata dietro mi tornò ancora più utile. Grazie a lei scoprii molte cose che ancora non sapevo di te, o meglio, del fantasma di Riddle, e costruii la mia Glenda ad immagine e somiglianza della donna dei tuoi sogni. -

  • Con ottimi risultati – precisò il nostro amico.

  • In realtà, i risultati per noi furono piuttosto deludenti. Avevamo sperato di ottenere importanti informazioni sugli Horcrux, ed invece la tua presenza nel castello non faceva che mietere vittime e spargere il terrore. Silente mi invitò ad inventarmi una nuova strategia. Allora, trasferii l'Horcrux dal diario alla foto. Volevo mostrarti di non essere una sciocca, di meritarmi la tua fiducia, ma tu non sembrasti accorgertene. Per un anno intero cercai di strapparti qualche informazione e, quando mi fu chiaro che non l'avrei ottenuta, stufa delle pressioni dei miei complici, distrussi la foto e mi rassegnai all'idea che il piano non aveva funzionato. - disse, con un velo di tristezza nella voce.

  • Fu la volta della crociera – osservò Tom.

  • Ero quasi decisa a mollare tutto. Pensavo che me ne sarei andata da Hogwarts ed avrei fatto l'impiegata al ministero per il resto della mia vita, ma poi scoprii che tu non mi avevi dimenticata e pensai che avrei potuto sfruttare la tua infatuazione per me a mio vantaggio. Per di più, lo avevo appreso dalle lettere che tu inviavi alla piccola Spencer e che lei custodiva scioccamente in un cassettino accessibile a chiunque. Oltre a scoprire che mi amavi ancora, comunque, venni a sapere del tuo piano per ritornare in vita e Piton e Silente vollero che organizzassimo una gita al cimitero di Little Hangleton per darti la giusta accoglienza. - continuò Daisy.

  • La famosa notte del cimitero. - sorrise Tom.

  • L'inizio di tutti i nostri problemi – puntualizzò Daisy – fu un completo sfacelo. Io non ero d'accordo, sostenevo che fosse una mossa avventata. Avevo proposto un riavvicinamento graduale, sfruttando l'imminenza del falso matrimonio ti avrei indotto ad aprirmi il tuo cuore e confessarmi i tuoi più oscuri segreti, ma Silente non voleva perdere altro tempo ed i miei complici insistevano. Vollero a tutti costi darti il Veritaserum, malgrado glielo avessi sconsigliato. -

  • Incompatibile con la Mutatio Cogitationis – indovinò Tom.

  • Fummo costretti ad inventarci lo stratagemma del coma. Ed a modificare i pensieri ad un sacco di persone perchè quel diavolo di errore aveva scombussolato i racconti di tutti. Dovemmo arrangiarci come riuscimmo, ed evidentemente non riuscimmo. Fortunatamente, il coma si rivelò utile. Come sospettavo, Maggie si fece vedere da me senza temere che io potessi insospettirmi riguardo il suo rapporto con te. Il suo affetto nei tuoi confronti, così come quello di sua zia, era così puro e semplice che mi diedero l'idea che aspettavo. - Daisy fece una pausa e riprese fiato – Ora che gli Horcrux erano stati svelati, cominciava la seconda fase del piano, quello della distruzione, la distruzione sistematica della tua anima. Pensai che sarebbe stato maledettamente interessante distruggerla psicologicamente, oltre che fisicamente. -

  • Silente naturalmente sarà stato contentissimo di quest'idea – osservò Tom – Lui era fissato con la forza dell'amore e tutto quanto. -

  • Oh, sì, ne fu deliziato. - sorrise Daisy – Non oppose resistenza nemmeno quando gli dissi che perchè il piano riuscisse alla perfezione avremmo dovuto sacrificare delle vite umane. -

  • Che saranno mai la vita di una Babbana, dei suoi figli e di due studentesse diciassettenni in confronto al Bene Superiore? - ironizzò Tom.

