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Autore: Good Old Charlie Brown    31/03/2011    1 recensioni
Non c'è dolore più grande che rischiare di perdere una persona che si ama.
"Già. “Mendekouse”-Seccatura quante volte l’aveva chiamata con quello stupido nomignolo. Lo divertiva immensamente farla arrabbiare, ne valeva la pena anche se rischiava di passare diversi giorni all’ospedale della foglia.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le Nuvole'
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Non morire mendkouse


Non morire, Mendekouse….

CAPITOLO  SECONDO

MISSIONE!
   
 
  Quel giorno Shikamaru venne svegliato o meglio, come sarebbe più esatto dire, scaraventato giù dal letto dalla madre Yoshino. «Shikamaru!» urlò la donna. «Scendi subito a fare colazione! E fai in fretta l’Hokage ti ha appena inviato una lettera in cui ti assegna una nuova missione».
Shikamaru, grugnì borbottando «Che seccatura…Un solo giorno di riposo ed ecco subito un’altra missione. Credo che l’Hokage ce l’abbia con me». Scese a fare colazione cercando ignorare la madre che lo inseguiva brandendo minacciosamente una scopa lamentandosi dalla sua mancanza di rispetto e della sua svogliatezza
«Sei tutto tuo padre! Mai che tu abbia voglia di fare qualcosa! Dovresti sentirti onorato di essere preso tanto in considerazione. Hai capito?»
«Si, si!» rispose Shikamaru sperando di riuscire a far cessare la giaculatoria.
«Si risponde con un solo Si! Maleducato!» disse Yoshino Nara, ottenendo, come sempre, l’ultima parola.
   Shikamaru entrò in cucina e si sedette a tavola dove suo padre, visibilmente divertito dalla sgridata che il figlio stava subendo dalla moglie. «Ti è arrivata una missiva dall’Hokage» disse Shikaku. «Si» rispose Shikamaru «Mamma me l’ha detto. In questo periodo sono pieno di missioni» aggiunse con uno sbadiglio. «Una vera seccatura». Shikaku non rispose perché conosceva bene il figlio, e sapeva che malgrado tutte le sue lamentele e i suoi «Che seccatura!» avrebbe completato alla perfezione tutte le missioni che gli avessero assegnato. Conclusa la rapida, ma sostanziosa colazione, Shikamaru, prese la missiva dell’Hokage. Non si trattava certo di una missione particolarmente faticosa o difficile, perché altrimenti sarebbe stato semplicemente convocato nell’ufficio di Rokudaime, ma Shikamaru ne fu lo stesso terrorizzato.

«Shikamaru.
Sono certo che ti farà un immenso piacere il fatto che io abbia scelto te per accogliere il Quinto Kazekage, in visita non ufficiale a Konoha. Sarà certamente accompagnato dai suoi onorevoli fratelli e da qualche altro Ninja. Credo che tu sia il più adatto a questa missione. La delegazione dovrebbe giungere intorno alle 10 di mattina alla porta ovest»
Kakashi Hatake, Sesto Hokage.

