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Autore: 1918    31/03/2011    1 recensioni
*Cambiato titolo da il vento*
Una Bella con un triste passato alle spalle, persa tra le meravigliose isole caraibiche, ritroverà la serenità tanto cercata ?
Un Edward con un triste segreto, scappato da una caotica città per rintanarsi nelle calme isole caraibiche, troverà la sua pace ?
Ed Esme, riuscirà finalmente ad assopire il senso di colpa ?
Tratto dal prologo: - Si girò verso il mare, non c'era nessuna barca, nessun ormeggio, ma cosa più importante sul quella poca porzione di isola che era riuscita a vedere, non c'era nessun segno di presenza umana.
Il petto si alzava e abbassava rapidamente, con respiri sempre più brevi, la vista si sdoppiò, mentre la testa le girava sempre di più.
Poi tutto si fece buio-
spero vi piaccia e che mi lasciate un piccolo commento =)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 2


La barca tagliava leggera le onde, Bella era seduta a poppa con una mano sul timone e i suoi fidati occhiali da sole inforcati. Aveva trovato quel paio di occhiali una mattina che era uscita presto per godersi l’alba, stranamente erano arrivati a riva. Così pesanti sarebbero dovuti rimanere sul fondo.
All’epoca era una bambina di poco più di sei anni, quegli occhiali da donna le sembravano quasi un regalo da parte dei suoi genitori per il suo compleanno.
Inutile dire che non se li era più tolti.
Era il terzo giorno di viaggio, e ormai aveva trovato un buon modo per passare le notti. Quando il sole calava, gettava l’ancora vicino ad una isoletta disabitata, legava l’amaca, tirava fuori il cuscino e la coperta pesante dalla stiva.
La prima notte l’aveva passata in mare aperto, ma l’umidità che saliva dall’acqua era troppa, e al mattino si era svegliata ancora più stanca e con il corpo a pezzi. Così la sera successiva aveva deciso di provare ad andare vicino ad un’isoletta e seppur l’umidità fosse ancora molta, era più sopportabile.
Cercando il cuscino, si imbatté in Elizabeth, e decise di tirarla fuori per farsi compagnia. Con la bambola uscirono anche le carte che i suoi quattro pescatori le avevano regalato mentre si avviava verso la barca. “Così non diventerai pazza di noia” le aveva detto Paul, poi le avevano dato un bacio sulla guancia dicendole arrivederci come voleva lei.
Le donne del villaggio l’avevano riempita di cibo a lunga conservazione. Pesce affumicato, carne secca, riso, della farina, alcuni cocchi e naturalmente moltissima acqua.
La coperta creava un bozzolo intorno a lei e alla sua piccola bambola, mentre il freddo del medaglione premeva sul petto.
Decise che il giorno dopo avrebbe pescato un po’ e che avrebbe cercato qualche frutto su quell’isola, in fin dei conti non aveva una meta, e svagarsi le avrebbe fatto solo che bene.
Con questi pensieri si addormentò, cullata dallo sciabordio delle onde.