  • Più o meno disse così – Daisy sorrise amaramente – e da quell'estate, il mio nuovo bersaglio furono loro. Con Tracie me la sbrigai con qualche dramma sentimentale e lo scandalo del negozio, mentre Maggie la tenevo d'occhio per via della corrispondenza che ancora teneva con te. Finchè non decisi di farle prendere un bello spavento e consegnai le lettere a Silente. Volevo che Therese e Maggie smettessero di fare la vita spensierata che facevano, volevo che sapessero di essere controllate, che si sentissero minacciate, che arrivassero ad odiarti per aver rovinato le loro vite. -

Tom abbassò lo sguardo, colpevole.

Probabilmente avrei fatto lo stesso, se non fossi stata così curiosa di seguire gli sviluppi della faccenda.

  • Non avrei immaginato, però, che mi avrebbero scoperta. Ammetto di averle sottovalutate e ne pago ora le conseguenze. Lo scorso giugno, quando Maggie trovò nell'archivio il fascicolo di Daisy Miller, probabilmente mi avevano già scoperta, o non sarebbe andata a cercare quei documenti. Sono rimasta sul chi va là, chiedendomi quale sarebbe stata la loro strategia, ma non mi è parso di notare cambiamenti. Sono arrivata al punto di chiedermi se non mi fossi immaginata tutto per via della tensione che mi procurava il piano, ma poi ho avuto la prova che sapevano. - fece una smorfia che aveva poco del sorriso – Non solo sapevano, ma avevano provveduto a riferirti tutto, pregandoti di far finta di nulla. Come se potessi ancora avere dei segreti con me, dopo tutti questi anni -

Tom scosse la testa.

  • Io non sapevo tutto quello che sapevano loro – si affrettò a dire – La maggior parte delle cose non le ho scoperte che un mese fa. Sapevo solo che eri un Auror e che volevi uccidermi. Bella novità, tutti gli Aurors vogliono uccidermi. -

Daisy rise e piegò la testa da un lato.

  • Ci ho messo un po' a capire quanto esattamente sapessero e quali fossero i loro piani, finchè non ho capito che se ne stavano andando in giro alla ricerca degli Horcrux. Non sapevo se intendessero aumentarne le protezioni o cambiarli di posto o, addirittura, trasferirli ad altri oggetti. Ad un certo punto mi ero convinta che fossero streghe abilissime, in grado di magie fuori dal comune. Ho detto a Piton che bisognava trovare in fretta Potter, dargli una mano con gli Horcrux ma lui temporeggiava. Mi sono chiesta perchè diavolo Silente, che aveva trovato il tempo di cercare l'anello dei Gaunt e distruggerlo, non gli avesse dato delle indicazioni precise sugli Horcrux invece di terrorizzarlo e lasciare che scappasse coi suoi amichetti. - sbuffò Daisy – Grazie al cielo, qualche settimana fa è ricomparso. Ed abbiamo saputo che aveva distrutto il medaglione di Serpeverde. Perciò, restavano solo tre Horcrux, più lui. -

  • La Coppa l'ha presa questo pomeriggio e sospetto che per quest'ora dovrebbe avere anche la tiara – precisò Tom.

  • Quando abbiamo saputo che aveva in programma di entrare alla Gringott, è entrata in azione l'ultima fase del piano. Inizialmente eravamo alquanto infuriati con lui. La Gringott doveva essere l'ultimo posto: un furto alla Gringott non sarebbe passato inosservato come un furto nella Stanza delle Necessità di Hogwarts, ma ormai il danno era fatto e non potevamo fermare Potter – spiegò Daisy – Piuttosto, dovevamo preparare il gran finale. Studiare il rapimento di Tracie, organizzare una trappola per le due gemelle. -

  • Ed è qui che vi è venuta in aiuto Cissie – mormorò Tom – era controllata dall'Imperius, giusto? -

  • Oh, abbiamo fatto di meglio – Daisy sorrise, orgogliosa del suo asso nella manica – Abbiamo sostituito la bambina a Stefan con la polisucco. Così, Therese ha ucciso la vera Cissie e la falsa Cissie è andata via con loro. Speravamo che rimanesse a Casa Riddle ed avesse l'occasione di uccidere Nagini o di spezzare gli incantesimi sulla casa ed aggirare l'Incanto Fidelis, ma sei stato più furbo di quanto pensassi. -

  • Stupidamente l'ho fatto per proteggere lei – ammise Tom.