    «Allora, cosa vuole da te l’Hokage?» chiese Shikaku Nara.
    «Sembrerebbe una missione diplomatica. Devo accogliere il Quinto Kazekage che sta per arrivare a Konoha. Kakashi-san riesce a crearmi delle gigantesche seccature anche con missioni di livello basso!»
    «Dovresti sentirti orgoglioso, scansafatiche!» urlò Yoshino Nara tirando un sonoro scapaccione al figlio e incenerendo con lo sguardo Shikaku che sembrava voler protestare «Se Rokudaime-sama ti ha scelto vuol dire che servi proprio tu! Voi Nara siete proprio incorreggibili! Più crescete e più diventate indolenti». Shikaku, al quale era rivolta, indirettamente, la coda della sfuriata, non mostrò nemmeno di avere sentito, limitandosi a terminare il suo tè caldo.
    «Peccato!» disse rivolto a Shikamaru «Avrei voluto sfidarti un’altra volta a Shogi questa mattina, ma pare che non sia possibile. Devo ancora vendicare la mia ultima sconfitta»
    «Sarà per un’altra volta, papà!» rispose Shikamaru «Sai quanto mi fa piacere batterti»
    «Questi figli!» borbottò Shikaku sbuffando divertito «Non appena riescono a superarti iniziano subito ad essere superbi. Credo sia meglio che tu vada!».
Shikamaru si alzò, mormorò un rapido saluto al padre e alla madre e si diresse verso la porta ad ovest, per aspettare la delegazione della Sabbia. Giunto lì vide che oltre ai Ninja guardiani Izumo e Iwashi, stava anche Sai.
      «Ciao Sai! Che cosa ci fai qui di prima mattina?In cerca di ispirazione per i tuoi disegni?»
    «Oh, ciao Shikamaru! No, niente disegni questa mattina! L’Hokage mi ha assegnato una missione. Devo accogliere la delegazione della sabbia. Tu?»
    «Stessa cosa» rispose sbadigliando Shikamaru «Una noia mortale! Come va con Shiho?»
    «Bene. È stata la tua ragazza vero? Non ti dispiace?»
    «No, suppongo che non fosse destino. Spero che non abbia sofferto quando l’ho lasciata»
    «Spesso non ci accorgiamo di ciò a cui teniamo davvero finché non rischiamo di perderlo» sentenziò Sai con il suo consueto tono neutro.
    Poco dopo arrivò la delegazione della Sabbia. In testa c’era Kankuro che indossava il suo consueto lungo abito nero e portava dei nuovi disegni di guerra sul viso. Dietro di lui venivano tre Ninja della Sabbia in tenuta da Chunin ed infine il Quinto Kazegake in persona, Gaara del Deserto, uno degli eroi della Quarta Guerra Mondiale dei Ninja. «Benvenuto onorevole Kazegake» dissero Sai e Shikamaru inchinandosi. Shikamaru tuttavia dava come l’impressione di  aspettare un’altra persona sforzandosi di vedere se non stesse per caso arrivando qualcun altro della delegazione.
    «Mia sorella Temari» gli disse Gaara che pareva visibilmente divertito «arriverà tra poco. È rimasta un poco indietro perché doveva sbrigare alcune faccende a Suna. Vorrei che voi la aspettaste qui Shikamaru-san, e le faceste fare un giro per il villaggio. Vi chiedo di raggiungerci entrambi per questo pomeriggio alle due alla residenza dell’Hokage» Poi si rivolse a Sai dicendo «Sai-san potreste gentilmente accompagnarci dall’Hokage?».
    Il gruppo si allontanò preceduto dal silenzioso Sai e Shikamaru stette una mezzora ad aspettare nei pressi della porta, maledicendo tra sé tutti i Kage delle grandi terre, anche quelli che non c’entravano nulla. Finalmente Temari giunse in vista della porta, indossava uno splendido Kimono da viaggio viola, elegantemente legato in vita da un nastro rosso, i suoi capelli biondi erano, come di consueto, legati in quattro codini. Non appena fu entrata, Shikamaru la salutò.