****

Era fantastico. Il sole illuminava ogni cosa facendo assomigliare quel posto, più ad un paradiso che ad una isola sperduta nell’Atlantico. “Se quest’isola non è il paradiso, non ho la minima idea di come possa essere” si disse.
Risistemò ciò che aveva usato per la notte tirando fuori un pezzo di torta regalatole da Marie, la moglie di Paul.
Dopo aver bevuto un sorso d’acqua per mandare giù il boccone si tolse i pantaloni e la maglietta, rimanendo in costume.
Prese dalla piccola stiva la rete.
Fissò la rete sul fondale, con i due rami con cui era solita andare a pescare, sapeva che erano solidi.
Poi si diresse verso la vegetazione per cercare dei rami asciutti per allestire un fuoco, anche con tutta l’esperienza che aveva, non si sarebbe acceso subito.
Nello cercare la legna trovò dei cocchi e delle banane poco mature, ma decise di prenderle lo stesso e di lasciare loro il tempo di maturare.
Da Elizabeth prese un coltello e un contenitore per aprire i cocchi e mettere via il loro latte.
Verso mezzogiorno il fuoco era scoppiettante e Bella decise di andare a controllare la rete.
Ci trovò quattro pesci, “non male” disse soddisfatta di se stessa. Aveva già messo una pietra liscia sul fuoco, in modo che si scaldasse, e dopo aver pulito i pesci li sistemò su di essa.
Si girò verso destra e notò degli scogli in lontananza, erano perfetti per cercare piccoli molluschi. Controllò la cottura del pesce, e siccome era ancora indietro, decise di andare a cercare sugli scogli.
Mise un altro ceppo di legna sul fuoco e presa una sacca per mettere dentro il raccolto.
Con in coltello in una mano, la sacca legata al fianco,e con un paio di scarpette di tela si avviò verso gli scogli.
La sacca era piena, e lei si godeva il tramonto seduta sulla sabbia. Il pesce era pronto, lo aveva avvolto tra le foglie grandi dell’albero di fianco a lei, non era riuscito a mangiarlo tutto, così aveva deciso per tenerselo quando fosse stata al largo. I molluschi invece erano dentro una pentola piena d’acqua, Bella aspettava solo che uscissero dalla loro conchiglia per poterli mettere sul fuoco. Così le avevano insegnato le donne del suo piccolo villaggio.
Nessuno di quel villaggio si era voluto mettere al posto dei suoi genitori, e lei li ringraziava. Vedeva Paul e Marie più come nonni, ma aveva lasciato vuoto il posto riservato ai suoi genitori. Il villaggio aveva subito voluto bene a quella bambina arrivata dal mare. Ma avevano anche capito perché non si facesse mai abbracciare, neanche quando si svegliava in preda agli incubi,urlando il nome dei genitori.
Le mancavano i suoi genitori. Quel pensiero era affiorato mentre si scaldava vicino al fuoco. La sua testa era un ammasso di pensieri senza capo ne coda, ma il pensiero dei suoi genitori era sempre presente.
Come le potevano mancare se di loro non aveva altro che una foto ? Non aveva gesti che fossero loro, solo falsi ricordi creati da una bambina troppo sola.
Non si era resa conto di avere il viso inondato di lacrime, se le asciugò e dalla barca prese una stuoia, la coperta e il cuscino. Riempì il braciere di legna e si distese vicino al tepore del fuoco.
Con il medaglione stretto nella mano si addormentò.

****

Fu svegliata da un gabbiano che volava e strideva sopra di lei.
All’orizzonte grossi nuvoloni bianchi e un vento soffiava verso ovest. Bella decise di riprendere il viaggio. Sistemò tutto ciò che aveva preso dalla barca caricando anche il nuovo cibo. Spinse la piccola barca verso il mare e agilmente ci saltò sopra.
Il vento soffiava sempre più forte, così si coprì con una maglia più pesante e con una sciarpa.
Sugli occhi i suoi immancabili occhiali da sole, Elizabeth seduta sulla banca di fianco a lei.
Guardò dritto davanti a lei, la prua con il salvagente arancione con scritto Elizabeth che Paul e Marie le avevano regalato, e poco più in là il mare sconfinato. Colui che le aveva tolto tutto, ma anche dato molto, la sua vita, la sua gioia.
Con il vento che le frustava i capelli sul viso si diresse verso la prossima spiaggia.
Il sorriso era coperto dalla sciarpa, ma continuava a splendere sulle sue labbra.











salve a tutti...
purtroppo per chi seguiva la storia, non mi sento più di continuarla,
l'ispirazione se n'è andata, e scrivere capitoli campati in aria non mi sembra il caso,
se si aggiunge il fatto che la storia non sembra piacere affatto, sto pensando di concluderla qui,
evidentemente mi sono sbagliata...
mi scuso con chi seguiva questa storia,
spero che almeno questo capitolo vi sia piaciuto,
un bacio
1918
   
 
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