  • Ma il tuo buon cuore ha giocato a tuo favore. Abbiamo perso un sacco di tempo e le scorte di polisucco di Stefan stavano per finire. - osservò Daisy – E poi, naturalmente, non dobbiamo dimenticare che tu mi hai uccisa. Sono rimasta sorpresa, a dire il vero. Non credevo che l'avresti fatto. -

  • Anche io non lo credevo. - confessò Tom.

  • Avevo preso le giuste precauzioni, naturalmente, ma è stato comunque un duro colpo. Saperti in vacanza, sposato con Tracie, votato a nuova vita, ammetto che mi ha lasciata senza parole. Ho immaginato avessi elaborato un piano nuovo e geniale, ho pensato che avresti vinto, alla fine. - sbottò Daisy – Ero furente. All'inizio ho pensato fosse per via del piano. Non volevo che il mio lavoro di una vita andasse a puttane, ma poi ho capito che la ragione era un'altra, decisamente meno nobile, decisamente meno confessabile: ero gelosa. -

  • Gelosa? - ripetè Tom – Di Tracie? Perchè l'ho sposata? -

  • Ti sembra una cosa da poco? Ti sembrerà sciocco ma dopo tutti questi anni io... - si interruppe, arrossendo appena – Beh, come potresti essermi indifferente? Per tutta la vita non ho fatto che pensare a te! Da bambina ed ai tempi di Hogwarts ti odiavo, pensavo continuamente a quando mi sarei vendicata, a come sarebbe stato bello ucciderti, alla fine. Poi ti ho conosciuto ed eri così incredibilmente perfetto, un principe azzurro d'altri tempi. Non ho potuto evitare di innamorarmi di te, per quanto continuassi a ripetermi che era da sciocchi, che tu non amavi me ma la Glenda Rosweth bella e scema che avevo costruito perchè tu te ne innamorassi, e che se avessi conosciuto la vera Daisy Miller non te ne saresti mai innamorato -

Tom seguiva il suo racconto con le labbra socchiuse, rapito.

  • Io mi sono innamorato di te nel momento in cui hai messo piede nella Camera dei Segreti. E da allora per tutti questi anni non c'è stata nessun'altra per me. Ti ho amato quando eri Glenda Rosweth, ti amo ora che sei Daisy Miller. Ci ho provato. A dimenticarti, intendo. Ho provato a convincermi che per te fosse solo lavoro, che tu mi odiavi, in realtà, che aspettavi solo il momento di uccidermi, ma ormai il danno era fatto ed era irreparabile. - confessò Tom.

  • E allora perchè hai sposato lei? - domandò Daisy, confusa – Ammetto di non riuscire a capire. -

  • Faceva parte del mio piano – spiegò Tom – Quando ho capito che avresti vinto, ho deciso che avrei fatto il possibile per salvare la vita a Tracie, ai bambini, a Maggie e Therese. A Tracie, soprattutto, digiuna di magia ed ignara di come esercitare il controllo sui propri pensieri, dovevo stare particolarmente attento. Sapevo che, se l'avessero interrogata, lei avrebbe detto che io ero stato un benefattore, che di sua spontanea volontà si era trasferita a casa mia, che eravamo grandi amici. Per questo l'ho sposata. Lei non voleva sposarmi, è stata costretta dalle circostanze e dalle mie insistenze a dirmi di sì. Quando le chiederanno perchè mi abbia sposata, non avrà problemi a dire che non voleva. E tutto quello che ne è conseguito, vivere con me, aspettare un figlio da me, le è stato imposto dal matrimonio che non avrebbe voluto. Penseranno che io mi sia scelto una Babbana qualsiasi da trattare come mia schiava -

  • Ma è terribile – commentò Daisy Miller.