    «Buongiorno “Mendekouse”! Qual buon vento ti porta qui a Konoha?»
    «Shikamaru!» gli rispose lei visibilmente infastidita da quell’appellativo «Dovresti imparare a portarmi più rispetto! Sono una principessa di Suna!»
    «Hai ragione scusa, sono imperdonabile» rispose lui, apparentemente per nulla turbato dal suo atteggiamento «Rifacciamo. Buongiorno Mendekouse-kun!, o preferiresti Medekouse-sama?». Temari lo fulminò con lo sguardo e mise minacciosamente mano al suo ventaglio.
    «Dai! Scusa Temari-san! Ti prego non mi ammazzare! Creeresti un brutto incidente diplomatico tra Suna e Konoha!». Disse Shikamaru che, conoscendo bene la ragazza, sapeva che era capacissima di rompergli le ossa per molto meno.
    «D’accordo, caro il mio “Cry-baby” non ti ammazzerò! Ma cerca di badare a come parli o credo che passerai dei grossi guai»
    «Uffa! Ma non la smetterai mai di chiamarmi “Cry-baby”?»
    «E tu non la smetterai mai di chiamarmi “Mendekouse”?»
    «Facciamo così» propose Shikamaru «Ognuno continua ad usare il suo nomignolo preferito e l’altro promette di non prendersela e di non tentare un omicidio»
    «Bella proposta “Cry-baby”, mi piace!». Subito scoppiarono a ridere insieme di gusto, come due amici di vecchia data che si ritrovano dopo molto tempo. Temari però si interruppe quasi di botto, abbassando lo sguardo dopo aver incontrato gli occhi di lui. Presto, tuttavia ritrovò la sua consueta baldanza. Sorrise ironicamente e disse «Forza “piagnucolone”!  Smettila di ridere come uno stupido e di fare battute cretine! Accompagnami subito dall’Hokage. Ho fretta.»
    «Uffa! Non cambi proprio mai vero? La tua gentilezza straordinaria non è mai diminuita! Comunque c’è ancora un sacco di tempo. L’incontro con l’Hokage è fissato per le due. Nel frattempo tuo fratello mi ha gentilmente chiesto di tenerti compagnia. È una vera seccatura. Ma lui è pur sempre il Kazekage!» rispose Shikamaru sbadigliando vistosamente.
    «Ah, il mio caro fratello ha chiesto a TE di tenere compagnia a ME! Ma che grande gioia» esclamò Temari in tono chiaramente ironico «Beh, visto che per te è una tale “Seccatura” dovresti proprio dire a mio fratello che lui…»
    «Glielo dirai TU, se vuoi! Non ho certo intenzione di finire stritolato da una morsa di sabbia per il divertimento della bella principessa di Suna!»
    A questa uscita Temari parve calmarsi. «E va bene. Pare che dovrò sopportare la tua compagnia! In fondo Konoha è proprio un bel posto. Vale persino la pena di passare qualche ora con te!». Sorrise sarcastica a Shikamaru.
    «Queste donne» ribatté il Jonin «mai che riescano ad essere un poco gentili»
    «Finiscila con queste considerazioni misogine sulle donne, Nara! Sei sempre il solito maschilista bastardo!» esclamò Temari, arrabbiata.
    «E tu sei la solita donna, simpatica, gentile e beneducata che fa di tutto per far sentire a proprio agio gli uomini che hanno il piacere di avere a che fare con lei!»
    Ancora una volta Temari rise alla battuta del ragazzo e gli diede una botta sulla spalla piuttosto forte . «Oggi non riesco proprio a restare arrabbiata con te, Nara-chan» disse, calcando esplicitamente il tono sul “chan”. Shikamaru sospirò esasperato strofinandosi la spalla indolenzita. «Sei impossibile davvero, Temari-san, solo i Kami sanno come possono sopportarti i tuoi fratelli».
    Mentre discutevano tra loro in questo modo, camminavano per le strade del Villaggio, persi nel loro litigio però, non badavano troppo alla direzione che stavano seguendo e si ritrovarono nei pressi della casa di Shikamaru. In quel momento Shikaku Nara uscì di casa insieme alla moglie Yoshino, i due stettero qualche tempo ad osservare Shikamaru e Temari litigare, Shikaku disse «Quel ragazzo è davvero incredibile! Non posso credere che non abbia ancora imparato a come trattare con le ragazze».