  • Ma è efficace – ribattè Tom.

Daisy si alzò dalla poltrona ed andò alla finestra, impaziente. Tom la seguì e le si mise accanto.

  • Ma veniamo al mio piano – disse – Si tratta di un comodo baratto. -

  • Un baratto? - ripetè Daisy.

  • La mia vita per quella dei miei cari. - specificò Tom – è un ottimo scambio, direi. -

  • Tracie è già nei sotterranei di Hogwarts, con i bambini. – sussurrò Daisy – E forse a quest'ora le ragazze l'hanno già raggiunta. Stefan fa loro la guardia. Non appena tu uscirai di qui e raggiungerai Potter, li uccideranno. Li tortureranno ed uccideranno. Prima i bambini, poi Tracie, poi le due gemelle. -

  • Si tratta esattamente di questo – fece Tom – Se perdurerete nella vostra decisione di ucciderli, io non toccherò Potter. -

  • Ma tu devi ucciderlo – protestò Daisy.

  • Che crudeltà – sorrise Tom con una punta di sarcasmo – Uccidere un ragazzino innocente dopo che ha messo in pericolo la sua vita per anni per fare un piacere a voi. -

  • Non ha messo in pericolo la sua vita: ci siamo sempre preoccupati che non gli succedesse nulla di grave – replicò Daisy.

  • Solo per mantenerlo sano ed integro per il gran finale – osservò Tom.

  • È questo il piano – annuì Daisy.

  • Beh, sappiate che io non lo ucciderò, se voi non farete quello che vi dico. - tagliò corto Tom – Ora i piani li faccio io, con le mie regole. -

Daisy Miller sembrò sorpresa di vedere quel cambiamento in Tom.

  • Cosa pensi di fare? - gli chiese.

  • Darò una seconda chance al ragazzo. - Tom guardò l'orologio – Gli concederò un'ora di tempo per venire da me. Lo aspetterò in una radura nella Foresta Proibita. Se lo conosco come credo di conoscerlo, lui verrà. Non vorrà che altro sangue venga versato per causa sua. -

  • Cosa ti fa credere che funzionerà? Prima non ha funzionato – gli fece notare Daisy.

  • Ho sbagliato la formula. Ho chiesto che me lo consegnassero. Ora, invece, chiederò che sia lui a consegnarsi. Lo farà, ne sono certo. - decretò Tom.

  • E quando verrà da te nella Foresta Proibita, cosa credi di fare? - lo incalzò Daisy.

  • Lo ucciderò – disse seccamente lui.

  • Ottimo – approvò Daisy.

  • Ma lui non morirà. - soggiunse.

  • Come sarebbe a dire che non morirà? - Daisy sgranò gli occhi.

  • Non hai letto "Antiche maledizioni egiziane – l'immortalità dei faraoni"? - le domandò Tom, con un sorriso – Un pezzo della mia anima si nasconde in quella di Potter. La maledizione che lancerò colpirà l'Horcrux: un frammento d'anima è molto più fragile dell'anima integra, è chiaro che l'Horcrux sarà il primo a distruggersi. Potter sopravviverà. -

Daisy Miller seguiva il suo piano con gli occhi sgranati, incredula.

  • A quel punto, se nel frattempo qualcuno degli amichetti di Potter, come mi auguro che accada, avrà ucciso Nagini, sarò di nuovo mortale. - riprese Tom – Il ragazzino non vorrà lasciarmi in vita. Il lavaggio del cervello che gli avete fatto ha funzionato, lo so, l'ho visto nella sua mente. Io e lui duelleremo. -

  • Tutto questo è ridicolo – sbottò Daisy Miller – Potter non sa duellare, tenterà di disarmarti. -

  • Lo spero – sorrise Tom – E ci riuscirà. Vedi, Potter è il padrone della Bacchetta di Sambuco. -

  • Puttanate, è Piton. - tagliò corto Daisy Miller.

  • Anche io lo pensavo – ammise Tom – ma poi mi sono ricordato di aver visto nel ricordo del giovane Malfoy che è stato lui a disarmare Silente. -

  • Quindi Draco Malfoy è il padrone della Bacchetta di Sambuco? - volle sapere Daisy.

  • Lo è stato, per un periodo – rispose Tom – Ma poi, a Malfoy Manor, qualche settimana fa, la sua bacchetta gli è stata rubata da Potter, che è così diventato il nuovo padrone. -

Daisy Miller seguiva il racconto rapita, probabilmente chiedendosi come avesse fatto a lasciarsi sfuggire tutti quegli importanti particolari.

  • Io lancerò l'anatema che uccide e Potter, invece, cercherà di disarmarmi – proseguì Tom – Naturalmente la Bacchetta di Sambuco non accetterà di uccidere il suo legittimo proprietario. Volerà nelle sue mani e l'incantesimo colpirà me invece che lui. -

Daisy si voltò a guardare dalla finestra, ancora una volta.

Io ero pietrificata e mia sorella boccheggiava, assorta.

  • Ammetto che è un piano interessante – disse infine lei – Ma si basa su illazioni, su tue sensazioni, su possibilità. E se Potter morisse, nella Foresta? Se nemmeno si presentasse? O se qualcuno l'avesse disarmato, questa sera? Chissà chi è il nuovo padrone della Bacchetta di Sambuco! -

  • Funzionerà – ribadì Tom.

  • Ero convinta che fosse Piton – sussurrò ancora – Lo stesso Silente pensava che fosse Piton. -

  • Ho fatto la prova del nove – sorrise Tom – Ho ucciso Piton e non è cambiato nulla nella Bacchetta. -

Daisy spalancò gli occhi, sorpresa.

Inspiegabilmente, provai un moto di dispiacere. Piton ed io non avevamo certo avuto un bel rapporto, ma non riuscivo a credere che fosse morto.

  • In compenso, il ragazzo si salverà – soggiunse Tom.

  • Ma chi se ne importa del ragazzo! - sbottò Daisy Miller – Potter è il Prescelto, il Prescelto per sacrificarsi per il Mondo Magico. -

  • So che avreste preferito che morisse per prendervi la sua fama – commentò Tom – Ma preferisco andarmene senza commettere quest'ultimo orrore. -

  • Non uccidere Potter non farà di te una persona migliore – gli fece notare Daisy.

  • Ma ucciderlo farebbe di me una persona peggiore – osservò lui – Silente è sempre stato un viscido ipocrita, un bastardo doppiogiochista assetato di successo e pronto a tutto per ottenerlo. Ha usato il figlio di due dei suoi più fedeli sostenitori perchè riuscisse in quello in cui lui stesso ha fallito. Si è servito di un bambino per sconfiggere il suo nemico. È un gesto da veri vigliacchi. -

  • I Potter sarebbero stati fieri di Harry – sostenne Daisy.

  • Io non vorrei che mio figlio venisse usato come esca per catturare un criminale, ma forse io sono all'antica. È paradossale, lo so, ma mi rimane un briciolo di moralità. E mi impedisce di uccidere un innocente. Ha già avuto abbastanza problemi per causa mia. - sospirò Tom.

  • Commovente – commentò ironica Daisy – Va bene, Potter vivrà e tu morirai. -

  • Ed arriviamo al tuo ruolo in tutto questo – Tom le prese le mani e le strinse tra le sue – Il tuo ruolo è molto importante, Daisy. -

Lei rabbrividì, nel sentire il suo nome pronunciato da Tom.