    «Beh mi ricorda un certo giovane ed indolente Jonin di tanti anni fa…». Ribattè sorridendo la moglie.
    «Allora, cosa ne dici se ti offro il pranzo, Temari-san» disse Shikamaru dopo qualche secondo di silenzio. Temari gli mise una mano sulla fronte e stette per qualche secondo ferma finché Shikamaru le disse. «Scusa ma cosa stai facendo?!»
    «Beh, ma ti sento la febbre Cry-baby. Insomma tu che ti offri di pagare il pranzo ad una ragazza, devi stare davvero male! Hai certamente la febbre» rispose Temari spostando rapidamente la mano. A Shikamaru sembrò, con sua grande sorpresa, che la Kunoichi fosse arrossita, tuttavia scacciò quell’assurdo pensiero e le rispose. «Mendekouse, sei proprio impossibile, insomma, sei capace di lamentarti anche se, con un incredibile sforzo di volontà, mi comporto in modo carino con te!».
    «In un certo senso hai ragione tu Shikamaru!».
    «Dai forza, Temari-san, seguimi, ti porto a mangiare della zuppa di Tofu, non è il tuo piatto preferito?» «Beh, in effetti sì, ma come lo sai?»
    «Hai visto, Shikaku, malgrado la tua influenza non è poi così male» sussurrò Yoshino, che aveva sentito tutto, poggiando la testa sulla spalla del marito.
    Sedettero all’interno del ristorante e ordinarono da mangiare, naturalmente continuarono a punzecchiarsi per tutto il pranzo, in una sorta di battaglia di motteggi e prese in giro. Il pranzo fu piacevole e abbondante. Terminato il pranzo si accorsero che mancava ancora più di un’ora all’incontro alla magione dell’Hokage. Per questo motivo Temari chiese. «Che ne dici di farmi vedere il tuo “posto speciale”?».
    «Il mio posto speciale? Perché lo vuoi vedere non capisco.» rispose Shikamaru, visibilmente confuso.
    «Si, insomma quello dal quale ami guardare le nuvole. Me ne hai parlato così tanto che mi hai incuriosito. Dai portami lì subito!». Naturalmente Shikamaru recepì subito che non si trattava di una proposta, ma di un ordine, perciò borbottando tra se sulla capacità di tutte le donne di seccare e manipolare l’intera schiatta degli uomini la portò dove era solito guardare le nuvole.
    Stettero in quel luogo per circa una mezz’ora, in totale silenzio, Shikamaru si sorprese spesso a fissare, anziché le nuvole, la giovane ragazza che aveva approfittato per farsi un breve sonnellino.  Dopo questa breve e piacevole pausa, i due Shinobi si recarono dall’Hokage, entrati nella stanza videro Kakashi  seduto alla sua scrivania e Gaara e Kankuro di fronte a lui.
    «Finalmente siete qui. Avete avuto una piacevole mattinata spero» disse Gaara, la bocca atteggiata in un sorrisetto ironico che irritò profondamente Shikamaru. Sembrava che Gaara si divertisse immensamente all’idea di saperlo insieme a sua sorella; Kankuro, invece pareva piuttosto contrariato grugnì un saluto affrettato a sua sorella e fissò Shikamaru con un certo astio.
    «Non male, in fondo, anche se sono stato costretta a passare più di tre ore con il Ninja più maschilista e seccante dell’intera Konoha» rispose Temari.
    «Temari-san, Shikamaru-san!» li interruppe Kakashi e anche sul suo viso apparve l'ombra di un ghigno divertito. «Vi abbiamo chiamato qui, interrompendo la vostra piacevole giornata, perché crediamo sia necessario il vostro aiuto per una missione molto complicata. Una missione che richiede tutta l’intelligenza e la sagacia del Clan Nara!».

********************************************* *****

        Nella fredda sala l’attesa continuava spasmodica: Shikamaru seduto sulla sinistra fissava senza apparente interesse il pavimento, tormentandosi nervosamente le mani; Kankuro  continuava a guardarlo torvo, come se solo la presenza di Gaara lo trattenesse dallo spaccargli il muso. Di tutti, il Kazekage pareva il più tranquillo: stava semplicemente seduto accanto a Shikamaru, le braccia incrociate sul petto e gli occhi azzurri che fissavano dritto di fronte a lui.
    Improvvisamente si senti una porta che cigolava nell’aprirsi, i tre Ninja balzarono in piedi quasi contemporaneamente. Ma non si trattava della porta della sala operatoria. Era quella della sala d’attesa dalla quale stava entrando l’Hokage in persona. I tre si voltarono verso di lui con un certo stupore.
    «Kazekage-sama e Kankuro-sama. Mi dispiace disturbarvi in un momento così grave per voi. Ma è appena giunto un messaggio dal Villaggio della Sabbia, attraverso il falco Takamaru. Credo che sia necessaria la vostra presenza.»
    Gaara prese il biglietto dalle mani di Kakashi. E lo lesse con attenzione. Poi lo passò a Kankuro. «Temari, è in pericolo di vita!» esclamò Kankuro concitato dopo aver letto il messaggio «Non possiamo partire così, senza sapere che ne è di lei! Dobbiamo aspettare Gaara! Dobbiamo!».
    «Kankuro. Io sono il Kazekage. Non posso comportarmi come desidero. Il consiglio ha richiesto la mia presenza immediata. Mi fido dei Ninja della Foglia e in particolare di Sakura. Vieni prepariamoci per la partenza». Kankuro tentò di protestare     «Ma Gaara! Nostra sorella! Non possiamo andarcene così. Lasciarla sola!».
    «Credi che io lo desideri?!» ribatté Gaara che per la prima volta sembrava irritato e insieme preoccupato. «Credi che non vorrei restare qui? Ma ho delle responsabilità Kankuro. Sono responsabile di tutto il villaggio e non posso fare quello che desidera il mio cuore».
    Intervenne Kakashi. «Non appena Temari starà meglio vi invieremo un messaggio, Kankuro-san, se non sarete ancora partiti potrete vederla». Finalmente Kankuro parve calmarsi e accettò di seguire Gaara fuori dalla stanza lanciando un’ultima occhiata alla porta della sala.
    Non appena furono usciti, Kakashi si sedette accanto a Shikamaru.
    «Complimenti per l’ottimo esito della missione, Shikamaru.»
    Shikamaru scosse la mano, come a voler respingere quel complimento. «La missione non è ancora finita, Hokage-sama. Fino a che tutti i miei compagni non saranno in salvo, non posso considerare la missione conclusa, tantomeno riuscita.»
    Kakashi si toccò la benda che copriva l’occhio sinistro, come per un impulso improvviso. Sospirò e sorrise. «Hai ragione Shikamaru! Ma non ti devi preoccupare così! Sakura la salverà».
    «Una missione non è come una partita a Shogi. In una partita non è importante quante volte il re è sotto attacco, quello che conta è che alla fine non venga ucciso. Ma in una missione non è così: se il re è sotto attacco ed è in pericolo è come aver perso tutto». Rispose Shikamaru.
    «Shikamaru, tu sei un grande Ninja! E dico davvero. Che in una missione i tuoi compagni siano in pericolo è assolutamente normale». Gli disse Kakashi. «Ma riesco a capire cosa provi. Quando stai per perdere la persona che ti è cara, è tutto molto più difficile!».
    «Grazie Hokage-sama! Le dispiace se le faccio adesso il mio rapporto per la missione?»
    «Certo comincia pure!»


E siamo a tre. Ne mancano altrettanti alla fine della storia. Finalmente fa la sua comparsa Temari in un capitolo dal tono ancora molto leggero, quasi romantico per gli standard di questi due bei tipi.
Ho qualche dubbio sull'IC di Temari, ditemi voi cosa vi sembra.
Spero che questi salti temporali non creino confusione. Nella mia idea rendono la storia più interessante.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e che hanno messo la storia tra le seguite o le ricordate.


Prossimo capitolo:   Il Team Shikamaru in azione
   
 
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