  • Voglio che tu faccia quello che hai fatto per tutti questi anni per l'ultima volta. Voglio che tu faccia in modo che alla fine di questa notte tutti pensino che Tracie e le ragazze siano state mie vittime. Inventati quello che vuoi: che erano sotto Imperius, che erano minacciate, che erano delle spie dell'Ordine della Fenice tra le fila dei Mangiamorte, ma fa' in modo che vengano scagionate di ogni accusa e che possano vivere in pace, finalmente. - sussurrò.

  • Dovrei andare al Ministero – mormorò Daisy – Nel mio ufficio ci sono centinaia di fascicoli su di loro. Dovrei incantarli e sperare che distruggendo quelli venga distrutto ogni sospetto sulle Spencer e su Tracie. Modificare la mente di tutte queste persone è impossibile, mi ci vorrebbero anni, ma per i fascicoli non ci vorrà più di qualche ora. Potrei persino finire prima dell'alba. -

  • Per me è molto importante – aggiunse Tom, stringendola sempre più forte ed avvicinandosi alle sue labbra – Fallo per me, Daisy. -

Si baciarono a lungo e le guance di lei si riempirono di lacrime.

  • Non farti uccidere, Tom – lo pregò.

  • Non ho scelta – disse lui, con tono piatto.

  • Scappiamo – propose lei – Nelle colline toscane o della California, o sul mare, in Costa Brava o in Portogallo. Oppure in una grande città, a Melbourne o New York. Ci creeremo una nuova identità e nessuno ci troverà mai. -

Tom le asciugò le lacrime e sorrise amaramente.

  • Il senso di colpa mi troverà ovunque vada e chiunque finga di essere. - sussurrò – Posso fuggire dove voglio, ma nessun posto sarà mai abbastanza lontano perchè non possa essere raggiunto dal rimorso. -

  • Io non posso vivere senza di te – gridò Daisy, disperata.

  • Ma io non posso vivere. - replicò Tom, pacato – Le mie vittime mi perseguitano nei sogni, la rabbia mi prende quando sono sveglio, tutto quello che voglio è fare qualcosa di buono, per una volta, e poi uscire di scena. In silenzio, senza clamore. Non ho mai amato le luci della ribalta, ho sempre preferito starmene dietro le quinte. -

Daisy non disse nulla. Si abbracciarono ancora, a lungo.

Finii quasi per provare un briciolo di pietà per la stronza senza cuore che aveva ideato quel piano crudele che ora le si ritorceva contro. Alla fine, anche lei era umana. E forse, con un po' di fantasia, potevamo concedere un po' di umanità anche a Silente.

  • Farò quello che mi hai chiesto – sussurrò a fior di labbra – Farei qualsiasi cosa per te, per saperti felice, almeno per un istante. -

  • Grazie, Daisy – la baciò di nuovo e questa volta fu il suo volto a rigarsi di lacrime – Non so come ringraziarti. -

  • L'hai già fatto – rispose lei.

E nel lungo abbracciò che seguì, un abbraccio misto d'amore e disperazione, il ricordo si dissolse.




La mattina di sabato tre maggio il San Mungo brulicava di gente.


*


  • Dovrebbe essere un giorno di gioia – mormorò Therese – Dovremmo festeggiare. Ed invece mi sembra di non poter essere mai più felice per tutta la mia vita. -


*


  • So che siete arrabbiate, ragazze, ma questo è il momento di perdonare. - sospirò zia Tracie – Non dobbiamo serbare rancori se vogliamo chiudere questo triste capitolo della nostra vita per sempre. -


*

  • Sono qui per intervistare tua zia. -

  • Oh – feci, leggermente stupita.

  • Ho deciso che scriverò un libro su di lei – soggiunse la Skeeter – Si intitolerà "La bella principessa prigioniera dell'orco cattivo" -



Come il capitolo stesso richiede, non potevo negarvi Daisy Miller.


(blonde) Angelina Jolie as Daisy Miller.


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George Clooney as Jack Fedele

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